Israele: il ricatto di Netanyahu

12 Marzo 2023

Israele brucia. Ma non a causa di aggressioni da parte del mondo arabo, che nel frattempo è diventato il migliore alleato e partner di Gerusalemme. Gli attentati sono rarissimi, e vengono seguiti da repressioni militari. Israele brucia perché la sua classe politica, completamente corrotta, non è in grado di esprimere un governo stabile, se non quello della destra sionista e razzista, che considera la terribile tragedia dell’Olocausto come un permesso eterno a compiere qualunque crimine contro l’umanità.

Israele brucia perché il governo di Netanyahu, con l’appoggio delle forze ultra-ortodosse, vuole sostituire la democrazia occidentale nata dalla seconda guerra mondiale con una teocrazia di stile iraniano – un altro cambiamento che fa indiscutibilmente piacere agli alleati più importanti: le monarchie del Golfo Persico. Ma la popolazione non vuole una teocrazia e, da oltre un mese, scende in piazza a protestare. Inutilmente: Netanyahu va avanti per la propria strada, e spera che il genocidio del popolo palestinese sia sufficiente per garantirgli il consenso politico e l’impunità penale.

Il regime di Netanyahu, così come quello di Mohammed Bin Salman in Arabia Saudita e quello di Mohammed Bin Zayed Al Nahyan ad Abu Dhabi, investe miliardi di dollari nello sviluppo di tecnologie di spionaggio, di manipolazione sociale, di mercenariato e di sviluppo militare. I risultati sono stupefacenti, ed invertono persino i rapporti tra Gerusalemme e Washington: fino a ieri gli Stati Uniti erano la garanzia per la sopravvivenza dello Stato di Abramo, ed oggi gli alleati di Netanyahu influenzano profondamente la vita politica americana, sostenendo i gruppi politici più pericolosi della destra nazionalista, sciovinista e del fondamentalismo cristiano[1].

Il mito della Terra Promessa

Migliaia di israeliani protestano in strada contro il Primo Ministro “Bibi” Netanyahu[2]

Cosa direbbe il Messia, camminando nella Terra Promessa, davanti a tanto odio e violenza? Forse come Giorgio Gaber, griderebbe di voler inventare di nuovo una morale, e farebbe suonare le trombe per il Giudizio Universale[3]. La pazienza, per gli abitanti della Terra Santa, è finita. E questo vale sia per gli israeliani, che non tollerano più di essere rappresentati da una classe politica corrotta ed estremista che li sta impoverendo; sia per i palestinesi che vivono in condizioni disumane, dopo anni di scontri armati e persecuzioni.

Da oltre un mese, ogni sabato, decine di migliaia di israeliani scendono in piazza per protestare contro il proprio governo. La rivolta è stata innescata da un disegno di legge del governo che consente di annullare una decisione della Corte Suprema con una semplice maggioranza parlamentare, annullando e politicizzando l’azione della magistratura – uno dei pilastri irrinunciabili della democrazia[4]. Il promotore di tale disegno è il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu[5]. Con i suoi metodi autoritari, intende riformare la giustizia – solo per il proprio tornaconto personale[6].

Con questa legge, che pone i giudici sotto il controllo dei politici, Israele si avvicina a forme antidemocratiche come quelle di Ungheria e Polonia[7]. In una lettera aperta firmata da alte cariche ed ex funzionari dello Stato (un fatto senza precedenti) decine di persone pubblicamente esposte attaccano un progetto che finirà per “distruggere il sistema giudiziario” israeliano[8]. Da allora, decine di migliaia di manifestanti si riversano nelle strade di Tel Aviv e di altre città. I cartelli dei manifestanti riassumono il sentimento comune: “In vendita: democrazia. Modello: 1948, senza freni“[9].

I cittadini sanno bene che le modifiche proposte minacciano i principi laici e democratici di Israele, concentrando il potere nelle mani della coalizione di Netanyahu. L’approvazione del disegno di legge da parte della Knesset[10], il Parlamento unicamerale israeliano[11], è stato l’ultimo passo di un’ampia riforma del sistema giudiziario[12] che favorisce l’impunibilità dell’entourage del premier. Una parte del popolo vuole porre fine all’era del despota, anche se, con il voto, questo progetto è ripetutamente fallito. Israele continua a tornare alle urne soprattutto perché gli elettori rimangono equamente divisi sulla questione se Netanyahu sia in grado di guidare il Paese mentre è sotto processo per accuse di corruzione[13].

Netanyahu è stato messo sotto inchiesta nel 2016[14]. Il premier si dichiara non colpevole: definisce il processo una “caccia alle streghe” e un “tentativo di colpo di stato”[15]. Da anni, per impedire di essere giudicato per ciò di cui è accusato, mette in atto una folle e bugiarda “guerra santa” contro i palestinesi che, secondo lui, sono colpevoli di occupare illecitamente la Terra Promessa. Con interventi militari che assomigliano sempre più a un genocidio, violano tutti i trattati sottoscritti e affamano l’economia palestinese, cerca di creare una condizione di paura permanente, per la quale gli israeliani accettino una teocrazia antidemocratica in cambio di alleanze forti con i paesi arabi e la cancellazione progressiva ed inesorabile della Palestina.

L’occupazione militare da parte di Israele dei territori della Palestina[16]

Sebbene sia gli ebrei che gli arabi facciano risalire le loro rivendicazioni di possesso a duemila anni fa, il conflitto politico è iniziato all’inizio del XX secolo. Gli ebrei in fuga dalle persecuzioni religiose in Europa vogliono stabilire una patria in quella che allora è la Palestina, un territorio a maggioranza araba e musulmana, passato dall’impero ottomano a quello britannico. Gli arabi resistono, pretendendo la terra come loro di diritto. Un piano delle Nazioni Unite per la coabitazione fallisce, portando a diverse guerre tra Israele e le nazioni arabe circostanti. Le linee di confine di oggi riflettono gli esiti di due di queste guerre[17], quella del 1948[18] e quella del 1967[19].

La guerra del 1967 lascia a Israele il controllo della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, due territori in cui sono ammassati, in condizioni disumane, oltre due milioni di palestinesi[20]. Le truppe israeliane impongono loro restrizioni di ogni tipo. I coloni ebrei costruiscono senza sosta nuove case in Cisgiordania, nella terra che spetta ai palestinesi. Gaza, politicamente controllata dal partito religioso Hamas, è continua ostaggio dell’esercito di Gerusalemme[21]. Ma anche questo è un risultato voluto da chi soffia sul fuoco: nel 2007 Hamas ha spodestato l’Autorità Palestinese, perché ha promesso di rispondere colpo su colpo agli israeliani che sparano. In risposta, Israele ed Egitto hanno imposto un blocco terrestre e marittimo, affermando di voler estromettere Hamas. Non è andata così: dal 2009, Hamas e Israele uccidono ogni giorno.

