Lo strazio degli abbandonati: la Bielorussia non si arrende al tiranno

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13 Dicembre 2020

Sono passati quattro mesi, e li abbiamo già dimenticati. Dal 9 agosto le strade delle città della Bielorussia sono invase dalla gente che protesta e vuole una cosa sola – le dimissioni di un Presidente che non è stato scelto da nessuno. Abbiamo lasciato Svetlana Tikhanovskaya e le Tre Ragazze, perseguitate e nascoste, pronte al prossimo passo: negoziare con il Consiglio Europeo, farsi vedere e rispettare da tutto il Mondo.

La bandiera bianca e rossa è diventata un simbolo di libertà, la gente la sventola durante le proteste pacifiche, la stende fuori dai balconi (rischiando una multa e l’arresto[1]) e tutti coloro che vogliono sostenere il popolo bielorusso, ovunque nel mondo, la espongono in segno di solidarietà[2]. Il dittatore, Alyaksandr Lukašėnka, non vuole dimettersi – ed il paese gli ha gridato contro un ultimatum: ha creato un sito web, la cui parola d’ordine è “Basta!”[3], ha messo insieme una squadra pronta a prendere in mano le redini del governo e portare la Bielorussia a libere elezioni, ha continuato ad uscire in strada ed a pretendere tre cose: 1) le dimissioni di Lukašėnka; 2) stop alla violenza; 3) il rilascio immediato e senza condizioni di tutti i prigionieri politici, arrestati dopo l’inizio delle proteste[4]. Il giorno X dell’Ultimatum Popolare era il 25 ottobre 2020. E il 26 ottobre è iniziato uno sciopero nazionale di tutte le imprese, il blocco di tutte le strade principali, il crollo degli acquisti nei negozi di proprietà statale[5].

L’ultimatum è sostenuto anche dalla comunità dei Bielorussi all’estero (attualmente ci sono circa 1.5 milioni di bielorussi che vivono fuori dal paese – ovvero il 15% della popolazione di Bielorussia)[6]. Un popolo stanco di repressione e violazioni dei diritti umani che, nel corso di questi mesi, ha scelto Svetlana Tikhanovskaya come il Leader del futuro[7].

Il Giorno X, come era da aspettarsi,  Alyaksandr Lukašėnka non si è dimesso. Ha radunato le forze armate nei centri delle grandi città, ha bloccato l’accesso ad internet ed alle linee telefoniche[8], dopodiché ha dato il via al massacro: Euroradio, ogni giorno, pubblica le foto dei bossoli di gomma usati dalle forze di sicurezza contro i manifestanti, ma si usano anche gas lacrimogeni e granate. In due giorni l’esercito ha arrestato più di 300 persone, tra cui molti giornalisti[9]. Il 26 ottobre molte aziende sono entrate in sciopero: centinaia di operai della grande fabbrica chimica Grodno Azote[10], le aziende ad alta tecnologia del Parco Tecnologico di Minsk (PVT), le raffinerie di Belneftekhim[11] e molti altri, oltre ai negozi, i bar, i ristoranti, le scuole, le università, le associazioni di pensionati[12].

Poi è entrata in sciopero anche BelarusKaliy, il più grande produttore di fertilizzanti di potassio del mondo e il principale fornitore di valuta estera della Bielorussia[13]. Nei comunicati stampa, l’azienda dichiara che le miniere e gli impianti di lavorazione funzionano a pieno regime, ma i minatori raccontano di aver lavorato solo al 20-30% della capacità[14]. Lo sciopero, infatti, non è totale: i lavoratori hanno paura dei licenziamenti, della privazione di benefici materiali e sociali, ma anche della responsabilità amministrativa e penale[15]. Eppure, gli operai hanno continuato nonostante gli arresti e le minacce, finché, l’11 settembre, il tribunale di Minsk ha dichiarato illegale lo sciopero di Belaruskaliy[16]. Durante il processo, almeno sei persone sono state arrestate davanti al tribunale[17]. Alcuni membri del comitato di sciopero sono stati condannati a multe o a pene detentive[18].

Il colpevole silenzio dell’Occidente

I tappeti e le panchine colorate: il segno della resistenza e della richiesta di libertà[19]

Tra il 31 ottobre ed il 1° novembre si è tenuto (online) il Congresso Mondiale dei Bielorussi, organizzato dai rappresentanti della comunità bielorussa all’estero. Il Congresso è diventato un evento globale, per la prima volta le diaspore bielorusse di tutto il mondo si sono unite per discutere sul futuro del loro paese[20]. Il Congresso ha unito più di cento rappresentanti di movimenti ed iniziative, osservatori economici e politici, oltre a esperti in vari settori che vivono in tutto il mondo: Svetlana Tikhanovskaya, Ivonka Survilla, Pavel Latushko, Artem Ledovsky, Valery Tsepkalo, Veronica Tsepkalo, Olga Karach, Igor Leshchenya, Sergey Chaly, Natalia Radina, Sergey Dylevsky, Vadim Prokopyev, Alexandra Gerasimenya, Nikolai Khalezin e molti altri – nomi che in Occidente forse non conosciamo, ma che compongono l’élite scientifica, economica, artistica, politica ed intellettuale della Bielorussia[21], e che si accordano su un proposito semplice ed univoco: “Uno dei principali risultati del Primo Congresso mondiale dei bielorussi è la risoluzione[22] che formula chiaramente tutti i requisiti dei necessari per ripristinare lo status di democrazia e di legalità in seno alla Repubblica di Bielorussia”[23].

In Germania le associazioni della Diaspora creano l’iniziativa “Voi protestate, noi lavoriamo”: i lavoratori bielorussi decidono di mandare parte dei loro stipendi a coloro che, a casa, stanno scioperando, oppure sono stati licenziati ed hanno perso tutto. In pochi giorni (tra il 25 ed il 28 ottobre) l’iniziativa mette insieme una somma imponente: più di 600 mila euro[24]. Il Fondo di Solidarietà BySol (creato da Andrey Strizhak, Alexey Kuzmenkov e Jaraslau Likhachevski[25]), che ha lanciato, sostenuto ed organizzato l’iniziativa, al 12 dicembre ha raggiunto i 3 milioni di euro[26].

Visto il grande successo, l’iniziativa tedesca è stata sostenuta dai bielorussi di tutto il mondo. Sono moltissimi i bonifici di pochi euro, ma quotidiani, e la gente promette di continuare finché le dimostrazioni non finiranno e l’Ultimatum verrà accolto. Chi paga vuol far sapere a tutto il popolo della Bielorussia che non è solo, che ci sono migliaia di persone in tutto il mondo alle loro spalle, pronte a sostenerli – i messaggi vengono raccolti su una pagina su Facebook, perché i cittadini percepiscano il supporto degli amici del popolo bielorusso[27].

