Bollate chi sei?

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7 Aprile 2022

Perdere il passato significa perdere il futuro (Wang Shu)

Ragazzini non ancora maggiorenni che reggono uno striscione con una scritta fascista. È successo a Cassina Nuova, frazione di Bollate, nel Milanese sulla piazza della chiesa al termine di una cerimonia di battesimo.

L’immagine è comparsa sulla pagina facebook dei Sentinelli e la notizia ha fatto il giro della stampa locale e nazionale.

I ragazzi erano del tutto inconsapevoli di quanto stavano facendo e sono stati reclutati al momento per la foto ricordo.

Rischiano un’incriminazione per il reato di apologia del fascismo.

In questi anni va detto che l’amministrazione del sindaco Francesco Vassallo e più ancora l’impegno dell’assessore con deleghe alla cultura, alla pace e ai servizi sociali Lucia Albrizio, ha dato ampio spazio ad un indirizzo e a una formazione delle coscienze ai valori della democrazia e della libertà.

Giovedì 28 febbraio 2019 il Consiglio Comunale ha approvato una mozione per togliere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini e darla a Liliana Segre.

Il 15 aprile 2019 è stato inaugurato un giardino dedicato ai Giusti dell’Umanità. E’ situato nel giardino di via Perlasca, presso l’ampio spazio verde pubblico tra via Friuli, via Lorenzini e via Pellico.
Vi sono alberi dedicati a 9 donne e uomini che in ogni tempo hanno difeso i diritti dell’uomo, hanno operato per impedire genocidi e salvaguardare la memoria delle persecuzioni: Primo Levi; Clotilde Nardini; Nelson Mandela, Felicia lmpastato; Costantino Baratta; Janusz Korczack; Don Lorenzo Milani; Iqbal Masih; Malala Yousafzai.

Giovedì 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, a LaBolla Teatro la compagnia teatrale Alma Rosè ha portato in scena il reading teatrale “Io ricordo” ispirato alla vita di Liliana Segre e alla sua vicenda umana di deportata, nel 1943, nel campo di concentramento di Auschwitz.

Dal 26 marzo al 10 aprile di quest’anno, il teatro LaBolla ha ospitato la Mostra documentale Storie Restituite. Un percorso narrativo e visuale che testimonia fatti e avvenimenti di un periodo particolarmente difficile della storia italiana, quello tra il 1943 e il 1945, connotato da discriminazioni e repressioni nei confronti di oppositori politici e, soprattutto, delle comunità ebraiche.

L’iniziativa si è inserito nel più ampio progetto storico culturale La Memoria Restituita, incentrato sui valori della memoria, della testimonianza e della conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico locale.

La Mostra Storie Restituite poggia sul patrimonio di documenti sulla persecuzione antisemita custoditi nell’Archivio Storico di Banca Intesa Sanpaolo e si è arricchita di un nuovo capitolo, attingendo a elementi inediti, documenti originali, fotografie e narrazioni provenienti dall’Archivio Storico di Bollate.

Nel percorso espositivo, insieme ai pannelli descrittivi e alle teche contenenti i documenti originali, durante tutto il periodo di apertura della Mostra è stato possibile vedere un docu-film – curato da Daniela Palumbo con la regia di Ariel Genovese – che propone testimonianze di deportati nei campi di concentramento.

Il docu-film che dà il nome all’intero progetto “La Memoria Restituita” raccoglie le testimonianze importanti di Edith Bruck, raggiunta nella sua casa di Roma, che racconta la drammatica esperienza vissuta nei campi di concentramento, e dei figli di tre deportati antifascisti bollatesi, Elia Mondelli, Olivio Bosero e Angelo Bergamaschi, che parlano delle esperienze dei loro padri e del loro vissuto di figli rispetto a questa difficile eredità familiare. Nel filmato condivide le riflessioni sul valore della Memoria anche Gabriele Nissim, saggista e presidente della Fondazione Gariwo.

Nel progetto di realizzazione del documentario sono stati coinvolti anche studenti dell’istituto scolastico Primo Levi di Bollate, che hanno lavorato sui temi della Memoria, dei diritti civili, della libertà e della Costituzione, condividendo le loro riflessioni. Il documentario prodotto sarà anche divulgato nelle scuole cittadine.

Gli stessi studenti, opportunamente formati sul tema e sui documenti esposti, hanno fatto da guide ai visitatori della mostra.

L’assessore Lucia Albrizio ha commentato: «Raccogliere la memoria dei luoghi e delle persone è fondamentale soprattutto per le giovani e future generazioni che non hanno vissuto direttamente quei drammi ma che devono sapere e vedere. Possibilmente per non farli accadere più, anche se l’attualità di questi giorni ci dice che non sia così semplice».

TAG: Bollate, Francesco Vassallo, il giardino della memoria, Lucia Albrizio
CAT: costumi sociali, relazioni

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