Le famiglie vivono nei campi profughi, in case anguste e fatiscenti in riva al Mar Mediterraneo, pieno di liquami, perché non ci sono abbastanza soldi, elettricità e infrastrutture per gestire il sistema fognario di Gaza, devastato dalla guerra. Questo vale anche per gli ospedali, le scuole e le case. Quasi nessuno ha abbastanza acqua pulita da bere. L’unica fonte, la falda acquifera costiera, è piena di acqua sporca e salata[22]: un crimine perpetrato con il sostegno e le armi degli Stati Uniti: una prigione all’aperto, privati per anni del necessario per vivere, assassinati e mutilati dalle bombe[23].

Sopravvivono grazie alla solidarietà di nazioni che cancellano i loro debiti e all’afflusso di denaro inviato dai palestinesi all’estero, grazie al controllo del territorio di Hamas ed al sostegno di organismi internazionali e dell’ONU[24]. Pochi dubbi in proposito: gli studiosi di diritto internazionale sostengono che si tratti di un tentativo di genocidio[25], iniziato con lo sfollamento di massa dei palestinesi del 1948, e proseguito in mezzo secolo di occupazione militare e di regime discriminatorio, di cui Netanyahu è il massimo interprete[26].

Genocidio è un termine con un significato sociologico e giuridico. Il termine è stato coniato nel 1944 da un giurista ebreo polacco, Raphael Lemkin[27]. Secondo i suoi criteri, quello palestinese è un “genocidio incrementale”. Le uccisioni, le condizioni di vita terribili, le espulsioni, si sono susseguite a partire da Lydda nel 1947 e nel 1948, quando 700 o più villaggi in Palestina sono stati distrutti – fatti continuati fino a oggi[28]. Decine di sopravvissuti all’Olocausto, insieme a centinaia di discendenti delle vittime, accusano Israele per la morte di oltre 2000 palestinesi a Gaza durante l’offensiva militare del 2014[29].

Anni di stallo politico

18 maggio 2022: Famiglie palestinesi della Striscia di Gaza alla fine del Ramadan accanto alle proprie case distrutte dall’esercito di Gerusalemme[30]

Chi cerca di portare alla luce queste atrocità finisce nel mirino dei cecchini israeliani, come è accaduto lo scorso maggio alla giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, mentre documentava gli scontri nella Cisgiordania occupata[31]. Nonostante indossasse un elmetto e un giubbotto protettivo con la scritta “press”, è stata colpita dal fuoco israeliano, anche se Netanyahu nega vigorosamente che un soldato l’abbia presa di mira intenzionalmente[32].

La strategia dell’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett ha portato ad un’escalation del conflitto, con un aumento esponenziale delle uccisioni. Omicidi spesso ingiustificati, spesso di donne e bambini, vere e proprie esecuzioni. Questo comportamento sta avendo gravi ripercussioni sulla stabilità a Gerusalemme e in tutti i territori palestinesi[33]. A ciò si contrappone Benjamin Netanyahu che, nei programmi elettorali, grazie alla strage dei palestinesi promette pace e benessere per tutti.

Una propaganda che funziona, perché bloccano il dibattito politico di Israele. Due elezioni nel 2019 si concludono con uno stallo[34]. Netanyahu rimane al potere, come primo ministro ad interim, incapace di mettere insieme una coalizione[35]. Il 10 aprile, quando “Bibi” ottiene il quinto mandato, ciò avviene nonostante le incombenti accuse di corruzione[36]. Esattamente un mese dopo il giuramento della Knesset, la maggioranza vota per disperdersi e indire nuove elezioni a settembre. È la prima volta nella storia di Israele che un candidato a primo ministro non riesce a formare una coalizione dopo che il presidente gli ha affidato l’incarico.

Netanyahu dichiara di non essere riuscito a raggiungere un compromesso sulla controversa legge sulla leva della comunità haredi (ultraortodossi, fautori del genocidio, esclusi dalla leva militare) e di aver cercato senza successo di convincere i deputati dell’opposizione a entrare nel suo governo[37].  Né il Likud, il partito del premier, né il partito centrista Blu e Bianco di Benny Gantz hanno abbastanza seggi per formare una maggioranza. Il Presidente Reuven Rivlin, secondo la volontà degli elettori, convoca Netanyahu e il suo rivale elettorale, Gantz, nella speranza di sbloccare la situazione[38].

Rivlin spera che le due parti superino l’impasse, altrimenti il Paese si trova costretto a tenere la terza elezione in meno di un anno. Netanyahu offre un governo di unità nazionale, ma Gantz rifiuta[39]. Il premier è determinato a mantenere il potere perché lo mette in una posizione più forte per affrontare l’incriminazione per corruzione[40]. Nel frattempo, il blocco arabo di Israele, il partito Lista Comune, annuncia il suo appoggio al partito di Gantz. “Vogliamo porre fine all’era di Netanyahu, quindi raccomandiamo che sia Benny Gantz a formare il prossimo governo”[41]. È la prima volta, dal 1992, che un partito politico arabo dà il suo appoggio al futuro primo ministro israeliano[42].

La giornalista Shireen Abu Akleh, uccisa barbaramente da un soldato israeliano[43]

Ma i voti nella Knesset non bastano, e si vota per la terza volta, il 17 maggio 2020. Gantz è disposto a negoziare con il Primo Ministro se questi rinuncia all’immunità[44]. Dopo tre elezioni e una situazione di paralisi, Israele giura finalmente con un nuovo governo guidato ancora una volta da Netanyahu. La prima volta che un leader israeliano, incriminato, è formalmente alla guida del Paese. Netanyahu apre la cerimonia televisiva con un discorso, seguito da Benny Gantz, che da ex rivale si trasforma in partner. Riveste il ruolo di primo ministro supplente, nonché di ministro della Difesa, per i primi 18 mesi del mandato, prima di scambiare il posto con Netanyahu[45].

La rotazione fa parte di un accordo di coalizione senza precedenti[46]. Nasce il governo più ampio nella storia di Israele, nel momento in cui la crisi economica infuria e la disoccupazione raggiunge i livelli più alti nei 72 anni di storia di Israele[47]. La povertà in Israele è un problema significativo, ma la questione è spesso taciuta, o persino sconosciuta, a gran parte delle comunità ebraiche all’estero. Secondo i dati del 2021 dell’Istituto nazionale delle assicurazioni, infatti, il 21% della popolazione israeliana vive in condizioni di povertà[48].

Sono dati tragici: il 10,6% delle famiglie è senza cure mediche. Nel 2021, Israele registra il secondo più alto tasso di povertà nel mondo sviluppato, dietro al Costa Rica[49]. La sensazione di povertà soggettiva è aumentata[50]: nel 2021, quasi il 30,6% degli uomini israeliani e il 27,4% delle donne vive in miseria[51]. Tra le cause, l’incremento dell’inflazione e l’interruzione delle sovvenzioni statali alle famiglie a causa della pandemia di coronavirus[52]. Come se questo non fosse abbastanza allarmante, le statistiche sono ancora più terribili quando si parla di bambini che vivono in povertà: uno su tre.