All’inizio di dicembre gli scienziati bielorussi hanno annunciato una raccolta di firme ed inviato una lettera aperta in cui esprimono preoccupazione per i licenziamenti continui e i mancati rinnovi dei contratti dei dipendenti degli Istituti dell’Accademia Nazionale delle Scienze della Bielorussia[28], motivate dalla posizione politica. La lista dei professori altamente qualificati licenziati è lunga e cresce ogni giorno[29]. La lettera è stata firmata da 530 scienziati bielorussi e stranieri[30]. Ma la stampa occidentale, con il passare del tempo, ha dimenticato la Bielorussia, e la pressione internazionale è scemata, fino a che non è sceso un desolato silenzio.

Un silenzio interrotto da alcune iniziative diplomatiche farraginose ed inefficaci: a novembre l’Unione europea ha imposto sanzioni a Alyaksandr Lukašėnka e ad altri 54 funzionari della Bielorussia per aver falsificato i risultati delle elezioni e represso i manifestanti[31], ma questo è stato un risultato inutile, immediatamente tacciato dal governo tedesco di essere completamente inefficace[32]. L’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa[33]) ha invitato le autorità bielorusse a tenere nuove elezioni presidenziali che soddisfino gli standard internazionali[34] – senza nessun resultato. Secondo il rappresentante speciale dell’UE per i diritti umani, Eamon Gilmore (ex Presidente dell’OSCE, ex-Vice Primo Ministro e Ministro degli esteri irlandese)[35], a Bruxelles si ragiona sulla possibilità di creare un tribunale internazionale per giudicare i responsabili della violenza contro i partecipanti alle proteste pacifiche[36].

La Commissione Europea lancia un pacchetto di aiuti da 24 milioni di euro per la società civile bielorussa – il nuovo programma di assistenza EU4Belarus (Solidarity with the People of Belarus), che si concentrerà su quattro aree chiave: a) sostegno finanziario alle associazioni della società civile e ai media indipendenti; b) sostegno ai giovani colpiti dalla crisi politica con un programma di borse di studio; c) aiuti e consulenze alle piccole e medie imprese; d) lancio di un programma di sostegno medico contro la pandemia COVID-19[37].

Il programma fa parte del pacchetto di sostegno da 53 milioni di euro annunciato già ad agosto dalla Presidentessa della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, che comprende anche 3.7 milioni di euro di sostegno di emergenza immediata per le vittime dell’oppressione e della chiusura dei media indipendenti[38]. Una cifra enorme in un paese in cui il salario minimo mensile è di 375 rubli bielorussi (121 euro), che dal 1° gennaio 2021 dovrebbe salire a 395 rubli (128 euro)[39]: “Con questo pacchetto di sostegno, l’UE mostra chiaramente di essere dalla parte del popolo bielorusso e conferma la sua disponibilità a rafforzare il sostegno alla società civile. Siamo inoltre pronti a sostenere un trasferimento democratico e pacifico del potere nel paese con tutti gli strumenti e i mezzi a nostra disposizione”, afferma il commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato, l’ungherese Olivér Várhelyi[40].

A ottobre anche la Svizzera ha aderito alle sanzioni imposte dall’Unione Europea[41]. L’11 dicembre la Svizzera ha deciso anche il congelamento dei beni ed il divieto di ingresso a 15 persone, tra cui Alyaksandr Lukašėnka e suo figlio, l’assistente alla sicurezza nazionale Viktor Lukašėnka. La Svizzera ha anche imposto un divieto alla fornitura di armi e merci alla Bielorussia, analogo a quello già introdotto dalla UE nel 2011[42]. Piccoli passi, ma che restano estemporanee e di difficile attuazione, poiché non comprendono l’unico passo che sarebbe decisivo: coinvolgere la Russia di Putin in una trattativa che abbia come unica soluzione possibile le dimissioni del presidente Lukašėnka e l’introduzione della democrazia.

La repressione preventiva: il caso Babariko

Il 10 ottobre 2020, il Presidente Alyaksandr Lukašėnka (a sinistra), si reca in visita al centro di detenzione e tortura del KGB (i Servizi di Sicurezza Bielorussi), dove incontra Viktor Babariko, suo figlio Eduard, la direttrice del Consiglio di Coordinamento Lilia Vlasova, l’uomo d’affari Yuri Voskresensky, il politologo americano Vitaly Shklyarov, l’attore Kirill Baday ed il manager di PandaDoc Dmitry Rabtsevich (che verrà poi rilasciato) per cercare di convincerli ad abiurare la protesta contro il regime[43]

Che ci fosse il rischio di una svolta autoritaria si era visto già prima delle elezioni: Lukašėnka ha deciso di eliminare i concorrenti prima del voto, come ha fatto con Viktor Babariko. Secondo molti, se il voto fosse stato senza brogli, avrebbe vinto lui: banchiere affermato e brillante, da anni presidente di Belgazprombank (la banca bielorussa controllata dal gigante petrolifero russo Gazprom)[44], apprezzato da Putin e dall’Occidente[45]. Tra la gente di Bielorussia, Babariko è divenuto famoso come amante dell’arte[46], per aver fondato e sostenuto finanziariamente Chance, una fondazione che aiuta bambini colpiti da malattie gravi e incurabili[47], e per aver acquistato 15’000 copie del libro della scrittrice Svetlana Aleksievich quando lei vinse il Premio Nobel, nel 2015, per donarle alle biblioteche pubbliche del Paese[48].

Il 12 maggio Babariko ha annunciato la sua candidatura[49], e una settimana dopo ha depositato 8904 firme – poco meno di quelle (11’480) presentate da Lukašėnka[50]. Per la prima volta, la popolazione ha visto in Babariko un candidato capace di scalzare il dittatore dal trono, e la comunità degli artisti, degli imprenditori e degli intellettuali ha pubblicamente annunciato di sostenerlo: il premio Nobel Svetlana Aleksievich[51], il regista Andrei Kureichik[52], il filosofo Vladimir Matskevich (che fino ad allora era sempre stato a favore del boicottaggio delle elezioni)[53], e due ex candidati, sconfitti da Lukašėnka nel 2010: Uladzimir Nyaklyaeu e Andrei Sannikov[54].

Alla fine di maggio i sondaggi su Internet hanno per la prima volta assegnato a Viktor Babariko la vittoria con più di 50% dei voti[55]. Il 31 maggio Babariko ha presentato la “Dichiarazione su elezioni eque”: in quel momento blogger Sergei Tikhanovskiy era già nel carcere (come alcuni altri attivisti), ma i picchetti per sostenere la sua moglie Svetlana Tikhanovskaya erano già in corso, e si trattava di negoziare la loro liberazione[56].

Lukašėnka aveva già deciso la mossa successiva: nonostante la candidatura fosse formalmente ineccepibile, il 14 luglio il Comitato Centrale ha negato la registrazione di Babariko con la scusa che mancava la dichiarazione dei beni immobili e finanziari esteri del candidato[57]. Babariko ha reagito immediatamente: prima ancora di presentare ricorso in appello, lui ed i suoi principali consulenti hanno deciso di candidare una persona formalmente inattaccabile: Svetlana Tikhanovskaya[58].

