Eventi
Velia: la musica di Cammariere tra sistema di pensiero e poetica antica
Sergio Cammariere canta e suona laddove Parmenide ha pensato e composto. “Musica e parole”, che danno il titolo alla rassegna del Parco Archeologico di Paestum e Velia, vengono, così, a congiungersi, nell’armonia di assonanze tanto elitarie quanto delicate, alla filosofia e alla poetica. Il paesaggio di Velia, l’antica Elea, la sua aria dolce e serena, con la presenza delle “ruine” che si avvertono prima ancora di vederle, è davvero troppo evocativo per evitare, concettualmente, la tentazione della commistione dei generi e delle arti, delle scuole musicali e di pensiero. Nel Proemio della sua magnifica opera, “Sulla natura”, Parmenide immagina di essere invitato a salire su un carro volante in compagnia delle figlie del sole e di salire al cielo finché non arriva al cospetto della Dea della giustizia, Dike, che ascesa alla volta celeste assume un significato simbolico: per arrivare a capire la verità è necessario staccarsi da questo mondo. E il cantante e musicista italiano, originario di Króton (Crotone), nel concerto di ieri sera, nella raccolta e accogliente area della parte bassa della città, fondata dai Focei nella seconda metà del VI sec. a.C., sembra liberarsi dalle scorie di una decadenza sul piano globale, e, staccandosi da questo mondo e toccando le corde sensibili del pubblico, restituisce un gusto ricercato, semplice ed elegante, dove si rende possibile cercare limpidi motivi di distensione e un piacere sottile di gradimento, tanto più preziosi in quanto sempre più rari. E facendo questo, ristabilisce, alla maniera parmenidea, la verità dell’arte e, nello specifico, della musica.
Accompagnato dalla sua storica band formata da grandi musicisti, quali Daniele Tittarelli, Luca Bulgarelli, Amedeo Ariano, con l’aggiunta della violoncellista Giovanna Famulari, ha ripercorso sul palco i momenti più luminosi della sua carriera, fino alle note del suo ultimo lavoro discografico, “Una sola giornata”, che è anche il titolo del suo nuovo tour. Ha eseguito i successi più acclamati, riproponendoli, senza stravolgerli, con un rinnovato sound: “Tempo perduto”, “Via da questo mare” e “Tutto quello che un uomo”, il brano della prima partecipazione a Sanremo, che nel 2003 ottiene il terzo posto in gara, il Premio della Critica e quello come Migliore Composizione Musicale, reinterpretato recentemente dall’eccellente Mina, in una straordinaria proporzione armonica che ne sottolinea l’intensa emotività. Le suggestioni del pianoforte svelano la melodia del brano “Dalla pace del mare lontano”, aprendo a un ritmo incalzante e contaminato da una striatura latineggiante. E ancora “L’amore non si spiega”, con il suo testo profondo e sentimentale in cui musica e poesia, riflessione e ritmo rimbalzano su un tema universale di fondamentale importanza. Particolarmente vispa e autoironica, invece, la canzone “Cantautore piccolino”, dove si scorge una vena allegra mantenuta nella grazia e nella compostezza. Sergio Cammariere e la sua Band hanno donato a una platea entusiasta intensità e virtuosismi musicali, forgiando uno spettacolo emozionante e appagante, fedele al linguaggio artistico del musicista, che non si discosta da un equilibrio perfetto tra poesia e melodia, tra un jazz accattivante e andamenti latini che introducono ad atmosfere più calde. In sostanza, con Cammariere, si avverte in maniera piena e privilegiata la magia della musica dal vivo.
Devi fare login per commentare
Accedi