Contrariamente a quanto si crede, non si tratta di persone cresciute in un ambiente socioeconomico basso, ma del ceto medio travolto dalla crisi[53]. Si ragiona sulla possibilità di aumentare i posti di lavoro nell’apparato dello Stato e di investire nell’istruzione e specializzazione, che “porterà ad un aumento dei salari e contribuirà a uscire dalla povertà”[54]. In Palestina, ovviamente, le cose vanno peggio. Secondo le Nazioni Unite, il 36% della popolazione palestinese nei territori occupati vive al di sotto della soglia di povertà.

Il rapporto evidenzia il ruolo dell’occupazione militare nella frammentazione dell’economia palestinese e nell’impedire ai suoi produttori l’accesso ai mercati regionali e globali. Il risultato è un massiccio deficit commerciale del 37% del PIL nel 2021 (tra i più alti al mondo) e la dipendenza commerciale da Israele, che nel 2021 rappresenta il 72% delle importazioni ed esportazioni palestinesi totali: gli ebrei controllano oltre i due terzi delle entrate fiscali palestinesi[55].

I risultati finali delle seconde elezioni del 2019[56]

Le cifre riflettono un quadro triste e preoccupante. Sicché, nel giugno del 2021, con una mossa a sorpresa, gli avversari di Netanyahu si uniscono e vincono le elezioni. Tutti contro di lui. Contro il più forte, il più contestato, divisivo e disprezzato, capace di qualsiasi nefandezza pur di non perdere nemmeno un centimetro del suo protagonismo[57]. È Premier a fasi alterne dal 1996[58], e gli avversari lo estromettono quando comprendono quel che è evidente a tutti: il vero problema di Israele è proprio lui[59]. Il bombardamento scellerato di Gaza[60] nel maggio 2021, gli scontri con gli arabi sulla spianata delle Moschee[61], e la questione a lungo controversa della coscrizione degli studenti dei seminari ultraortodossi, tradizionalmente esentati dal servizio militare automatico[62] sono la scintilla per gli otto partiti diversi tra loro per fare fuori Netanyahu.

La coalizione è abbastanza unita da approvare un nuovo bilancio, il primo in Israele in più di tre anni, ed effettuare nomine amministrative in posizioni chiave. Si consolidano le relazioni di Israele con l’amministrazione Biden e si approfondiscono i legami con i principali Stati arabi[63]. La coalizione è formata dall’ultra destra Yamina con il leader Naftali Bennett[64], dalla sinistra dei Laburisti, dai centristi di Yesh Atid (C’è un futuro[65]) dell’ex giornalista televisivo Yair Lapid[66] e dalla Lista Araba Unita.

Quest’ultimo è un’incognita. Molti israeliani lo considerano inadatto a gestire complesse questioni di sicurezza, tra cui il contrasto alle ambizioni nucleari dell’Iran[67]. In campagna elettorale promette di affrontare i costi degli alloggi, di porre fine alle esenzioni dalla leva militare per gli ultraortodossi e di legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso[68]. Da allora è stato ministro delle Finanze, degli Esteri, degli Affari strategici e primo ministro supplente, nonché leader dell’opposizione. Figlio di Yosef Lapid, ex ministro e sopravvissuto all’Olocausto, e di Shulamit Lapid, scrittrice, si è espresso a favore di una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese. Ma per assicurarsi l’appoggio di Bennett, che si oppone a uno Stato palestinese, accetta di non negoziare la creazione di un loro Stato per la durata dell’alleanza[69].

Si allea agli arabo israeliani della Lista Araba Unita, Ra’am, primo partito arabo nella storia d’Israele a entrare in un governo. Il suo leader, Mansour Abbas[70], islamista moderato, punta a un progetto più ampio, alla cooperazione tra arabi ed ebrei e stabilità politica, ma senza Netanyahu tra i piedi. Agli arabi promette investimenti mai visti: oltre 16 miliardi di dollari in piani di sviluppo[71]. Ma l’alchimia giusta tra le componenti non è semplice da trovare – e l’esperienza finisce dopo solo un anno di fatiche e discussioni[72]. Il tentativo di trasformare la psicologia dominante dal nazionalismo “etnico” di un Israele “Stato degli ebrei” ad un’identità civile ed egualitaria dello “Stato degli israeliani” fallisce[73].

L’accordo di governo si basa su un meccanismo di rotazione tra Naftali Bennett e Yair Lapid come primo ministro – una mossa già tentata da Netanyahu e Benny Gantz[74]. La nuova alleanza crolla ancor prima dell’approvazione del bilancio[75]. Netanyahu riesce a far cadere il governo, riportando il Paese nel caos politico[76], affermando che Bennett (che è stato in passato uno dei principali alleati di Netanyahu) stia istigando “la frode del secolo”, ingannando gli elettori e mentendo sulla realtà politica[77].

I leader degli otto partiti del “governo del cambiamento”: In senso orario dall’alto a sinistra: Merav Michaeli (Labour), Naftali Bennett (Yamina), Benny Gantz (Blue and White), Avigdor Liberman (Yisrael Beytenu), Gideon Sa’ar (New Hope), Yair Lapid (Yesh Atid), Mansour Abbas (Ra’am) e Nitzan Horowitz (Meretz)[78]

Bennett è stato capo di gabinetto dal 2006 al 2008, ex Ministro della Difesa, e ancor prima maggiore[79] della Sayeret Matkal[80], l’unità militare di forze speciali, e leader del movimento giovanile Bnei Akiva, la più grande organizzazione religiosa sionista del mondo, che ha come obiettivo l’educazione dei giovani ebrei alla Torah. “Bennett si preoccupa solo di sé stesso e perciò sta facendo nascere un pericoloso governo di sinistra”, dichiara Netanyahu, nonostante sia saldamente ancorato a destra: ultraliberista, portabandiera dei coloni in Cisgiordania, contrario alla creazione di uno stato palestinese[81].

La diversità ideologica tra gli otto partiti è stata una rovina, aggravata dalle pressioni incessanti della di destra di Netanyahu[82]. Su votazioni chiave, la coalizione si è trovata nell’impossibilità di governare[83]. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata[84] quando un disegno di legge che estende il diritto civile israeliano ai coloni nella Cisgiordania occupata è stato bocciato in parlamento[85]. Diversi membri arabi della coalizione si sono rifiutati di votare a favore del sistema. Questo ha impedito l’approvazione del disegno di legge e ha spinto la coalizione all’impasse politica[86].

