Il Nauru, paradiso della corruzione

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16 Settembre 2023

Se chiedi, a chicchessia, quale sia il paese più corrotto del mondo, le riposte saranno diverse a dipendenza del luogo di nascita e della cultura – Haiti, la Cina, il Congo, qualche paese del Mediterraneo o dell’America Latina. Tutto falso. In base alla lista ed al volume degli scandali dell’ultimo quarto di secolo, il paese più corrotto del mondo ha un nome che quasi nessuno conosce, e che quindi nessuno si sognerebbe mai di menzionare. Nauru.

Nauru è un’isoletta sperduta nell’Oceano Pacifico. Ha meno abitanti delLiechtenstein, ed è più piccola di San Marino. Ma nel corso dell’ultimo mezzo secolo è riuscita ad essere dapprima il paese più ricco del mondo (grazie alle miniere di fosfati, che hanno devastato l’isola), e poi uno dei più poveri e malati. La corruzione è una regola di vita, ognuno pensa per sé, ed il governo usa tradizionalmente il proprio voto nel consesso delle Nazioni Unite per procacciarsi dei vantaggi economici. Ma le cose vanno male lo stesso, e non solo a causa della paura per una catastrofe climatica. Nauru è il paese al mondo con la più grande concentrazione di scandali umanitari e finanziari, tutti nati per garantire, non importa come, la sopravvivenza economica dei suoi abitanti.

Le terre dell’isola, devastate da 40 anni di estrazione di fosfati, sono per lo più inabitabili e incoltivabili. Mancano i servizi di base e scarseggiano le opportunità di lavoro per i suoi 12500 abitanti. Per questo motivo il governo si è offerto di diventare (a pagamento) la Guantanamo degli australiani: nel periodo compreso tra l’agosto del 2012 ed il luglio del 2019 il governo federale a Canberra ha inviato a Nauru oltre 4000 clandestini che avevano illegalmente raggiunto l’Australia via mare[1] ed ai quali non è stata concesso il permesso di soggiorno[2]. Così è l’Australia oggi: il numero di richiedenti asilo a cui è stato concesso un permesso è pari a zero[3].

Così, i respinti vengono portati sull’isola di Nauru. Il Nauru Processing Centre è una struttura di detenzione australiana offshore, simile a una prigione[4], gestito dal governo di Nauru[5]. Il numero più alto di detenuti (1233) si è registrato nell’agosto 2014, ed a quel punto i detenuti sono stati rimpatriati nei Paesi di origine, tra cui Iraq, Iran, Sri Lanka, Pakistan e Libano[6]. Nel 2016, i Nauru files hanno raccontato con raccapriccio la vita dei detenuti: violenza sistematica, stupro, ed abusi sui minori[7]. In conseguenza di ciò, nel settembre 2021, il governo australiano ha firmato un nuovo accordo con Nauru per rendere più umano di centro dei richiedenti[8], visto che la maggior parte dei detenuti è in attesa di una decisione da più di 8 anni[9].

Un campo simile, sull’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, viene chiuso nel 2016[10], anche se alcuni detenuti sono ancora sull’isola[11], nonostante il fatto che la politica australiana di trattamento dei clandestini venga costantemente criticata dalle Nazioni Unite[12], dai tribunali penali internazionali[13], dai gruppi per i diritti umani[14] e dagli stessi rifugiati[15]. Il neoeletto Primo Ministro australiano, Anthony Albanese[16], prima della sua elezione promette di cambiare politica. Non lo ha fatto[17].

Le spese sono comprensive dei costi dipartimentali, delle operazioni amministrate e dei costi di capitale. I dati per il 2021-2022 sono fino al 31 gennaio 2022[18]

Anzi, ha confermato gli ordini di detenzione in scadenza, e nessuno si è veramente ribellato[19]. Questo accade perché, dietro il trattamento disumano dei clandestini, si nasconde una questione di soldi: 420 milioni di dollari australiani (286 milioni di dollari) stipulato nel settembre 2021 tra il governo australiano e un operatore carcerario privato statunitense, la MTC Management and Training Corporation – accusata di “grave negligenza” e di “gravi mancanze in materia di sicurezza[20]. Di questi soldi, una quota importante finisce nelle tasche del governo di Nauru, e la sua redistribuzione garantisce il benessere dei cittadini dell’isola[21]. Gli operatori della struttura, pagati da MTC, (la Canstruct International Ltd. di Brisbane[22]) riceve circa mezzo milione di dollari australiani per detenuto all’anno (quasi 12’000 dollari al giorno)[23].

C’è poi una ridda di subappaltatori per servizi di mensa, pulizia, trasporti, e chissà cos’altro, che guadagna benissimo: Broadspectrum (Australia), ad esempio (accusata di abusi su minori, stupri, sfruttamento della prostituzione e contrabbando[24]), una costola del Ventia Group[25], che incassa ogni anno 2,58 miliardi australiani; la Canstruct International di Brisbane, che incassa 1,41 miliardi di dollari australiani; la Canstruct di Sydney, che incassa circa 650 milioni di dollari australiani, la IHMS International Health & Medical Services Pty Ltd Sydney, che incassa quasi 450 milioni, e chissà quanti altri[26].

Perché affrontare una spesa simile? Sembrerebbe più sensato se l’Australia tenesse i richiedenti asilo, visto che si tratta di cifre (se paragonate alle decine di migliaia che ogni anno arrivano dall’Africa) decisamente sopportabili, specie sapendo che molti di loro sono inseriti in percorsi di reinsediamento verso gli Stati Uniti, il Canada o la Nuova Zelanda[27], o semplicemente alla luce del fatto che la legge australiana chiede al governo di fornire loro cure mediche e sostegno psicologico[28].

La ragione di questa situazione è duplice e banale. Da un lato esiste un vantaggio elettorale nel reprimere gli stranieri, specie i non ariani. Dall’altro, questo opaco sistema carcerario crea un movimento di soldi immenso all’interno del quale si muovono cifre di oltre 1 miliardo di dollari australiani all’anno che finiscono in tangenti per politici, funzionari pubblici e manager delle aziende coinvolte[29].

Nei casi in cui la magistratura dimostra episodi di corruzione legati ai campi, le conseguenze sono ridicole: nell’agosto 2020, l’uomo d’affari australiano Mozammil Gulamabbas Bhojani, proprietario del gruppo industriale Radiance International, è dichiarato colpevole di aver corrotto funzionari del Nauru per 129’500 dollari australiani. Radiance è attiva in Australia, Nauru, India ed Emirati Arabi Uniti sul mercato dei fosfati, e con quella cifra ha ottenuto regole doganali speciali dalle autorità commerciali del Nauru[30]. Nonostante la pena prevista fosse di dieci anni di prigione, il giudice ha considerato gli “ammirevoli attributi personali” e l’assenza di danni ai cittadini, e lo ha condannato a 30 mesi di reclusione, tramutati in 400 ore di lavoro sociale[31].

Una sentenza che ha scandalizzato le ONG internazionali, che chiedono all’Australia di punire i propri cittadini che commettano reati di corruzione all’estero [32]. Il signor Bhojani vanta “un’ottima relazione commerciale con il governo di Nauru”[33]. Inoltre, nel 2018 Radiance International Inc Sydney (sciolta nel marzo 2022[34]), ha ricevuto dal governo australiano un contratto da 2,566 milioni di dollari australiani per la costruzione di strutture ricettive (Budapest Hotel, Nauru[35] ) per i rifugiati. I documenti dimostrano che il contratto è datato[36] tra dicembre 2016 ed il luglio 2018[37].

L’unica altra soluzione trovata finora per diminuire la pressione sui campi di detenzione è l’ennesimo caso di corruzione. Nel 2002, a circa 200 richiedenti asilo sbarcati con la nave norvegese Tampa, e poi respinti, è stato offerto del denaro per tornare a casa[38]. Era stato poi previsto di offrire “assistenza al reinsediamento” a 1100 richiedenti asilo afghani detenuti nei campi in Australia, Papua Nuova Guinea e Nauru[39].

Il governo australiano avrebbe pagato circa 3800 sterline alle famiglie dei detenuti, pari a 50 volte il salario medio annuale di un lavoratore afghano[40], cercando di tenerli lontani dal Paese[41]. Tutto questo nonostante il fatto che, in quel momento, l’Afghanistan fosse teatro di una guerra sanguinosa[42]. I funzionari di un centro di immigrazione in Papua Nuova Guinea hanno esercitato pressioni violente sugli afghani perché accettassero, e negli anni successivi simili offerte sono state estese anche a cittadini in fuga dal Bangladesh e dal Nepal[43].

Nei fatti, tutto ciò è accaduto senza alcun controllo. Nessuno sa quante persone siano state veramente rimpatriate; se abbiano ricevuto una somma di denaro, o quella somma sia stata indebitamente intascata da altri; se ci siano veramente state persone disposte a tornare nell’inferno di un teatro di guerra per una cifra di denaro. In questo caso, l’eventuale corruzione del sistema rimane impossibile da verificare.

L’implosione del fondo sovrano

Un’immagine dei campi di detenzione dei clandestini del Nauru[44]

Il motivo per cui i cittadini di Nauru accettano questa situazione è il fatto che non sanno cosa altro fare per generare ricchezza, dopo aver dilapidato i proventi dell’industria mineraria ed il patrimonio dei fondi governativi nazionali. I fondi sovrani di tutti i Paesi sono inizialmente finanziati da entrate impreviste provenienti da esportazioni di minerali come il petrolio e il gas e altri prodotti minerari, o da vendite/privatizzazioni di beni pubblici, o da grandi eccedenze fiscali[45]. Il fondo sovrano di Nauru è stato istituito nel novembre 2015 ed è presieduto dal Ministro delle Finanze, e cresce grazie ai proventi degli investimenti e ai contributi del Governo di Nauru, dell’Australia, di Taiwan, della Nuova Zelanda e della Banca Asiatica di Sviluppo[46]. Attualmente, il fondo amministra 239 milioni di dollari[47].

