L’ultimo morto del Banco Ambrosiano

4 Gennaio 2023

Tra le tante storie segrete dell’Italia unita, ce n’è una che sembra non finire mai: quella del Banco Ambrosiano, che è stato il crocevia degli interessi della Santa Sede, della massoneria, della DC, della mafia e dell’Opus Dei. Non finisce mai, perché i soldi dell’Ambrosiano non sono mai stati trovati: nel momento in cui Sindona e Calvi hanno iniziato ad avere problemi con la magistratura, le organizzazioni che avevano prosciugato le casse della banca hanno iniziato a nascondere il bottino, e per farlo hanno usato non una, ma una dozzina di reti di società finanziarie nascoste nei paradisi fiscali. Credevano di essere scaltri, potenti ed immortali – e sono tutti finiti miseramente, morti ammazzati.

La storia segreta del Banco Ambrosiano è quindi una storia di fiduciari: bancari ed avvocati che, nelle loro società di consulenza, hanno fatto sparire quanti più soldi (e debiti) possibile, ed alla massima velocità possibile. Il risultato è che, nel caos che ne è derivato, cifre multimilionarie sono scomparse o sono state usate da chi non aveva il titolo per farlo, e questa probabilmente è la ragione dei molti regolamenti dei conti, finiti con morti ammazzati, che sono proseguiti fino all’inizio di questo secolo: vent’anni, tra l’assassinio Calvi e le ultime lotte intestine, in cui chi aveva nascosto i soldi ha cercato di tenerseli (o li ha usati per regalarsi un sogno), e chi li cercava non ha fatto prigionieri.

La storia più importante emersa negli anni è quella del fiduciario ticinese Helios Jermini – un uomo di cui nessuno sapeva nulla fino al giorno in cui ha comprato una squadra di calcio di provincia (il FC Lugano), l’ha inzeppata di campioni, e l’ha portata fino ad eliminare l’Inter dalla Coppa UEFA. Un uomo che ha pagato questo con la vita, affogando nel Lago di Lugano, in circostanze mai veramente chiarite, nella primavera del 2002. Da allora le morti sospette sono finite, ma la storia continua. Per capirla bisogna risalire fino ai suoi inizi, quasi 150 anni fa…

Lo scandalo dei lavori per Roma Capitale

Tra il 1901 ed il 1906: operai della Società Generale Immobiliare Roma demoliscono le vecchie ville sul Colle Palatino per sostituirle con nuove strade e nuovi edifici amministrativi[1]

Il rapporto di interdipendenza tra la massoneria e Stato italiano nasce con il processo di unificazione del paese, in parte frutto delle relazioni diplomatiche fra logge di diverso orientamento presenti nello Stato Vaticano, nel Regno sabaudo, nel Regno delle Due Sicilie e nei possedimenti austriaci[2]. Nel 1859, a Torino, nasce il Grande Oriente d’Italia (GOI), che diventa la loggia che coordina tutte le logge massoniche del Regno. O meglio: rinasce, perché negli anni del dominio napoleonico la massoneria, in tutta l’Europa, è stata il simbolo della lotta contro le monarchie assolute[3], tant’è vero che, nel 1814, anche Vittorio Emanuele I di Savoia ha vietato la formazione di logge[4].

Il GOI nasce ancora prima ancora che lo Statuto Albertino (la costituzione sabauda) divenga la legge fondamentale dalle Alpi alla Sicilia[5], ed ottiene il beneplacito regio grazie alla trattativa tra il massone Giuseppe Garibaldi ed il Re, il 28 ottobre 1860, durante l’incontro di Teano[6]: Garibaldi, conquistato il meridione, sta minacciosamente risalendo verso Roma, e Vittorio Emanuele II, che vuole che le Camice Rosse riconoscano l’autorità della monarchia torinese[7]. L’Eroe dei Due Mondi accetta per motivi tutt’altro che nobili: a Teano il Re concede privilegi ai garibaldini ed alla massoneria, riconoscendone il ruolo nella costruzione della nuova Italia, ma soprattutto promette a Garibaldi ed ai suoi figli Menotti e Ricciotti un posto in Parlamento e una fetta dei succosi appalti per la costruzione degli edifici pubblici del Regno[8].

Il primo effetto di questo negoziato è stato la trasformazione della Banca dello Stato Pontificio in Banca Romana – non più banca nazionale ma ciò non di meno ancora autorizzata a battere moneta. Ottenuto il permesso da parte della monarchia di finanziare la costruzione degli edifici pubblici, della Stazione Termini e di Via Nazionale, la Banca fonda la Società Generale Immobiliare Roma (1° settembre 1862) e la finanzia stampando denaro al di fuori degli accordi con la banca centrale, creando una gigantesca bolla di denaro vero, ma senza valore, usato per pagare terreni, materiali e maestranze[9].

Nel maggio del 1880, Ricciotti Garibaldi ed altri massoni ottengono la maggior parte degli appalti e finanziamenti dalla Banca Romana, venendo quindi travolti dalla bancarotta della banca, che trascina con sé anche la bancarotta della Società Generale Immobiliare Roma e tutte le altre grandi banche italiane, che hanno investito sia nella Banca Romana, sia nell’impresa per Roma Capitale[10] – uno scandalo enorme che si conclude con un accordo tombale: il 22 settembre 1887 la monarchia “presta” i soldi per pagare il buco (da restituire, senza interessi, in cento anni), la Banca Romana viene liquidata e resuscitata come Banco di Roma, con una partecipazione azionaria di 25% del Vaticano[11] (che condanna l’adesione alle logge con la scomunica[12]) e la Società Generale Immobiliare Roma viene rifinanziata. Tutti gli imputati vengono assolti[13].

Roma fiorisce negli anni in cui il Sindaco è il repubblicano Ernesto Nathan (Gran maestro del GOI)[14], le Camice Rosse sono all’opposizione nelle file socialiste, ed i monarchici pagano la figuraccia degli scandali per la ricostruzione della città[15]. Alla guida del Banco di Roma, con l’appoggio delle altre banche azioniste di minoranza, la Santa Sede pone Ernesto Pacelli, cugino di Papa Pio X[16]. Pacelli, nell’ottica di opporsi alla progressiva laicizzazione dello Stato[17], promuove accordi internazionali con la nascente Fratellanza Musulmana[18] e, dopo molti tentennamenti, accetta la nascita di un partito confessionale che si opponga da un lato ai monarchici ed ai liberali (fedeli al re) e dall’altro a repubblicani e socialisti (che lavorano per la democrazia)[19].

Ernesto Nathan, repubblicano, ebreo e massone (Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia), il miglior Sindaco della storia di Roma[20]

Il Banco di Roma, nel momento in cui il Partito Popolare si presenta per la prima volta alle elezioni (nel 1919, prenderà oltre il 20% dei suffragi – un successo del tutto inatteso), è nuovamente in grandi difficoltà, e Pio X accetta che l’ABSS (Amministrazione dei Beni della Santa Sede, fino al 1967 la holding finanziaria vaticana[21]) venda la propria quota per pagare i debiti contratti nel ventennio precedente[22]. Al posto degli uomini più fidati del Papa, nel consiglio di amministrazione entrano gli uomini più influenti del Partito Popolare, come Giuseppe Vicentini[23] e Francesco Boncompagni Ludovisi[24]. Ci entrano, perché rappresentano il nuovo azionista di maggioranza: il Credito Nazionale, che è la banca che, fin dal primo giorno, finanzia l’attività politica del Partito Popolare[25].

Sono gli stessi uomini che, vent’anni più tardi, negozieranno i Patti Lateranensi tra Benito Mussolini ed il Vaticano – negoziato semplificato dalla situazione sempre più disperata del Banco di Roma e del Credito Nazionale, che porterà molti dirigenti del PPI (e della Santa Sede[26]) ad aderire al fascismo[27]. In questo quadro vanno intesi i capitoli 20 e 24 dei Patti Lateranensi, che prefigurano la neutralità politica e diplomatica del Vaticano e dell’immunità goduta dai suoi rappresentanti all’estero – una misura che permetterà al fascismo di aggirare in parte le sanzioni economiche internazionali ed usare la Santa Sede per procurarsi cibo e materie prime in barba all’embargo[28].

Il caso certamente più famoso: quello della SASEA (Société Anonyme Suisse d’Exploitations Agricoles) SA Ginevra, fondata dal Vaticano nel 1883 per garantirsi approvvigionamenti strategici dopo la fine dello Stato Pontificio, e che negli anni ha costituito oltre 300 società commerciali in tutto il mondo[29]. Un gruppo di società che ha svolto un ruolo fondamentale durante il ventennio fascista, specialmente durante i blocchi organizzati dagli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Un gruppo che verrà ceduto al finanziere Florio Fiorini, che nel 1991 lo porta ad una bancarotta da 377 milioni di dollari[30].

Il ruolo di Giulio Andreotti

Maggio 1960: il presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici di Roma Giulio Andreotti (a sinistra) ed il Sindaco Umberto Tupini (a destra)[31]

Finita la guerra, la Società Generale Immobiliare ottiene miliardi di appalti per la ricostruzione[32]: successivamente alla fusione tra Credito Nazionale e Banco di Roma, diventa una delle più grandi banche d’Italia, il maggior finanziatore del nuovo partito cattolico[33] (la Democrazia Cristiana, finanziata anche dal Piano Marshall in chiave anticomunista[34]). Gli americani versano miliardi di dollari[35] nella Società Generale immobiliare per i lavori di ricostruzione di Roma Capitale in vista dell’Anno Santo del 1950[36]: strade, ferrovie, hotel, l’aeroporto di Fiumicino, il restauro dei monumenti, dei musei e degli edifici pubblici – ma anche per lavori analoghi a Milano, Torino ed altre grandi città italiane[37].

A questo seguono i grandi progetti edilizi per le Olimpiadi di Roma del 1960[38]. Un progetto per il quale Italia e Stati Uniti versano nuovamente miliardi[39], quasi interamente appaltati alla Società Generale Immobiliare, che spende oltre il doppio di quanto previsto e, in questo modo, finanzia anche la corrente DC di Giulio Andreotti (presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi) ed i famigerati sindaci Salvatore Rebecchini ed Umberto Tupini[40] – quelli che hanno consegnato la città ai palazzinari[41]. Il sovraccarico dei costi è talmente ingente da ottenere un risultato che nessuno si sarebbe aspettato: nel 1962 la Società Generale Immobiliare è praticamente fallita, e lo IOR, che ne detiene il controllo, insieme al banco di Roma, non ha i soldi per ripianarne il deficit[42].