Ma la lotta per screditare l’opposizione era già iniziata: l’11 giugno la Polizia ha compiuto una razzia ed un sequestro presso la direzione di Belgazprombank, di cui Babariko era stato presidente del consiglio d’amministrazione fino al maggio 2020[59]. Tre membri del gruppo di sostegno alla candidatura Babariko vengono arrestati – tra loro il coordinatore per la regione di Mogilev, Vladimir Dudarev, ex vicesindaco di Mogilev[60]. Poche ore dopo la magistratura annuncia l’arresto di 15 manager della Belgazprombank con l’accusa di essere correi in “evasione fiscale aggravata” e “riciclaggio di fondi ottenuti con mezzi criminali aggravato”[61].

Lo stesso Babariko ha negato che tra il materiale sequestrato ci fosse “materiale compromettente” e sostiene che il procedimento penale sia solo un escamotage politico – tesi confermata dallo stesso Lukašėnka, affermando che “ha incaricato il Comitato di controllo dello Stato di verificare il lavoro di Belgazprombank”[62] in collaborazione con Gazprom e Gazprombank (gli azionisti russi della banca) cercando di evitare processi e trovando un compromesso per “aiutare a risolvere la situazione”[63].

Il 18 giugno la polizia arresta Viktor Babariko e suo figlio Eduard, ed il padre viene inviato al famigerato (per le torture) centro di detenzione del Comitato per la Sicurezza dello Stato (KGB)[64]. L’accusa principale è che Babariko abbia illecitamente sottratto 430 milioni di dollari dal patrimonio di Belgazprombank, e che il banchiere abbia illegalmente trasferito questo denaro, nel corso di anni, in qualità di responsabile delle “attività illegali” della banca, su conti privati in Lituania[65].

Il 20 giugno è stato presentato l’atto d’accusa contro Viktor Babariko, il giorno dopo quello contro suo figlio, ma questi documenti non sono mai stati resi pubblici, ed i due sono rimasti nel Centro di detenzione del KGB[66]. Intanto, fuori dalla galera, la popolazione ha iniziato a protestare ed a richiederne l’immediato rilascio[67]. Amnesty International ha inserito i nomi di padre e figlio nella lista dei carcerati innocenti, arrestati solo per obiezione di coscienza, ma non è servito a nulla. Babariko e gli altri sono ancora ostaggi del KGB[68].

Gli arresti di massa e la brutale violenza

Agenti senza uniforme trascinano alcune manifestanti dopo la manifestazione femminile del 19 settembre[69]

Dopo le elezioni, la gente è scesa nelle strade chiedendo giustizia. Nei primi giorni sono state arrestate 700 persone e ci sono stati almeno due morti[70]. Dopo la fine delle votazioni, Internet è stato bloccato, e le forze di sicurezza hanno mostrato una crudeltà senza precedenti nel disperdere le manifestazioni: ai manifestanti, che chiedono nuove elezioni e il rilascio dei prigionieri politici, ed agli operai che scioperano, Lukašėnka reagisce con pestaggi, torture e con arresti indiscriminati: oltre 650 procedimenti penali che, secondo il procuratore generale Andrei Shved, sono per la maggior parte accusati di terrorismo[71].

Alcuni esempi di queste condanne: si devono scontare due anni per scritte sui muri o sull’asfalto, ma può andare peggio, come a Natalia Hershe, che da 12 anni vive in Svizzera e si trovava a Minsk per visitare i parenti. Incappata in una manifestazione, il 19 settembre, è stata circondata e fermata da uomini senza divisa che l’hanno caricata a forza in un furgone. Spaventata a morte, ha strappato il passamontagna ad uno di loro[72]. Il risultato: 15 giorni di carcere preventivo e poi una condanna a 30 mesi di galera e 1000 rubli di multa (circa 325 euro) da pagare all’agente di polizia “vittima della violenza” della Signora Hershe – un poliziotto timorato di Dio, che sostiene di aver versato la cifra in beneficenza[73].

Una storia che conosciamo perché l’Ambasciatore svizzero a Minsk, Claude Altmatt, l’ha raccontata alla stampa e si sta impegnando per un processo d’appello[74]. Natalia Hershe è fortunata, perché di molte degli altri 7500 arrestati (specialmente donne, anziani e adolescenti) non si sa nulla, tranne che sono stipati in celle di circa 40 m2, nelle quali vivono fino a cento carcerati[75]. Nonostante gli esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite abbiano invitato la Bielorussia a smettere di torturare i prigionieri ed a rispettarne i diritti fondamentali – a partire dalla registrazione immediata e il controllo giudiziario delle detenzioni, con la possibilità di avvalersi di un avvocato[76] – fino ad oggi il governo non ha mostrato alcuna reazione.

Nella disperazione, in segno di protesta contro il regime, molte persone hanno rassegnato le proprie dimissioni, come ad esempio il tenente colonnello della polizia bielorussa Alyaksandr Akhremchik, che ha pubblicamente denunciato i maltrattamenti e gli omicidi: ufficialmente si sa solo di sette morti, perché non ci sono procedimenti penali in corso e di molte persone, scomparse nelle mani delle Forze di Sicurezza, non si conosce il destino[77].

I miliziani di Lukašėnka sparano ed uccidono Aleksandr Taraikovsky. Dopo diranno che fosse non un inerme passante, ma un terrorista morto per l’esplosione della bomba che stava preparando[78]

Secondo il governo, le vittime, con le loro azioni terroristiche, sono responsabili della propria sorte[79]: della propria morte, delle torture[80], delle minacce, delle violenze[81], degli stupri[82] (peraltro ufficialmente negati)[83] da parte delle forze di sicurezza contro i manifestanti. In questi mesi sono stati arrestati migliaia di persone, quasi tutte innocenti, poi detenute e torturate senza processo nei centri di detenzione[84]. Alcuni esempi: Aleksandr Taraikovsky, ufficialmente ucciso da una bomba che stava costruendo lui stesso – accusa poi smentita dai fatti, visto che il suo cadavere era crivellato di colpi di fucile[85]. Gennadij Schutov, ucciso con un colpo alla testa da distanza ravvicinata[86]. Alyaksandra Vikhora, picchiata selvaggiamente e lasciata morire senza assistenza[87].

Konstantin Shishmakov, scomparso senza lasciare traccia (la polizia sosteneva di non averlo arrestato), è stato trovato cadavere, morto di botte, in un vicolo dietro una stazione di polizia[88]. Attualmente, le Nazioni unite hanno potuto documentare 450 casi di tortura e maltrattamenti. L’ufficio del procuratore generale ha annunciato la creazione di una commissione interdipartimentale per indagare su questi fatti. Non è noto se la commissione abbia iniziato i suoi lavori e chi ne sia membro[89].

Seguendo l’esempio di Akhremchik, altri ufficiali si sono dimessi in segno di protesta, come uno dei piloti dello stormo militare elicotteri, Alexander Isachenko, che nella sua lettera di dimissioni ha scritto: “Considero inaccettabile partecipare ad azioni per ottenere il potere con metodi violenti utilizzando le forze armate della Repubblica di Bielorussia”[90].