Ma le difficoltà del fondo sovrano filippino (il MIF Maharlika Investment Fund, promosso dal presidente Ferdinand Marcos Jr.[48]) rischiano di causare problemi anche al fondo sovrano di Nauru[49]. Questo perché questi Fondi nazionali sono interrelati ed hanno perdite imponenti a causa della corruzione dilagante negli ambienti governativi[50] e in tutti gli aspetti della vita quotidiana[51]. Il disegno di legge MIF[52] è passato alla Camera bassa delle Filippine nel gennaio 2022 ed è ora in attesa di un disegno di legge omologo al Senato; è già stato rivisto tre volte ma è ancora “molto discutibile e pericoloso”[53]. Il governo delle Filippine ha un deficit fiscale di 1200 miliardi di dollari e un debito con l’estero di 13,4 miliardi di dollari – ed una parte delle entrate è solo fittizio, perché composto da crediti inesigibili nei confronti del Fondo Sovrano del Nauru, o da quelli della Malesia, dell’Ecuador e di Tonga. I Fondi sovrani di ciascuno di questi paesi, per nascondere cifre sottratte illegalmente al proprio patrimonio, fingono contratti commerciali con i Fondi degli altri paesi[54]. Una volta pagate, le cifre diventano impossibili da verificare: debiti veri o corruzione?

È già successo in passato: prima di quello attuale, a partire dal 1968 esisteva un NPRT (Nauru Phosphate Royalties Trust)[55], finanziato, subito dopo la dichiarazione di indipendenza, dalla cessione all’Australia dei diritti minerari sulle ricche miniere di fosfato dell’isola per 21 milioni di dollari australiani[56]. Le miniere portano un’enorme ricchezza all’isola di Nauru[57], l’industria da sola genera circa 100-120 milioni di dollari australiani all’anno e, a fronte di una spesa governativa di 30 milioni di dollari australiani, tutto il surplus viene versato nel Fondo, rendendo i nauruani il popolo più ricco del mondo[58].

L’economia di Nauru è quasi interamente dipendente dai fosfati[59], il che ha portato al disastro ambientale[60] e all’avvelenamento da cadmio[61], con l’80% della superficie dell’isola ora abbandonata dopo essere stata resa inutilizzabile dagli scavi[62]. Nei suoi anni migliori, la NPRT amministra 800 milioni di dollari australiani, tra cui proprietà in Australia, Guam, Figi, India, Nuova Zelanda, Regno Unito[63], Filippine[64] e Stati Uniti. Ma, a causa della cattiva gestione da parte dei funzionari governativi e della straordinaria propensione alla spesa dei cittadini[65], della corruzione a tutti i livelli, dei continui cambi alla presidenza dell’Isola, degli scarsi investimenti[66], dei prestiti e del deficit del governo, il Fondo è andato in bancarotta[67], facendo così fallire l’intera Repubblica.

I depositi di fosfati erano praticamente esauriti nel 2005[68], anche se alcune miniere su piccola scala sono ancora attive[69]. Per guadagnare, Nauru diventa un paradiso fiscale e un centro di riciclaggio di denaro sporco, particolarmente amato dai russi[70]. Sono gli anni della presidenza del Baron Divavesi Waqa, eletto una prima volta nel 2013 ed una seconda volta nel luglio 2016[71], per altri tre anni. Un uomo estremamente esuberante, accusato di corruzione fin dal 2015: uno degli ufficiali che indaga su di lui viene licenziato un mese dopo l’insediamento del governo Waqa[72]. Dalle e-mail trapelate sulla stampa emerge che Waqa e il suo ministro della Giustizia dell’epoca, David Adeang[73], sarebbero stati corrotti da una società australiana di fosfati, la Getax[74], controllata dalla famosa famiglia criminale dei Gupta[75], che si occupa della vendita dei fosfati dal Togo e dal Nauru all’India[76].

4 settembre 2018: l’allora presidente del Nauru Baron Waqa suona in segno di benvenuto di una delegazione diplomatica neozelandese[77]

Secondo le accuse, nel 2010 Waqa ha ricevuto 60’000 australiani di tangenti da Getax e li ha redistribuiti tra alcuni dei suoi colleghi politici[78]. Il governo nega tutte le accuse[79]. La filiale singaporiana di Getax, Getax Ocean Trading Pte Ltd, viene multata per 80’000 dollari[80]. Le indagini sul caso di corruzione sono ancora in corso[81]. Ciò nonostante, Waqa viene nominato segretario generale del Forum delle Isole del Pacifico, il consesso dei primi ministri e dei presidenti delle nazioni del Pacifico, e resterà in carica fino al 2024[82].

A Nauru la sua nomina non è stata gradita: “La gente lo ha visto per quello che era e lo ha cacciato nel 2019. Ora questo governo vuole premiarlo. Per quale motivo? Una decisione molto impopolare e non in linea con il sentimento pubblico”[83]. Una decisione motivata dal fatto che Waqa, come il primo ministro delle Isole Cook Mark Brown, è un acceso sostenitore dei progetti di estrazione mineraria dai fondali oceanici[84], mentre in precedenza il Forum e i suoi principali membri erano contrari[85].

Contrari allo sfruttamento dei fondali, ma non contrari a Waqa, con tutto che della sua corruzione siano tutti a conoscenza. Nelle isole del Pacifico ciò gli porta consenso: è uno che sas monetizzare la sua posizione in ambito diplomatico, e quindi è un bene per tutti. Una posizione che, come vedremo più avanti, garantisce ai due uomini politici la gratitudine di una lobby internazionale enorme e potente[86]. Dato che Nauru si sta caricando il peso della responsabilità di ottenere lo sblocco della moratoria sullo sfruttamento minerario dei fondali oceanici, gli altri paesi del Forum sono ben disposti a chiudere un occhio sull’onestà dell’ex presidente nauruano.

Gang cinese al Consolato e tassa sulla stampa

20 gennaio 2023: la polizia thailandese irrompe nella villa privata del console generale di Nauru a Bangkok[87]

Già. Perché la corruzione che domina il Nauru ha effetti globali, ed ha conseguenze anche all’estero. Come nel caso dello scandalo del consolato a Bangkok: nel gennaio del 2023, il Dipartimento thailandese per le indagini speciali (DSI) ha sospeso cinque funzionari accusati di appropriazione indebita, estorsione e corruzione. La decisione è il risultato dell’irruzione nella casa dell’ex console generale di Nauru in Thailandia, Onassis Dame, nel dicembre 2022[88]. L’irruzione è stata richiesta dal viceconsole, John Yu[89], secondo cui persone dall’aspetto sospetto avevano utilizzato la proprietà affittata a Bangkok dal console generale.

Durante l’irruzione della polizia in questa casa, sita all’interno di un esclusivo complesso residenziale frequentato da diplomatici, sono stati arrestati 11 cinesi e sono stati sequestrati 2,5 milioni di baht (circa 73’000 dollari) in contanti[90]. Ma la polizia è arrivata tardi: altri 11 cinesi sono sfuggiti alla cattura, portando con sé passaporti falsi e baht per un controvalore di oltre 200’000 dollari[91], come affermato dall’Interpol[92]. Il governo di Nauru smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento nel caso[93]. Ma allo stesso tempo chiede aiuto alla magistratura di diversi paesi per analizzare i comportamenti dei diplomatici nauruani a New Delhi, a Taipei, a Suva (Figi), Londra ed Honolulu (Hawaii).

A seguito dello scandalo, la stampa internazionale cerca spiegazioni sui sistemi del malaffare sull’isola, ma si scontra con un’ostilità generale dei nauruani contro il giornalismo, che il governo sostanzia con l’imposizione di un visto da 5000 € per tre mesi (prima dell’irruzione di Bangkok erano solo 200 dollari australiani, quindi poco più di 130 €[94]) per chiunque voglia scrivere, filmare o trasmettere sulle questioni interne dell’isola[95] – una cifra che non viene rimborsata nel caso (che accade spesso) che il visto non venga concesso[96]. È vietato scattare foto all’interno dei centri di detenzione, così come portare con sé uno smartphone con fotocamera – una violazione di queste leggi può generare una pena fino a due anni di prigione[97].

Anche se Nauru (così come l’Australia[98]) sostiene che si tratta di una decisione presa autonomamente sull’isola, nel 2018 alcuni documenti governativi, recentemente trafugati a Canberra hanno dimostrato che il governo australiano ha esercitato pressione per imporre il visto contro la libertà di stampa[99]. Secondo il Partito Verde australiano, “questo fa parte della strategia dell’ex primo ministro Tony Abbott per impedire le informazioni pubbliche su come i soldi dei contribuenti australiani vengono spesi per i crudeli e duri campi di detenzione di Nauru”[100]. Secondo Sky, la tariffa è stata fissata appositamente per scoraggiare l’ABC e il Guardian Australia[101] dal partecipare al Forum delle Isole del Pacifico e porre domande scomode sull’elezione di Barn Waqa[102]. E, del resto, non ci sono media indipendenti su un’isola piccola e remota come Nauru[103].

Il collasso economico

Una scena del musical nauruano sulla vita amorosa di Leonardo da Vinci – uno dei più grandi flop della storia di Broadway[104]

Nella storia di quasi tutte le isole o i piccoli territori si sono verificati episodi in cui alcuni “imprenditori” hanno promesso enormi guadagni grazie ad investimenti “innovativi” o sull’estrazione di materie prime; questi manager spesso offrono anche sostanziose tangenti a politici e funzionari pubblici del Paese, alimentando la corruzione. Con le entrate derivanti dall’esportazione del fosfato, il primo presidente di Nauru, Hammer DeRoburt, ha iniziato a investire in immobili in tutto il Pacifico, nel trasporto marittimo e persino in una compagnia aerea nazionale, la Nauru Airlines, fondata nel 1969 e cresciuta fino ad avere una flotta di sette aerei nel 1983[105].

Tutto ciò nonostante Nauru abbia una media di 200 turisti all’anno. La Nauru Airlines operava riuscendo a vendere solo il 20% della capacità dell’aereo[106]. La compagnia è famosa per l’inaffidabilità degli orari dei voli. Nel 1988 perde la certificazione di compagnia aerea commerciale per sei mesi. Durante questo periodo, i voli della Nauru Airlines sono completamente gratuiti. Come è sopravvissuta? Sovvenzionata dai fondi per i fosfati[107], come molte altre cose sull’isola. Ma nessuno era preoccupato di rimanere senza soldi.