Nel giugno del 2022, Lapid e Bennett si dimettono e indicono nuove elezioni, Lapid diventa primo ministro ad interim[87] per quattro mesi, fino a novembre 2022[88]: “Anche se andremo alle elezioni tra pochi mesi, le sfide che dobbiamo affrontare non aspetteranno. Dobbiamo affrontare il costo della vita, condurre la campagna contro l’Iran, Hamas e gli Hezbollah e dobbiamo opporci alle forze che minacciano di trasformare Israele in un paese non democratico”[89].

La decisione fa ripiombare Israele nella paralisi e getta un’ancora di salvezza politica a Benjamin Netanyahu[90]. Si arriva quindi alle ultime elezioni israeliane, le quinte in quattro anni[91], i cui i risultati finali confermano gli exit poll che promettevano un grande risultato della destra. Il Likud, Il partito guidato da Netanyahu, stravince, ed è un fiasco per la sinistra[92]. Netanyahu inizia il sesto mandato come primo ministro, solo 18 mesi dopo essere stato estromesso dal potere[93]. L’elettorato è ormai cosciente del fatto che il Primo Ministro abbia delle responsabilità penali e sia certamente l’ultimo uomo al mondo capace di fare la pace con la Palestina, ma l’emergenza economica richiede stabilità e certezza, e quindi meglio riprendersi lui.

Senza più alcun controllo

I risultati finali delle elezioni di novembre 2022 con il Likud, il partito di Netanyahu che riceve 32 seggi[94]

Le elezioni arrivano in un momento molto delicato per il Paese, non solo a causa della situazione economica: un aumento degli attacchi palestinesi[95], un’escalation della guerra clandestina tra Israele e Iran[96]. Le nuove elezioni offrono a Netanyahu una possibilità di avere in mano una maggioranza solidissima. Il governo uscente non è riuscito ad approvare una legge che impedisse a un candidato accusato di reati penali di diventare primo ministro.

Il timore è che Netanyahu approfitti del ritorno in carica per approvare leggi che possano ostacolare l’azione penale, lui nega ed attacca il governo uscente: ” Un governo che dipendeva dai sostenitori del terrorismo, che ha dimenticato la sicurezza personale dei cittadini di Israele, che ha portato il costo della vita a livelli inauditi, che ha imposto tasse inutili, che ha messo in pericolo la nostra entità ebraica. Questo governo va a casa”[97]. Gli fanno eco i palestinesi per bocca della parlamentare Aida Touma-Suleiman: “Il governo ha attuato una politica di estrema destra, espandendo gli insediamenti, distruggendo case e attuando una pulizia etnica nei territori occupati. Ha offerto briciole agli arabi in cambio della concessione di principi politici fondamentali”[98].

Lo spostamento a destra del governo israeliano crea inquietudine all’estero e in patria. Oltre 100 ambasciatori israeliani in pensione e funzionari del ministero degli Esteri hanno espresso preoccupazione per il nuovo governo israeliano in una lettera aperta per Netanyahu[99]. Nel suo discorso alla Knesset, “Bibi” afferma che dei tre principali compiti assegnati al suo governo, il primo sarà quello di “contrastare gli sforzi dell’Iran per ottenere armi nucleari”. La seconda priorità sarà sviluppare le infrastrutture del paese, compreso il lancio di un treno superveloce e la terza firmare nuovi accordi con le nazioni arabe[100].

Una delle questioni fondamentali, fin dalla nascita dello Stato di Israele, è la sua collocazione internazionale. Anche a causa dello storico ostracismo arabo, per decenni Gerusalemme è stata l’unico partner affidabile degli Stati Uniti nella regione (ed anche l’unica democrazia funzionante del Medio Oriente), finché la scoperta del grande giacimento petrolifero del Leviathan ha cambiato la prospettiva israeliana (non più importatrice d’energia, ma esportatrice), motivo per cui le monarchie dell’Arabia Saudita ed Abu Dhabi hanno cambiato il disegno delle alleanze, portando Israele al centro di uno schieramento solido e potente che comprende tutti gli avversari della Turchia e dell’Iran.

Tutto ciò è stato fondamentale per la parabola politica di Netanyahu: se prima il governo di Tel Aviv doveva restare agganciato all’alleanza (ed ai soldi) della comunità ebraica degli Stati uniti, oggi il rapporto si è rovesciato, anche perché – oramai da decenni – centinaia di migliaia di ebrei dell’Est Europa (quasi tutti russofoni) sono divenuti un gruppo di pressione elettorale ed economico: specie con l’arrivo di oligarchi ingombranti, come Arkady Gaydamak[101]. Israele si è dimostrata leale a Mosca almeno quanto lo era stato a Washington.

I bombardamenti a Gaza nel conflitto israeliano-palestinese[102]

Da anni ormai, Israele è uno dei partners militari (e di tecnologia per lo spionaggio) principali della Russia[103], ed ha firmato un accordo fondamentale: promette di non aver interscambio con l’Ucraina, ed in cambio la Russia blocca il proprio interscambio con l’Iran – un accordo fortemente voluto da Netanyahu[104]. Immediatamente dopo l’invasione dell’Ucraina, gli Stati Uniti hanno chiesto ad Israele di aderire al fronte delle sanzioni contro la Russia[105], ed una parte rilevante della Knesset ha espresso il parere positivo su questa richiesta e negativo sulla partecipazione del colosso russo Gazprom al consorzio che partecipa allo sfruttamento del giacimento del Leviathan[106].

Netanyahu nel 2015 era stato il regista dello storico accordo tra la società petrolifera israeliana (Delek International) e quella egiziana (Dolphinus Holdings), con un atto di forza nei confronti della maggioranza politica e della pubblica opinione del proprio paese[107]. Allo stesso modo ora impone un accordo tra Delek e Gazprom, senza curarsi delle sanzioni internazionali, offrendosi implicitamente come intermediatore di idrocarburi russi, aggirando l’embargo[108]. Non solo. Costretto dalle leggi antitrust a vendere la propria quota del 45,3% del giacimento petrolifero di Tamar, Delek International, grazie alla mediazione di Netanyahu, ha ceduto la sua quota al colosso militare degli Emirati Mubadala nell’ambito di un complesso accordo di forniture di tecnologie alla Russia, firmato nel settembre del 2021 e tuttora in vigore[109].

Il leader del Likud guida una coalizione con altri cinque partiti dell’estrema destra sionista e religiosa, che sono intenzionati a stravolgere il sistema giudiziario, ridurre l’autonomia palestinese nella Cisgiordania occupata, rafforzare ulteriormente il carattere ebraico di Israele e massimizzare il sostegno dello Stato agli ebrei più religiosi[110]. Poiché i colloqui di pace con i palestinesi sono falliti e il nazionalismo religioso ha preso forza, il partito di Netanyahu è diventato ancora più estremista[111], muovendosi con decisione in direzione della nascita di uno stato teocratico[112].