Si scoprirà solo decenni dopo che la maggior parte dei soldi scomparsi sono transitati per i conti offshore di una banca svizzera, controllata dal Banco Ambrosiano: la Banca del Gottardo, fondata a Lugano nel 1957[43], segretamente controllata attraverso una società del Liechtenstein, la Lovelok Establishment Vaduz[44]. Il Papa reagisce ingaggiando come consulente il finanziere siciliano Michele Sindona, che nella sua riforma dello IOR convince la Santa Sede a vendere la sua quota nella Società Generale Immobiliare alla BPI Banca Privata Italiana, appena fondata da Sindona, e nella quale lo IOR deteneva il 24,5% – a prezzo zero, in cambio dell’assunzione dei debiti del Vaticano da parte di BPI[45].

La BPI fonda una serie di società offshore per trasferire, segretamente, sia la proprietà, sia i debiti della Società Generale Immobiliare, il più lontano possibile dal Vaticano. Queste società vengono amministrate da società fiduciarie fondate dalla Banca del Gottardo e dirette, per la maggior parte, da due giovani contabili: Pietro Brocchi ed Helios Jermini, in una totale (almeno apparente) confusione tra ciò che appartiene a Sindona, ciò che appartiene a Calvi ed all’Ambrosiano, e ciò che appartiene allo IOR.

Un esempio: la società di Sindona Compendium SAH Luxembourg (che anni dopo cambia nome in Banco Ambrosiano Holdings SAH Lussemburgo[46]), nel 1971, compra dallo IOR, per 52 milioni di dollari, il 50% della Banca Cattolica del Veneto, ma assegna le azioni al Banco Ambrosiano (che infatti in futuro risulta esserne il proprietario)[47], e quindi trasferisce le azioni ad una società offshore amministrata dalla Banca del Gottardo[48], la Radowal Financial Establishment Vaduz[49], che li depone su un conto aperto presso lo IOR[50]. Quei soldi non sono su alcun bilancio dell’Ambrosiano, quindi i 52 milioni di dollari li ha pagati qualcun altro, e l’Ambrosiano non è il vero proprietario del 50%, ma solo l’amministratore fiduciario.

Estate 1953: si incontrano due vecchi amici, Papa Pio XII e Giulio Andreotti[51]

Ed infatti quelle azioni, dopo un lungo giro intorno al mondo, tornano nella disponibilità dello IOR, ma certamente non devono più figurare sui suoi bilanci. Meglio così, perché quelle azioni sono piene di debiti[52], che vengono trasferiti alla UTC United Trading Company Inc. Panama, con sede presso la Banca del Gottardo[53]. Un’immensa e voluta confusione. Quanto alla Compendium, questa viene fondata dalla Lovelok, ma viene poi ceduta alla Etablissement pour Participations Internationales Eschen (Liechtenstein), tra i cui membri del consiglio di amministrazione ci sono Pietro Brocchi ed Helios Jermini[54].

Sindona non compie questo servizio per caso: figlio di un fiorista siciliano, ha fatto i soldi con la Borsa Nera e la mafia (ed il sostegno dei servizi segreti americani e inglesi) dopo lo sbarco alleato in Sicilia, ed ha continuato a lavorare per questi servizi segreti anche nel dopoguerra[55]. Quando la stampa americana, anni dopo, inizia ad indagare la sua scalata alla Franklin Bank, il giornalista che segue la pista dei legami tra mafia e servizi segreti, Jack Begon, viene rapito per 28 giorni e, quando viene liberato, non ricorda più nulla, se non il fatto che Sindona volasse, come Andreotti, con l’aereo privato di Henry Kissinger[56].

Gli hanno messo abbastanza fifa addosso da convincerlo a non scrivere più: alla scalata alla Franklin Bank ha partecipato anche David Matthew Kennedy, il presidente della Continental Illinois Bank[57]. Kennedy insieme a Kissinger, sarà ministro durante la presidenza Nixon[58]. I due, grandi amici, sono tra gli uomini più vicini al presidente[59], e guidano insieme la Commission on International Trade and Investment Policy, che gestisce la politica di sostegno finanziario a uomini e movimenti politici all’estero[60].

Quando arriva a Roma, Sindona è ancora un signor nessuno: un giovane ed ambizioso malavitoso siciliano che si è guadagnato la fiducia degli Alleati. Chi lo ha chiamato, Papa Paolo VI, prima di diventare Pontefice è il segretario privato di Papa Pio XII, ovvero il cugino del presidente del Banco di Roma, Eugenio Pacelli. Sindona lavora per qualche mese in quella banca, poi passa all’APSA, sotto la direzione del cardinale Amleto Cicognani. Costui, per quasi trent’anni ambasciatore vaticano a Washington, è un uomo potentissimo, ed è il mentore del vescovo di Chicago, Paul Marcinkus[61], che diventa un grande alleato finanziario e politico di Sindona. Ma l’uomo che spinge per portare a Roma Sindona è un altro: è il potente Giulio Andreotti, che lo considera “un genio”[62].

Sindona lavora poi nella Società Generale Immobiliare, e infine, il 12 dicembre 1968, viene sorprendentemente nominato amministratore dei beni della Santa Sede – nel giorno in cui cade il governo monocolore guidato da Giovanni Leone (in cui Andreotti era Ministro dell’Industria) e viene votato un nuovo governo guidato da Mariano Rumor, esattamente un anno prima della strage di Piazza Fontana a Milano[63]. Il membro della P2 Adolfo Sarti diviene sottosegretario alle finanze[64], mentre Andreotti, toccato dallo scandalo SIFAR[65], deve farsi da parte: ha avuto l’ordine di distruggere l’archivio illegale costruito dai servizi segreti militari (SIFAR), che organizzavano un colpo di Stato – ma prima di dare le carte alle fiamme, ne avrebbe dato una copia a Licio Gelli[66].

David Matthew Kennedy, l’uomo al centro delle relazioni tra Michele Sindona, Henry Kissinger, Giulio Andreotti ed il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon[67]

Quel 12 dicembre 1968 viene considerato, da alcuni storici, come la cesura tra l’Italia dell’immediato dopoguerra, monopolizzata dalla DC, e l’inizio della strategia della tensione, voluta dagli Americani dopo che Rumor ha insediato il primo governo di centro-sinistra ed a Washington cresce la paura che, prima o poi, il Partito Comunista (che alle elezioni nazionali di maggio, per la prima volta, ha sonoramente battuto i socialisti unificati[68]) possa arrivare al potere. La data della prima grande strage fascista sarebbe stata scelta per il valore simbolico[69].

In ogni caso, Sindona ha gli agganci giusti: Roberto Calvi, il cardinale di Chicago Paul Marcinkus, ed il finanziere ticinese Tito Tettamanti[70] che, a Vaduz, fonda la prima società – quella da cui nasceranno tutte le operazioni commerciali e bancarie di Sindona: la Fasco AG[71]. Questa azienda partecipa ad un vortice di trasferimenti di denaro (spesso transazioni fittizie) che servono a nascondere i veri proprietari di diversi assets che, in realtà, appartengono alla Santa Sede, ma devono essere nascosti per due motivi: o sono gravati da pesantissimi debiti di inconfessabile origine, o sono valori che, con le nuove leggi fiscali italiane, introdotte nel giugno 1968 dal governo monocolore Leone, obbligherebbero il Vaticano a pagare miliardi di tasse[72].

La galassia della Banca del Gottardo

Papa Paolo VI riceve Roberto Calvi e sua moglie, Clara Canetti[73]

Nel dicembre del 1968 il Banco Ambrosiano e la Banca del Gottardo si trovano al centro di un turbine inarrestabile di denaro (o presunto tale) in arrivo dallo IOR[74] o da decine di altre fonti inesplicabili e che, a Lugano, viene redistribuito in una miriade di società[75], la maggior parte delle quali registrate in paradisi fiscali. Il sistema preferito è quello del “portage”[76] e del “patronage”[77]: lo IOR firma un contratto per una serie di operazioni con la Banca del Gottardo e la banca, a sua volta, stipula un contratto con un proprio collaboratore che, a partire da quel momento, comunica direttamente con lo IOR, che è in grado di trasferire denaro senza il controllo (e senza che ne resti traccia ufficiale nei bilanci) della Banca del Gottardo – e se lo IOR lo richiede, lo fa con la formula del patronage, che è una fidejussione senza nessuna garanzia[78].

È la formula con cui il Banco Ambrosiano collassa, perché è vincolato da una serie di contratti che lo obbligano a pagare cifre in nome della Santa Sede che, lo si sa fin dall’inizio, non verranno mai restituite. Quando, eccezionalmente, le cifre rientrano alla base, nessuno sa con certezza a chi debbano essere versate, perché lo IOR ha nascosto l’origine dell’operazione finanziaria e, quindi, non ne ha comunicato l’eventuale beneficiario ultimo[79].

L’addetto alle operazioni nella Banca del Gottardo è Angelo De Bernardi[80], che convoglia il denaro dello IOR (o le lettere di patronage che sostengono che il denaro esista) nella United Trading Corporation SA Panama e lo redistribuisce, sottoforma di credito garantito dalla holding lussemburghese del Banco Ambrosiano, ad una galassia di società liechtensteinesi[81] ed alla Zitropo Holding SA Lussemburgo, da dove i soldi partono per un nuovo giro del pianeta[82].

Come detto, molte di queste operazioni passano attraverso la Banca del Gottardo, ma le più misteriose (e sono decine per miliardi di lire) vengono svolte dalla Finimtrust SA Lussemburgo – una società fiduciaria della banca belga Kredietbank che, per i contratti con lo IOR, ha costituito un’apposita società, la Manic Holding SA Lussemburgo, di cui Angelo De Bernardi è consigliere d’amministrazione[83], che a sua volta riempie le tasche di decine di società offshore, tanto da far perdere definitivamente le tracce di cifre colossali[84]. Una parte consistente di quei soldi è stata usata dall’Opus Dei per finanziare il Banco Espirito Santo di Lisbona[85] – una banca strettamente legata alla dittatura di Salazar[86] ed ai vertici dell’Opus Dei in Portogallo[87].

Rintracciare tutte le somme è così difficile perché la Banca del Gottardo ha creato delle società fiduciarie per alcuni dei suoi collaboratori. La più famosa è la Ultrafin AG di Zurigo (filiali a Lugano ed a Vaduz[88]), nel cui consiglio di amministrazione sono passati Roberto Calvi ed i suoi più fedeli collaboratori ticinesi, Fernando Garzoni e Francesco Bolgiani[89]. Dopo l’esplosione dello scandalo la società è stata ceduta alla BSI Banca della Svizzera Italiana[90], che a quei tempi era controllata da Tito Tettamanti[91], e che aveva già rivelato la Bremo Establishment Triesen (Liechtenstein), riuscendo a sottrarla alle inchieste della magistratura[92].