Negli anni ’70, quando Nauru ottiene il controllo delle miniere[108], c’è un boom di piani di investimento sempre più sfrenati. NPRT, all’apice della sua ricchezza, aveva investimenti per un totale di 1 miliardo di dollari australiani in acquisti immobiliari e altri progetti negli Stati Uniti, in Australia, nelle Filippine, in Nuova Zelanda, nel Regno Unito, in India e nel Pacifico[109]. Senza alcuna responsabilità e controllo, i politici e i funzionari nauruani hanno irresponsabilmente sfruttato e abusato dei fondi in programmi sempre più costosi e stravaganti: si stima che la sola compagnia aerea, adducendo la necessità di collegare Nauru al mondo, abbia perso tra i 40 e gli 80 milioni di dollari all’anno. All’estero, i nauruani sono considerati polli da spennare, e pagano tutto, specialmente nel settore immobiliare, a prezzi esageratamente gonfiati[110].

Nauru è così ricca di fondi da offrire servizi pubblici gratuiti e rinunciando alla riscossione delle tasse. Molte persone smettono di lavorare, affidandosi al governo che si prende cura di tutto: una tipica famiglia di cinque persone ha un reddito di cittadinanza di 100’000 dollari, tutte le cure mediche e dentistiche sono gratuite[111]. Al suo apice (nel 1998) il governo di Nauru impiegava più di 1600 dipendenti[112] per supervisionare la distribuzione della ricchezza governativa – all’epoca l’intera popolazione del Paese era inferiore alle 10’000 unità. Le vendite di cibi surgelati e fast food sono salite alle stelle, così come l’obesità. La Federazione Internazionale del Diabete ha identificato il 31% dei nauruani come diabetici, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato il tasso di obesità del Paese al 71,7%[113].

Un altro cattivo investimento è quello della Nauru Pacific Line, una compagnia di navigazione con perdite annuali di 12-15 milioni di dollari. La linea disponeva di cinque navi proprie e due in leasing, che continuava a registrare perdite e riceveva sovvenzioni dallo Stato[114]. Per coprire le perdite, Nauru investe 60 milioni di dollari in strumenti bancari di dubbia legalità proposti dallo studio legale Allen, Allen and Helmsley di Sydney. Quando il broker per il Nauru è scomparso con 6 milioni di dollari in tasca, solo parte del denaro è stato recuperato, e le perdite totali non sono mai state accertate[115].

Altro denaro perduto ingenuamente. Ma in altre occasioni è andata ancora peggio: Duke Minks, uno dei consulenti finanziari e dirigente di Citibank Australia, suggerisce di investire milioni in un musical che lui stesso ha scritto e prodotto. Bernard Dowiyogo, il presidente dell’epoca, accetta con entusiasmo di sostenerlo. Insieme all’amico Tommy Moeller, cantante della band inglese Unit 4+2, Minks scrive un musical (Leonardo the Musical: A Portrait of Love) sulla tormentata storia d’amore tra Leonardo da Vinci e la Gioconda.

L’obesità giovanile, una delle grandi piaghe della società nauruana[116]

Nel giugno 1993, più di 100 dignitari nauruani, tra cui il presidente, si recano Londra per la prima. Hanno rischiato di non farcela: mentre il pilota si preparava al decollo, la gente si è accalcata sulla pista per impedire all’aereo di partire, urlando in segno di protesta e aggrappandosi al velivolo. Alla fine la polizia è arrivata e ha liberato la pista, e il presidente e il suo staff sono partiti. Il musical è un grande flop, uno dei più grandi disastri della storia del teatro londinese, con una perdita (ufficiale) di 7 milioni di dollari[117].

A quel punto il governo ha deciso di imporre un sistema fiscale – troppo tardi, perché la crisi ha avuto, come primo effetto, il mancato pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici e delle consegne di olio combustibile. Nauru ha iniziato a prendere in prestito denaro e, a causa della cattiva gestione, delle elevate spese governative, delle frodi e degli investimenti rischiosi nel settore immobiliare, marittimo e dei servizi aerei, il fondo sovrano di Nauru ha perso gran parte del suo valore[118]. Nel 2001 Nauru ha gravi problemi di liquidità[119]. Nel 2002 ha smesso di ripagare i suoi prestiti[120]. Non sono bastati i campi di detenzione: alla fine del 2003, Nauru è stata salvata da un contributo australiano di 1,2 milioni di dollari[121]. Le comunicazioni satellitari sono state interrotte per il mancato pagamento dei canoni di abbonamento nel marzo 2004[122]. L’Australia ha poi dato a Nauru 22,5 milioni di dollari di aiuti per due anni per risolvere le sue opzioni a lungo termine[123].

Nell’aprile 2004, Nauru House poteva ricevere le chiamate telefoniche in entrata, ma non poteva comporre le chiamate in uscita, perché le bollette telefoniche non erano state pagate. Nel maggio 2004, la General Electric Capital Corporation ha rilevato le proprietà ipotecate di Nauru a causa del mancato rimborso di un prestito di 239 milioni di dollari. I beni, che comprendevano la Nauru House di 50 piani in Collins Street a Melbourne, il Downtowner Motel a Carlton e il Mercure Hotel a Sydney, sono stati rivenduti da tempo[124]. Nel 2006, i curatori fallimentari hanno iniziato a sequestrare il patrimonio immobiliare della nazione[125]. La banca centrale è fallita, i suoi beni immobili all’estero sono stati pignorati, i suoi aerei sono stati sequestrati dalle piste degli aeroporti[126].

Il contrabbando di passaporti e di voti all’ONU

Stazioni di carico dei fosfati abbandonate sulla riva del mare a Nauru[127]

La disperazione rende creativi. I programmi di contrabbando di passaporti ha una lunga storia, iniziata da Tonga all’inizio degli anni ’80[128]. Successivamente, anche Samoa, Vanuatu, le Isole Marshall e Nauru hanno iniziato a vendere la propria cittadinanza. Ai tempi d’oro il sistema di vendita dei passaporti a Nauru generava circa l’8% del PIL del Paese[129]. Gli acquirenti (spesso cittadini cinesi[130] ) comprano i passaporti per acquisire i diritti (come l’esenzione dal visto, meno tasse ecc.) e non i doveri della cittadinanza, vivendo altrove[131]. I programmi di vendita dei passaporti sono difficili da controllare, e generano ingenti entrate per le élite locali e nulla per la popolazione in generale[132], e concedono la cittadinanza ad una mandria di ladri, truffatori e contrabbandieri[133].

Nauru ha iniziato a vendere la “cittadinanza economica” nel 1997[134] tramite il Nauru Citizen Investment Board[135]. Gli acquirenti pagano fino a 50’000 dollari alla TransPacific Development Corporation, registrata ad Hong Kong, ma con gli uffici a Washington, diretta dagli avvocati Brian W. Shaughnessy e Paul Lee Der (incarcerato per frode finanziaria nel 1994[136]). TransPacific emette migliaia di passaporti del Nauru[137] dopo un test medico e un colloquio di dieci minuti[138]. A partire dal 2003 l’isola ha venduto più di 1000 passaporti all’anno[139].

Oltre a questo traffico più o meno controllato dallo Stato, un numero imprecisato di passaporti scompare e viene venduto al mercato nero, tant’è che il governo del Nauru, nel 2000, ha per un breve periodo ragionato sulla possibilità di modificare le regole di concessione[140]. Non cambia nulla: nel novembre 2000, gli agenti dell’immigrazione dell’aeroporto di Manila arrestano Alexey Polukhin, un russo sospettato di appartenere a una rete terroristica internazionale; è in possesso di un passaporto di Nauru (acquistato per 30’000 dollari) e vive in Canada – sicché la riforma la fa Ottawa, inasprendo i requisiti richiesti ai cittadini del Nauru per viaggiare in Canada[141].

Nel 2003 alcuni passaporti finiscono nelle mani di membri di Al-Qaeda e di gruppi terroristici del Turkestan (Organizzazione per la Liberazione del Turkestan Orientale[142] ) e dell’Azerbaigian[143], e l’allora presidente del Nauru decide di proibire il commercio della cittadinanza[144], seguendo le pressioni dell’Australia[145] e degli Stati Uniti[146], ed applicando un decreto del presidente Bernard Dowiyogo, firmato il 27 febbraio 2003 nella stanza di un ospedale di new York, dove sta morendo[147]. Prima di morire, Dowiyogo ha consegnato gli ultimi passaporti diplomatici di Nauru a Steven Ray e Jack Sanders (presunti agenti dei servizi segreti statunitensi[148]). Ray è un esperto di reti finanziarie offshore[149] e svolge il ruolo di console onorario di Nauru a Washington[150].

La sede dell’International Business Company, che concede licenze bancarie e commerciali esentasse alle aziende straniere[151]

Jack Sanders, candidato laburista senza successo al parlamento neozelandese nel 1990 con il nome di James Thomas Stubbs, si è trasferito in Cina[152]. Si dice che Ray e Sanders dovessero supervisionare il coinvolgimento di Nauru nell’Operazione Weasel”[153] – un piano americano per far passare venti scienziati nucleari nordcoreani e disertori militari e industriali di alto livello in Occidente attraverso l’ambasciata di Nauru a Pechino, evitando problemi diplomatici a Washington[154]. Nauru avrebbe ricevuto 1 milione di dollari per il suo contributo e alcune organizzazioni private americane (ad esempio, l’International Law Institute) avrebbero sovvenzionato le nuove missioni di Nauru a Washington e Pechino per almeno due anni. Nel luglio 2003 Nauru ha chiuso le due ambasciate, poiché Ray le usava per vendere passaporti nauruani per 50’000 dollari al pezzo[155]. Ray era in combutta con alcuni ministri dell’isola[156] ed alcuni “alti funzionari governativi”[157].

