Filosofia

Alla ricerca dell’Assoluto

Il filosofo Marco Vannini riflette sull’attualità del messaggio cattolico e sulla crisi delle pratiche religiose in Italia.

26 Luglio 2025

 

Non c'è più religione? Le risposte di un filosofo - Marco Vannini,Alessandra Repossi,Francesca Cosi - copertina

Francesca Cosi e Alessandra Repossi (autrici, traduttrici e firme giornalistiche di numerose testate religiose) in un’approfondita e stimolante intervista hanno proposto al filosofo Marco Vannini una serie di riflessioni sul rapporto esistente oggi in Italia tra fede, pratica religiosa, desiderio di spiritualità e dottrina cattolica. Da questo vivace dialogo a tre, condotto in maniera informale e senza pedanteria, è conseguita la pubblicazione di un volume edito da Lindau con il provocatorio titolo Non c’è più religione? Nell’introduzione le due autrici si soffermano su alcune considerazioni riguardanti la diffusione e l’adesione attuale al cattolicesimo della popolazione italiana, che negli ultimi cinquant’anni ha conosciuto una radicale trasformazione sociale, economica e culturale, con una crescente urbanizzazione e il conseguente spopolamento delle campagne, con una massiccia immigrazione straniera religiosamente eterogenea, con la nuclearizzazione delle famiglie e il calo delle nascite, con l’avvento di una legislazione, di ideologie e costumi liberalizzanti e più laici rispetto al passato. Ciò ha prodotto una disaffezione di larghi strati della popolazione dalle consuetudini religiose radicate per secoli nella tradizione, con meno del 20% degli italiani che frequenta la messa settimanalmente, un aumento dei divorzi e delle unioni civili, nuove aperture a culti alternativi.

Marco Vannini, massimo studioso europeo di Meister Eckhart e di mistica medievale, non si è sottratto alle domande incalzanti delle due giornaliste, aprendosi anche a riferimenti autobiografici e offrendo risposte in grado di sfidare i luoghi comuni e le censure che generalmente la cultura cattolica oppone a chi indaga sulla crisi che la attraversa. Partendo dalla basilare differenza che oppone la fede alla credenza (quest’ultima frutto di miti e leggende prive di fondamento razionale, costruite al servizio degli interessi delle chiese, ed accettate acriticamente per abitudine, per timorosa obbedienza, per ignoranza), Vannini richiama al dovere che abbiamo di aspirare all’assoluto, liberandoci da ogni condizionamento e relativismo accidentale, e attuando un distacco sia dalle superficialità mondane, sia dalle rappresentazioni fallaci del divino. Il richiamo del filosofo a una lettura razionale, priva di suggestioni e ingenuità di molti episodi della Bibbia e dei Vangeli, così come di molti dogmi, è severo e puntuale nell’analisi dei racconti e dei protagonisti delle Scritture (dalle figure dei profeti e dei patriarchi alla verginità di Maria, dalla resurrezione di Lazzaro ad altri miracoli…) e della datazione, dell’autenticità e coerenza letteraria dei testi, di cui vengono sottolineati discrepanze, anacronismi e falsificazioni. L’errore fondamentale compiuto dal cattolicesimo e dal protestantesimo è stato quello di selezionare e divinizzare le Scritture, che sono entrate in crisi filosoficamente con l’avvento dell’illuminismo, e la conseguente consapevolezza della loro inattendibilità storica. Allontanandosi giustamente dalle credenze ingannevoli, la società contemporanea ha purtroppo rinunciato anche a pensare l’assoluto, con gli effetti “tragici” cui assistiamo, di sbandamento morale, di crollo di valori, di malessere esistenziale che ha portato masse di persone a cercare soluzioni al male di vivere nelle droghe, negli psicofarmaci, nell’esasperazione di esperienze inebrianti, nell’esaltazione del sesso, della forma fisica, dell’eleganza, e soprattutto nella sopravvalutazione e frequentazione assidua di metodologie e terapie psicologiche e psicanalitiche. In questo senso anche l’affidamento sempre più diffuso a culti esoterici e new age per trovare nuove strade di esplorazione del sé e di cura del disagio interiore va stigmatizzato come privo di reale fondamento, mentre continuano a meritare stima e rispetto religioni millenarie come il buddhismo e l’induismo, lontane dai sistemi coercitivi e punitivi del cristianesimo: in esse Vannini trova un’encomiabile profondità spirituale e un aiuto a superare la sofferenza, nonostante il persistente pericolo di confondere la meditazione con pratiche contemplative guidate, non realmente liberanti.

Il cammino dell’intelligenza verso Dio si può condurre anche al di fuori delle religioni storiche, come insegnano i mistici, in direzione di un’illuminazione interiore da raggiungere attraverso il silenzio, l’ascolto, il distacco dal possesso e dal dominio, l’amore per la bellezza, la ricerca della beatitudine. Anche lo studio della filosofia può sviluppare tali dimensioni, come l’educazione alla magnanimità dell’anima, o il rimanere nella tradizione religiosa in cui si è stati educati senza cadere tuttavia in ciechi fondamentalismi o in un devozionismo acritico. Quello che Marco Vannini continua ad apprezzare del cristianesimo sono le due verità fondamentali dell’unità e trinità di Dio e dell’umanità e divinità di Cristo. Quest’ultimo concetto, snobbato dalla teologia contemporanea, ci insegna in realtà come qualsiasi creatura umana, pur essendo corpo corruttibile, è partecipe dell’essenza divina, lumen de lumine, esattamente come Cristo. Secondo Meister Eckhart “C’è una luce nell’anima, dove mai è penetrato il tempo e lo spazio… Ed è in questa luce che l’uomo deve permanere”.

Rifuggendo dai miti proposti dalla società attuale (il successo, il denaro, la fama), ed evitando anche di chiudersi in comunità ristrette ed esclusive, troviamo nella meditazione solitaria – non elitaria ma universalizzante – la via che apre a questa luce, donata a noi gratuitamente nella dimensione della grazia diffusa ovunque e per tutti, alla quale dobbiamo fare spazio nell’interiorità di cui parla Agostino nelle Confessioni. L’invito che il filosofo fiorentino ci esorta ad accogliere è quindi di ritrovare noi stessi e Dio, “facendo tesoro dell’esperienza di verità della filosofa antica e della tradizione spirituale cristiana”, senza lasciarci distrarre dall’inessenzialità e superficialità di proposte culturali fuorvianti. Invito che l’indovinata immagine di copertina del volume ribadisce, presentando la chiesa in rovina dell’Abbazia di Beauport a Paimpol, in Francia, dai muri diroccati invasi da muschio ed erbacce, e dalle ogive traforate attraverso cui si intravede l’azzurro del cielo, immagine di un Assoluto a cui molti cristiani non sembrano più aspirare.

 

 

VANNINI-COSI-REPOSSI, NON C’È PIÙ RELIGIONE?  – LINDAU, TORINO 2025

Pagine 89, euro 14

 

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