Aprile 1982: caccia argentini, armati con missili Exocet, pagati dallo IOR e l’Opus Dei tramite la struttura societaria offshore della Banca del Gottardo, volano sui cieli delle isole Falkland[93]

I soldi che lo IOR ha fatto passare per questa società sono serviti, tra l’altro, grazie alla mediazione di Licio Gelli, ad armare di missili francesi Exocet l’Argentina per la guerra nelle Falkland: Ultrafin li ha versati alla propria consociata peruviana, il Banco Ambrosiano Andino SA Lima, che a sua volta li ha versati alla Central American Services SA San José (Costa Rica), di proprietà del capo della Opus Dei del Perù, Dionisio Romero, che a sua volta ha pagato i missili alla Francia in nome e per conto della dittatura argentina[94].

La Gesfid, invece, è il veicolo attraverso il quale due giovani manager della Banca del Gottardo, Pietro Brocchi e Helios Jermini, aprono una serie tuttora in gran parte sconosciuta di società, i cui denari hanno poi preso strade davvero sorprendenti. Un esempio: il 2 febbraio 1973 il giovanissimo palazzinaro (e membro della Loggia P2[95]) Silvio Berlusconi fonda la Italcantieri, che deve costruire Milano 2, il quartiere con cui Berlusconi raggiunge la ricchezza, e che viene realizzato con un sistema di TV via cavo che sarà poi l’inizio di Telemilano, il canale da cui nascerà l’intero impero televisivo Fininvest[96].

La Italcantieri è amministrata da Berlusconi, ma i soldi sono altrui: vengono dalla Cofigen SA Lussemburgo (50%) e dalla Eti SA Chiasso (50%)[97]. La Eti SA Chiasso versa la sua quota fiduciariamente, in nome e per conto della Aurelius Financing Company Ltd. Chiasso[98]. Quest’ultima è controllata dalla Interchange Bank, fondata dall’industriale caseario Remo Cademartori, collaboratore dei servizi segreti americani e per questo impegnato in un ultimo disperato tentativo di evitare il linciaggio di Mussolini, per consegnarlo agli Alleati[99].

I soldi della banca, con cui Cademartori sogna di costruire una città della felicità in Venezuela[100], sono scomparsi nella Aurelius ed altri veicoli fiduciari – tutti con il sistema del portage: la Interchange Bank, a causa dei contratti firmati dai suoi dipendenti, è responsabile dei crediti senza garanzia erogati ad altre società[101]. Gli amministratori della Eti e dell’Aurelius sono Ercole Doninelli e sua moglie Stefania Doninelli Binaghi[102] – due membri del consiglio di amministrazione della FiMo SA di Chiasso, che ricicla in Svizzera i soldi dei cartelli della droga sudamericani[103]. Per chiarire: questa parte dei soldi regalati a Berlusconi ha un’origine davvero molto opaca, e tutt’altro che incoraggiante.

L’altra metà dei soldi viene dalla Cofigen AG Chiasso, che appartiene alla BSI Banca della Svizzera Italiana (che in quel momento è controllata da Tito Tettamanti[104]) e dalla COFI Compagnie de l’Occident pour la Finance et l’industrie[105], una società lussemburghese della PKB Privatkredit Bank di Zurigo[106] – una piccola banca privata, fondata da una società offshore della BSI di Lussemburgo che, dopo il fallimento della Banca del Gottardo, compra la Gesfid (la rinomina in Banca Gesfid, ripulita da cima a fondo e poi liquidata[107]), e poi, pur mantenendo gli uffici a Zurigo sposta la sede centrale della banca a Nassau (Bahamas)[108].

La banca viene regalata ad un dipendente, Umberto Trabaldo Togna[109]. Uno che, tra l’altro, tramite la PKB compra e chiude la Banca Rasini (che nel frattempo ha ripetutamente cambiato proprietario[110] – quella sospettata di legami con la mafia che aveva finanziato i primi passi di Silvio Berlusconi nell’edilizia[111]. Come a dire che i due gruppi che dominano in Ticino, la Fidinam di Tito Tettamanti e Giangiorgio Spiess (che è uno degli avvocati di Licio Gelli[112]) da un lato, la Banca del Gottardo dello IOR e del Banco Ambrosiano dall’altro, hanno finanziato Berlusconi nel quadro del riordino delle partecipazioni illegali dello IOR e delle società offshore da loro create per spostare le decine di portage compiuti in nome della Santa Sede, dell’Opus Dei, della mafia o di chissà chi altro.

Nasce la stella di Helios Jermini

Helios Jermini[113]

Di racconto in racconto siamo arrivati all’inizio degli anni ’70, quando Ultrafin e Gesfid gestiscono la parte offshore delle attività di portage della Banca del Gottardo e del Banco Ambrosiano – e vengono scoperte ed identificate dai magistrati italiani, per cui bisogna cambiare tutto. Il patrimonio immobiliare della Società Generale Immobiliare, nel frattempo fallita e venduta ad una sua consociata, la Sogene, è ipotecato, venduto più volte, nascosto ai controlli fiscali e gravato da crediti inesigibili[114]. Dal procedimento di liquidazione, iniziato nel 1976 e guidato da Nicola Grieco, usciranno tre vincitori: lo stesso Grieco, l’immobiliarista napoletano Ennio Martinez[115] ed Arcangelo Belli, un massone e giovane palazzinaro romano[116].

Brocchi e Jermini vengono promossi: d’ora in poi lavoreranno in regime di patronage, senza essere più diretti dipendenti della Banca del Gottardo[117]. Inizia il periodo in cui Roberto Calvi stesso, molto probabilmente, ha avuto difficoltà nel sapere dove fosse finito cosa. Per prima c’è stata la separazione dal patrimonio immobiliare del Nord America, che è passato attraverso la FES AG Zug, fondata nel 1967, e svuotata da Paul Marcinkus. Poi c’è stata la Eurafric Fininvest, e con questa si è cominciato a fare sul serio.

La società è stata fondata a Mauren (Liechtenstein), il 3 giugno del 1969, con i soldi di un conto cifrato presso la United Overseas Bank di Ginevra, ed un consiglio di amministrazione formato da dipendenti della ATU[118] – diretta da Werner Keicher, punto di riferimento di Helios Jermini e della Banca del Gottardo in Liechtenstein[119]. Jermini diventa amministratore unico dal 18 gennaio 1980, ma a quel punto Eurafric ha già alle spalle un decennio di militanza al fronte – un fronte che, per i magistrati italiani, rimane invisibile, difeso dalla nebbia della strenua difesa delle leggi svizzere e liechtensteinesi, che collaborano solo quando sono veramente obbligate a farlo[120].

Eurafric Fininvest, un poco alla volta, prende il controllo su tutto il patrimonio immobiliare e sui debiti accumulati della Società Generale Immobiliare/Sogene: sicché Eurafric, il 5 agosto 1983, viene rinominata in SGC Sogene General Contractors International Etablissement, con un contratto firmato da Tommaso Sleiter, un’ex guardia svizzera del Vaticano che è entrata a lavorare allo IOR[121] e da Nicola Grieco[122]. Jermini si dimette il 23 settembre 1986, quando la società è oramai stata svuotata[123]. Martinez sposta gli assets da lui controllati su una serie di società offshore controllate dalla sua holding familiare, la Yara SA[124], e Belli, insieme a Jermini, costruisce una rete di società sparse in tutto il mondo.

Nel frattempo, Jermini ha una nuova casa: una fiduciaria liechtensteinese, Lagestion SA Gamprin, inizialmente di proprietà della Banca del Gottardo[125], i cui uffici sono però a Lugano. Lagestion è stata fondata il 22 luglio 1975 da Werner Keicher, e conta sullo staff che accompagnerà Jermini per il resto della sua vita: Donatella Giovanardi (la sua seconda moglie), Claudio Paltenghi e Giorgio Pelossi – l’uomo per le operazioni più complesse. A loro si aggiunge Emilio Stefanelli, un membro dell’Opus Dei che vive a Montecarlo come assistente di Antonio Caroli, uno dei misteriosi personaggi che da sempre ruotano intorno alla finanza vaticana[126].

Giorgio Pelossi[127]

Pelossi non è un uomo qualunque. Da giovane viene condannato a 17 mesi di prigione da un Tribunale ticinese per aver truffato alcuni clienti per 700’000 franchi svizzeri di allora, vendendo una proprietà immobiliare inesistente. Confermato da Jermini al proprio fianco, Pelossi viene condannato a 4 anni di reclusione per aver truffato gli azionisti di una società mineraria di cui era amministratore per 3 milioni di franchi svizzeri. Da allora si nasconde (pare) in Francia, ma Jermini continua ad averlo come partner. La procura della Repubblica di Palermo lo mette sotto inchiesta per i suoi presunti legami con la mafia, e Pelossi va a vivere in America, come testimone sotto protezione. In quella qualità viene nuovamente arrestato: stavolta per il sospetto di aver riciclato i proventi di un contrabbando di stupefacenti[129].

Da quel momento in poi Pelossi diventa veramente pericoloso: in fuga, e disperato, si consegna alle autorità tedesche, cui confessa di aver riciclato i soldi delle tangenti pagate dal trafficante d’armi Karlheinz Schreiber a tutti i capi della CDU, compreso il cancelliere Helmut Kohl, per ottenere il permesso di vendere le sue armi a paesi colpiti dall’embargo internazionale. La procura di Augsburg, grazie a Pelossi, scopre lo scandalo che travolge l’intera élite politica tedesca, mette fine alla carriera di Kohl e di altri leader della CDU e del partito liberale, e porta i socialdemocratici ad una inattesa vittoria elettorale[130].

Per Jermini non cambia nulla: fino alla sua morte si terrà stretto Pelossi, i suoi clienti ed i suoi contatti con la politica e con il malaffare[131]. C’è tanto lavoro da fare: tra il 1975 ed il 1985, Jermini, tramite Lagestion, fonda 52 società a Panama, 31 in Liechtenstein, 4 a Montecarlo, 4 in Curaçao, 6 Lussemburgo, e chissà quante altre… queste sono solo le società che noi siamo riusciti a rintracciare seguendo con pignoleria le tracce disseminate nei bilanci e nei documenti legali depositati nei registri di commercio. Purtroppo non abbiamo i mezzi per ricercare le società (e devono essere molte) registrate negli Stati Uniti, in America Latina, nei Caraibi e nelle giurisdizioni offshore d’Africa e dell’Estremo Oriente. E Pelossi continua ad avere altri clienti: tra il 2009 ed il 2010 finisce nuovamente dei guai per aver intermediato delle tangenti per il Primo Ministro canadese Brian Maulroney[132].

