Ma Giulia aveva ali d’aquila

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19 Novembre 2023

Eppure, ha una faccia gentile, da bravo ragazzo, da figlio di famiglia borghese Filippo Turetta. Non è possibile immaginare che dietro quel sorriso appagante e rassicurante covi una furia omicida, capace di distruggere la vita di altri.
Il valore del bene, del non fare del male agli altri, dell’educazione sentimentale non alberga più nelle coscienze: bisogna prenderne atto.
Oggi si uccide, si storpia, si taglia, si fa a pezzi un corpo umano lo si carica su un’autovettura come se fosse un pacco di risulta, un sacco di rifiuti di cui liberarsene, senza timore alcuno con l’annichilente, agghiacciante consapevolezza che trattasi di una normale operazione consentita e non punita.

Ma quello che il borghese Turetta ha progettato per uccidere e liberarsi del corpo della povera Giulia Cecchettin, appartiene a riti barbari: come raccontano i reportage il suo corpo è fra le foglie secche, sul greto di un torrente gelido che si chiama Caltea, gettato in un dirupo. Questa strada nel bosco è chiusa dal 15 novembre al 15 aprile. Collega il lago di Barcis al comune di Piancavallo, Friuli. Si chiama strada del Pian delle More. Sale in mezzo alle montagne, dentro una gola stretta.
Ebbene Filippo che uccide, carica il cadavere, lo sistema nell’autovettura e poi lo copre con sacchi neri che si adoperano per raccogliere rifiuti, appartiene a quei maschi che non sopportano che la propria fidanzata, sia più brava, si possa laureare prima, come Giulia che doveva festeggiare la laurea in ingegneria biomedica e realizzare il suo sogno da disegnatrice di fumetti e lasciarlo, andare via.

È questa idea del possesso, del trattare una donna come una res, come una cosa che quando è buona e non dà fastidio conviene, quando invece è autonoma, brava, libera, cosciente di dominare il mondo e di farsi strada da sé, sia da rimuovere, uccidere, assassinare.
Questo per il maschio è insopportabile, sino al punto che diventa insopprimibile il desiderio di accoppare l’essere superiore, soprattutto se donna.
Nella logica del borghese Turetta Giulia non doveva laurearsi prima. Questo è stato corrosivo, lo ha fatto rosicare. E non doveva prendere la sua strada Giulia, fare una carriera brillante e perciò lasciarlo. Andava impedito.

E l’educazione borghese non sovviene nella mente di Turetta, un giovane universitario che nell’anno 2023 dimentica valori morali, costituzionali, civili.
Se valgono per una donna questi valori perdono di efficacia ed il borghese diventa barbaro, bestiale, vaga per boschi desolati per nascondere il suo cadavere, perché è sazio, felice di averla uccisa, di aver tolto dal mondo Giulia che aveva ali d’aquila per volare alto, ali che lui non ha.

Ma le donne sono superiori: e lo era anche Giulia.

TAG: femminicidio, Giulia Cecchettin, violenza
CAT: Criminalità, Questioni di genere

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