La Turchia il giorno dopo la morte del magistrato sequestrato

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1 Aprile 2015

“Abbiamo trattato per sei ore. Ma le nostre forze di sicurezza sono intervenute dopo aver sentito colpi di arma da fuoco mentre i terroristi stavano parlando al telefono durante le trattative”. Con queste parole il capo della polizia di Istanbul ha descritto la dinamica dei fatti che nella giornata di ieri ha portato alla morte del magistrato Mehmet Selim Kiraz e dei suoi sequestratori. Alcuni media turchi hanno fatto sapere che 10 giorni fa erano state ritirate le misure di protezione per alcuni magistrati, tra cui Kiraz.

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Verso le due di ieri, presso il palazzo di giustizia di Istanbul, è andato in scena il sequestro di un magistrato che indagava sui fatti legati a Gezi Park e sulla morte di Berkin Elvan, un quindicenne finito in coma durante le proteste del 2013, perché colpito da un candelotto lacrimogeno in testa, e morto quasi nove mesi dopo. Sul caso di Berkin Elvan, come su molti altri fatti legati a Gezi, la giustizia turca non ha ancora fatto luce. I due sequestratori, sospettati di fare parte del gruppo di estrema sinistra DHKP-C, avevano chiesto la confessione in diretta del poliziotto che avrebbe sparato un lacrimogeno contro la testa di Berkin Elvan e un “tribunale del popolo” per processare i fatti di Gezi.

Il silenzio mediatico, imposto nel pomeriggio dall’autorità sulle telecomunicazioni per ragioni di sicurezza, si è rotto in serata con la notizia della liberazione dell’ostaggio e della morte dei sequestratori durante l’operazione delle forze speciali. Il magistrato Kiraz è arrivato in ospedale in condizioni molto critiche ed è morto poco dopo nonostante i tentativi dei medici di rianimarlo. Era stato colpito alla testa per tre volte e aveva altri due proiettili nel resto del corpo. In quelle stesse ore si sono verificati duri scontri tra polizia e  gruppi di persone che chiedevano giustizia per Berkin Elvan proprio nei quartieri popolari di Istanbul dove il ragazzo era cresciuto. Le persone fermate sono state 38.

Nel dare il proprio messaggio sugli eventi di ieri, il primo ministro Davutoğlu ha definito efficaci le operazioni delle forze speciali turche. Di tutt’altro avviso è la posizione del partito filo-curdo HDP presente in parlamento con alcuni deputati indipendenti; in un comunicato ufficiale, l’ HDP ha infatti affermato che un’operazione che si conclude con tre persone uccise non può essere definita un successo e ha offerto le condoglianze alla famiglia del magistrato e anche alle famiglie dei due sequestratori.

Nella mattinata di oggi molta attenzione è stata riservata all’incursione di un uomo armato nella sede del partito al governo, l’AKP di Erdoğan, in un quartiere di Istanbul. Prima di essere arrestato, l’uomo ha fatto evacuare l’edificio e ha esposto una bandiera turca con una spada. Si tratta probabilmente di un fatto isolato e forse non strettamente legato al sequestro di ieri. Sono, invece, da mettere in relazione al gruppo di estrema sinistra DHKP-C gli arresti di ventidue persone che si sono verificati in mattinata ad Antalya, località marittima a sud della Turchia. E pare che anche altri blitz della polizia, questa mattina, siano da mettere in relazione ad azioni di polizia volte ad indebolire il gruppo. In mattinata la polizia in assetto antisommossa è entrata nella facoltà di Giurisprudenza e Letteratura dell’Università di Istanbul e una trentina di studenti sono stati fermati. Nel pomeriggio di oggi si è verificato un assalto contro il quartier generale della polizia di Istanbul: due persone, un uomo e una donna, hanno sparato contro gli agenti che stazionavano davanti all’edificio. Durante gli scontri uno dei due assalitori è stato ferito e successivamente arrestato mentre la donna, armata con due granate, un fucile e una pistola, è stata colpita a morte dagli agenti. Due poliziotti sono rimasti feriti. L’attacco non è stato rivendicato da nessuno.

Ieri il presidente Erdoğan si trovava in Romania per una visita ufficiale. Il capo dello stato ha deciso oggi di modificare i suoi programmi e ha fatto sapere che rientrerà in Turchia anticipatamente, il suo arrivo è atteso in giornata.

 

TAG: AKP, Berkin Elvan, Davutoğlu, Erdogan, Gezi, Gezi Park, HDP, Mehmet Selim Kiraz, Turchia
CAT: Criminalità, Terrorismo

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