Dopo di lui si è dimesso il luogotenente Nikita Storozhenko, membro del comitato investigativo: “Di recente i dubbi hanno cominciato a insinuarsi nella mia testa: servo la gente o no? Sono giunto alla conclusione che no. Ho provato a dimettermi anche prima delle elezioni presidenziali, ma la mia domanda è stata rifiutata”[91]. Lo stesso vale per il maggiore Yuri Maknach, capo delle pattuglie speciali di primo intervento, che si è dimesso dopo i primi giorni di violenze[92].

Cosa fa l’opposizione

Una manifestante reca in mano un’immagine del dittatore con la bocca grondante sangue

Nel nostro articolo di settembre avevamo raccontato di come grandi speranze della popolazione siano riposte nelle cosiddette Tre Ragazze. Svetlana Tikhanovkskaya ha lasciato la Bielorussia, inseguita da un mandato d’arresto, e passa il tempo incontrando i leader politici mondiali, chiedendo aiuto per il suo popolo: il ministro degli Affari esteri del Canada François-Philippe Champagne[93], poi i ministri degli esteri di Lituania, Lettonia ed Estonia[94]. Ha parlato con i medici, ringraziandoli per il loro lavoro, il loro aiuto ai feriti e la loro abnegazione nella lotta contro il Corona-Virus[95]. Poi ha sfidato nuovamente la polizia incontrando i minatori in sciopero di Belaruskaliy, un evento al quale hanno partecipato anche i fondatori della Fondazione BySol, che lavorano per sostenere economicamente gli scioperanti e coloro che sono stati licenziati[96].

Il 19 ottobre, Svetlana ha incontrato i deputati del parlamento svizzero, in visita a Vilnius, che hanno discusso con lei delle ipotesi su come la Confederazione possa sostenere diplomaticamente il popolo bielorusso e prendere parte ai negoziati sulla crisi nazionale. Tikhanovskaya ha ringraziato i deputati per le sanzioni elvetiche contro il regime di Lukašėnka e ha chiesto di aiutare gli atleti bielorussi esclusi dalle rappresentative nazionali a causa delle loro opinioni politiche[97]. Il presidente francese Emmanuel Macron le ha fatto visita nel suo esilio lettone[98], poi Tikhanovskaya ha visitato la Polonia, la Repubblica Ceca ed altri paesi dell’Est[99], incontrando politici, forze dell’ordine, studenti, rappresentanti della finanza e dell’industria: ovunque è stata accolta con solidarietà, onore, sostegno e rispetto.

Per chi si interessa, Svetlana Tikhanovskaya ha creato un canale su YouTube[100] per essere più visibile e promuovere le idee del Consiglio del Coordinamento. Per ora il canale ha poco più di 5000 iscritti e solo tre video. L’ultimo è stato aggiunto pochi giorni fa, all’inizio di dicembre: Tikhanovskaya si dimostra fiduciosa, sostiene che il regime stia cadendo a pezzi e confida sulla previsione secondo cui, dopo la fase di pressione e protesta, arriverà la fase del dialogo e tutti saranno finalmente seduti al tavolo delle trattative[101].

Svetlana Tikhanovskaya, simbolicamente imbavagliata

Sempre in questo video, Tikhanovskaya si dichiara di essere pronta a guidare il Paese in questo periodo di transizione: il suo obiettivo è di unire i migliori esperti e le forze democratiche per far sì che la Bielorussia si avvicini alle nuove elezioni con le minori tensioni possibili – è proprio per questo che esiste un Consiglio di coordinamento (mai riconosciuto dal Governo) e un Gabinetto-Ombra che prepara il rilancio della democrazia e dell’economia del popolo bielorusso[102]: “Abbiamo già sviluppato un concetto per le nuove elezioni; un progetto di riforma costituzionale da realizzare dopo la partenza di Alyaksandr Lukašėnka; dei programmi di assistenza economica ai gruppi vulnerabili e di sostegno alle piccole e medie imprese. Continuiamo a fare pressione sul regime e lavoriamo su come allentare e accelerare il periodo di transizione e restituire il potere al popolo”[103].

I risultati si vedono: Svetlana Tikhanovskaya è stata inclusa nella lista “50 top people of the Year” di Bloomberg[104], e nonostante il governo, ufficialmente, la ignori e la consideri una terrorista, secondo un parlamentare dell’opposizione bielorussa ci sarebbero stati contatti non ufficiali con il Cremlino. Il consigliere per gli affari internazionali di Tikhanovskaya, Franak Vyachorka, sostiene che anche se un mandato presidenziale verrà probabilmente ritardato quanto possibile, alla fine sia interesse comune addivenire al più presto a nuove elezioni[105]. A questo proposito, Tikhanovskaya crede che i negoziati con l’attuale governo siano inevitabili. “E quando si raggiungeranno gli accordi, e i prigionieri politici verranno rilasciati, allora inizierà un periodo di transizione che porterà a nuove elezioni. Ma ancora una volta, tutto dipende dai negoziati, da chi sarà a questo tavolo negoziale e da dove sarà l’ex presidente in quel momento”[106].

Fuga di massa: il caso PandaDoc

Azione di protesta a Minsk contro il procedimento penale contro i dipendenti di PandaDoc, 4 settembre 2020. Scritta sul cartello: “Errore 404. Democracy: Not found”[107]

L’Ultimatum è stato sostenuto anche dalla Comunità medica e dall’ex-Ministro della cultura di Bielorussia, perché anche all’interno dell’organizzazione del partito che gestisce il regime, cresce la consapevolezza del fatto che le persecuzioni stanno mettendo in ginocchio il Paese[108]. Ogni giorno che passa senza che si trovi una soluzione accettabile, ci sono più persone, e più aziende, che si sentono costrette ad emigrare: l’emorragia di personale qualificato è notevolmente aumentata dopo le elezioni presidenziali, e le autorità bielorusse, per cauterizzare la ferita, non sanno far altro che aumentare la violenza e le accuse strumentali[109].

La maggior parte di chi protesta è composta da giovani qualificati, che sono ricercati anche all’estero. Alyaksandr Lukašėnka ha minacciato i studenti che studiano in Polonia, ammonendoli che dovranno confermare il loro Diploma, se vorranno tornare in Bielorussia, con un esame, e che non sarà un esame facile[110]. Sfonda una porta aperta: la maggior parte di loro non ha nessuna intenzione di tornare.

L’ondata di violenza costringe la gente a scappare: dall’inizio di agosto più di 13’000 persone hanno lasciato la Bielorussia per trasferirsi in Polonia, in Ucraina e in Lituania[111]. Il governo vede una sola possibile soluzione: cambiare le leggi sull’emigrazione. Secondo il Primo ministro bielorusso Roman Golovchenko “notevoli sforzi saranno diretti a ridurre il deflusso della popolazione, soprattutto dei giovani, rendendo la migrazione esterna un carattere restituibile, prevenendo la cosiddetta “fuga di cervelli”[112].

