GUARDANO AL DITO EVITANDO (APPOSITAMENTE) LA LUNA

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26 Gennaio 2015

Ho aspettato un paio di giorni per scrivere questo pezzo. L’ho fatto appositamente, cercando di placare la rabbia per lasciar spazio alla ragione e in seconda istanza sperando che in un impeto di “risarcimento” culturale tornassero laddove non sono neppure passati. Mi riferisco ai media nazionali, in particolare alle televisioni che quotidianamente milioni di spettatori accendono e ascoltano e guardano.

Sì, sono loro il mio bersaglio. La ragione di cotanto disagio interiore. Vi chiederete: è perché? Il motivo è allo stesso modo molto semplice e osceno. La vicenda è questa: sabato, all’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giovanni Canzio, ha detto con inaspettata forza che mai come oggi il Nord d’Italia è ostaggio delle mafie. Una dichiarazione devastante per l’insita portata. Non più infiltrazioni – ha riferito – Oggi nel Nord vi è una vera e propria occupazione. Il bubbone è dunque divenuto piaga, e da questa è quanto mai difficile guarire.

La cosa grave, anzi: gravissima, è che questo terremoto non ha smosso praticamente alcuno. Tutti, infatti, si sono concentrati sul tema altrettanto importante ma di certo non più rilevante del predetto e che riguarda lo scontro tra Governo e magistrati. Nessuna televisione ha sottolineato con forza il dramma silenzioso del Nord, alimentando la suddetta polemica.

Ecco il vero business delle mafie al Nord: il silenzio che le circonda, facendole fecondare e prolificare nell’anonimato più assoluto. Qui sta la vera ricchezza per loro e l’impoverimento per tutti noi. Qui sta la loro vittoria. E la nostra sconfitta.

@giulio_serra

 

TAG: mafia, Magistratura, nord, televisione
CAT: Criminalità

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