Tutto questo non sorprende affatto. Analizzando le centinaia di pagine raccolte in quasi quindici anni di ricerche, spesso ci troviamo di fronte a società holding, che a loro volta controllano altre società di cui non siamo riusciti a scoprire nulla. E siccome, per ciascuna società, esiste almeno una transazione milionaria in prestiti o in trasferimenti di proprietà immobiliari, non è difficile valutare la cifra totale amministrata da Jermini: almeno 7,5 miliardi, calcolando prudentemente il cambio di valore tra il 1980 ed oggi[133]. Una cifra sottratta in oltre un secolo di truffe sugli appalti pubblici italiani dalla Società Immobiliare Generale, dallo IOR, e da chissà chi altro – una cifra che ha tolto talmente tanta sostanza alla holding edilizia romana da far fallire una delle più grandi società immobiliari della storia.

Si tratta di una cifra mai inseguita da alcun magistrato, perché nessuno, allora, sapeva dell’esistenza di Helios Jermini e dei suoi partners in Lagestion, e nessuno ha mai indagato. La magistratura ticinese avrebbe potuto farlo, ma non l’ha fatto, e questo certamente non sorprende. La polizia italiana si è fermata di fronte a Ultrafin e Gesfid, che si sono rivelati ostacoli insormontabili di fronte al muro eretto dai dinieghi sulle richieste di rogatoria internazionale provenienti dalla Procura della Repubblica di Milano o di Roma. In questa sede, ovviamente, non possiamo analizzare un centinaio di società offshore, per cui ci limitiamo a raccontare di quelle più interessanti – e quelle che, alla fine del secolo scorso, portano Jermini ad usare parte di quei soldi per inseguire il suo sogno di portare il Lugano ai vertici del calcio europeo, e sono probabilmente la causa della sua morte.

Arcangelo Belli

Uno dei palazzoni costruiti dalle ditte di Arcangelo Belli a Montecarlo: appartamenti riservati ad evasori fiscali che, a Monaco, passano poche settimane all’anno[134]

Ma dobbiamo cominciare dall’inizio, ovvero dal primo beneficiario della dispersione del patrimonio immobiliare della Società Immobiliare Generale / Sogene: Arcangelo Belli. La prima volta in cui il nome di questo palazzinaro romano assurge agli onori della cronaca è nel 1978, durante le settimane del rapimento del Primo Ministro italiano Aldo Moro, terminato con la sua uccisione da parte delle Brigate Rosse: un evento che ha cambiato la storia d’Italia, mettendo per sempre fine alla crescita elettorale del Partito Comunista e creando nel paese un’ondata di sdegnata reazione[135]. Con il passare degli anni, le inchieste della magistratura hanno mostrato che, a rapire ed uccidere Moro, è stata una convergenza di interessi, tra i quali quelli degli Stati Uniti, della mafia, dei servizi segreti e di forze reazionarie all’interno della Democrazia Cristiana: Moro è stato l’artefice della collaborazione al governo tra DC e PCI ed è stato rapito la mattina in cui il suo governo di “compromesso storico” avrebbe dovuto essere votato in Parlamento[136].

Nei giorni del rapimento, la mafia (attraverso il boss americano Francis Turatello) si mette in contatto con Arcangelo Belli, e lo convince di essere in grado di far tornare Moro a casa vivo – una trattativa poi confermata dal boss Tommaso Buscetta nei suoi interrogatori con il giudice Giovanni Falcone, che è stata bloccata dai capi della DC[137]. Belli dimostra di conoscere talmente bene alcuni boss mafiosi, da essere scelto come mediatore in una trattativa con i leader della Democrazia Cristiana e della massoneria – un fatto che, in quei giorni tragici, nessuno trova rilevante.

Al contrario: Giulio Andreotti, preoccupato dalle crisi convergenti che lo indicano come l’epicentro del potere “sporco” in Italia, convince 39 banche a siglare un accordo per salvare per l’ennesima volta la Società Generale Immobiliare: SGI cede gli edifici finiti (tra cui il Watergate di Washington – l’edificio al centro dello scandalo che costa la carriera a Richard Nixon), ma tiene i cantieri (a Parigi, a Boston, a Washington, a Nairobi ed a Caracas) ed i terreni edificabili, le banche pagano 186 milioni di dollari in contanti e 41,6 milioni di dollari in obbligazioni[138].

Belli viene scelto come depositario del contratto (e, quindi, proprietario dell’intero gruppo), senza che paghi nemmeno un centesimo[139], e gli vengono concessi dieci anni prima di iniziare a ripagare il prestito[140]. Un debito che non pagherà mai perché, nel 1980, dopo averla depredata ulteriormente, la Società General Immobiliare, con l’aggiunta dell’ennesimo regalo del governo italiano, viene venduta ad Orazio Bagnasco[141], un finanziere, amico di Andreotti[142], già implicato nelle inchieste penali sul Banco Ambrosiano[143], il cui avvocato è Giangiorgio Spiess, il socio di Tito Tettamanti[144].

Belli ha una carriera relativamente breve: quando, nel 2006, svolgiamo una ricerca sulle sue società registrate in Italia, scopriamo che sono tutte state liquidate, tranne una[145]. La famiglia ha anche tenuto i possedimenti ereditati da SGI in Brasile[146]. Ben altro il discorso se si segue il percorso della sua attività offshore: la Riepel AG Eschen (Liechtenstein), fondata il 16 marzo 1972 dalla Banca del Gottardo, Helios Jermini e Pietro Brocchi[147], ha nominato Stefanelli nel 1978[148] e Belli (presidente) nel 1991[149], quando questa era la holding di alcune società panamensi[150], alcune delle quali sono tuttora attive[151]. Nel 1994 la Riepel è stata ceduta a Deborah e Francesca, le figlie di Arcangelo, poi è stata svuotata e, nel 1999, liquidata[152].

A Panama, Belli fonda una società con Mohammed Ali Al Musallam[153], un manager del Bahrain che ha fatto carriera in Arabia Saudita[154]. Belli è entrato in Sogene il 24 ottobre del 1977, con i soldi della sua Habicos SpA, ben 3000 dipendenti[155], di cui Jermini possiede il 5%[156]. Insieme a Jermini, a Stefanelli e ad altri manager della Banca del Gottardo fonda la Habicos International Holding SA Lussemburgo[157] che, solo di transazioni finanziarie, negli anni migliori guadagna oltre 14 milioni di dollari[158]. Dopodiché, nel 1986 il gruppo Habicos viene depredato e posto in liquidazione[159]: un’operazione talmente complicata da essere stata conclusa solo nel 2020[160]. Belli è stato nominato cavaliere del lavoro dal governo Andreotti IV[161] su proposta di Romano Prodi, che era il capo della holding di Stato IRI in quanto fervente democristiano[162], e che come Ministro dell’Industria di quel governo fece votare la “Legge Prodi”, che permette al governo di spendere quasi illimitatamente per sostenere le aziende in crisi[163].

Antonio Caroli ed il gruppo Smetra

Antonio Caroli, uno dei pochi imprenditori al mondo ad avere problemi con il fisco monegasco[164]

La Smetra Costruzioni SA Lugano è stata costituita il 19 giugno 1962 dalla Banca del Gottardo (54%) e dalla Epart Etablissement de Participations Financieres Schaan (Liechtenstein)[165] sotto il nome di Grandi Strade SA (nata per vincere l’appalto sulla costruzione dell’autostrada da Chiasso al Gottardo[166]), ed ha cambiato nome nel 1980, quando Jermini entra nel consiglio d’amministrazione e SMETRA Monaco è il solo azionista[167]. La Epart è stata fondata il 19 novembre 1958 dalla Banca del Gottardo e da Werner Keicher, ed Helios Jermini ne è diventato presidente come rappresentante dell’unico azionista, la Gisafid SA Lugano, a partire dal 1965[168]. La Gisafid e la Epart, fino alla loro liquidazione (1985), sono state controllate dall’unico azionista della holding, la Sogefinance SA Panama: Helios Jermini[169]. La cifra incassata da Jermini per la cessione delle quote di Gisafid ed Epart è sconosciuta. Lo stesso vale per la controllata del Oiechtenstein, Smetra Anstalt Vaduz[170].

La SMETRA Société Monegasque d’Ètudes et de Travaux SA Monaco è stata fondata l’8 giugno 1976 come società controllata da Eurafric Fininvest[171] che, in consiglio di amministrazione, è rappresentata da Antonio Caroli[172]. Jermini entra come azionista solo nel 1981[173]. Il 30 marzo 1977 lo 0,5% viene ceduto alla SGI Netherland BV Amsterdam[174] – una quota che viene aumentata all1% nel 1979[175]. Nel 1979, sia Belli, sia Stefanelli, acquistano 1 azione della società (0,075%)[176]. Il 26 novembre 1980 la SGI Sogene International Ltd. Monrovia (Liberia) acquisisce il 48,93% della società[177]. La SGI Sogene International conferisce a Smetra Monaco il 10% della Société Civile Immobilière Soleil d’Or SA Monaco, il 44% della Iemanja SA Monaco ed il 100% della Samegi SA Montecarlo[178].

Ad ognuna di queste partecipazioni corrisponde almeno un appalto edilizio multimilionario. A partire dal giugno 1983 la società appartiene all’88,44% alla Smetra Investment Curaçao, ed al 10,01% ad Antonio Caroli – il resto è nelle mani di Jermini e di Belli[179]. L’anno dopo, Arcangelo Belli si dimette ed esce dalla società[180]. Fino alla fine del 1993, Smetra Monaco distribuisce un dividendo sugli utili che varia tra i 9 ed i 20 milioni di franchi francesi (tra 1,37 e 3,05 milioni di Euro[181]) all’anno – una cedola di circa un quarto degli utili realizzati da Smetra[182]. A partire dal 1994, lentamente, Jermini e Caroli iniziano a svuotare anche questa società, aumentandone i debiti e trasferendo parte degli utili a nuove società (come la Smetra France, la SCPM Fondimmo SA Monaco e la Finges SA Monaco)[183].

Dal 1999 in poi le cose migliorano costantemente: Jermini ha lasciato la società, sostituito da Alex Caroli, figlio di Antonio[184]. Ma l’avvenimento più importante è un altro: a partire dal 1991 la Smetra Investment Curaçao non appartiene più a Belli e Jermini, ma è stata ceduta alla Atruka International Trust NV Willemstad, che controlla ora 88,44% del gruppo Smetra[185]. Atruka è una società fiduciaria fondata da Lagestion SA (Jermini) per nascondere gli assets sottratti alla massa fallimentare della Sogene[186]. Altre società del gruppo: la Smetra Netherland BV Amsterdam, che appartiene alla Smetra Investment Curaçao NV Willemstad, che è stata fondata il 18 novembre 1980 da Helios Jermini ed Arcangelo Belli[187], viene venduta, insieme alla SGI International BV di Rotterdam, alla Bluefin Investments Limited delle isole Mauritius[188].