È come cercare di vuotare il mare con un cucchiaio. Aziende importanti, come PandaDoc, uno dei brand più importanti della tecnologia bielorussa, sta spostando uffici e personali da Minsk agli Stati Uniti d’America[113], ed ora, per accelerare l’uscita dei propri collaboratori e delle loro famiglie, ha aperto filiali anche in Ucraina e Polonia – e l’85% dei dipendenti bielorussi ha già firmato la richiesta di essere spostata nelle sedi estere[114]. Mikita Mikado, fondatore di PandaDoc, sta ora cercando il supporto internazionale perché, per evitare che espatri, la polizia bielorussa detiene un manager, Viktor Kuvshinov, che fino all’ultimo era rimasto a Minsk[115]. Lui e quattro colleghi di PandaDoc Minsk sono accusati di appropriazione indebita per 33’000 euro. La società ha subito annunciato la chiusura ed ha portato all’estero i 250 dipendenti (con le loro famiglie) che ancora lavoravano in Bielorussia[116].

Mikado vive oggi nella Sillicon Valley ed ha annunciato che aiuterà economicamente i militi delle forze di sicurezza bielorusse che decidono di non voler più partecipare alla repressione – e poco dopo ha iniziato a ricevere minacce di morte[117]. Ha scelto di smettere di parlare alla stampa, ed il regime ha liberato tre dipendenti: la contabile Yulia Shardiko, il Direttore dell’Ufficio Marketing Dmitriy Rabtsevich e il Manager Vladislav Mikholap – ma Viktor Kuvshinov è tuttora dietro le sbarre (tre mesi dopo l’arresto), ed allora Mikado ha ripreso a martellare mediaticamente[118]: in una situazione come questa, la cosa peggiore è smettere di ricordare a tutti i nomi dei desaparecidos. Facendolo, si può stare certi che non torneranno mai più.

Mikita Mikado preoccupa Lukašėnka, perché è capace di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica Americana, e gli effetti si sono già visti: le esportazioni per gli USA, che nel 2016 avevano superato la cifra record di 200 milioni di dollari[119], sono azzerate dalle nuove sanzioni decise poche settimane fa e che dureranno almeno fino alla fine del 2021, il che comporta il blocco degli investimenti americani in 23 aziende bielorusse quotate in borsa, e lo stop al mandato esplorativo per un eventuale investimento in altre 19 aziende[120]. Parliamo di una cifra intorno a 1,8 miliardi di dollari[121]. Per giunta, PandaDoc ha come partner la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) e vari Stati, inclusi gli Stati Uniti, stanno partecipando a questo progetto[122]. Anche BERS sta ora voltando alle spalle al governo di Minsk, che aveva bussato a quella porta per ottenere ulteriori aiuti[123].

La reazione isterica di Alyaksandr Lukašėnka

Una manifestante bielorussa invoca l’aiuto della comunità internazionale

L’emorragia di personale qualificato va avanti da anni, sia a causa del regime, sia a causa delle misere condizioni economiche del Paese[124]. Ma qualcosa è cambiato. Soltanto un anno fa, il governo sosteneva di infischiarsene, di coloro che se ne andavano, come commentato dal presidente Lukašėnka: “Oggi le informazioni sono arrivate dalla Lettonia, perché alcuni sono andati lì, li hanno invitati lì. E dove vivono adesso in questo paese? In qualche residence per due dollari e mezzo al giorno. Dove sono i milioni, o almeno le migliaia di dollari, che erano stati loro promessi?”[125]. Ma quale è l’alternativa offerta dal regime, se non la repressione e la miseria? Per questo, sostiene chi scappa, è comunque meglio emigrare[126].

Invece di cercare una pacificazione, Lukašėnka minaccia: “Chiunque abbia intrapreso azioni illegali in violazione della legge è privato del diritto di essere uno studente”[127]. Secondo lui ogni persona che non lavora ed è in strada a protestare, “parassiti in giro” – è un criminale (lo ha affermato il 7 dicembre in una riunione sulle questioni economiche), e il Governo deve fare di tutto per costringere tutti a tornare al lavoro, con l’intervento della polizia e di chiunque altro, se necessario[128].

Alyaksandr Lukašėnka ha espulso i medici che hanno lavorato in Polonia, vietando loro di rientrare in Bielorussia: “Seguendo il nostro principio, non tratterremo nessuno. Tuttavia, devi capire: se te ne vai, non tornerai mai più, lavorerai lì e guadagnerai i tanti soldi per i quali hai lasciato la tua Patria”[129]. A partire dal 29 ottobre, infatti, molti bielorussi hanno avuto dei problemi per tornare a casa, dopo che il governo ha ordinato di aumentare i blocchi alle frontiere[130]. Dal 21 dicembre, ufficialmente a causa del COVID-19, la Bielorussia chiuderà le frontiere (in uscita),  tranne che per la Russia[131]. Gli esperti ritengono che sia un ennesimo disperato tentativo di fermare la fuga in massa dei lavoratori: “Le frontiere sono generalmente chiuse per l’ingresso, non per l’uscita. La partenza dei pazienti con COVID-19, qualora ci fosse, sarebbe un problema per altri paesi, non per la Bielorussia”[132].

L’isteria di Lukašėnka è dovuta al fatto che il dittatore, noto per i suoi gravi scompensi psichici[133], non riesce a capire perché mai, dopo tanti anni di regime, proprio ora la popolazione abbia deciso di ribellarsi. Ciò che è cambiato è che il delicato equilibrio tra generazioni è cambiato: chi aveva trascorso l’esistenza sotto il giogo sovietico, ed era abituato alla repressione, ha lasciato la vita attiva, ed al suo posto c’è una nuova generazione preparata, moderna e consapevole, che ha girato il mondo e pretende una rivoluzione sociale per la quale non accetta rinvii, nemmeno a causa della pandemia[134].

L’attenzione mediatica mondiale è scemata, e non ci sono più manifestazioni oceaniche come in agosto. Ma se il dittatore aveva creduto che finisse qui, si è sbagliato. La protesta si è organizzata in una campagna a lungo termine: Svetlana Tikhanovskaya, il Consiglio di Coordinamento, i media indipendenti lavorano su programmi di ampio respiro, si battono per creare i presupposti di un trapasso di poteri senza scompensi, sia dal punto di vista politico, sia da quello diplomatico ed economico: istituiscono fondi di solidarietà, lavorano alla nascita dei sindacati dei lavoratori e delle associazioni di categoria per i medici, i funzionari della sicurezza, i quadri dirigenti. Insieme ai vertici dell’Unione Europea studiano nuove sanzioni che, stavolta, possano veramente fiaccare la resistenza del regime[135].

La nascita del NAU (Народнае антыкрызіснае ўпраўленне – National Anti-Crisis Management[136]) è uno dei maggiori successi del Consiglio di Coordinamento, specie perché è riuscito a coinvolgervi alcune delle personalità di maggior spicco della Bielorussia, a partire dal presidente del NAU, Pavel Latushko, ex diplomatico e Ministro della Cultura del regime tra il 2009 ed il 2012[137] – primo tra gli ex collaboratori del dittatore che ha deciso di battersi per la democrazia, e che oggi cerca di portare l’Unione Europea e la Federazione Russa ad un tavolo di negoziati per obbligare Lukašėnka a dimettersi[138]: “il Presidente illegittimo sta portando la Bielorussia a una dittatura militare, oggi le persone in uniforme sono i soli leader responsabili, ad ogni livello ed in tutte le posizioni chiave. Il nostro compito è impedire che il Paese si trasformi in un campo di concentramento”[139].

