Noemi vivrà per la rinascita di Napoli contro i barbari di Gomorra

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12 Maggio 2019

Quelli di Gomorra quando vengono acciuffati e camminano sottobraccio alle forze dell’ordine con i ceppi, hanno lo sguardo tra l’inebetito e lo sfrontato con un ghigno che si staglia sul volto di sfida contro chiunque,come se volessero con improntitudine dire: “non ho nulla da temere e, seppure vado in galera, andrò a riposarmi ed avrò meno pensieri”.
Perché questi signori, del Gomorra Style,come oggi si dice sbeffeggiando la Napoli della migliore cultura, non hanno alcun rispetto non solo della vita degli altri, ma anche della loro.
Quando hanno deciso di delinquere e di regolare i conti con la violenza e con la violenza fare bottino vendendo droga, hanno comunque valutato con sicumera che sarebbe finita con la galera:
1-avrebbero abbandonato le loro famiglie;
2-i loro figli avrebbero patito la solitudine e coltivato la servile imitazione paterna per perpetuare la dinastia;
3- avrebbero marcito in gattabuia dietro l’inferriata di un carcere,dimenticando di contare pure i giorni che trascorrono inesorabilmente.
Sono vissuti come delle bestie, senza regole, come barbari a cui è concesso tutto: ricchezza, donne soldi.
Non c’è limite e freno alcuno : con uno schiocco delle dita ai loro piedi crollano femmine disinibite e servi devoti:
non interessa ponderare se quel fiume di danaro sporco arrivi da traffici illeciti.
Può capitare che si devono regolare dei conti come in un Far west e ci può scappare il morto anche nella nitida figura di una bimba innocente, come Noemi che per grazia divina vive.
Sono obesi, se ci fate caso, sempre chiattoni e,sebbene vestano con abiti griffati e con scarpe all’ultima moda, non sanno indossarle,perché i loro corpi o sono tarchiati o colano grasso.
Non si lavano, perché sono pigri, si scocciano ed  emanano miasmi nauseabondi.
Hanno l’alitosi e quando mangiano non hanno contegno: ruttano, sbavano, ridono, si lasciano andare anche in flatulenze corporali e quando bevono rigagnoli di vino solcano i loro volti lombrosianamente non curati, inespressivi, scialbi.
Guardano le loro donne che sono pagate per dire che  sono bellimbusti: lo pretendono con la pervicacia e tracotanza che alligna in volgari comandi.
Devono sempre aver ragione e guai a chi li contraddice: la rissa può tranquillamente finire con una revolverata al silenziatore.
Se hanno imparato ad usare gli smartphone fanno selfie anche nella vasca da bagno,per mostrare che il doccino o il soffione sono marcati Armani o le ceramiche sono decorate con le iniziali di Valentino. Anche in quel caso ostentano, grandeggiano e si pavoneggiano con un Rolex o collane d’oro pesanti e massicce che debordano da colli taurini o allentati dalla pappagorgia.
Il loro corpo è spesso tatuato con la faccia dei poveri figli, il loro nome o le iniziali della compagna di turno e lo mettono in mostra sui social, perché indossano magliette a mezze maniche o camice sbottonate e sblusate con l’adipe del sottopancia penzoloni.
Si fanno fotografe su yacht o barche lussuriose o in ristoranti per pantagruelici banchetti, perché mangiare è il momento più bello della giornata, accanto a quello di impartire ordini che bisogna pedissequamente rispettare con obbedienza religiosa.
Noemi per fortuna è viva ed è  la risposta di una Napoli che si sente offesa da questi plebei, grazie ai quali Sky ha girato un’altra produzione di successo,speculando sulla nostra barbarie.
Con il ritorno alla vita di Noemi- che ha la stessa età dell‘ultimogenito del boss catturato-speriamo che passi la nottata di “eduardiana memoria” e rinasca Napoli,quella della cultura di una capitale europea.

Biagio Riccio

TAG: gomorra
CAT: Criminalità

Un commento

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  1. giovanni-falcone 5 anni fa

    Qualche anno addietro, mi trovai a Napoli per fare una giornata di formazione “Antiriciclaggio” ad una platea particolare di una quarantina di persone composta dall’Istituzione sul territorio per il contrasto alla camorra.
    Appena giunto in aula per iniziare il tema che mi era stato assegnato, a cura del più anziano del gruppo, mi venne chiesto: “Dr. Falcone, ci può spiegare la ragione per la quale quando, al termine di lunghe e defatiganti attività investigative, quando arriviamo in banca per assalire o sequestrare le risorse finanziarie dei camorristi troviamo i conti a saldo zero, in rosso o addirittura estinti. Cosa possiamo fare in questi casi?
    A parte la risposta tecnica di cui ho parlato in tanti articoli, ancora oggi esiste questo “buco nero”!

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