Mille briciole di Sogefinance

Un’immagine dello staff dello studio fiduciario Tapia & Asociados, che ha amministrato la maggior parte delle società panamensi gestite da Jermini[189]

Helios Jermini rimane, a poco a poco, l’ultimo guardiano di tutta una serie di società che sono state cedute per evitare di farle scoprire ai magistrati: società con assets patrimoniali, a volte risibili, a volte importanti. A volte si tratta di società offshore usate per un’unica transazione, a volte si tratta di vere società industriali – come il gruppo Espada. Nasce con la Espada Finanziaria SA Chur il 4 dicembre del 1969 dalla Banca del Gottardo. Il 13 giugno 1978 Emilio Stefanelli viene eletto in consiglio di amministrazione, e pochi mesi dopo, il 22 gennaio 1979, viene eletto anche Jermini. Solo nel 1987 questo staff verrà sostituito dal liquidatore di Sogene, Nicola Grieco[190].

La Manubren SA Davos viene fondata il 7 luglio 1972 dalla Banca del Gottardo, la amministra fin dal primo giorno, coadiuvato, dal 26 ottobre 1978, da Emilio Stefanelli. Anche questa società viene rilevata da Grieco nel 1987[191], ma fino ad allora, e dal 3 gennaio 1979, fa parte del gruppo Sogefinance, amministrato da Jermini[192]. Nel 1997, Grieco cede Manubren alla Espada Trust Vaduz, che, probabilmente, appartiene a David John Titman, che già controlla le consociate spagnole (e, forse, anche portoghesi), sia di Espada che di Manubren[193]. Per questo quello di Espada e Manubren è un caso particolare: qualcuno sapeva della loro esistenza, e sono state trattate nella procedura di liquidazione della Società Immobiliare Generale.

Ma la maggior parte delle società fondate dalla Banca del Gottardo a Panama e nel Lichtenstein, e controllate dapprima dalla SGI International Ltd. Monrovia, poi dalla Sogefinance[194], sono sfuggite sia ai liquidatori di Sogene, sia a quelli del Banco Ambrosiano. Alcune, come la Immofinbet[195] e la Rentia Anstalt[196] di Vaduz, esistevano già negli anni ’50, le altre sono nate dopo che Jermini è stato spostato alla Gisafid prima, ed a Lagestion poi, e sono per lo più rimaste operative fino alla morte del fiduciario ticinese[197]. A Panama la lista è ancora più lunga[198] – e di nessuna di queste società si sa nulla, perché non sono state né oggetto della liquidazione, né delle inchieste sulla bancarotta di Sogene.

I fiduciari di Lagestion non sono persone ingorde, non vivono nel lusso, nessuno, nemmeno a Lugano, li ha mai notati – finché Jermini decide di comprare il FC Lugano e di portarlo a livelli internazionali: un’operazione folle, per una squadra che, nel suo stadio di Cornaredo, raramente vede più di 3000 spettatori paganti. Ma non importa: si tratta di un sogno, ed a 60 anni per quell’uomo che, per anni, aveva avuto un potere immenso, senza che nessuno se ne accorgesse, è una tentazione irresistibile. i soldi ci sono: per Jermini ed il suo staff si tratta di una situazione inizialmente pericolosa, poi sempre più comoda: essendo amministratori di queste società, conoscono gli estremi dei conti bancari, e possono prendere quanti soldi vogliono, limitandosi (quando i soldi fossero finiti) a liquidare una società cui nessuno avrebbe mai fatto caso. O quasi nessuno…

Epilogo: il FC Lugano e la mannaia dell’Opus Dei

Il palazzo di Via Ciro Menotti, a Roma, in cui David John Titman incontrava clienti e prelati[199]

La teoria sviluppata dai magistrati per spiegare l’omicidio di Roberto Calvi non è stata dimostrata processualmente[200]. Dopo lunghi anni di inchieste, appare evidente che esponenti mafiosi, della massoneria e prelati vaticani, tutti coinvolti (come clienti) nel sistema creato per usare il Banco Ambrosiano e la Banca del Gottardo come ganglio di un’immane macchina di produzione e riciclaggio di denaro, avessero l’interesse a vedere Calvi morto, prima che la giustizia italiana lo avesse convinto a raccontare tutto ciò che sapeva[201].

Ci sono stati anche tentativi di coinvolgere l’Opus Dei, ma non sono stati suffragati da prove sufficienti[202]. A distanza di oltre 40 anni, l’ultima parola sul Banco Ambrosiano non è ancora stata scritta. Ciò che invece è storicamente certo è che questa organizzazione parareligiosa sia stata coinvolta nello smantellamento e nel recupero crediti della Sogene / Società Generale Immobiliare – un coinvolgimento necessario per la Santa Sede, che ha usato anche la Società Generale Immobiliare e le sue proprietà finanziarie, terriere ed immobiliari per generare contante, e che alla fine si è travata con un mucchio di debiti in mano[203].

Dopo inutili tentativi di ottenere chiarezza in seno al management Vaticano, i dirigenti dell’Opus Dei hanno incaricato in avvocato inglese, David John Titman, di trasferirsi a Roma e di risolvere, una alla volta, tutte le grane finanziarie, ed usare ogni modo possibile per identificare le parti di patrimonio nascoste da chicchessia e che fosse ancora possibile recuperare[204]. Ed è Titman a porre fine ai giorni spensierati di Jermini, perché qualcuno, in Italia, spiffera il suo nome, e Titman ha alle spalle un’organizzazione capace di trovare le informazioni necessarie ovunque, e di difendere in qualsiasi tribunale le proprie ragioni.

In Italia, Titman registra una società di intermediazione, la Interserv Srl[205], e si occupa di identificare, ovunque nel mondo, gli assets che vanno restituiti all’Opus Dei. Tra le prime scoperte, ci sono SMETRA ed Eurafric Fininvest: una volta lette le carte ufficiali, Titman porta in tribunale, a Montecarlo, la Smetra Investment Curaçao e la SGI International di Monrovia[206]. Con quel processo Titman ottiene il controllo azionario sulla SGI liberiana e, a partire da questa conquista, inizia la sua battaglia per recuperare i soldi scomparsi in giro per il mondo[207].

Nel frattempo Jermini è in piena lotta per salvare il FC Lugano dalla bancarotta. Fino alla primavera del 1994 il proprietario è la Banca del Gottardo, rappresentata dal suo direttore Francesco Manzoni. Improvvisamente, Manzoni lascia la banca e si trasferisce a Montecarlo, dove compra dall’asta fallimentare la filiale locale della Banca del Gottardo e, da allora, la gestisce insieme ad un paio di soci. Una soluzione raggelante, che lascia aperti diversi interrogativi, cui la magistratura ticinese si è rifiutata di trovare risposta, e che lascia il FC Lugano di fronte alla prospettiva di fallire: Manzoni lascia in eredità un buco di 32 milioni di franchi – una voragine[208].

26 maggio 1995: il capitano, Christian Colomba, supera in dribbling Riccardo Ferri ed avvia l’azione che porta al gol di José Carrasco, grazie al quale il Lugano elimina l’Inter dalla Coppa UEFA[209]

Helios Jermini si butta nella mischia, diventa il nuovo presidente e proprietario del club, paga alcuni dei debiti indilazionabili e promette di mettere in piedi uno squadrone. Due anni dopo, dopo che la squadra ha acquistato diversi calciatori delle nazionali del Brasile, della Svezia e dell’Olanda[210], il Lugano elimina l’Inter dalla Coppa UEFA[211]. Ma questo non cambia nulla: la gioventù luganese si appassiona per l’hockey su ghiaccio, e non va allo stadio per il calcio. Quando, dopo tre anni, si tratta di pagare un debito aumentato da 32 a 45 milioni, Jermini si rende conto di non potercela fare e decide di smettere – un passo impossibile, perché le sue dimissioni non solo significherebbero la fine del club, ma anche un’inchiesta su di lui, i suoi collaboratori ed i suoi affari.

Ma le voci circolano già, e si viene a sapere che i soldi per pagare il Lugano vengono da due società finanziarie liechtensteinesi che, però, appartengono sempre a Jermini[212]. Una richiesta della federazione svizzera calcio sulla provenienza di quei soldi resta senza risposta – perché quelle società esistono per rilevare i debiti della squadra, non per pagarli. Al contempo, un cliente italiano di Jermini si rivolge alla magistratura ticinese (inutilmente) per avere indietro i soldi che il presidente del Lugano gli avrebbe rubato[213], ma è il segnale che tutti temevano: Jermini non è in grado di gestire il FC Lugano. Senza più amici né protettori, è arrivato il tempo della resa dei conti.

Prima di tutto con Titman. Il 26 giugno 1996 i suoi avvocati depositano presso la Pretura di Lugano un’ingiunzione contro la BSI Banca della Svizzera Italiana – l’ennesima dopo oltre un decennio di inutili atti ufficiali[214]. Una delle società che lui amministra, la Wentworth SA Lugano, venta dei crediti nei confronti della banca per oltre 16 milioni di dollari – più, evidentemente, anni di interessi maturati[215]. La Wentworth viene controllata dalla SGI International Ltd. Monrovia e dalla Promotion Investment Curaçao NV Willemstad – la prima è una società amministrata da Jermini che, nel corso della ricapitalizzazione del gruppo Sogene / Società Generale Immobiliare, è stata ceduta all’Opus Dei, e la seconda è stata appositamente fondata da Titman per riunire tutte le società offshore recuperate da Sogene e trasformate in valori patrimoniali[216].

La BSI ammette di avere quei soldi, ma sostiene che siano la garanzia per dei crediti non ancora rimborsati – crediti che Jermini e Belli hanno usato per comprare alcune società immobiliari e proprietà terriere in Venezuela[217]. La questione non è nuova: presumibilmente, la BSI, quando era ancora sotto l’influenza dell’azionista Tito Tettamanti, ha partecipato al carosello di portage, assegnando prestiti senza vere garanzie. Il risultato: capire, a posteriori, chi debba dei soldi a chi (visto che sia la banca, sia SGI hanno fatto quanto possibile per nascondere il contenuto delle transazioni), è oramai impossibile. È possibile che quei soldi, in realtà, non ci siano più e che la banca abbia (ovviamente) problemi ad ammetterlo – come nel caso della Banca del Gottardo, che negli anni ha versato cifre milionarie a Jermini, senza che lui dovesse giustificarle, perché aveva in tasca il contratto per i portage[218].