Su iniziativa del NAU, l’11 dicembre, in 20 paesi (tra cui Lituania, Russia, Spagna, e Brasile) sono state inaugurate delle “Ambasciate del Popolo Bielorusso”, che hanno ottenuto il riconoscimento ufficiale di quei paesi come interlocutore in nome della nazione: si occuperanno della comunicazione, degli incontri con i diplomatici di altri paesi, interagiranno con altre associazioni della diaspora bielorussa, organizzeranno eventi economici, culturali e informativi. “È anche importante per noi dimostrare al regime che i bielorussi vogliono avere i loro legittimi rappresentanti all’estero”[140]. Un’evoluzione che per il regime, prima ancora che inattesa, è del tutto inesplicabile.

Ma questo non basta: finché gli sgherri di Lukašėnka sparano sulla folla e torturano i manifestanti, finché una magistratura compiacente continua a condannare come terroristi coloro che portano cartelli o scrivono sui muri[141], finché i calcoli di potere di Vladimir Putin considereranno Lukašėnka il male minore, non basterà scrivere sull’asfalto, nel punto in cui è stato ammazzato il primo manifestante, l’auspicio “Noi non dimentichiamo”[142]. Davvero non basta. Forse, una volta tanto, invece di fingere di “portare democrazia”, armati fino ai denti, in terre desolate piene soprattutto di petrolio, sarebbe il caso di ricordarsi che noi Europei siamo tutti fratelli, e che se un nostro fratello chiede, pacificamente, la libertà, noi abbiamo il dovere ed il piacere di aiutarlo.