Il dato più sconvolgente alle ultime elezioni è dato dagli oltre 30 seggi su 120 ottenuti dalla destra religioso-fondamentalista, pari a metà del totale dei seggi sui quali può contare Netanyahu.  Oltre ai due partiti – Shas e Ebraismo unito nella Torà – che riflettono tradizionalmente le istanze delle comunità Haredi o ultraortodosse e mirano ad imporre la concezione teocratica al paese, ha riscosso un successo eclatante la formazione detta “Sionismo religioso”, molto forte tra i giovani. Questa formazione è, in una delle sue componenti, erede del Kach[113], il partito fondato da Meir Kahane, alfiere del razzismo anti-arabo, escluso per tale motivo dal Parlamento sul finire degli anni ’80[114].

La visione kahanista vede la violenza e la vendetta come imperativi religiosi ebraici, ed Israele come indegno di esistere a meno che non tolga di mezzo i non Ebrei e che i suoi Ebrei si impegnino a vivere una vita osservante della Torah. È un’ideologia rabbiosa ed intransigente che da mezzo secolo continua a trovare seguaci entusiasti, attratti dalla sua visione dualistica del bene e del male, e dalla sua predisposizione ad agire in nome dell’orgoglio ebraico[115].

Il governo dei più ladri

Lunedì 20 giugno 2022: il primo ministro israeliano Naftali Bennett, a sinistra, e il ministro degli Esteri Yair Lapid, dopo una dichiarazione congiunta alla Knesset, annunciano la fine della loro coalizione[116]

Il Sionismo religioso predica l’espulsione non solo dei palestinesi ma anche degli arabi di Israele, a meno che non accettino un test di fedeltà allo stato, l’annessione dell’intera Cisgiordania, la discriminazione delle comunità LGBT, l’ingerenza del potere esecutivo sulla Corte Suprema e il sistema giudiziario[117]. Tutti amici del Primo Ministro, che guida così un blocco di ultranazionalisti e partiti ultra religiosi di estrema destra. Li ha nominati a incarichi ministeriali. Tra di loro, Itamar Ben Gvir, un estremista che è stato[118] condannato per sostegno al terrorismo[119] e incitamento al razzismo: è stato nominato Ministro della sicurezza nazionale, supervisionando la polizia in Israele e alcune attività di polizia nella Cisgiordania occupata[120].

Riconosciuto “suprematista ebraico” e sostenitore dell’uso dei metodi più brutali contro i palestinesi, oggi Ben Gvir incarna, come indica il nome del suo movimento, Power Jewish (Potere Ebraico), il “potere” raggiunto dal razzismo nella generazione che sembra aver dimenticato l’Olocausto, per aderire a un’ideologia di apartheid ebraica. La violenza di Ben Givr è rivolta contro tutti “gli arabi”, ma spesso se la prende con gli israeliani che non condividono il suo pensiero[121]. Gvir, che ha 46 anni, è stato condannato per almeno otto crimini, tra cui sostegno a un’organizzazione terroristica e istigazione al razzismo[122].

L’altro partner di estrema destra nel governo, Avi Maoz del partito anti-Lgbt+ Noam, ha chiesto di vietare la manifestazione del Gay Pride di Gerusalemme e di reprimere le pari opportunità per le donne nell’esercito, limitando l’immigrazione in Israele agli stessi ebrei secondo una rigida interpretazione della legge ebraica[123].

A capo del Ministero delle finanze Netanyahu ha nominato Bezalel Smotrich, leader del partito Sionismo religioso. Gli ha conferito il potere di nominare il capo del Coordinatore delle attività di governo nei territori (COGAT), un’unità militare israeliana che si occupa della gestione delle frontiere e dei permessi per i palestinesi. Smotrich ha proposto una serie di drastiche riforme per minare l’indipendenza giudiziaria. Ciò include l’impossibilità di accusare un funzionario pubblico di frode e abuso di fiducia, un’accusa che Netanyahu deve affrontare nel suo processo per corruzione in corso[124], così come altri 4000 politici e funzionari di Stato[125].

Uno di queste migliaia di casi riguarda la relazione del Primo Ministro con due uomini d’affari: Arnon Milchan[126], produttore cinematografico israeliano di Hollywood, e James Packer[127], miliardario australiano. Il procuratore generale israeliano Avichai Mandelblit afferma che Netanyahu e la moglie Sara hanno ricevuto da costoro dei doni, “principalmente scatole di sigari e casse di champagne”, in modo continuativo, “tanto da diventare una sorta di ‘canale di approvvigionamento'”. Il valore della merce è di circa 700’000 shekel (198’000 dollari). Netanyahu sostiene che si tratta solo di pegni di amicizia. Milchan e Packer non sono stati incriminati, e del resto negano qualsiasi illecito[128].

Arnon Mozes, stato accusato di corruzione[129]

Un altro caso riguarda gli incontri tra Netanyahu e Arnon Mozes, azionista di controllo del gruppo Yedioth Ahronoth, che pubblica un importante quotidiano israeliano[130]. I giornali di Mozes, in passato, sono stati ferocemente critici nei confronti del primo ministro e hanno sostenuto fortemente il Presidente Isaac Herzog[131], rivale di Netanyahu. Ma le vendite di Yediot sono state duramente colpite da Yisrael Hayom, un quotidiano gratuito di proprietà del magnate statunitense Sheldon Adelson, da sempre sostenitore di Netanyahu[132]. Così, prima delle elezioni del 2014, Mozes avrebbe avviato delle trattative con Netanyahu, chiedendogli di approvare una legge che avrebbe ridotto la diffusione di Yisrael Hayom in cambio del sostegno dei giornali di Mozes al leader del Likud. Netanyahu ammette di aver parlato con Mozes, ma solo nel tentativo di incastrarlo[133].

Non finisce qui: in un altro caso, il procuratore generale descrive un “accordo reciproco” tra Netanyahu e Shaul Elovitch, l’azionista di controllo della più grande società di telecomunicazioni israeliana, Bezeq, proprietaria del sito web di notizie Walla![134]. Netanyahu ha anticipato vantaggi normativi per un valore di oltre 1 miliardo di shekel (circa 280 milioni di dollari) a Elovitch. I giudici affermano che in cambio Netanyahu, che all’epoca era anche ministro delle comunicazioni israeliano, abbia ricevuto una copertura giornalistica favorevole su Walla! ed abbia persino potuto indirizzare la strategia editoriale[135].

Del resto, la corruzione, nella Terra Promessa, ha una grande tradizione[136]. Tra i condannati, il politico più importante è l’ex primo ministro Ehud Olmert, accusato di aver favorito il proprio braccio destro, Uri Messer, ed aver utilizzato fatture false a carico di enti benefici per ottenere dei rimborsi sui viaggi. Molto più grave è l’imputazione per aver ricevuto denaro da Morris Talansky, un ebreo di nazionalità statunitense, al fine di promuovere la sua attività sul territorio di Israele [137].

