Teatro
“La Signorina Else”, mondanità e tragedia all’Out Off di Milano
Al teatro milanese di via Mac Mahon fino al 7 dicembre l’allestimento dal testo di Arthur Schnitzler con Cecilia Cinardi e la regia di Federico Olivetti. Accompagna lo spettacolo un originale approfondimento di lezioni, reading e concerti sulla fine del secolo a Vienna
MILANO _ “La Signorina Else” o la fine dell’innocenza. La pubblicazione di questa novella di Arthur Schnitzler, cade nel 1920, proprio al debutto di una modernità che sta cambiando con velocità poderosa, costumi e istituzioni. Iniziando dalla famiglia, fino ad allora sacra custode di valori e di una moralità che lo scrittore e drammaturgo viennese indaga in modo impietoso.”La Signorina Else”, giovane borghese in vacanza a San Martino di Castrozza, fotografata nel momento delle sue prime fantasie e dei turbamenti sessuali, diventa suo malgrado strumento per riscattare i genitori da una grossa perdita al gioco da parte del padre. E’ proprio la madre a rompere quella sacralità del nido familiare spingendola, in una lettera e fuor di metafora, a vendere sé stessa e la sua bellezza per salvare l’onore dei suoi finiti sul lastrico. “Schiacciata tra il dovere filiale e la violenza della richiesta, tra colpa, vergogna e desiderio di riscatto, Else compie un gesto estremo”.
Questo testo straordinario, che denuncia il cambiamento tumultoso di un’epoca, i travolgenti Anni Venti europei, andrà in scena in un nuovo allestimento, dal 27 novembre al 7 dicembre al Teatro Out Off di via Mac Mahon a Milano, ribattezzato “La Signorina Else e la Vienna fine-de-siècle”, con l’interpretazione di Cecilia Cinardi e la regia di Federico Olivetti (prodotto da Out Off e dal Teatro dei Naufraghi). Lo spettacolo è inserito in un originale format dove lo spettacolo è inserito in una programma di reading, concerti e lezioni ideati per offrire una fotografia di quel mondo culturale e artistico in cui è nato questo capolavoro di Schnitzler. In pratica un “unico percorso narrativo e culturale che guida gli spettatori e le spettatrici dentro l’immaginario, le tensioni e la straordinaria vitalità della Vienna di inizio Novecento”. Una città che in quel momento è attraversata da contraddizioni e tensioni: “brillante e decadente, colta e paralizzata – come si legge nelle note di presentazione dello spettacolo – apparentemente spensierata ma in realtà sull’orlo di una trasformazione radicale. In questo clima, Arthur Schnitzler diventa uno degli osservatori più lucidi dell’animo borghese e delle sue ipocrisie”. E’ la Vienna del padre della psicanalisi moderna, Sigmund Freud, la capitale di un grande impero come quello asburgico avviato verso lo disfacimento, molto attiva in campo artistico con le opere pittoriche di Gustav Klimt ed Egon Schiele “ma anche di una società borghese rigidamente codificata, ossessionata dalla rispettabilità e segnata da una morale tanto severa quanto fragile”.

La stessa al centro di un’opera come “La Signorina Else” come osserva nelle sue note il regista dello spettacolo Federico Olivetti è “un monologo interiore, lo studio di una ferita mortale, il ritratto di un’anima malinconica, profondamente sola, abbandonata dai suoi genitori a giornate vuote; a una vita di sprechi. Dimentica di sé stessa, disorientata, si nasconde dietro maschere mondane, scherzose. La sua vita è una continua fuga dal presente: precipita nella memoria, si immagina in futuri impossibili. C’è in tutte le parole di Else il desiderio di uscire dall’invisibilità, di prendere un posto dignitoso nel mondo, di essere riconosciuta e – soprattutto – di ritrovarsi. Per farlo fa una scelta paradossale: lo scandalo: un gesto teatrale, rivoltoso che, finalmente le consegna la libertà”. Lo spettacolo si avvale della coreografia di Michela Lucenti, scene e costumi di Emanuela Dell’Aglio, disegno luci di Javier Delle Monache.
Il percorso di approfondimento intorno allo spettacolo si apre il 28 novembre con la germanista, traduttrice e scrittrice Gabriella Rovagnati che guiderà il pubblico attraverso la Vienna definita da Schnitzler «l’allegra apocalisse», analizzando l’ipocrisia della società borghese che fa da sfondo alla vicenda di “Else”.
Il 29 novembre il giornalista Jacopo Tondelli, co-fondatore e direttore della testata giornalistica “Gli Stati Generali”, farà un parallelo tra il 2020 e il 1920, un decennio di rottura degli antichi equilibri e di sprigionamento di nuove energie e possibilità.
Il 30 novembre David Meghnagi approfondirà l’affinità intellettuale tra Schnitzler e Freud, uno dei capitoli più affascinanti della cultura viennese di inizio Novecento: pur non essendosi mai frequentati, condivisero una sorprendete somiglianza di sguardo sull’inconscio. Il 2 dicembre ad aprire la serata sarà il concerto dell’ensemble i Baklava, con un repertorio di musiche klezmer e yiddish, evocando i suoni e i colori culturali della Mitteleuropa di inizio Novecento e di quella numerosa comunità ebraica da cui lo stesso Schnitzler proveniva.
Il 3 dicembre a introdurre lo spettacolo sarà l’attore Alberto Marcello con una lettura dai “Sogni” di Schnitzler, un viaggio dentro le visioni oniriche dell’autore. Il 4 dicembre l’attrice Giulia Viana, accompagnata dalla violista Giulia Panchieri, leggerà una selezione di poesie di Trakl, Hofmannsthal e Rilke restituendo la vibrazione poetica della Vienna fin-de-siècle.
Il 5 dicembre Andrea Staiti affronterà da una prospettiva filosofica uno dei temi centrali nella vicenda di Else: il suicidio.Infine, il 6 e 7 dicembre il Quartetto Kantor chiuderà il percorso con un concerto con musiche di Schubert, Brahms e Webern: tre voci musicali che attraversarono e trasformarono l’eredità culturale della Vienna di inizio secolo.

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