Ma l’avvocato Titman non può mollare l’osso, perché dietro il procedimento della Wentworth c’è il caso più grosso e pericoloso: una banca, che Titman non nomina, ha in cassa i milioni che la SGI di Monrovia ha guadagnato con gli affitti ed altre prestazioni legate alla costruzione del Watergate House[219] – il palazzo, affittato dal Partito Democratico americano, che è stato spiato su ordine di Richard Nixon, cosa che ha portato ad uno scandalo di proporzioni mondiali ed alle dimissioni del presidente[220]. Quando, poco dopo la morte di Jermini, ho incontrato Titman, lui ha detto solo: “Sei stanco di vivere?” Il 21 febbraio 2002, poche ore prima della morte di Jermini, Titman scrive una seconda lettera, nella quale minaccia chiaramente il fiduciario ticinese…[221]

Il colosso edilizio sede della Banca del Gottardo, disegnato dal famoso architetto Mario Botta[222]

La storia finisce in tragedia: il 5 marzo del 2002 Jermini, percorrendo con la sua Audi una tortuosa strada che costeggia il Lago di Lugano, avrebbe tirato dritto, a tutta velocità, in una curva a gomito – l’auto sarebbe volata oltre l’argine, finendo nel lago, dover Jermini sarebbe affogato[223]. Ho visitato personalmente il luogo dell’incidente, e mi è sembrato impossibile che un’auto potesse uscire di strada a tutta velocità, perché è un tratto che diventa già pericoloso a 50kmh: non importa, per la Polizia è suicidio. Pare che la sera prima avesse tentato un estremo miracolo, offrendosi per riciclare denaro del crimine organizzato russo[224] – troppo tardi.

Poche ore dopo, il procuratore di Lugano, Emanuele Stauffer (che dopo questa inchiesta diventerà direttore di banca[225]) chiude tutte le inchieste contro il Lugano e contro le società di Jermini. Il suo punto di riferimento alla Banca del Gottardo, il direttore Gianluca Gamba, muore d’infarto poche ore dopo, senza aver mai testimoniato[226]. L’assistente di Jermini, responsabile dei contratti del Lugano Calcio, Philipp Steinegger, muore esattamente allo stesso modo e nello stesso luogo di Jermini, esattamente sei mesi dopo il suo capo[227], il giorno prima di essere interrogato dalla magistratura ticinese. Il Lugano non è fallito: la giustizia ha permesso che tutti i debiti venissero trasferiti a Vaduz, e la squadra è ripartita da zero. In Liechtenstein, nel giro di alcuni anni, si è trovata una soluzione, ma che rimane segreta.

Di tutto questo non rimane più alcun segno evidente: la Banca del Gottardo è stata venduta un paio di volte, poi liquidata. Le società della Sogefinance sono state chiuse, così come le società del gruppo Smetra. Arcangelo Belli è morto di vecchiaia, tutti gli altri sono oramai fuori dal giro, di Titman si sa solo che si è trasferito in Sudamerica. Si conferma qualcosa in cui ho sempre creduto: la vera storia del XX secolo la sapranno, forse, i figli dei miei nipoti.

 