Prima di lui c’era Moshe Katsav, l’ottavo presidente di Israele, condannato per reati sessuali, tra cui due stupri, a sette anni di reclusione[138]. A scatenare la rabbia sono state anche le condanne di Aryeh Deri[139] per aver accettato tangenti e utilizzato denaro pubblico a beneficio di un’associazione gestita dalla moglie[140]. Deri è il leader del potente partito ultraortodosso Shas, che difende gli ebrei di etnia Mizrahi (originari di paesi arabi o nordafricani). I problemi legali di Deri hanno portato ad accuse di discriminazione e razzismo da parte degli ebrei ashkenaziti (di origini europee), anche di recente, dopo che la Corte Suprema lo ha escluso dal servizio come ministro[141] a metà del Gennaio 2023[142]. Di conseguenza, Netanyahu, che ha una lunga e stretta collaborazione con Deri, ha dovuto farlo dimettere[143]. Tutti casi che hanno fatto infuriare l’opinione pubblica[144].

Ancora tanti casi: l’ex ministro della Difesa e leader dell’estrema destra Avigdor Lieberman, capo di Yisrael Beiteinu, ha commesso molti reati[145], tra cui frode e abuso nella nomina di un ambasciatore[146], nonché l’aggressione a due ragazzi. Stas Misezhnikov, ministro del turismo, è stato condannato per aver trasferito ingenti somme di denaro ad una donna con cui aveva una relazione sessuale[147]. Il ministro delle finanze Avraham Hirchson è stato condannato per aver utilizzato fondi pubblici per scopi personali[148]. È stato condannato per aver rubato milioni di shekel dalla National Workers Labour Federation e dalla ONG Nili Jewish Youth for Israel[149].

Una democrazia allo sbando

Le vignette sulla corruzione di Netanyahu[150]

I rapporti della Banca mondiale indicano che Israele è in cima alla lista dei paesi più corrotti del mondo, con un livello che supera il tasso “accettabile” nei paesi sviluppati dell’8,8%. Qualunque sia la causa, la corruzione è più diffusa nelle alte sfere della società israeliana, tra coloro che hanno potere e influenza. Questa è una delle questioni più preoccupanti, almeno alla pari della “resistenza palestinese e della criminalità interna”, perché incide sull’immagine da cartolina pubblicitaria dello “Stato ebraico e democratico”[151].

Le manifestazioni di protesta continuano in tutto il Paese. Giovedì 9 marzo Netanyahu, è andato a Roma ad un incontro con il Primo Ministro italiano. I manifestanti hanno impedito che raggiungesse l’aeroporto in auto, costringendo l’esercito a trasportarlo per via aerea[152]. La presidente delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, lo ho accolto con queste parole: “Non può essere orgogliosamente ebraico il comportamento di chi incita all’odio e alla violenza verso il proprio vicino – coloni, di sinistra, arabo o palestinese che sia – di chi si fa giustizia da sé. Non si può essere orgogliosamente israeliani, né orgogliosamente ebrei, se in nome di una identità ebraica si offre come risposta al terrore e al lutto la violenza del singolo e la legittimazione ministeriale agli atti di vendetta”[153].

Sono parole che hanno turbato e scosso la comunità ebraica, ma che hanno un profondo senso di verità. Per placare la violenza sui territori occupati occorre fare un grande passo indietro e un radicale cambio di mentalità, tornando alle origini della morale ebraica, basato sull’equità e la giustizia[154]. Come in tutte le teocrazie, il regime, una volta stroncato il cosiddetto “nemico”, non essendo in grado di governare per il bene del paese, inizierà a massacrare la propria popolazione. E’ accaduto in passato in Germania, in Unione Sovietica, in Iran, in Turchia… ovunque. Se non si fa qualcosa oggi, della Terra Promessa non resterà che un campo minato e milioni di bare.