Nel dicembre 2009 Nauru è il quarto Paese (dopo Venezuela, Nicaragua e Russia) a riconoscere come Stati indipendenti le regioni georgiane ribelli[158] dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud[159], sostenute dalla Russia, osteggiate dal resto del mondo[160]. Quando la Georgia ha assaltato la provincia ribelle dell’Ossezia del Sud, nell’agosto del 2008, le truppe russe l’hanno difesa per cinque giorni, avvicinandosi a Tbilisi, e la comunità internazionale non è intervenuta, lasciando la Georgia da sola[161]. Dopo questa guerra, la Russia ha riconosciuto la regione come indipendente, insieme all’Abkhazia, e ne controlla i confini e le coste con le truppe[162].

La Russia ha promesso aiuti finanziari a Nauru per “motivarla” in questa delicata questione[163], e da allora avrebbe fornito a Nauru una permanente assistenza economica[164], come quasi 9 milioni di dollari usati da Nauru nel 2010 per migliorare il suo porto[165]. Secondo l’ex presidente dell’Ossezia del Sud, Anatoliy Bibilov, il suo paese usa Nauru per rappresentare i propri interessi alle Nazioni Unite[166]. Donald Trump ha tagliato i finanziamenti a tutti gli Stati e le organizzazioni che riconoscono i territori (azione accolta con grande favore da Tbilisi[167] ) e Nauru rischia ora di non ricevere gli aiuti americani[168]. L’ex presidente di Nauru, Sprent Dabwido, ha negato di aver ricevuto aiuti dalla Russia in cambio del riconoscimento, ma gli osservatori e gli esperti internazionali hanno confermato che Nauru lo ha fatto per i soldi[169].

Ma non è bastato, perché quando a metà degli anni ’90 i depositi di fosfato si sono esauriti[170], l’isola ha avuto bisogno di più denaro per pagare i debiti contratti durante la cattiva gestione degli investimenti governativi. I nauruani pensavano che l’attività bancaria offshore sarebbe diventata un’industria globale altamente redditizia, che inoltre non necessitava di grandi investimenti. Avevano ragione. Nauru ha registrato più di 450 banche di comodo (esistenti solo sulla carta, prive di una credibile supervisione continua[171]), attirando le banche offshore a registrarsi nel suo settore finanziario[172] ; ben presto il suo settore bancario offshore è diventato una “lavanderia”[173] per gli investitori che evitano le tasse, per i cartelli della droga[174] e per la mafia.

Dopo essere stato per anni uno dei paesi più ricchi del mondo, dopo la chiusura delle miniere di fosfato Nauru è sprofondato nella miseria[175]

Alla fine degli anni ‘90, Nauru è un paradiso fiscale a causa dell’attività del suo centro finanziario internazionale[176], che offre tra l’altro servizi bancari offshore. Solo nel 1998, 70 miliardi di dollari (53,7 miliardi di sterline[177]) sono stati trasferiti da banche russe a banche nauruane, una cifra 700 volte superiore al PIL di Nauru[178]. Secondo gli esperti, il riciclaggio di denaro è solo la punta dell’iceberg. Ogni anno, centinaia di miliardi di dollari provenienti da attività criminali passano attraverso le banche offshore di Nauru, delle Isole Cayman, di Antigua e di altri Paesi. Il denaro proviene dalla criminalità organizzata russa, dai cartelli della droga colombiani, da gruppi terroristici (compresi quelli dell’Indonesia[179]), da funzionari governativi corrotti e da evasori fiscali[180].

Ma le cose cambiano presto. Nel 2000, esaurito il fosfato, i prezzi del prodotto crollano e il governo sprofonda nel debito, con una disoccupazione vicina al 90%[181]. Nel giugno 2000, il Gruppo intergovernativo di azione finanziaria ha identificato Nauru come uno dei Paesi “non cooperativi” nella lotta contro il riciclaggio internazionale di denaro[182]. Nel 2001, Nauru è stato inserito nella lista nera internazionale per il suo ruolo nel riciclaggio di denaro[183]. Nel dicembre 2001, Bankers Trust e Deutsche Bank hanno vietato tutti i pagamenti in dollari alle banche di Nauru e di altri due Paesi dell’Oceano Pacifico sospettati di riciclaggio di denaro[184]. Nel 2002, l’amministrazione Bush ha vietato alle banche statunitensi di avere qualsiasi contatto con le istituzioni di Nauru[185] (imponendo le sanzioni contro Nauru, insieme all’Ucraina[186]), definendolo così uno dei primi Stati canaglia ai sensi del Patriot Act del 2001[187].

Il 27 febbraio 2003, il presidente Dowiyogo firma un decreto sul letto di morte che pone fine al sistema bancario offshore e al programma di cittadinanza economica[188]. Nel dicembre 2003, il presidente Rene Harris scrive all’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che Nauru accetta di porre fine al sistema bancario offshore e ha chiesto aiuti per compensare la conseguente perdita di reddito. Pertanto, Nauru è stato rimosso dall’elenco OCSE dei paradisi fiscali non cooperativi[189].

Nauru si è piegata alle richieste degli Stati Uniti di riformare il settore bancario nella speranza di ottenere aiuti sostanziali per salvarsi dalla bancarotta. Ma se da allora l’isola sembra essersi ripulita, il Paese mantiene ancora una grande segretezza sulle società. Inoltre, Nauru non applica alcuna imposta sulle società alle imprese che si occupano di trasporti internazionali o che hanno meno di 250’000 dollari di profitti[190]. Il governo di Nauru ha revocato le licenze a centinaia di banche registrate nel Paese[191] e il governo australiano ha chiuso il sistema bancario di Nauru nel 2006. Per molti anni (fino al 2015), l’isola ha funzionato solo con il cash. Senza banche, alcuni residenti seppelliscono i loro risparmi in contanti per nasconderli dai ladri[192]. La Banca di Nauru è talmente in difficoltà che spesso limita i prelievi a 100 dollari. La maggior parte dei nauruani non accetta gli assegni[193]. Dopo il 2020, le banche occidentali, dalla Deutsche Bank alla Citibank, non consentono più alcuna transazione in dollari con entità o individui di Nauru[194].

Il governo ha ristabilito i servizi bancari nel Paese, dopo oltre un decennio di assenza. La Bendigo and Adelaide Bank Limited of Australia (Bendigo Bank) ha stipulato un progetto speciale con il Ministero delle Finanze di Nauru per aprire una filiale a Nauru nel giugno 2015. Ciò ha permesso ai nauruani di accedere ai servizi finanziari di base, come sportelli bancomat, conti correnti e di risparmio e depositi a termine, pur avendo difficoltà con il trasferimento di fondi[195]. Nel 2016, Westpac si è ritirata dall’attività bancaria a Nauru, citando in una lettera ai clienti le preoccupazioni relative alla conformità con le norme internazionali sul riciclaggio di denaro[196].

Lo sfruttamento dei fondali oceanici

Attivisti di Greenpeace affrontano la nave da estrazione Hidden Gem[197]

I fondali oceanici sono ricchi di giacimenti di risorse minerarie e metalli preziosi (come litio, nichel, cobalto, grafite, manganese, argento e zinco), necessari per le produzioni industriali più moderne, come quella dei veicoli elettrici. Oggi, la tecnologia disponibile permetterebbe di sfruttare quelle risorse, andando a scavare il fondo dell’oceano. Tuttavia, le ONG di tutto il mondo si oppongono all’estrazione in profondità, cercando di preservare l’ecosistema marino da un disastro ecologico[198], di salvare la stabilità geologica e tettonica dei continenti e di evitare l’inquinamento e un riscaldamento degli oceani “irreversibile su scala temporale multigenerazionali”[199].

Per promuovere il progetto di sfruttamento dei fondali marini, nel 1982 è stato fondato a Kingston (Giamaica) l’International Seabed Authority (ISA), che controlla tutte le attività legate alle risorse minerarie ed è autorizzata dall’ONU a rilasciare licenze minerarie[200] a compagnie internazionali; più di 160 nazioni sono coinvolte nel progetto[201]. Sia Nauru che la Metals Company spiegano che lo sforzo di estrarre il fondo marino è essenziale per ridurre le emissioni di carbonio, in quanto le tecnologie per l’energia pulita richiedono i metalli che si trovano nei noduli del fondo marino[202]. Il progetto ha già iniziato a scavare (per ora solo in via esplorativa) nell’Oceano Pacifico, una zona tra le Hawaii e il Messico nota come Clarion Clipperton Zone (CCZ), e tra i Paesi coinvolti sono Papua Nuova Guinea (che ha già investito in un progetto ed è rimasta con 140 milioni di dollari di debito[203], Tonga[204], Nauru e Kiribati[205].

Le società canadesi The Metals Company e Allseas Company sono a capo del progetto, di cui NORI (Nauru Ocean Resources Inc). L’area della licenza NORI rappresenta il 22% delle risorse stimate da The Metals Company nella CCZ ed è classificata come il più grande deposito di nichel non sviluppato al mondo[206], oltre alle riserve di rame, cobalto, manganese e silice[207], che si trovano a circa 4000-5500 metri di profondità nella parte nord-orientale dell’Oceano Pacifico[208]. NORI ha già completato 18 campagne di valutazione delle risorse e di riferimento ambientale, ha effettuato un’ampia gamma di misurazioni meteorologiche e oceanografiche e ha raccolto tutti i dati necessari; NORI prevede di presentare all’ISA una richiesta di contratto di sfruttamento per NORI nella seconda metà del 2023[209].

Graham Leung (a sinistra) con il presidente dell’ISA Michael Lodge (a destra)[210]

Nel luglio 2021, Nauru ha dato all’ISA una scadenza di due anni per finalizzare le norme del progetto di sfruttamento[211], e risponde agli ecologisti dicendo che questo sfruttamento non danneggerà l’isola, visto che verrà effettuato a molti chilometri di distanza[212]. La stessa International Seabed Authority è interessata all’estrazione dei fondali marini. Per finanziarsi, l’ISA dipende dalle tasse versate dalle compagnie che effettuano lavori di esplorazione e dai contributi degli Stati membri, molti dei quali sembrano aver smesso di pagare; un rapporto del 2020 elencava quasi sessanta Paesi che devono almeno due anni di contributi. Inoltre, si prevede che l’ISA riceva una percentuale dei profitti derivanti dall’estrazione dei fondali marini, ma solo se questa andrà avanti[213].