[1] https://romaarcheologiaerestauroarchitettura.wordpress.com/2021/01/16/roma-archeologica-restauro-architettura-2021-roma-la-villa-mills-sul-palatino-di-jahn-autoro-rusconi-1906-alfonso-bartoli-1908-in-pdf-foto-roma-villa-mills-operai-a-lavoro-per/
[2] https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/10012/1/Manenti_phd.pdf
[3] https://www.pandorarivista.it/articoli/la-massoneria-in-italia-dall-unita-alla-nascita-della-repubblica-intervista-a-fulvio-conti/
[4] https://www.lidentitadiclio.com/massoneria-italia-storia-logge-e-simboli/
[5] https://www.storiologia.it/cattaneo/doc1802.htm
[6] https://notiziariomassonicoitaliano.blogspot.com/2010/08/la-massoneria-dopo-lunita-ditalia-2.html
[7] https://www.comitatiduesicilie.it/31/12/2018/il-paese-della-tragicommedia-lincontro-di-teano-tra-giuseppe-maria-garibaldi-e-vittorio-emanuele-di-savoia-una-farsa-tutta-italiana/
[8] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/02/28/menotti-teresa-ricciotti-garibaldi-dopo-garibaldi.html
[9] Enzo Magri, I ladri di Roma. 1893 scandalo della Banca Romana: politici, giornalisti, eroi del Risorgimento all’assalto del denaro pubblico, Arnoldo Mondadori, Milano 1993
[10] http://2.42.228.123/dgagaeta/dga/uploads/documents/PIA/5fe2ebb966e8d.pdf, pages 66-76
[11] John F. Pollard, Money and the Rise of the Modern Papacy: Financing the Vatican, 1850–1950. Cambridge University Press, Cambridge 2005, page 205
[12] https://www.chiesaecomunicazione.com/doc/lettera-enciclica_annum-ingressi_1902.php ;  https://www.pandorarivista.it/articoli/la-massoneria-in-italia-dall-unita-alla-nascita-della-repubblica-intervista-a-fulvio-conti/ ; https://www.famigliacristiana.it/articolo/ecco-cosa-dice-monsignor-galantino-sulal-massoneria.aspx ; https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19810217_massoni_it.html
[13] Alberto Statera, Storia di preti e di palazzinari, L’Espresso, Milano 1977; Enzo Magri, I ladri di Roma. 1893 scandalo della Banca Romana: politici, giornalisti, eroi del Risorgimento all’assalto del denaro pubblico, Arnoldo Mondadori, 1993
[14] https://www.haaretz.com/jewish/2015-11-25/ty-article/1907-a-jew-becomes-mayor-of-rome/0000017f-f53b-ddde-abff-fd7f0dad0000
[15] https://www.micromega.net/ernesto-nathan-un-grande-laico-un-grande-sindaco/ ; https://mondoeconomico.eu/archivio/agenda-liberale/chiamulera-7-giugno
[16] John F. Pollard, Money and the Rise of the Modern Papacy: Financing the Vatican, 1850–1950. Cambridge University Press, Cambridge 2005, page 205
[17] https://www.treccani.it/enciclopedia/partito-popolare-italiano_%28Cristiani-d%27Italia%29/
[18] VATICANO E FRATELLI MUSULMANI: UN SECOLO DI RELAZIONI POLITICHE E FINANZIARIE | IBI World Italia
[19] https://www.treccani.it/enciclopedia/partito-popolare-italiano_%28Cristiani-d%27Italia%29/ ; https://www.jstor.org/stable/43050211
[20] https://romeguides.it/2022/06/02/ernesto-nathan-gran-maestro-massone/
[21] https://www.vatican.va/content/romancuria/it/uffici/amministrazione-del-patrimonio-della-sede-apostolica/profilo.html
[22] Luigi De Rosa, Gabriele De Rosa, Storia del Banco di Roma, Volume III, Banco di Roma, Roma 1984, pages 101-102; John F. Pollard, Money and the Rise of the Modern Papacy: Financing the Vatican, 1850–1950. Cambridge University Press, Cambridge 2005, page 205
[23] Luigi Sturzo, Emanuela Sturzo, “Carteggio (1891–1948)”, Rubbettino, Roma 2000, page 62
[24] https://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-boncompagni-ludovisi_(Dizionario-Biografico)/
[25] Franco Cotula, Luigi Spaventa, “La politica monetaria tra le due guerre: 1919-1935”, Laterza Editore, Roma 1993, page 914; Maurizio Pegrari, “L’Unione bancaria nazionale: nascita, ascesa e declino di una grande banca lombarda, 1903-1932”, Grafo, Roma 2004, pages 75 and 171; https://www.treccani.it/enciclopedia/de-pecunia-chiesa-cattolici-e-finanza-nello-stato-unitario_%28Cristiani-d%27Italia%29/
[26] https://portaledelfascismo.altervista.org/mussolini-e-il-papa-la-chiesa-durante-il-fascismo/ ; https://www.noisefromamerika.org/articolo/papa-mussolini
[27] https://www.jstor.org/stable/26142591 ; https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/d7aba38662bfb3b8c125785e003c4334/2d902456947eed0b4125646f00592081?OpenDocument
[28] https://www.normattiva.it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1929-06-05&atto.codiceRedazionale=029U0810&tipoDettaglio=originario&qId=&tabID=0.6230481932172793&title=Atto%20originario&bloccoAggiornamentoBreadCrumb=true
[29] (JER) 1997.03.23 The Economist on Sasea
[30] (JER) 1997.03.23 The Economist on Sasea, Gian Trepp, Swiss Connection, UnionsVerlag, Zurigo 1996, pages 326-356
[31] https://roma.corriere.it/amministrative-2016/cards/i-sindaci-roma-dopoguerra-oggi/umberto-tupini.shtml
[32] http://2.42.228.123/dgagaeta/dga/uploads/documents/PIA/5fe2ebb966e8d.pdf, pages 26-35 ; http://sttan.it/appunti/urbanistica/prof_Tilocca/Il%20Dopoguerra%20e%20La%20Ricostruzione/dopoguerra&ricostruzione.html
[33] https://www.treccani.it/enciclopedia/de-pecunia-chiesa-cattolici-e-finanza-nello-stato-unitario_%28Cristiani-d%27Italia%29/
[34] https://www.jstor.org/stable/20566915 ; https://www.jstor.org/stable/20566759 ; https://legrandcontinent.eu/it/2021/08/19/mediobanca-e-la-geopolitica-della-finanza-dal-marshall-plan-al-recovery-plan/
[35] https://espresso.repubblica.it/attualita/2015/09/01/news/capitale-corrotta-nazione-infetta-l-inchiesta-scandalo-di-manlio-cancogni-sull-espresso-1.227113?refresh_ce
[36] https://www.academia.edu/39140193/ROMA_LE_RAGIONI_DI_UN_DECLINO_APPUNTI_SULLA_SPECULAZIONE_URBANISTICA_DEL_DOPOGUERRA_VERSIONE_COMPLETA_CON_IMMAGINI_
[37] http://2.42.228.123/dgagaeta/dga/uploads/documents/PIA/5fe2ebb966e8d.pdf, pages 98-103
[38] https://www.academia.edu/30213226/LAFFARE_OLIMPIADI_9_pdf ; https://www.aromaweb.it/articoli/speciale/eur/
[39] https://espresso.repubblica.it/attualita/2015/09/01/news/capitale-corrotta-nazione-infetta-l-inchiesta-scandalo-di-manlio-cancogni-sull-espresso-1.227113?refresh_ce
[40] https://lavocedinewyork.com/lifestyles/sport/2016/08/24/roma-olimpica-ieri-oggi-e-domani/
[41] Italo Insolera, Roma moderna: un secolo di storia urbanistica, Einaudi, Torino 1983
[42] https://www.lastampa.it/cronaca/2010/09/22/news/la-banca-del-papa-1.37001684/
[43] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/09/06/banca-del-gottardo-lo-scandalo-nei-geni.html ; https://consumatori.ch/site/article.php?id=2504&riv=3&max_char2=1
[44] (JER) Lovelok Establishment Vaduz; Gian Trepp, Swiss Connection, Unionsverlag, Zurigo 1996, pages 261-262
[45] https://www.lastampa.it/cronaca/2010/09/22/news/la-banca-del-papa-1.37001684/
[46] https://fraudauditing.blogspot.com/2013/07/radowall-ior-e-laffaire-banca-cattolica.html
[47] (JER) 1971.07.27 IOR a Compendium
[48] (JER) Compendium SAH Luxembourg, pages 220-236; (JER) Banco Ambrosiano Holdings SA Luxembourg, pages 238-253; https://www.trentaminuti.it/roberto-calvi-tanti-miliardi-venuti-dal-nulla.html
[49] https://fraudauditing.blogspot.com/2013/07/radowall-lorigine-dei-rapporti-con-mons.html
[50] https://fraudauditing.blogspot.com/2013/07/radowall-ior-e-laffaire-banca-cattolica.html
[51] https://www.romecentral.com/en/cento-anni-dalla-nascita-di-giulio-andreotti-in-mostra-le-fotografie-della-sua-vita/a-sinistra-giulio-andreotti-1919-2013-a-colloquio-in-vaticano-con-il-papa-pio-xii-1876-1958-nel-1953-farabolafoto/
[52] https://fraudauditing.blogspot.com/2013/07/radowall-lorigine-dei-rapporti-con-mons.html
[53] https://fraudauditing.blogspot.com/2013/05/ior-utc-e-quei-223-milioni-di-dollari-1.html
[54] (JER) Compendium SAH Luxembourg, pages 220-236
[55] https://moondo.info/michele-sindona-chi-era/
[56] http://amsdottorato.unibo.it/7294/1/D%27ADDEA_OTTAVIO_TESI.pdf, pages 160-165 ; https://weeklyworker.co.uk/worker/962/giulio-andreotti-corruption-murder-and-the-thirst-/
[57] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, page 264 ; https://www.washingtonpost.com/archive/business/1979/01/10/david-kennedy-testifies-to-link-with-sindona/d664e6be-46f1-4f84-bc2a-838b7cba7b07/ ; https://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/esteri/marcinkus/commestatera/commestatera.html ;  https://www.heritage-history.com/index.php?c=read&author=compton&book=broken&story=part6 ; https://www.motherjones.com/politics/1983/07/banking-godthe-mob-and-cia/
[58] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, page 264
[59] https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v19p2/d100 ; https://scholarworks.calstate.edu/concern/theses/rr171x89h?locale=en
[60] https://www.nixonlibrary.gov/finding-aids/fg-263-commission-international-trade-and-investment-policy-white-house-central-files
[61] https://www.treccani.it/enciclopedia/amleto-giovanni-cicognani_%28Dizionario-Biografico%29/
[62] https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/07/andreotti-potere-e-misteri2-premier-e-rapporto-con-sindona-e-lambrosoli-dimenticato/586010/
[63] Davide Conti, L’Italia di Piazza Fontana: alle origini della crisi repubblicana, Einaudi, Torino 2020
[64] http://www.dellarepubblica.it/v-legislatura-i-rumor, page 3120
[65] C. Ruta, Il processo. Il tarlo della Repubblica, Eranuova edizioni, Perugia 1994; Giuseppe De Lutiis, Storia dei servizi segreti in Italia, Editori Riuniti, Roma 1985
[66] SENATO DELLA REPUBBLICA-CAMERA DEI DEPUTATI, XII LEGISLATURA, Doc. XXXIV, n. 1, RELAZIONE DEL COMITATO PARLAMENTARE PER I SERVIZI DI INFORMAZIONE E SICUREZZA E PER IL SEGRETO DI STATO, § 4.2: «Appare credibile quanto affermato a suo tempo dall’ingegnere Francesco Siniscalchi e dai dottori Ermenegildo Benedetti e Giovanni Bricchi circa una possibile donazione di fascicoli che l’ex capo del SIFAR Giovanni Allavena avrebbe effettuato a Gelli al momento di aderire alla loggia P2 nel 1967. Negli anni successivi, inoltre, l’adesione alla loggia di pressoché tutti i principali dirigenti del SID rende più che plausibile un travaso informativo da questi ultimi a Gelli»; Sergio Flamigni, Dossier Pecorelli, Kaos editore, Milano 2005; Giorgio Boatti, Enciclopedia delle spie, Rizzoli, Milano 1989, pages 140-141; https://www.scenacriminis.com/tag/fascicoli-sifar/ ; https://www.indygesto.com/dossier/11554-pecorelli-e-i-fascicoli-del-sifar-una-profezia-di-op
[67] https://www.americancreed.org/cast-david-m-kennedy
[68] https://storia.camera.it/cronologia/leg-repubblica-V/elenco
[69] Davide Conti, L’Italia di Piazza Fontana: alle origini della crisi repubblicana, Einaudi, Torino 2020; https://www.resistenze.org/sito/os/ip/osip2i09.htm
[70] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, page 264 and 359
[71] Gianluigi Nuzzi, Vatikan AG. Ein Geheimarchiv enthüllt die Wahrheit über die Finanz- und Politskandale der Kirche. Ecowin, Salzburg 2009; Gian Trepp, Swiss Connection, Unionsverlag, Zurigo 1996, pages 264 and 359; https://www.britannica.com/biography/Michele-Sindona#ref225355 ; https://www.nytimes.com/1964/07/24/archives/fasco-offer-to-buy-stock-of-brown-co-successful.html ; https://www.lexoffice.de/lexikon/briefkastenfirma/
[72] https://www.tesionline.it/appunti/lettere-e-filosofia/storia-contemporanea/le-riforme-del-1968-in-italia/613/84
[73] http://www.thechillerinside.com/2018/01/case-file-roberto-calvi.html
[74] http://fourwinds10.com/journals/UnPublished/J164.pdf, pages 58-64
[75] (CAL) Patronage IOR Gottardo, page 18
[76] https://entreprendre.service-public.fr/vosdroits/F31620 ; https://www.itg.fr/portage-salarial/umbrella-company.html
[77] https://www.consulenzalegaleitalia.it/lettera-di-patronage/
[78] (CAL) Patronage IOR Gottardo, pages 13-18
[79] (CAL) Patronage IOR Gottardo, pages 84-89
[80] https://fraudauditing.blogspot.com/2014/12/
[81] Zwillfin AG Balzers, Beverfin AG Eschen, Saberal AG Triesen, Teclefin AG Eschen, Inparfin AG Vaduz, Chatoser Anstalt Vaduz – see in (CAL) Patronage IOR Gottardo, pages 374-375
[82] (CAL) Patronage IOR Gottardo, pages 374-375