[1] TAL HANAN: LA MORTE DELLA VERITÀ | IBI World Italia ; VOYAGER LABS: L’ARMA SPUNTATA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE | IBI World Italia ; NETANYAHU COME ERDOĞAN: IL SOVRANISMO SPERA IN UN CONFLITTO MONDIALE | IBI World Italia
[2] https://www.timesofisrael.com/hundreds-mass-outside-netanyahus-jerusalem-residence-for-dueling-protests/
[3] https://www.youtube.com/watch?v=cvyE116lwd8
[4] https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/israele-decine-migliaia-piazza-contro-governo/AEC0W3tC?refresh_ce=1
[5] https://www.britannica.com/biography/Benjamin-Netanyahu
[6] https://it.finance.yahoo.com/video/israele-strada-contro-la-riforma-152923886.html?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_sig=AQAAAEbk8XmBAalFXhvQiOiMxoWQTTxJH5h1O6T8XpdZJkxHR3hGRARLUDhxmf9mGfbfCb5m93_UZAMtlhgWTW_pOw59mzTg-Q7keucPBhdF4T4GNAkN36s6KJUuprngmjdl-Rv74PewfLCbe4jUaDZjcaU87M27TVSY98vD8F7bBsSb
[7] https://www.newyorker.com/magazine/2023/02/27/itamar-ben-gvir-israels-minister-of-chaos
[8] https://www.asianews.it/notizie-it/Giudici-e-magistrati-contro-la-%E2%80%98devastante%E2%80%99-riforma-della-giustizia-targata-Netanyahu-57505.html
[9] https://www.newyorker.com/magazine/2023/02/27/itamar-ben-gvir-israels-minister-of-chaos
[10] https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/israele-decine-migliaia-piazza-contro-governo/AEC0W3tC?refresh_ce=1
[11] https://embassies.gov.il/rome/AboutIsrael/State/Pages/Organo%20legislativo%20la%20Knesset.aspx
[12] https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/israele-decine-migliaia-piazza-contro-governo/AEC0W3tC?refresh_ce=1
[13] https://www.nytimes.com/2021/06/13/world/middleeast/benjamin-netanyahu-israel-prime-minister.html
[14] https://www.nytimes.com/2021/02/08/world/middleeast/benjamin-netanyahu-trial.html
[15] https://edition.cnn.com/2022/12/29/middleeast/israel-benjamin-netanyahu-swearing-in-intl/index.html
[16] https://www.aljazeera.com/news/2022/5/15/nakba-mapping-palestinian-villages-destroyed-by-israel-in-1948
[17] https://www.vox.com/2018/11/20/18080002/israel-palestine-conflict-basics
[18] https://www.aljazeera.com/news/2022/5/15/nakba-mapping-palestinian-villages-destroyed-by-israel-in-1948
[19] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-39960461
[20] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-62457780
[21] https://www.vox.com/2018/11/20/18080002/israel-palestine-conflict-basics
[22] https://www.washingtonpost.com/world/2020/01/01/un-predicted-gaza-would-be-uninhabitable-by-heres-what-that-actually-means/
[23] http://genocidewatch.net/2014/07/28/9791/
[24] https://www.washingtonpost.com/world/2020/01/01/un-predicted-gaza-would-be-uninhabitable-by-heres-what-that-actually-means/
[25] Martin Shaw in Martin Shaw & Omer Bartov, The Question of Genocide in Palestine, 1948: An Exchange Between Martin Shaw & Omer Bartov, 12 Journal of Genocide Research 243, 244 (2010).
[26] https://ccrjustice.org/sites/default/files/attach/2016/10/Background%20on%20the%20term%20genocide%20in%20Israel%20Palestine%20Context.pdf pag. 1
[27] http://www.preventgenocide.org/lemkin/freeworld1945.htm
[28] http://genocidewatch.net/2014/07/28/9791/
[29] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-33223365
[30] https://www.washingtonpost.com/world/2020/01/01/un-predicted-gaza-would-be-uninhabitable-by-heres-what-that-actually-means/
[31] https://www.aljazeera.com/news/2022/5/11/shireen-abu-akleh-israeli-forces-kill-al-jazeera-journalist
[32] https://www.voanews.com/a/al-jazeera-journalist-s-killing-referred-to-icc-in-complaint-/6756871.html#:~:text=A%20coalition%20of%20lawyers%20and,targeting%20of%20the%20veteran%20reporter.
[33] https://reliefweb.int/report/occupied-palestinian-territory/israel-killed-five-times-many-palestinians-2022-it-killed-same
[34] https://www.nytimes.com/news-event/israel-elections-2019
[35] https://www.nytimes.com/2022/11/01/world/middleeast/israel-why-many-elections.html
[36] https://www.economist.com/middle-east-and-africa/2019/04/10/binyamin-netanyahu-appears-to-have-won-a-fifth-term
[37] https://www.jpost.com/Israel-News/Elections-set-for-Sept-17-after-coalition-talks-fail-591044
[38] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-49833050
[39] https://www.dw.com/en/israels-main-parties-begin-coalition-talks-to-end-election-deadlock/a-50558312
[40] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-49833050
[41] https://www.dw.com/en/israels-main-parties-begin-coalition-talks-to-end-election-deadlock/a-50558312
[42] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-49833050
[43] https://www.al-monitor.com/originals/2022/05/al-jazeeras-shireen-abu-akleh-pioneering-palestinian-reporter
[44] https://www.haaretz.com/israel-news/elections/2019-12-12/ty-article/.premium/knesset-dissolves-as-political-impasse-thrusts-israel-into-3rd-election-in-year/0000017f-e555-df2c-a1ff-ff5501380000
[45] https://www.washingtonpost.com/world/middle_east/after-three-elections-and-political-deadlock-israel-finally-swears-in-new-government/2020/05/17/ba25e752-9807-11ea-87a3-22d324235636_story.html
[46] https://www.israelnationalnews.com/news/293568
[47] https://www.washingtonpost.com/world/middle_east/after-three-elections-and-political-deadlock-israel-finally-swears-in-new-government/2020/05/17/ba25e752-9807-11ea-87a3-22d324235636_story.html
[48] https://www.aa.com.tr/en/economy/poverty-rate-rises-in-israel/2786254
[49] https://www.middleeasteye.net/news/israel-one-in-four-families-poverty-line
[50] https://www.jpost.com/business-and-innovation/article-728338
[51] https://www.middleeasteye.net/news/israel-one-in-four-families-poverty-line
[52] https://www.aa.com.tr/en/economy/poverty-rate-rises-in-israel/2786254
[53] https://www.latet.org.il/en/world-1/articles/poverty-in-israel#:~:text=According%20to%20the%20National%20Insurance,1%20in%20every%203%20children).
[54] https://www.jpost.com/business-and-innovation/article-728338
[55] https://unctad.org/news/palestinian-economy-reels-under-covid-19-impact-enduring-poverty-and-unemployment
[56] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-49833050
[57] https://ilbolive.unipd.it/it/news/israele-tutti-contro-netanyahu
[58] https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/13537120008719580?journalCode=fisa20
[59] https://ilbolive.unipd.it/it/news/israele-tutti-contro-netanyahu
[60] https://www.aljazeera.com/news/2021/5/15/building-housing-al-jazeeera-office-in-gaza-hit-by-israeli-strike
[61] https://www.huffingtonpost.it/entry/gerusalemme-nuovi-scontri-sulla-spianata-delle-moschee_it_6098d08de4b012351602f3a0/
[62] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-46674220
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[66] https://www.britannica.com/biography/Yair-Lapid
[67] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[68] https://edition.cnn.com/2022/07/01/middleeast/israel-lapid-profile-mime-intl/index.html
[69] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[70] https://main.knesset.gov.il/en/MK/APPS/mk/mk-personal-details/1007
[71] https://www.timesofisrael.com/arab-israeli-raam-party-makes-history-by-joining-bennett-lapid-coalition/
[72] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[73] https://www.hakeillah.com/israele-verso-un-regime-teocratico-2/
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[76] https://ilbolive.unipd.it/it/news/israele-tutti-contro-netanyahu
[77] https://www.timesofisrael.com/liveblog_entry/netanyahu-claims-bennett-carrying-out-the-scam-of-the-century/
[78] https://www.timesofisrael.com/lapid-inks-formal-coalition-deals-with-raam-yisrael-beytenu/