[1] https://ej.by/news/sociaty/2020/12/11/militsiya-budet-nakazyvat-za-belo-krasno-belye-flagi-v-oknah-i.html
[2] Slide-show sotto: https://www.dw.com/ru/glava-pandadoc-mikita-mikado-politiki-ssha-interesujutsja-delom-nashej-firmy/a-55822197
[3] Il sito ufficiale di Ultimatum: https://ultimatum2020.org/
[4] Il sito ufficiale di Ultimatum: https://ultimatum2020.org/ ; https://www.rbc.ru/politics/13/10/2020/5f858c329a79477c6cf83170
[5] Tutta la giornata di 25-26 Ottobre: https://novayagazeta.ru/articles/2020/10/25/87691-narodnyy-ultimatum-online ; https://www.bbc.com/russian/features-54511536
[6] Ministero degli Esteri di Bielorussia: https://www.mfa.gov.by/mulateral/diaspora/
[7] Il sito ufficiale di Ultimatum: https://ultimatum2020.org/
[8] https://www.belta.by/president/view/Alyaksandr Lukašėnka-internet-v-belarusi-otkljuchajut-iz-za-granitsy-eto-ne-initsiativa-vlasti-402299-2020 ; https://www.rbc.ru/rbcfreenews/5f31b4719a79476e22929a21
[9] Tutta la giornata di 25-26 Ottobre: https://novayagazeta.ru/articles/2020/10/25/87691-narodnyy-ultimatum-online
[10] https://naviny.media/new/20201026/1603698680-na-grodno-azote-bastuyut-okolo-150-sotrudnikov-v-belneftehime-fakt ; https://realt.onliner.by/2020/11/09/na-grodno-azote-ostanovilsya-cex
[11] https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-10-26/belarus-opposition-starts-strike-as-lukashenko-ignores-ultimatum
[12] https://news.tut.by/society/705364.html ; https://www.currenttime.tv/a/v-belarusi-zabastovka/30912788.html
[13] https://officelife.media/news/19638-protesty-19-avgusta-belaruskaliy-ostanovil-dobychu-rudy-na-mtz-prishel-omon-maz-bastovat-ne-budet/
[14] https://realt.onliner.by/2020/08/21/Alyaksandr Lukašėnka-prigrozil-shaxteram
[15] https://officelife.media/news/19638-protesty-19-avgusta-belaruskaliy-ostanovil-dobychu-rudy-na-mtz-prishel-omon-maz-bastovat-ne-budet/
[16] https://naviny.media/article/20200911/1599845308-vlasti-obyavili-bastuyushchih-shahterov-vne-zakona
[17] https://naviny.media/new/20200911/1599812139-vozle-zdaniya-minoblsuda-zaderzhano-kak-minimum-shest-chelovek
[18] https://naviny.media/new/20200916/1600274874-chleny-stachkoma-belaruskaliya-aleksandr-novik-i-pavel-puchenya-arestovany
[19] Slide-show sotto: https://www.dw.com/ru/glava-pandadoc-mikita-mikado-politiki-ssha-interesujutsja-delom-nashej-firmy/a-55822197
[20] Il sito ufficiale del Congresso: https://belaruscongress.org/world-belarus-congress-rus/;  https://thinktanks.by/publication/2020/11/02/belorusy-mira-obedinilis-v-onlayne.html
[21] https://thinktanks.by/publication/2020/11/02/belorusy-mira-obedinilis-v-onlayne.html
[22] Il testo della Risoluzione: https://drive.google.com/file/d/1xpC9fTqkJ_UlIYsRFWT8wHJLkEg77K3W/view
[23] https://thinktanks.by/publication/2020/11/02/belorusy-mira-obedinilis-v-onlayne.html
[24] https://www.dw.com/ru/vy-bastuete-my-otrabotaem-kak-belorusy-zarubezhja-pomogajut-bastujushhim/a-55432365
[25] Official web-site of the Fund: https://bysol.org/english
[26] Official web-site of the Fund: https://bysol.org/english
[27] https://www.facebook.com/pg/YouStrikeWeWork/about/?ref=page_internal
[28] Istituto di Storia dell’Accademia Nazionale delle Scienze della Bielorussia http://history.by/en
[29] Lettera ufficiale e la lista: https://docs.google.com/document/d/1ihbC6kxqMr6UndQXTlitJRGrR7EDGWoNVkTbW3rifsA/edit
[30] https://thinktanks.by/publication/2020/12/08/bolee-500-belorusskih-uchenyh-podpisali-pismo-protiv-repressiy.html
[31] https://www.ilsole24ore.com/art/la-ue-approva-sanzioni-contro-bielorussia-e-avverte-turchia-ADUEr8s
[32] https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/10/12/germania-sanzioni-ue-la-bielorussia-blande-inserire-anche-lukashenko/
[33] https://www.osce.org/
[34] https://www.dw.com/ru/tihanovskaja-gotova-vozglavit-belarus-na-45-dnej/a-55843793
[35] https://www.panarmenian.net/rus/world/news/85968/ ; http://www.gilmore.ie/
[36] https://reform.by/185269-specpredstavitel-es-situaciej-v-belarusi-mozhet-zanjatsja-mezhdunarodnyj-tribunal ; https://www.dw.com/ru/belarusju-mozhet-zanjatsja-mezhdunarodnyj-tribunal/a-55823377
[37] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_20_2309 ; https://nexta.news/evrokomissiya-prinyala-paket-pomoshhi-grazhdanskomu-obshhestvu-belarusi-v-razmere-24-mln-evro/ ; https://reform.by/186732-evrokomissija-vydeljaet-24-mln-evro-grazhdanskomu-obshhestvu-belarusi
[38] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_20_2309
[39] https://reform.by/186666-minimalna-zarplata-v-2021-godu-mozhet-vyrasti-do-395-rublej
[40] https://reform.by/186732-evrokomissija-vydeljaet-24-mln-evro-grazhdanskomu-obshhestvu-belarusi
[41] https://naviny.media/new/20201212/1607749258-shveycariya-vvela-sankcii-v-otnoshenii-aleksandra-Alyaksandr Lukašėnka
[42] https://naviny.media/new/20201212/1607749258-shveycariya-vvela-sankcii-v-otnoshenii-aleksandra-Alyaksandr Lukašėnka
[43] https://www.nouvelles-du-monde.com/loukachenka-est-alle-en-prison-a-parle-avec-babariko-shklyarov-et-dautres-prisonniers-politiques/
[44] https://belsat.eu/en/news/banker-and-philanthropist-babaryka-may-stand-in-2020-presidential-election/
[45] https://www.dw.com/de/viktor-babariko-die-machthaber-sind-unsicher/a-53877209
[46] https://www.theartnewspaper.com/news/belarus-art-collector-viktor-babariko-arrested-as-protests-rage-against-country-s-longtime-leader-alexander-lukashenko
[47] https://www.eng.chance.by/
[48] https://pen-centre.by/en/2020/06/25/culture-held-hostage-we-demand-the-release-of-viktar-and-eduard-babaryka-removal-of-all-restrictions-on-cultural-projects.html
[49] https://news.tut.by/elections/684205.html
[50] http://rec.gov.by/sites/default/files/pdf/2020/vyd.pdf
[51] https://nn.by/?c=ar&i=252645&lang=ru
[52] https://www.youtube.com/watch?v=mFI9SVF799E
[53] https://www.naviny.media/article/20200616/1592303705-vladimir-mackevich-chto-delat-postavit-podpis-za-babariko
[54] https://charter97.org/ru/news/2020/6/15/382348/
[55] https://www.tut.by/poll/4312 ; https://nn.by/?c=poll&i=958 ; https://people.onliner.by/2020/05/26/vtoroj-tur-onlajn-battla-kandidatov-ostalos-vsego-devyat-pobeditel-budet-odin#_poll_39333549
[56] https://news.tut.by/elections/686782.html ; https://people.onliner.by/2020/05/31/xronika-vyborov-prodolzhaetsya-sbor-podpisej
[57] https://ria.ru/20200714/1574324883.html ; https://belaruspartisan.by/politic/506121/
[58] https://news.tut.by/economics/693057.html
[59] https://www.rbc.ru/society/19/06/2020/5eecc7959a7947dd5c44c328
[60] https://meduza.io/news/2020/06/12/v-belorussii-zaderzhali-15-sotrudnikov-belgazprombanka-ranshe-bank-vozglavlyal-konkurent-lukashenko-na-vyborah-viktor-babariko
[61] https://sputnik.by/incidents/20200612/1044915709/KGK-est-dokazatelstva-prichastnosti-Babariko-k-protivopravnoy-deyatelnosti.html ; https://meduza.io/news/2020/06/12/v-belorussii-zaderzhali-15-sotrudnikov-belgazprombanka-ranshe-bank-vozglavlyal-konkurent-lukashenko-na-vyborah-viktor-babariko
[62] https://www.rbc.ru/society/19/06/2020/5eecc7959a7947dd5c44c328
[63] https://meduza.io/news/2020/06/12/v-belorussii-zaderzhali-15-sotrudnikov-belgazprombanka-ranshe-bank-vozglavlyal-konkurent-lukashenko-na-vyborah-viktor-babariko