The Metals Company ha accesso esclusivo e progetta di estrarre cobalto e altri metalli da un’area di 75.000 km² nella CCZ, sulla quale lo Stato di Nauru ha ottenuto il controllo. Il progetto NORI-D è realizzato da NORI, una società interamente controllata da The Metals Company[214]. The Metals Company (precedentemente nota come DeepGreen Metals) è un’azienda di Vancouver che esplora metalli per batterie a basso impatto da noduli polimetallici del fondo marino[215], nata dalle ceneri di Nautilus Minerals[216]. Ha un accordo per la fornitura di metalli alla Glencore Plc[217] e promuove l’estrazione in profondità.

Nel settembre 2022, l’ISA ha completato la revisione della Dichiarazione di Impatto Ambientale della NORI e ha raccomandato alla NORI di procedere con le prove pilota di raccolta dei noduli[218]. Un mese dopo, nell’ottobre 2022, i primi noduli, oltre 3000 tonnellate[219], hanno compiuto il loro viaggio di 12 minuti dal fondo marino di NORI-D alla superficie[220]. Ora è solo questione di tempo… L’Autorità internazionale per i fondali marini inizierà ad accettare le richieste di estrazione da parte delle aziende a luglio[221]. La Cina è leader nell’esplorazione mineraria in acque profonde, ma Cile, Francia, Palau e Figi, tra le altre nazioni, hanno chiesto una moratoria globale su questa pratica, citando preoccupazioni ambientali e la mancanza di dati scientifici sufficienti[222]. Se dovesse veramente iniziare la distruzione del fondale oceanico, come sembra, Nauru avrà una parte centrale in essa.

Nauru 19

I membri del Nauru 19 siedono in tribunale indossando magliette con la scritta “I corrotti ci temono, gli onesti ci sostengono, gli eroi si uniscono a noi”[223]

Non bisogna però pensare che tutti gli abitanti di Nauru siano egoisti, senza nessun senso di responsabilità e corrotti fino al midollo. Certo è che, per opporsi al gruppo dirigente di questo minuscolo paese, bisogna essere pronti a pagare un prezzo carissimo. Il 16 giugno del 2015, un gruppo di manifestanti anti-governativi, noto come Nauru 19, ha protestato contro la corruzione davanti al palazzo del Parlamento[224]. Centinaia di partecipanti contestano le misure contro la libertà di stampa e l’espulsione di magistrati indipendenti prese dal governo, e vengono respinti dall’arrivo della polizia e dal suo intervento deciso e violento[225].

La protesta è innescata da una serie di espulsioni di australiani che ricoprono i ruoli giudiziari più alti a Nauru[226]. Il gruppo sostiene che il governo sta cercando di evitare il controllo del bilancio. Il leader di Nauru 19 è l’ex presidente Sprent Dabwido, morto di cancro nel 2019[227]. Il gruppo si difende dalle accuse di sommossa[228], ed il difensore pubblico si rifiuta di rappresentarli[229]. I loro avvocati stanno ancora lottando per ottenere un processo equo[230]. Nell’ottobre 2018, il governo nauruano ha negato il passaporto ad almeno tre membri del gruppo Nauru 19, tra cui l’ex ministro della Giustizia Mathew Batsiua[231]. Un giudice australiano, Geoffrey Muecke, ha ordinato a Nauru di versare 224’000 dollari per le spese di rappresentanza legale degli imputati; la Repubblica di Nauru non ha pagato[232]. Muecke ha stabilito che il gruppo non ha alcuna prospettiva di un processo equo, poiché il governo voleva vederli imprigionati per lungo tempo ed era “disposto a spendere qualsiasi risorsa, anche finanziaria, necessaria per raggiungere questo obiettivo”[233]. Muecke ha anche esposto prove evidenti di una lista nera gestita dal governo contro i membri del gruppo[234].

Nel dicembre 2019, i membri di Nauru 19 sono stati giudicati colpevoli in un nuovo processo, quattro anni e mezzo dopo essere stati accusati. I 12 imputati, comparsi in tribunale, sono stati messi in custodia cautelare in attesa della sentenza. Altri tre dei 19 originari si sono dichiarati colpevoli e tre sono fuggiti dal Paese[235] ; almeno due degli imputati chiedono asilo politico in Australia[236]. Il caso, che si trascina da tempo, è stato respinto dalla Corte Suprema di Nauru nel 2018, ma la decisione è stata annullata da un nuovo giudice[237]. Un gruppo di 11 imputati è stato giudicato colpevole di “sommossa”, mentre quattro imputati sono stati condannati per aggressione grave nei confronti di agenti di polizia e due per “ingresso in un’area riservata”. Hanno ricevuto condanne tra i tre e gli undici mesi di carcere[238]. L’ultimo dei membri di Nauru 19, l’ex ministro Mathew Batsiua, è stato rilasciato nell’aprile 2020[239].

Secondo i componenti del gruppo Nauru 19, l’intero percorso processuale a loro carico è stato viziato da ripetuti errori di forma e da decisioni illegittime, tutte dettate dalla necessità, da parte del governo, di statuire un esempio e scoraggiare future critiche allo Stato ed ai suoi funzionari. Anche in questo casso, per l’ennesima volta, sono state pagate tangenti. Una cosa che, osservata dall’esterno, potrebbe addirittura risultare buffa, se non fosse che la piccola isola di Nauru, sperduta nell’Oceano Pacifico, con il suo attivo sostegno alla criminalità organizzata internazionale ed alla distruzione dell’ecosistema, crea problemi di dimensioni paragonabili a quelli di Stati enormi come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia e l’Unione Europea. E non cambierà, finché non sarà la pressione internazionale a costringerlo.