[79] https://ilbolive.unipd.it/it/news/israele-tutti-contro-netanyahu
[80] https://www.idf.il/en/mini-sites/idf-units/sayeret-matkal/sayeret-matkal/
[81] https://ilbolive.unipd.it/it/news/israele-tutti-contro-netanyahu
[82] https://edition.cnn.com/2022/07/01/middleeast/israel-lapid-profile-mime-intl/index.html
[83] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[84] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[85] https://www.aljazeera.com/news/2022/6/6/israeli-coalition-fails-to-pass-bill-on-upholding-settler-law
[86] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[87] https://edition.cnn.com/2022/07/01/middleeast/israel-lapid-profile-mime-intl/index.html
[88] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[89] https://www.timesofisrael.com/bennett-we-made-a-tough-decision-but-it-was-the-best-for-the-country/
[90] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[91] https://www.dw.com/en/benjamin-netanyahu-wins-majority-in-israeli-election/a-63643822
[92] https://www.haaretz.com/israel-news/elections/2022-11-03/ty-article/israel-election-final-results-netanyahu-jewish-far-right-win-power-fiasco-for-left/00000184-3e80-daf1-abc4-7f9a53f40000
[93] https://edition.cnn.com/2022/12/29/middleeast/israel-benjamin-netanyahu-swearing-in-intl/index.html
[94] https://www.jpost.com/israel-elections/live-updates-721259
[95] https://www.nytimes.com/2022/03/30/world/middleeast/israel-terrorism-attack.html
[96] https://www.nytimes.com/2022/06/13/world/middleeast/israel-poison-iranian-scientists.html
[97] https://dbpedia.org/page/Aida_Touma-Suleiman
[98] https://www.nytimes.com/2022/06/20/world/middleeast/israel-election-government-collapse.html
[99] https://www.middleeastmonitor.com/20200306-corrupt-israel-has-re-elected-a-prime-minister-charged-with-corruption/
[100] https://edition.cnn.com/2022/12/29/middleeast/israel-benjamin-netanyahu-swearing-in-intl/index.html
[101] https://www.liberation.fr/france/2015/11/25/arcadi-gaydamak-la-case-prison_1416132/?outputType=amp
[102] https://ilbolive.unipd.it/it/news/israele-tutti-contro-netanyahu
[103] https://web.archive.org/web/20100915095539/http://news.yahoo.com/s/afp/20100906/wl_mideast_afp/russiaisraelmilitarydiplomacy
[104] https://www.middleeastmonitor.com/20191213-israel-and-russia-coordinate-arms-sale-preventing-deals-with-iran/
[105] https://www.timesofisrael.com/israel-mulls-european-request-for-gas-as-russia-threatens-to-cut-eu-supplies/
[106] https://en.globes.co.il/en/article-russia-wants-share-in-israeli-gas-1001119921
[107] https://www.timesofisrael.com/delek-noble-sign-accords-for-15b-in-sales-of-israeli-natural-gas-to-egypt/ ; https://www.timesofisrael.com/netanyahu-signs-natural-gas-deal-passing-major-hurdle/
[108] https://www.energyvoice.com/oilandgas/152060/gazprom-delek-confirm-agreement-israel-natural-gas/
[109] https://www.offshore-technology.com/news/delek-stake-tamar-mubadala/
[110] https://europa.today.it/attualita/governo-israele-estremista-Netanyahu.html
[111] https://www.newyorker.com/magazine/2023/02/27/itamar-ben-gvir-israels-minister-of-chaos
[112] https://europa.today.it/attualita/governo-israele-estremista-Netanyahu.html
[113] https://www.hakeillah.com/israele-verso-un-regime-teocratico-2/
[114] https://orientxxi.info/magazine/itamar-ben-gvir-l-ascesa-al-potere-di-un-fascista-israeliano,6106
[115] https://www.assopacepalestina.org/2021/04/06/elezioni-israeliane-chi-era-meir-kahane-e-perche-la-sua-eredita-razzista-e-di-nuovo-rilevante/
[116] https://www.timesofisrael.com/bennett-we-made-a-tough-decision-but-it-was-the-best-for-the-country/
[117] https://www.hakeillah.com/israele-verso-un-regime-teocratico-2/
[118] https://edition.cnn.com/2022/12/29/middleeast/israel-benjamin-netanyahu-swearing-in-intl/index.html
[119] https://edition.cnn.com/2022/10/28/middleeast/netanyahu-comeback-extremists-mime-intl/index.html
[120] https://edition.cnn.com/2022/12/29/middleeast/israel-benjamin-netanyahu-swearing-in-intl/index.html
[121] https://orientxxi.info/magazine/itamar-ben-gvir-l-ascesa-al-potere-di-un-fascista-israeliano,6106
[122] https://www.newyorker.com/magazine/2023/02/27/itamar-ben-gvir-israels-minister-of-chaos
[123] https://europa.today.it/attualita/governo-israele-estremista-Netanyahu.html
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[125] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-46674220
[126] https://www.mymovies.it/persone/arnon-milchan/126280/filmografia/
[127] https://www.forbes.com/profile/james-packer/?sh=647c801d6de5
[128] https://www.timesofisrael.com/case-1000-benefactor-says-he-didnt-think-it-was-wrong-to-give-netanyahu-gifts/ ; https://www.timesofisrael.com/adelsons-milchan-ellison-mks-among-333-witnesses-in-case-against-netanyahu/
[129] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-47409739
[130] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-47409739
[131] https://www.britannica.com/biography/Isaac-Herzog
[132] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-47409739
[133] https://www.tabletmag.com/sections/news/articles/israeli-police-reportedly-have-recordings-of-netanyahu-negotiating-a-bribe-with-a-media-mogul
[134] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-47409739
[135] https://edition.cnn.com/2020/01/28/middleeast/israel-netanyahu-withdraws-immunity-request-intl/index.html
[136] https://www.middleeastmonitor.com/20200306-corrupt-israel-has-re-elected-a-prime-minister-charged-with-corruption/
[137] https://overland.org/israele-lex-premier-ehud-olmert-condannato-per-corruzione/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=israele-lex-premier-ehud-olmert-condannato-per-corruzione
[138] https://www.bbc.com/news/world-middle-east-12815941
[139] https://www.jewishvirtuallibrary.org/aryeh-deri
[140] https://www.middleeastmonitor.com/20200306-corrupt-israel-has-re-elected-a-prime-minister-charged-with-corruption/
[141] https://lens.monash.edu/@politics-society/2023/01/23/1385403/israels-constitutional-crisis-explained
[142] https://www.i24news.tv/en/news/israel/politics/1674047927-israel-s-high-court-of-justice-to-announce-ruling-on-deri-s-ministerial-appointment
[143] https://www.reuters.com/world/middle-east/netanyahu-fire-minister-ordered-by-top-israeli-court-confidant-says-2023-01-22/
[144] https://lens.monash.edu/@politics-society/2023/01/23/1385403/israels-constitutional-crisis-explained
[145] https://www.middleeastmonitor.com/20200306-corrupt-israel-has-re-elected-a-prime-minister-charged-with-corruption/
[146] https://www.reuters.com/article/israel-politics-lieberman-verdict-idCNL5N0IR0P120131106
[147] https://www.timesofisrael.com/dozens-remain-detained-in-yisrael-beytenu-corruption-case/amp/
[148] https://www.middleeastmonitor.com/20200306-corrupt-israel-has-re-elected-a-prime-minister-charged-with-corruption/
[149] https://www.haaretz.com/2013-01-16/ty-article/.premium/ex-finance-minister-gets-out-of-jail/0000017f-ef7f-d8a1-a5ff-ffff1d770000
[150] https://www.middleeastmonitor.com/20200306-corrupt-israel-has-re-elected-a-prime-minister-charged-with-corruption/
[151] https://www.middleeastmonitor.com/20200306-corrupt-israel-has-re-elected-a-prime-minister-charged-with-corruption/
[152] https://apnews.com/article/israel-protests-netanyahu-airport-disruption-legal-judicial-overhaul-05b22635b4c6e86e1ba5c36f57956f06
[153] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/03/09/netanyahu-parte-per-roma-assediato-dalla-protesta_4edf9714-54df-4355-9c43-7d8ee7fa6f93.html
[154] https://www.filosofico.net/filosofiaebraica.htm

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CAT: diritti umani, Geopolitica

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