La Germania concede l’asilo agli ex militari turchi che erano nelle basi NATO
Dopo il putsch militare del luglio dell’anno scorso in Turchia sono stati incarcerate decine di migliaia di persone con l’accusa di essere seguaci del predicatore Fethullah Gülen e di aver appoggiato i ribelli. Questo ha spinto diversi cittadini turchi a cercare asilo nei Paesi dell’Unione Europea. Tra essi anche militari in forza alle basi NATO che erano stazionati in Germania ed in Belgio, dopo essere stati espulsi dall’esercito turco, ex diplomatici e giudici; per lo più tutte persone dotate di passaporto diplomatico.
Mentre il Belgio non ha ancora preso posizione, il Ministero dell’interno tedesco ha confermato di avere concesso ad ex funzionari e militari turchi, il diritto d’asilo, specificando -come riportano diversi media nazionali- che a far data all’inizio del mese corrente erano state presentate 414 domande da esponenti di queste categorie. La decisione di riconoscere lo status di rifugiati è stata presa anche in considerazione dell’esito del referendum presidenzialista che ha assottigliato la divisione dei poteri in Turchia. Il Der Spiegel ed il Bayerischer Rundfunk indicano che avanti all’autorità per l’immigrazione sono pendenti 7.700 domande di asilo di cittadini turchi. Tra i tanti casi figura anche quello di un gruppo atterrato nel dicembre 2016 a Düsseldorf che si spacciò per una squadra di karate. Un componente della finta compagine sportiva fu sospettato di essere un trafficante di uomini e venne arrestato mentre altri due decisero di tornare indietro, ma in undici, tra cui un minorenne, chiesero rifugio alla Germania e furono assegnati ad un centro di prima accoglienza.
La decisione tedesca di concedere l’asilo agli ex militari di Ankara potrebbe dare adesso il via ad un effetto a catena e sbloccare una scelta analoga del Belgio o di altri Paesi Europei. Non è però priva di rischi diplomatici, il Ministro della difesa turco Fikri Işik aveva infatti chiesto alla Germania alla fine di gennaio di rigettare le richieste di asilo dei soldati turchi in forza alla NATO, riporta sempre il Bayerischer Rundfunk, e potrebbe quindi riaccendersi l‘astio tra i due Paesi.
La Germania ha invece bisogno di buoni rapporti con la Turchia anche perché regga l’accordo sull’assistenza ai profughi nel Bosforo; ha necessità che con il Governo di Ankara ci sia un ponte su pilastri solidi. Per fare un’immagine figurata, non uno che balli come quello di 458 metri, il più lungo ponte pedonale sospeso al mondo appena inaugurato sopra la Rappbodetalsperre nella catena dell’Harz in Sassonia, un attraversamento capace di provocare vere scariche di adrenalina. Nei rapporti diplomatici non c’è bisogno di ansie e tremori.
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