[1] https://www.homeaffairs.gov.au/foi/files/2019/fa-190700487-document-released.PDF
[2] https://www.theguardian.com/australia-news/2021/sep/24/australia-signs-deal-with-nauru-to-keep-asylum-seeker-detention-centre-open-indefinitely
[3] ht44tps://www.homeaffairs.gov.au/foi/files/2019/fa-190700487-document-released.PDF
[4] https://www.amnesty.org/en/latest/press-release/2016/08/australia-abuse-neglect-of-refugees-on-nauru/
[5] https://www.theguardian.com/australia-news/2015/nov/06/julia-gillard-defends-hardline-asylum-seeker-policy-in-al-jazeera-interview
[6] https://www.aph.gov.au/About_Parliament/Parliamentary_Departments/Parliamentary_Library/pubs/rp/rp1617/Quick_Guides/Offshore
[7] https://www.theguardian.com/news/series/nauru-files
[8] https://www.refugeecouncil.org.au/operation-sovereign-borders-offshore-detention-statistics/2/
[9] https://www.aljazeera.com/news/2023/2/24/refugees-on-australian-detention-island-sew-lips-shut-in-protest ; https://www.aljazeera.com/news/2022/12/16/i-want-to-go-outside-first-nauru-refugees-finally-find-freedom
[10] https://www.theguardian.com/australia-news/2021/sep/24/australia-signs-deal-with-nauru-to-keep-asylum-seeker-detention-centre-open-indefinitely ; https://www.theguardian.com/australia-news/2021/oct/06/australia-to-end-offshore-processing-in-papua-new-guinea
[11] https://www.refugeecouncil.org.au/evacuation-to-safety-bill-2023/
[12] https://www.theguardian.com/australia-news/2015/mar/09/un-reports-australias-immigration-detention-breaches-torture-convention
[13] https://www.theguardian.com/australia-news/2020/feb/15/australias-offshore-detention-is-unlawful-says-international-criminal-court-prosecutor
[14] https://www.amnesty.org/en/latest/press-release/2016/08/australia-abuse-neglect-of-refugees-on-nauru/
[15] https://www.theguardian.com/world/2023/mar/22/almost-90-of-children-brought-from-nauru-suffered-physical-health-problem-study ; https://www.theguardian.com/australia-news/2023/mar/06/refugees-held-offshore-plead-with-australia-to-be-moved-saying-every-day-is-suffering ; https://www.aljazeera.com/news/2023/2/24/refugees-on-australian-detention-island-sew-lips-shut-in-protest
[16] https://www.themonthly.com.au/blog/russell-marks/2023/03/2023/labor-power-recent-history
[17] https://www.crikey.com.au/2023/04/04/refugees-labor-inhumane-policy-behrouz-boochani/
[18] https://www.refugeecouncil.org.au/operation-sovereign-borders-offshore-detention-statistics/6/
[19] https://www.themonthly.com.au/blog/russell-marks/2023/03/2023/labor-power-recent-history
[20] https://www.theguardian.com/australia-news/2022/sep/05/the-egregious-history-of-likely-new-nauru-operator-includes-allegations-of-gang-and-in-its-us-prisons
[21] https://www.aljazeera.com/news/2023/2/24/refugees-on-australian-detention-island-sew-lips-shut-in-protest
[22] https://www.theguardian.com/world/2018/nov/15/brisbane-construction-firm-made-43m-profit-running-nauru-detention-centre-last-year
[23] https://www.theguardian.com/world/2022/feb/12/nauru-detention-centre-operator-makes-101m-profit-at-least-500000-for-each-detainee
[24] https://www.amnesty.it/australia-multinazionale-spagnola-profitti-sui-rifugiati-nauru/ ; https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2017/04/05/news/torture-162273508/ ; https://www.amnesty.org/en/documents/asa12/4934/2016/en/
[25] https://web.archive.org/web/20200426230810/https://www.asx.com.au/asxpdf/20191223/pdf/44cvj99tw06jyc.pdf
[26] https://www.refugeecouncil.org.au/operation-sovereign-borders-offshore-detention-statistics/6/
[27] https://www.aljazeera.com/news/2022/12/16/i-want-to-go-outside-first-nauru-refugees-finally-find-freedom
[28] https://www.refugeecouncil.org.au/evacuation-to-safety-bill-2023/
[29] https://www.theguardian.com/world/2019/apr/25/nauru-denies-former-presidents-claim-offshore-detention-deal-led-to-corruption ; https://www.theguardian.com/world/2018/sep/04/corruption-incompetence-and-a-musical-naurus-riches-to-rags-tale
[30] https://www.abc.net.au/news/2018-09-17/company-linked-to-alleged-nauru-bribery-received-2.5m-from-aus/10258152
[31] Bhojani condannato nel caso di corruzione a Nauru, 19 agosto 2020; https://www.cdpp.gov.au/case-reports/bhojani-convicted-nauru-bribery-case
[32] https://www.abc.net.au/pacific/programs/pacificbeat/businessman-sentenced-for-bribing-nauru-officials/12596102
[33] https://www.abc.net.au/news/2018-09-14/australian-charged-with-allegedly-conspiring-to-bribe-nauruan/10237540
[34] https://opencorporates.com/companies/au/613176051
[35] https://www.tenders.gov.au/Cn/Show/94B4EF7F-E971-F91F-4AA2-C64429AB439B
[36] https://www.tenders.gov.au/Cn/Show/94B4EF7F-E971-F91F-4AA2-C64429AB439B
[37] https://www.abc.net.au/news/2018-09-17/company-linked-to-alleged-nauru-bribery-received-2.5m-from-aus/10258152
[38] https://web.archive.org/web/20171017095654/http://www.sbs.com.au/news/article/2011/08/24/tampa-key-players-look-back
[39] http://edition.cnn.com/2002/WORLD/asiapcf/auspac/01/30/aust.afghans/index.html
[40] Ai rifugiati viene detto di prendere i soldi e andarsene. Courier Mail (Queensland Australia); 14 giugno 2002; vedi altro: Vecchi articoli su Nauru su Nexis, pagg. 27-28
[41] https://www.theguardian.com/world/2002/may/24/australia.immigration
[42] Ai rifugiati viene detto di prendere i soldi e andarsene. Courier Mail (Queensland Australia); 14 giugno 2002; vedi altro: Vecchi articoli su Nauru su Nexis, pagg. 27-28
[43] https://www.reuters.com/article/us-usa-trump-australia-refugees-exclusiv-idUSKBN15T317
[44] https://www.theguardian.com/australia-news/2016/sep/01/wilson-security-to-withdraw-from-australias-offshore-detention-centres
[45] https://www.philstar.com/the-freeman/opinion/2023/03/21/2253261/disaster-waiting-happen
[46] https://naurufinance.info/intergenerational-trust-fund/
[47] https://naurufinance.info/wp-content/uploads/2022/12/Chairmans-report-2022.pdf
[48] https://asia.nikkei.com/Spotlight/Asia-Insight/Maharlika-Investment-Fund-provides-make-or-break-test-for-Marcos
[49] https://www.philstar.com/the-freeman/opinion/2023/03/21/2253261/disaster-waiting-happen
[50] https://time.com/6241736/philippines-sovereign-wealth-fund/
[51] https://opinion.inquirer.net/160162/nauru-and-its-investment-program-should-serve-as-cautionary-tale-for-the-philippines ; https://www.philstar.com/business/2022/12/21/2232136/whose-idea-was-it
[52] https://asia.nikkei.com/Spotlight/Asia-Insight/Maharlika-Investment-Fund-provides-make-or-break-test-for-Marcos
[53] https://www.philstar.com/the-freeman/opinion/2023/03/21/2253261/disaster-waiting-happen
[54] https://www.philstar.com/the-freeman/opinion/2023/03/21/2253261/disaster-waiting-happen
[55] https://web.archive.org/web/20000925113247/http://atimes.com/oceania/AE26Ah01.html
[56] https://journals.openedition.org/jso/7055, P.34
[57] https://english.kyodonews.net/news/2018/09/0fdc626a0cdb-feature-nauru-from-economic-goldmine-to-refugee-hell.html
[58] http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/from_our_own_correspondent/7296832.stm
[59] https://interestingengineering.com/culture/phosphate-mining-ruined-island-nauru
[60] https://journals.openedition.org/jso/7055, pages 38-43 ; https://interestingengineering.com/culture/phosphate-mining-ruined-island-nauru
[61] https://ejatlas.org/conflict/phosphate-mining-on-nauru/?translate=it
[62] https://teara.govt.nz/en/photograph/15838/nauru-after-phosphate-mining ; https://web.archive.org/web/20000925113247/http://atimes.com/oceania/AE26Ah01.html
[63] https://web.archive.org/web/20000925113247/http://atimes.com/oceania/AE26Ah01.html
[64] https://businessmirror.com.ph/2022/12/05/maharlika-investment-fund-good-idea-or-not/
[65] http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/from_our_own_correspondent/7296832.stm
[66] https://web.archive.org/web/20180116140500/http://www.nytimes.com/2000/12/10/magazine/the-billion-dollar-shack.html?mcubz=1
[67] https://web.archive.org/web/20051023131019/http://uniya.org/research/view_nauru.html
[68] https://www.bbc.com/news/world-asia-pacific-15433616
[69] https://english.kyodonews.net/news/2018/09/0fdc626a0cdb-feature-nauru-from-economic-goldmine-to-refugee-hell.html
[70] https://web.archive.org/web/20180116140500/http://www.nytimes.com/2000/12/10/magazine/the-billion-dollar-shack.html?mcubz=1
[71] https://www.bbc.com/news/world-asia-pacific-15433616
[72] https://www.abc.net.au/news/2015-06-08/nauru-president-and-justice-minister-allegedly-bribed/6530038
[73] https://www.abc.net.au/news/2016-09-14/australian-phosphate-company-getax-payments-to-nauru-minister/7838170
[74] https://economictimes.indiatimes.com/news/economy/foreign-trade/australian-company-getax-under-probe-in-india-and-australia-for-money-laundering/articleshow/54355854.cms
[75] IL CLAN GUPTA ED IL SACCO DEL SUDAFRICA | IBI World Italia ; SUDAFRICA: L’OMBRA DELLE GANG DIETRO L’ENNESIMO SCANDALO | IBI World Italia
[76] https://mlexmarketinsight.com/news/insight/getax-faces-australian-conspiracy-foreign-bribery-charges-over-nauru-phosphate-deal ; https://www.cpib.gov.sg/cases/pte_getting-deep-water.html
[77] https://www.youtube.com/watch?v=btqPMPbLLqY
[78] https://www.abc.net.au/news/2015-06-08/nauru-president-and-justice-minister-allegedly-bribed/6530038
[79] https://www.abc.net.au/news/2015-06-08/nauru-president-and-justice-minister-allegedly-bribed/6530038
[80] https://www.straitstimes.com/singapore/courts-crime/company-fined-80k-for-giving-bribes-to-an-mp-from-nauru-a-country-north-east ; https://pannulawyers.com.au/getax-mining-company-accused-of-bribing-foreign-public-officials-and-money-laundering-offences/
[81] https://www.newsheads.in/business/companies/under-investigation-in-australia-getax-gets-notices-from-indian-tax-authrorites–article-68808
[82] https://www.abc.net.au/news/2023-02-24/pacific-islands-forum-elects-new-leader/102019112
[83] https://www.rnz.co.nz/international/pacific-news/485956/will-ex-nauru-president-baron-waqa-s-appointment-as-next-pacific-islands-forum-boss-do-more-harm-than-good
[84] https://www.theguardian.com/world/2018/sep/04/corruption-incompetence-and-a-musical-naurus-riches-to-rags-tale