[83] (JER) Manic SA Holding Luxembourg
[84] (CAL) Patronage IOR Gottardo, passim
[85] Microsoft Word – Angola Report 13. Draft.doc (ibiworld.eu), pages 11-12
[86] https://www.dw.com/en/espirito-santo-group-how-it-all-started/a-17804754 ; https://www.dinheirovivo.pt/empresas/a-casa-dos-espiritos-parte-i-12655601.html
[87] https://www.euromoney.com/article/b1320djt45n2f9/portuguese-banking-aristocracy-time-for-family-planning ; https://www.colectivoburbuja.org/javier-barrajon/felix-millet-banco-popular-opus-dei/ ; https://www.journal21.ch/artikel/das-ende-der-unantastbarkeit
[88] https://www.northdata.de/Ultrafin+AG,+Lugano/CHE-102.337.333 ; https://liechtensteincompanies.com/gesellschaft/ultrafin-ag-4mB
[89] Gian Trepp, Swiss Connection, Unionsverlag, Zurigo 1996, traduzione italiana (2009), pages 126-130
[90] https://www.zefix.admin.ch/de/search/entity/list/firm/13498
[91] Gian Trepp, Swiss Connection, Unionsverlag, Zurigo 1996, traduzione italiana (2009), pages 176-177
[92] Gian Trepp, Swiss Connection, Unionsverlag, Zurigo 1996, traduzione italiana (2009), page 176
[93] https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Etendard_en_1982.jpg
[94] https://fraudauditing.blogspot.com/2014/12/
[95] https://www.youtube.com/watch?v=qxkiLxZ1TlA
[96] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, page 224
[97] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, page 224
[98] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, page 224
[99] http://fncrsi.altervista.org/Morte_Mussolini_misteri_viaggio_a_Moltrasio.htm ; Giorgio Cavalleri, Ombre sul lago. I drammatici eventi del Lario nella primavera-estate 1945, Edizioni Arterigere, Como 2007, pages 32-33
[100] http://200.2.15.132/bitstream/handle/123456789/43582/hm003619561205.pdf?sequence=2
[101] (JER) Interchange Bank on Nexis
[102] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, page 224
[103] 1993.03.24 (MAF) (FIMO) Urteil Fimo
[104] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, pages 358-359
[105] http://www.cofi.lu/
[106] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, pages 224-225
[107] (JER) Banca Gesfid SA Lugano
[108] https://www.pkb.ch/de/pkb/storia.html
[109] https://www.pkb.ch/de/pkb/governance-carriere/consiglio-di-amministrazione/umberto-trabaldo-togna.html
[110] http://arcangelo-gamaz.blogspot.com/2010/09/larcangelo-42-10-biella-ticino.html ; https://incognitoveritatemservio.wordpress.com/2018/12/20/le-mani-sulla-ramazzotti-vol-1/
[111] https://www.youtube.com/watch?v=L-DNO4bFp1c ; https://www.agoravox.it/Berlusconi-e-la-Banca-Rasini.html ; http://www.aurorarivista.it/articolo.php?cat=memoriatt&id=155_banca_rasini__a ; https://www.repubblica.it/online/ventirighe/chi/chi/chi.html?ref=search
[112] https://www.lesechos.fr/2004/02/une-filiere-suisse-emerge-dans-lenquete-sur-le-scandale-parmalat-630783 ; http://www.ecn.org/antifa/article/6257/latina-le-collusioni-mafiose-di-lega-e-fratelli-ditalia ; https://parma.repubblica.it/dettaglio/parmalat-la-finanziaria-privata-di-collecchio/1657806 ; https://www.ilsole24ore.com/art/caso-cardon-le-carte-dell-indagine-spunta-fiduciaria-finanziere-tettamanti-AEZry15G
[113] https://www.news.ch/Helios+Jermini+veruntreute+61+Millionen/112312/detail.htm
[114] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/03/29/deciso-il-concordato-per-la-sgi-sogene.html ; https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/03/27/il-malinconico-tramonto-della-sogene.html ; https://www.sissco.it/recensione-annale/paola-puzzuoli-a-cura-di-la-societa-generale-immobiliare-sogene-storia-archivio-testimonianze-2003/
[115] http://www.lavocedellevoci.it/wp-content/uploads/2018/06/Inchiesta-Voce-ottobre-90.pdf
[116] https://parlamento16.openpolis.it/atto/documento/id/72159
[117] http://www.archivioflamigni.org/doc/indice-atti-commissione-p2.pdf, pages 135-136 ; http://arcangelo-gamaz.blogspot.com/2010/09/larcangelo-42-10-biella-ticino.html ; https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/283909.pdf
[118] (JER) Eurafric Vaduz, pages 1-3
[119] Paolo Fusi, Il Cassiere di Saddam, Consumedia, Bellinzona 2003, Capitolo VI
[120] (JER) Eurafric Vaduz, pages 10-12
[121] (JER) Eurafric Vaduz, pages 14-17
[122] (JER) Eurafric Vaduz, pages 19-20
[123] (JER) Eurafric Vaduz, pages 27-28
[124] http://www.lavocedellevoci.it/wp-content/uploads/2018/06/Inchiesta-Voce-ottobre-90.pdf
[125] (JER) Lagestion Vaduz, page 6
[126] (JER) Lagestion Vaduz, pages 1-22
[127] https://docplayer.org/172307257-Es-kommt-alles-raus-der-platz-des-patriarchen-blieb-nicht.html
[128] https://www.atu.li/Portals/0/download/andere-publikationen/Jubilaeumsbeilage-90-Jahre-ATU.pdf?ver=2019-04-02-090432-657
[129] 2000.01.30 (JER) Von wegen Ehrenmann
[130] https://www.spiegel.de/politik/deutschland/ehemaliger-schreiber-mitarbeiter-kohl-hat-gelogen-a-69534.html ; https://www.welt.de/print-welt/article490221/Pelossi-Habe-500000-Dollar-an-Thyssen-Manager-uebergeben.html ; https://www.bz-berlin.de/archiv-artikel/schreiber-luegt-er-hat-unsere-familie-zerstoert ; https://www.sueddeutsche.de/bayern/urteil-im-schreiber-prozess-beispiellose-uneinsichtigkeit-1.939280-2 ; (JER) Belli Presse
[131] (JER) Lagestion Vaduz
[132] (JER) Pelossi in Canada on Nexis
[133] https://www.infodata.ilsole24ore.com/2021/09/03/quanto-valevano-soldi-nel-passato-calcolatore-andare-indietro-nel-tempo/
[134] https://arcangelobelli.com/en/principato-di-monaco/
[135] Sergio Zavoli, La notte della Repubblica, Nuova Eri, Roma 1992; Carlo Alfredo Moro, Storia di un delitto annunciato, Editori Riuniti, Roma 1998; Valerio Morucci, La peggio gioventù, Rizzoli, Milano 2004; Andrea Colombo, Un affare di Stato. Il delitto Moro e la fine della Prima Repubblica, Cairo Editore, Milano 2008; Sergio Flamigni, La tela del ragno. Il delitto Moro, Edizioni Associate, Roma 1988
[136] Sergio Zavoli, La notte della Repubblica, Nuova Eri, Roma 1992; Carlo Alfredo Moro, Storia di un delitto annunciato, Editori Riuniti, Roma 1998; Valerio Morucci, La peggio gioventù, Rizzoli, Milano 2004; Andrea Colombo, Un affare di Stato. Il delitto Moro e la fine della Prima Repubblica, Cairo Editore, Milano 2008; Sergio Flamigni, La tela del ragno. Il delitto Moro, Edizioni Associate, Roma 1988
[137] 2002.04.11 (JER) Belli Presse, pages 1-3
[138] (JER) Arcangelo Belli on Nexis, pages 4-6
[139] http://www.lavocedellevoci.it/wp-content/uploads/2018/06/Inchiesta-Voce-ottobre-90.pdf
[140] (JER) Arcangelo Belli on Nexis, pages 4-6
[141] (JER) Arcangelo Belli on Nexis, pages 7-8
[142] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, pages 341-343
[143] https://ulis-buecherecke.ch/pdf_infos_zur_schweiz/swiss_connection.pdf, pages 275-276
[144] https://forum.termometropolitico.it/283037-tanzi-cragnotti-berlusconi-canali-finanziari.html ; http://www.berlusconis.altervista.org/affari/start.htm?cap2.htm ; https://www.lettera43.it/arturo-artom-un-riciclato-alla-corte-dei-5-stelle/?refresh_ce
[145] 2006.01.19 (JER) Arcangelo Belli
[146] (JER) Arcangelo Belli on Nexis, pages 44-47 ; https://opencorporates.com/companies/br/79347290000102
[147] (JER) Riepel Vaduz, pages 1-9
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[150] 1982.01.25 (JER) Racardia Holding Inc Panama; 1981.11.05 (JER) Middle Eastern and European Investments Company Inc Panama; https://opencorporates.com/companies/pa/174925 ; https://opencorporates.com/companies/pa/174828 ; https://opencorporates.com/companies/pa/153167
[151] https://www.mercado.com.pa/ejecutivos/arcangelo-belli-id-7D059AF16A2FD1B0
[152] (JER) Riepel Vaduz, pages 54-69
[153] 1981.11.05 (JER) Middle Eastern and European Investments Company Inc Panama
[154] https://prabook.com/web/mohammed_ali.al-musallam/549648 ; http://abc-bahrain.com/companies/8145/uco-marin-contracting-wll
[155] https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/836
[156] (JER) Atti Habicos, page 16
[157] 1977.10.24 (JER) Gruendung Habicos
[158] (JER) Bilanci Habicos
[159] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/07/18/la-sogene-travolge-belli.html
[160] (JER) Fallimento Habicos
[161] https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/836
[162] https://web.archive.org/web/20080210025134/http://www.governo.it/Presidente/Biografia/biografiaProdi_it.html
[163] https://www.tesionline.it/news/cronologia.jsp?evid=3813
[164] https://www.monacomatin.mc/vie-locale/exclusif-antonio-caroli-je-suis-toujours-dispose-a-chercher-une-conciliation-avec-letat-533674
[165] 1962.06.19 (JER) Smetra Lugano
[166] https://www.fpct.ch/documenti/FPC12_SEI_Mendrisio.pdf
[167] 1962.06.19 (JER) Smetra Lugano
[168] 1958.11.19 (JER) Epart
[169] 1958.11.19 (JER) Epart
[170] (JER) Smatra Vaduz
[171] Smetra Monaco, pages 1-2
[172] Smetra Monaco, pages 13-18
[173] Smetra Monaco, pages 65-69
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[181] https://it.coinmill.com/
[182] Smetra Monaco, pages 32-168
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[185] 1991.09.06 (JER) Lettera di Smetra Curaçao
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[189] https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=449846106730284&id=100165788364986&m_entstream_source=permalink
[190] (JER) Espada Chur, pages 1-6
[191] (JER) Espada Chur, pages 7-13
[192] 1979.01.02 Sogefinance Société de Gestion et de Financements SA Panama
[193] https://www.infoempresa.com/es-es/es/directivo/david-john-titman#search-leaders
[194] 1979.01.02 Sogefinance Société de Gestion et de Financements SA Panama
[195] (JER) Immofinbet Vaduz, pages 1-15
[196] (JER) Rentia Anstalt Eschen
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[199] 2006.11.27 (JER) Titman in Interserv
[200] https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/10/roberto-calvi-archiviata-ultima-inchiesta-sulla-morte-gip-assassinio-il-ruolo-di-vaticano-mafia-e-massoneria/3183527/
[201] Jacques de Saint Victor, “Patti scellerati: una storia politica delle mafie in Europa”, UTET, Torino 2013; https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/12/11/caso-calvi-vent-anni-fa-ho-mentito.html ; https://www.lastampa.it/cronaca/2016/11/19/news/caso-archiviato-l-omicidio-calvi-resta-un-mistero-1.34769399/
[202] https://opusdei.org/it-it/article/caso-calvi/
[203] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/03/27/il-malinconico-tramonto-della-sogene.html
[204] Colloquio personale; 2001.10.25 (JER) Titman an Jermini
[205] 2006.11.27 (JER) Titman in Interserv
[206] (JER) Trial Eurafric, pages 3-5
[207] 1996.06.20 (JER) Wentworth, pages 1-7
[208] http://relevancy.bger.ch/php/clir/http/index.php?highlight_docid=cedh%3A%2F%2F20071213_35865_04%3Ait&lang=it&type=show_document
[209] https://www.suedostschweiz.ch/sport/fussball/2020-05-26/vor-25-jahren-warf-der-fc-lugano-inter-mailand-aus-dem-uefa-cup
[210] https://www.fclugano.com/grande-successo-della-festa-110/
[211] https://www.fclugano.com/storia/
[212] 1999.02.25 (JER) Fusi on FC Lugano
[213] 2002.09.24 (JER) Caso Bernardi
[214] 1996.06.20 (JER) Wentworth, pages 23-25
[215] 1996.06.20 (JER) Wentworth, page 4
[216] 1990.12.28 (JER) Promotion Investment Curaçao
[217] 1996.06.20 (JER) Wentworth, pages 7-9
[218] 2002.11.06 (JER) Caso Arint Bimini, pages 44-86
[219] 2001.10.25 (JER) Titman an Jermini
[220] https://www.fordlibrarymuseum.gov/museum/exhibits/watergate_files/index.html ; https://www.bbc.co.uk/programmes/m000v4bn
[221] 2002.02.21 (JER) Titman on Jermini
[222] http://www.botta.ch/it/SPAZI%20DEL%20LAVORO?idx=20
[223] 2002.05.19 (JER) Fusi and Maurer on Jermini’s death; 2002.07.12 (JER) Della Pietra on Jermini’s death
[224] 2002.07.18 (JER) Fusi on Jermini and the Russian Mafia
[225] https://www.studiolegalebs.ch/estauffer/es.html/
[226] 2002.06.20 (JER) Fusi on Jermini’s death
[227] 2002.11.10 (JER) NZZ on the death of Steinegger

TAG: Banco Ambrosiano, Città del Vaticano, Opus Dei
CAT: Criminalità, Immobiliare

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