Musica

James Senese: dal suo sax il canto dell’anima

29 Ottobre 2025
James suonava il sax in modo divino: i suoi assoli erano ricami, intarsi rinascimentali sul tessuto sontuoso che era il letto delle melodie di Pino Daniele.
Se non ci fosse stato il sax tenore di Senese, il sound di Daniele perdeva di musicalità.
Era nata una simbiosi, un intreccio indissolubile che trovava le sue radici nelle canzoni degli Showman, gruppo nel quale James militava insieme a Mario Musella, voce potentissima e “nero a metà” come lui, perché entrambi figli di padre ignoto- i ragazzi di colore americani che soggiornarono a Napoli durante gli anni della liberazione dal nazifascismo.
Si accoppiavano con le belle ragazze napoletane e le lasciavano incinte per tornarsene in America: lo racconta tragicamente nel bellissimo libro- La Pelle- Curzio Malaparte.
E James era uno di questi figli, ai quali Pino Daniele volle dedicare il suo terzo album: “Nero a metà”.
La musica di Pino Daniele era un prodotto assolutamente originale, si disse mediterraneo, perché sentiva e prendeva il jazz ed il blues degli americani, innervati con la melodia della tradizione classica della canzone napoletana e dei canti di Roberto De Simone.
Ed ecco allora che non poteva fare a meno di musicisti raffinati: Tullio De Piscopo, Toni Esposito, Joe Amoruso, Gigi De Rienzo, Toni Cercola, Rino Zurzolo,Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo.
E James era il principe, perché nelle canzoni di Pino, appena sentivi l’assolo del suo sax, la musica ti entrava dentro, come se l’anima dell’ascoltatore ne venisse imbevuta, accarezzata.
Il sax di James cantava il mare, i vicoli, le grida delle creature di Napoli: come se da quel suono ne derivasse un pianto.
Nei concerti quando James si esibiva nel suo assolo, fateci caso anche nei video, Pino rideva di cuore, di piena soddisfazione, perché la sua musica aveva trovato il colore che solo James poteva conferirle : nessun musicista era a lui paragonabile e quando Pino pensò di sostituirlo, dovette andare oltreoceano e chiedere la collaborazione di Wayne Shorter o Gato Barbieri.
La scomparsa di Senese ci addolora: non ascolteremo quel Jazz mediterraneo che era solo suo.
Per me James Senese era come John Coltrane, il massimo del sassofonista.
Ma James e Pino erano della medesima idea: la loro musica era “sentimento”, canto dell’anima con la chitarra ed il suo sax tenore.
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