[85] https://www.rnz.co.nz/international/pacific-news/485956/will-ex-nauru-president-baron-waqa-s-appointment-as-next-pacific-islands-forum-boss-do-more-harm-than-good ; https://ibiworld.eu/en/the-exploitation-of-the-seabed-a-new-self-destructive-limit-for-humanity/ ; https://ibiworld.eu/en/military-bases-and-mines-the-new-face-of-the-seabed/ ; https://ibiworld.eu/en/deep-sea-mining-2/
[86] https://ibiworld.eu/en/the-exploitation-of-the-seabed-a-new-self-destructive-limit-for-humanity/ ; https://ibiworld.eu/en/military-bases-and-mines-the-new-face-of-the-seabed/ ; https://ibiworld.eu/en/deep-sea-mining-2/
[87] https://www.bangkokpost.com/thailand/general/2488102/dsi-officers-suspended-in-nauru-consul-case
[88] https://www.benarnews.org/english/news/pacific/nauru-consul-thailand-01182023123630.html
[89] https://www.benarnews.org/english/news/pacific/nauru-thailand-denial-01232023060409.html ; https://www.benarnews.org/english/news/pacific/nauru-consul-thailand-01182023123630.html
[90] https://www.benarnews.org/english/news/pacific/nauru-consul-thailand-01182023123630.html
[91] https://www.bangkokpost.com/thailand/general/2488344/dsi-suspends-five-officers-suspected-in-nauru-consul-embezzlement-case
[92] https://www.nationthailand.com/thailand/40023538
[93] https://www.benarnews.org/english/news/pacific/nauru-thailand-denial-01232023060409.html
[94] https://www.theguardian.com/world/2014/jan/09/nauru-visa-to-cost-8000 ; https://reliefweb.int/report/nauru/pacific-island-refusing-all-foreign-media-visa-requests
[95] Sito ufficiale: http://203.98.227.31/about-nauru/visiting-nauru/visa-requirements.aspx
[96] https://reliefweb.int/report/nauru/pacific-island-refusing-all-foreign-media-visa-requests
[97] https://www.abc.net.au/news/2016-07-27/what-are-the-secrecy-provisions-of-the-border-force-act/7663608 ; https://medium.com/dose/welcome-to-nauru-the-most-corrupt-country-youve-never-heard-of-7679ea863399
[98] https://www.sbs.com.au/news/article/media-access-up-to-nauru-dutton/clm1p2n0s
[99] https://www.theguardian.com/australia-news/2018/oct/04/australia-jointly-responsible-for-naurus-draconian-media-policy-documents-reveal
[100] https://www.theguardian.com/world/2014/jan/09/nauru-visa-to-cost-8000
[101] https://www.theguardian.com/australia-news/2018/oct/04/australia-jointly-responsible-for-naurus-draconian-media-policy-documents-reveal
[102] https://www.theguardian.com/australia-news/2018/jul/03/malcolm-turnbull-says-naurus-ban-on-abc-journalists-regrettable
[103] https://reliefweb.int/report/nauru/pacific-island-refusing-all-foreign-media-visa-requests
[104] https://news.wttw.com/2022/02/24/exploring-mind-renaissance-genius-notebooks-leonardo-da-vinci
[105] https://www.nauruair.com/
[106] https://commonplacefacts.com/2020/11/26/how-a-bad-musical-plus-a-whole-bunch-of-really-bad-ideas-bankrupted-the-worlds-wealthiest-country/
[107] https://commonplacefacts.com/2020/11/26/how-a-bad-musical-plus-a-whole-bunch-of-really-bad-ideas-bankrupted-the-worlds-wealthiest-country/
[108] https://opinion.inquirer.net/160162/nauru-and-its-investment-program-should-serve-as-cautionary-tale-for-the-philippines
[109] https://openresearch-repository.anu.edu.au/bitstream/1885/157926/1/241_money.pdf ; https://en.wikipedia.org/wiki/Nauru_Phosphate_Royalties_Trust
[110] Dalla ricchezza agli stracci. Quali sono le opzioni di Nauru e come può aiutare l’Australia? Helen Hughes, 18 agosto 2004, per saperne di più: https://www.cis.org.au/wp-content/uploads/2015/07/ia50.pdf, p. 8
[111] https://openresearch-repository.anu.edu.au/bitstream/1885/157926/1/241_money.pdf
[112] https://openresearch-repository.anu.edu.au/bitstream/1885/157926/1/241_money.pdf
[113] https://commonplacefacts.com/2020/11/26/how-a-bad-musical-plus-a-whole-bunch-of-really-bad-ideas-bankrupted-the-worlds-wealthiest-country/
[114] https://openresearch-repository.anu.edu.au/bitstream/1885/157926/1/241_money.pdf
[115] Dalla ricchezza agli stracci. Quali sono le opzioni di Nauru e come può aiutare l’Australia? Helen Hughes, 18 agosto 2004, per saperne di più: https://www.cis.org.au/wp-content/uploads/2015/07/ia50.pdf, p. 8
[116] https://www.financialexpress.com/lifestyle/health/children-obesity-rates-in-rich-countries-may-have-peaked/891033/
[117] https://www.abc.net.au/radionational/programs/earshot/the-secret-history-of-nauru-and-its-lost-wealth/7496620
[118] https://opinion.inquirer.net/160162/nauru-and-its-investment-program-should-serve-as-cautionary-tale-for-the-philippines
[119] I giovani nauruani si preparano a lottare per il futuro, Pacific Islands Report, 24.9.01
[120] https://www.theguardian.com/world/2018/sep/04/corruption-incompetence-and-a-musical-naurus-riches-to-rags-tale
[121] M. Forbes e M. Shaw, “Soldi di emergenza inviati a Nauru”, The Age, 20.12.2003
[122] https://www.pacnog.org/pacnog19/presentations/Nauru-Govt-Network.pdf
[123] https://www.abc.net.au/news/2004-03-05/nauru-to-receive-225-million-in-australian-aid/146550
[124] https://www.theguardian.com/world/2018/sep/04/corruption-incompetence-and-a-musical-naurus-riches-to-rags-tale
[125] https://openresearch-repository.anu.edu.au/bitstream/1885/157926/1/241_money.pdf
[126] https://www.theguardian.com/world/2018/sep/04/corruption-incompetence-and-a-musical-naurus-riches-to-rags-tale
[127] https://www.worldatlas.com/articles/what-are-the-biggest-industries-in-nauru.html
[128] https://www.eastasiaforum.org/2018/10/13/passports-a-ticket-to-corruption-in-the-pacific-islands/
[129] https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequence=1
[130] https://www.eastasiaforum.org/2018/10/13/passports-a-ticket-to-corruption-in-the-pacific-islands/
[131] Glenn R. Simpson, Tiny island selling passports is big worry for U.S. The Wall Street Journal, 16 maggio 2003. https://www.wsj.com/articles/SB105303631570539800
[132] https://www.lowyinstitute.org/the-interpreter/passports-convenience-pacific-islands
[133] https://www.eastasiaforum.org/2018/10/13/passports-a-ticket-to-corruption-in-the-pacific-islands/
[134] https://www.smh.com.au/world/former-nauru-minister-named-in-passport-scam-20060509-gdnica.html
[135] https://www.smh.com.au/world/former-nauru-minister-named-in-passport-scam-20060509-gdnica.html
[136] Glenn R. Simpson, Tiny island selling passports is big worry for U.S. The Wall Street Journal, 16 maggio 2003. https://www.wsj.com/articles/SB105303631570539800
[137] Glenn R. Simpson, Tiny island selling passports is big worry for U.S. The Wall Street Journal, 16 maggio 2003. https://www.wsj.com/articles/SB105303631570539800
[138] https://www.sovspot.com/citizenship-by-investment/history/ ; https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequenza=1
[139] https://best-citizenships.com/2021/01/26/the-forgotten-history-of-passport-sales/#:~:text=Nauru,-Nauru’s%20passport%20sales&text=Since%201998%2C%201%2C000%20passports%20were,year%20between%201998%20and%202002.  ; Dalla ricchezza agli stracci. Quali sono le opzioni di Nauru e come può aiutare l’Australia? Helen Hughes, 18 agosto 2004, per saperne di più: https://www.cis.org.au/wp-content/uploads/2015/07/ia50.pdf, p. 9 ; https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequence=1 p.28
[140] https://www.smh.com.au/world/former-nauru-minister-named-in-passport-scam-20060509-gdnica.html
[141] https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequence=1
[142] https://www.eastasiaforum.org/2018/10/13/passports-a-ticket-to-corruption-in-the-pacific-islands/
[143] https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequence=1, p.26
[144] https://www.abc.net.au/news/2003-04-16/nauru-to-probe-terrorist-passport-claims/1837596
[145] https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequence=1 p.30
[146] https://amp.rnz.co.nz/article/b6b24d94-0b5b-45f9-8369-232bad2435c8 ; https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequenza=1
[147] https://www.sovspot.com/citizenship-by-investment/history/ ; https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequenza=1 p.26
[148] http://www.athenaeum.athenaverse.com/archives/00000032.htm
[149] https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequence=1 p.26
[150] http://www.athenaeum.athenaverse.com/archives/00000032.htm
[151] https://www.offshorecompany.com/company/nauru-ibc/
[152] http://www.athenaeum.athenaverse.com/archives/00000032.htm
[153] https://www.scoop.co.nz/stories/HL0411/S00358.htm ; https://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Weasel
[154] 9 Nell’aprile 2003 il fratello di Sanders, Paul Stubbs, è stato rilasciato dopo aver scontato undici mesi della sua condanna a 26 mesi per contrabbando di persone, che coinvolgeva cinesi. Entrambi hanno fornito ad acquirenti cinesi passaporti Nauru (New Zealand Herald, 3/5/03, 25/11/04, 15/1/05).
[155] https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequence=1 p.27
[156] https://www.smh.com.au/world/emergency-declared-as-nauruan-parliament-sacked-20041001-gdjua0.html
[157] https://www.smh.com.au/world/former-nauru-minister-named-in-passport-scam-20060509-gdnica.html
[158] https://www.rferl.org/a/Pacific_Island_Recognizes_Georgian_Rebel_Region/1904414.html
[159] https://www.abc.net.au/news/2018-05-13/why-is-nauru-backing-south-ossetia-and-abkhazia/9751660
[160] https://www.rferl.org/a/Pacific_Island_Recognizes_Georgian_Rebel_Region/1904414.html
[161] https://www.history.com/news/russia-georgia-war-military-nato
[162] https://www.rferl.org/a/Pacific_Island_Recognizes_Georgian_Rebel_Region/1904414.html
[163] https://www.rferl.org/a/Pacific_Island_Recognizes_Georgian_Rebel_Region/1904414.html
[164] https://www.abc.net.au/news/2018-05-13/why-is-nauru-backing-south-ossetia-and-abkhazia/9751660
[165] https://www.rnz.co.nz/international/pacific-news/191400/nauru – le strutture portuali vengono potenziate con gli aiuti russi
[166] https://eurasianet.org/questions-surround-south-ossetian-referendum-on-joining-russia
[167] https://www.rferl.org/a/georgia-kvirikashvili-trump-abkhazia-south-ossetia/28475046.html
[168] https://eurasianet.org/worlds-smallest-island-nation-may-lose-us-aid-over-georgias-breakaways
[169] https://www.abc.net.au/news/2018-05-13/why-is-nauru-backing-south-ossetia-and-abkhazia/9751660
[170] Glenn R. Simpson, Tiny island selling passports is big worry for U.S. The Wall Street Journal, 16 maggio 2003. https://www.wsj.com/articles/SB105303631570539800
[171] https://regtechtimes.com/the-tax-haven-of-black-market-nauru/
[172] https://www.adb.org/sites/default/files/publication/530246/pacific-finance-sector-nauru.pdf
[173] https://www.cis.org.au/wp-content/uploads/2015/07/ia50.pdf
[174] https://regtechtimes.com/the-tax-haven-of-black-market-nauru/
[175] https://www.borgenmagazine.com/rich-causes-of-poverty-in-nauru/
[176] Gravelle, Jane G. (15 gennaio 2015). “Paradisi fiscali: evasione ed elusione fiscale internazionale”. Congressional Research Service, per saperne di più: https://sgp.fas.org/crs/misc/R40623.pdf
[177] https://regtechtimes.com/the-tax-haven-of-black-market-nauru/
[178] Spiagge pulite, soldi sporchi di Colin Woodard; The Bulletin of Atomic Scientists, maggio/giugno 2000; per saperne di più: https://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.2968/056003006
[179] http://www.athenaeum.athenaverse.com/archives/00000032.htm
[180] Spiagge pulite, soldi sporchi di Colin Woodard; The Bulletin of Atomic Scientists, maggio/giugno 2000; per saperne di più: https://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.2968/056003006
[181] https://www.ibtimes.com/tiny-island-nation-nauru-rebuild-its-banking-system-help-australia-1454162
[182] https://www.adb.org/sites/default/files/publication/530246/pacific-finance-sector-nauru.pdf
[183] https://www.ibtimes.com/tiny-island-nation-nauru-rebuild-its-banking-system-help-australia-1454162
[184] Spiagge pulite, soldi sporchi di Colin Woodard; The Bulletin of Atomic Scientists, maggio/giugno 2000; per saperne di più: https://journals.sagepub.com/doi/pdf/10.2968/056003006
[185] https://home.treasury.gov/news/press-releases/js194 ; Glenn R. Simpson, Tiny island selling passports is big worry for U.S. The Wall Street Journal, 16 maggio 2003. https://www.wsj.com/articles/SB105303631570539800
[186] https://www.grassley.senate.gov/news/news-releases/nauru-and-ukraine-sanctions
[187] Stati Uniti d’America, Dipartimento del Tesoro: “Questo avviso informa il pubblico che il Dipartimento del Tesoro, il 20 dicembre 2002, ha designato i paesi di Nauru e Ucraina come principali problemi di riciclaggio di denaro…. Per quanto riguarda Nauru, il Tesoro intende imporre le misure speciali descritte nella sezione 5318A(b)(5), che proibiranno alle istituzioni finanziarie statunitensi di intrattenere rapporti finanziari con qualsiasi istituzione autorizzata da Nauru, a meno che non sia altrimenti previsto”. U.S. Federal Register, 67(248) 26 dicembre 2002, Avvisi: 7885978860. Per saperne di più: https://www.federalregister.gov/documents/2002/12/26/02-32571/departmental-offices-designation-of-nauru-and-ukraine-as-primary-money-laundering-concerns
[188] Glenn R. Simpson, Tiny island selling passports is big worry for U.S. The Wall Street Journal, 16 maggio 2003. https://www.wsj.com/articles/SB105303631570539800 ; https://www.sovspot.com/citizenship-by-investment/history/ ; https://research-repository.griffith.edu.au/bitstream/handle/10072/18132/49480_1.pdf;sequence=1 p.26
[189] https://www.oecd.org/tax/harmful/nauruisremovedfromoecdlistofuncooperativetaxhavens.htm
[190] https://finance.yahoo.com/news/17-islands-popular-tax-havens-032700723.html?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_sig=AQAAAFIVRFOXrkB3Ja1yRTMuMdfdLPlVru8W0-CFWxwNmiXUgVSEqE6HwQlI2vNfIv2Y5_O6K-hA1y0RbnGOXx_ufhRKxYtS5A2WWEF9nU83cHOPYPWptMzWFh0wGsBYLn_731EUq2brHWuk0XxKAHxOKMXOF9q5nAlIF1t_ucu1WV0c
[191] https://www.adb.org/sites/default/files/publication/530246/pacific-finance-sector-nauru.pdf
[192] https://www.ibtimes.com/tiny-island-nation-nauru-rebuild-its-banking-system-help-australia-1454162
[193] https://www.cis.org.au/wp-content/uploads/2015/07/ia50.pdf
[194] https://regtechtimes.com/the-tax-haven-of-black-market-nauru/
[195] https://www.adb.org/sites/default/files/publication/530246/pacific-finance-sector-nauru.pdf
[196] https://www.theguardian.com/world/2018/sep/04/corruption-incompetence-and-a-musical-naurus-riches-to-rags-tale
[197] https://www.reuters.com/world/asia-pacific/race-bottom-deep-sea-minerals-centers-tiny-nauru-2023-04-14/
[198] https://miningwatch.ca/news/2022/9/28/new-modelling-predicts-deep-sea-mining-tonga-and-metals-company-pollute-hawaii-and
[199] Dossier sull’estrazione dai fondali marini, per saperne di più: https://ibiworld.eu/en/deep-sea-mining-2/ ; https://ibiworld.eu/en/the-exploitation-of-the-seabed-a-new-self-destructive-limit-for-humanity/ ; https://www.newyorker.com/magazine/2022/01/03/mining-the-bottom-of-the-sea
[200] https://ibiworld.eu/en/military-bases-and-mines-the-new-face-of-the-seabed/
[201] https://www.isa.org.jm/member-states/ ; https://www.isa.org.jm/organs/
[202] https://www.newyorker.com/magazine/2022/01/03/mining-the-bottom-of-the-sea
[203] https://miningwatch.ca/news/2019/11/22/where-does-canada-stand-deep-sea-mining ; https://www.savingseafood.org/news/conservation-environment/deep-sea-mining-an-environmental-solution-or-impending-catastrophe/ ; https://news.mongabay.com/2020/06/deep-sea-mining-an-environmental-solution-or-impending-catastrophe/
[204] https://www.researchgate.net/publication/315987749_Deep_Sea_Tension_The_Kingdom_of_Tonga_and_Deep_Sea_Minerals ; https://dsm.gsd.spc.int/index.php/2-uncategorised/77-tonga ; https://miningwatch.ca/news/2022/9/28/new-modelling-predicts-deep-sea-mining-tonga-and-metals-company-pollute-hawaii-and
[205] Dossier sull’estrazione dai fondali marini, per saperne di più: https://ibiworld.eu/en/deep-sea-mining-2/ ; https://ibiworld.eu/en/the-exploitation-of-the-seabed-a-new-self-destructive-limit-for-humanity/
[206] https://www.mining.com/featured-article/ranked-worlds-top-10-nickel-projects/
[207] https://metals.co/nori/
[208] https://www.mining.com/featured-article/ranked-worlds-top-10-nickel-projects/ ; https://metals.co/nori/
[209] https://metals.co/nori/
[210] https://www.loopnauru.com/nauru-news/nauru-secretary-justice-appointed-international-seabed-authority-85702
[211] https://www.theguardian.com/world/2021/jun/30/deep-sea-mining-could-start-in-two-years-after-pacific-nation-of-nauru-gives-un-ultimatum ; https://hakaimagazine.com/news/why-nauru-is-pushing-the-world-toward-deep-sea-mining/
[212] https://hakaimagazine.com/news/why-nauru-is-pushing-the-world-toward-deep-sea-mining/
[213] https://www.newyorker.com/magazine/2022/01/03/mining-the-bottom-of-the-sea
[214] https://metals.co/nori/ ; https://hakaimagazine.com/news/why-nauru-is-pushing-the-world-toward-deep-sea-mining/
[215] https://investors.metals.co/news-releases/news-release-details/metals-company-subsidiary-nori-receives-isa-recommendation
[216] https://deep.green/deepgreen-acquires-third-seabed-contract-area-to-explore-for-polymetallic-nodules/  ; https://miningir.com/deepgreen-secures-150m-funding-for-deep-sea-mining/
[217] https://www.reuters.com/business/environment/un-start-taking-deep-sea-mining-applications-this-july-2023-03-31/
[218] https://investors.metals.co/news-releases/news-release-details/metals-company-subsidiary-nori-receives-isa-recommendation
[219] https://mailchi.mp/38a6827ea5f9/nori-2022-quarterly-update-11552791
[220] Aggiornamento trimestrale NORI, 2022, per saperne di più: https://mailchi.mp/38a6827ea5f9/nori-2022-quarterly-update-11552791
[221] https://www.reuters.com/world/asia-pacific/race-bottom-deep-sea-minerals-centers-tiny-nauru-2023-04-14/
[222] https://www.reuters.com/business/environment/un-start-taking-deep-sea-mining-applications-this-july-2023-03-31/
[223] https://www.abc.net.au/news/2019-12-11/nauru-19-convicted-of-rioting-on-retrial/11787512
[224] https://www.abc.net.au/news/2017-04-20/suspended-nauru-mps-facing-jail-as-controversial-trial-begins/8457664
[225] https://www.theguardian.com/world/2014/jun/05/nauru-suspends-two-more-opposition-mps
[226] https://www.theguardian.com/world/2018/sep/03/nauru-a-nation-on-the-cusp-of-democratic-calamity
[227] https://www.theguardian.com/world/2019/may/08/sprent-dabwido-former-nauru-president-and-leader-of-nauru-19-dies-aged-46
[228] https://www.abc.net.au/news/2017-04-20/suspended-nauru-mps-facing-jail-as-controversial-trial-begins/8457664
[229] Processo ai “19 di Nauru”. Michael Swanson riferisce su R v Batsiua (2018), NRSC 46, per saperne di più: http://classic.austlii.edu.au/au/journals/NSWBarAssocNews/2018/119.pdf
[230] https://www.abc.net.au/news/2017-04-20/suspended-nauru-mps-facing-jail-as-controversial-trial-begins/8457664
[231] https://www.theguardian.com/world/2018/oct/04/nauru-19-at-least-three-members-denied-passports-despite-court-throwing-out-case
[232] Processo ai “19 di Nauru”. Michael Swanson riferisce su R v Batsiua (2018), NRSC 46, per saperne di più: http://classic.austlii.edu.au/au/journals/NSWBarAssocNews/2018/119.pdf
[233] https://www.abc.net.au/news/2018-09-14/nauru-judge-throws-out-anti-government-protest-case/10247366
[234] https://www.theguardian.com/world/2019/may/08/sprent-dabwido-former-nauru-president-and-leader-of-nauru-19-dies-aged-46 ; https://www.abc.net.au/news/2018-09-14/nauru-judge-throws-out-anti-government-protest-case/10247366
[235] https://www.abc.net.au/news/2019-12-11/nauru-19-convicted-of-rioting-on-retrial/11787512
[236] https://www.abc.net.au/news/2019-11-12/nauru-19-seek-political-asylum-in-australia-retrial-begins/11696480
[237] https://www.abc.net.au/news/2019-12-11/nauru-19-convicted-of-rioting-on-retrial/11787512
[238] https://monitor.civicus.org/explore/despite-political-change-nauru-judiciary-convicts-2015-protesters/
[239] https://www.rnz.co.nz/international/pacific-news/413765/last-of-nauru-19-released

TAG: Australia, Baron Waqa, campi di detenzione, cittadinanza, clandestini, corruzione, deep sea mining, fondali marini, fondo sovrano, fosfati, miniere, nauru island, pacifico, Sfruttamento risorse
CAT: Criminalità, Governo

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