[64] https://news.tut.by/elections/689392.html ; https://news.tut.by/elections/689294.html?vk
[65] https://www.sb.by/articles/obnarodovany-podrobnosti-protivopravnoy-deyatelnosti-eks-glavy-belgazprombanka-viktora-babariko.html
[66] https://meduza.io/news/2020/06/20/kandidatu-v-prezidenty-belorussii-viktoru-babariko-pred-yavili-ugolovnoe-obvinenie ; https://meduza.io/news/2020/06/21/synu-viktora-babariko-pred-yavili-obvinenie
[67] https://www.rbc.ru/politics/18/06/2020/5eeb77239a794748c32c8638 ; https://kurer-sreda.ru/2020/07/15/582284-vyshli-sotni-lyudej-na-miting-protiv-otkaza-v-registracii-na-post-prezidenta-viktora-babariko-i-valeriya-cepkalo-v-belorussii-spisok-zaderzhannyx
[68] http://web.archive.org/web/20090116041137/http://www.amnestyusa.org/about-us/the-forgotten-prisoners-by-peter-benenson/page.do?id=1101201
[69] https://cronachedi.it/2020/09/19/bielorussia-marcia-delle-donne-a-minsk-arresti-di-massa/
[70] https://www.dw.com/ru/%D1%85%D1%80%D0%BE%D0%BD%D0%B8%D0%BA%D0%B0-%D0%BF%D1%80%D0%BE%D1%82%D0%B5%D1%81%D1%82%D0%BE%D0%B2-%D0%B2-%D0%B1%D0%B5%D0%BB%D0%B0%D1%80%D1%83%D1%81%D0%B8/t-54823191
[71] https://eadaily.com/ru/news/2020/10/29/bolee-650-ugolovnyh-del-vozbuzhdeny-v-belorussii-po-faktam-protestov
[72] https://www.bbc.com/russian/news-55266419 ; https://www.rferl.org/a/belarus-swiss-citizen-hershe-prison-protests-Alyaksandr Lukašėnka-husband/30992523.html
[73] https://www.bbc.com/russian/news-55266419 ; https://www.polishnews.co.uk/belarus-natalia-hershe-who-lives-in-switzerland-was-accused-of-using-violence-against-a-policeman/
[74] https://www.bbc.com/russian/news-55266419 ; https://www.polishnews.co.uk/belarus-natalia-hershe-who-lives-in-switzerland-was-accused-of-using-violence-against-a-policeman/
[75] https://www.kp.by/daily/217169.5/4270503/ ; https://people.onliner.by/2020/08/19/postradavshie-ot-nasiliya-pri-zaderzhanii
[76] https://www.ohchr.org/ru/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=26199&LangID=R
[77] https://www.freitag.de/autoren/wilfried-jonas/das-imperium-schlaegt-zurueck
[78] https://www.ilsussidiario.net/news/alexander-taraikovsky-video-morte-manifestante-minsk-gli-hanno-sparato-nel-petto/2060292/
[79] https://ej.by/news/sociaty/2020/09/14/ubiystva-i-pytki-vo-vremya-protestov-mesyats-molchaniya.html
[80] http://www.moyby.com/news/405314/ ; https://spring96.org/ru/news/99334
[81] https://people.onliner.by/2020/08/19/postradavshie-ot-nasiliya-pri-zaderzhanii ; https://www.kp.by/daily/217169.5/4270503/
[82] https://news.tut.by/society/700552.html ; https://www.hrw.org/ru/news/2020/09/14/376373
[83] https://ej.by/news/sociaty/2020/09/14/ubiystva-i-pytki-vo-vremya-protestov-mesyats-molchaniya.html
[84] https://esquire.ru/articles/201723-eto-vyrazhenie-moey-grazhdanskoy-pozicii-podpolkovnik-belorusskoy-milicii-uvolilsya-iz-za-izdevatelstv-silovikov-nad-protestuyushchimi/#part0
[85] https://novayagazeta.ru/articles/2020/08/15/86686-ne-vzryv-a-pulya-foto-dnya
[86] https://www.freitag.de/autoren/wilfried-jonas/das-imperium-schlaegt-zurueck
[87] https://t.me/euroradio/4929
[88] https://www.pravda.com.ua/rus/news/2020/08/18/7263376/ ; https://www.facebook.com/mein.name.ist.belarus/posts/241074437202272
[89] https://ej.by/news/sociaty/2020/09/14/ubiystva-i-pytki-vo-vremya-protestov-mesyats-molchaniya.html
[90] https://esquire.ru/articles/201723-eto-vyrazhenie-moey-grazhdanskoy-pozicii-podpolkovnik-belorusskoy-milicii-uvolilsya-iz-za-izdevatelstv-silovikov-nad-protestuyushchimi/#part0
[91] https://esquire.ru/articles/201723-eto-vyrazhenie-moey-grazhdanskoy-pozicii-podpolkovnik-belorusskoy-milicii-uvolilsya-iz-za-izdevatelstv-silovikov-nad-protestuyushchimi/#part0
[92] https://www.pvlida.by/index.php/news/vse-novosti/item/5590-na-zashchite-zhizni-i-zdorovya-grazhdan ; https://www.freitag.de/autoren/wilfried-jonas/das-imperium-schlaegt-zurueck
[93] https://reform.by/172071-svetlana-tihanovskaja-vstretilas-s-ministrom-inostrannyh-del-kanady
[94] https://reform.by/172071-svetlana-tihanovskaja-vstretilas-s-ministrom-inostrannyh-del-kanady
[95] https://nexta.news/svetlana-tihanovskaya-provela-onlajn-vstrechu-s-belarusskimi-vrachami/
[96] https://www.belnovosti.by/obshchestvo/svetlana-tihanovskaya-poobshchalas-s-shahterami-belarusi ; https://news.myseldon.com/ru/news/index/239283989
[97] https://ru.slovoidilo.ua/2020/10/19/novost/politika/tixanovskaya-vstretilas-deputatami-parlamenta-shvejczarii ; https://nexta.news/svetlana-tihanovskaya-provedet-vstrechu-s-deputatami-parlamenta-shvejczarii/
[98] https://www.ft.com/content/4c2396ec-5160-43fa-a0d1-ae271bece1e4
[99] https://belarus-news.com/2020/10/20/detali-vstrechi-s-merom-varshavy-rafalom-tshaskovskimsvetlana-tihanovskaya-podnyala/ ; https://www.polskieradio.pl/397/7830/Artykul/2604995,%d0%a1%d0%b2%d0%b5%d1%82%d0%bb%d0%b0%d0%bd%d0%b0-%d0%a2%d0%b8%d1%85%d0%b0%d0%bd%d0%be%d0%b2%d1%81%d0%ba%d0%b0%d1%8f-%d0%b2%d1%81%d1%82%d1%80%d0%b5%d1%82%d0%b8%d0%bb%d0%b0%d1%81%d1%8c-%d1%81-%d0%b3%d0%bb%d0%b0%d0%b2%d0%be%d0%b9-%d0%b0%d0%b4%d0%bc%d0%b8%d0%bd%d0%b8%d1%81%d1%82%d1%80%d0%b0%d1%86%d0%b8%d0%b8-%d0%bf%d1%80%d0%b5%d0%b7%d0%b8%d0%b4%d0%b5%d0%bd%d1%82%d0%b0-%d0%9f%d0%be%d0%bb%d1%8c%d1%88%d0%b8-%d0%b8-%d0%bc%d1%8d%d1%80%d0%be%d0%bc-%d0%92%d0%b0%d1%80%d1%88%d0%b0%d0%b2%d1%8b
[100] Il canale YouTube di Svetlana Tikhanovskaya: https://www.youtube.com/channel/UCcCJ5p6hQi1n-xaYkSMILXg
[101] L’ultimo appello di Svetlana Tikhanovskaya: https://www.youtube.com/watch?v=4H-0MZrD_ew
[102] L’ultimo appello di Svetlana Tikhanovskaya: https://www.youtube.com/watch?v=4H-0MZrD_ew
[103] L’ultimo appello di Svetlana Tikhanovskaya: https://www.youtube.com/watch?v=4H-0MZrD_ew
[104] Bloomberg: https://www.bloomberg.com/features/2020-bloomberg-50/#sviatlana-tsikhanouskaya
[105] https://www.dw.com/ru/tihanovskaja-gotova-vozglavit-belarus-na-45-dnej/a-55843793
[106] https://www.dw.com/ru/tihanovskaja-gotova-vozglavit-belarus-na-45-dnej/a-55843793
[107] https://www.dw.com/ru/glava-pandadoc-mikita-mikado-politiki-ssha-interesujutsja-delom-nashej-firmy/a-55822197
[108] Il sito ufficiale di Ultimatum: https://ultimatum2020.org/
[109] https://www.dw.com/ru/ne-nado-nikogo-derzhat-kak-Alyaksandr Lukašėnka-boretsja-s-utechkoj-mozgov-iz-rb/a-55843877
[110] https://www.dw.com/ru/ne-nado-nikogo-derzhat-kak-Alyaksandr Lukašėnka-boretsja-s-utechkoj-mozgov-iz-rb/a-55843877
[111] https://www.dw.com/ru/ne-nado-nikogo-derzhat-kak-Alyaksandr Lukašėnka-boretsja-s-utechkoj-mozgov-iz-rb/a-55843877
[112] https://www.dw.com/ru/ne-nado-nikogo-derzhat-kak-Alyaksandr Lukašėnka-boretsja-s-utechkoj-mozgov-iz-rb/a-55843877
[113] Sito ufficiale: https://www.pandadoc.com/about/
[114] https://www.dw.com/ru/glava-pandadoc-mikita-mikado-politiki-ssha-interesujutsja-delom-nashej-firmy/a-55822197
[115] https://www.dw.com/ru/glava-pandadoc-mikita-mikado-politiki-ssha-interesujutsja-delom-nashej-firmy/a-55822197
[116] https://meduza.io/news/2020/09/05/v-belarusi-arestovany-rukovoditeli-pandadoc-osnovatel-it-kompanii-ob-yavil-ob-evakuatsii-sotrudnikov-iz-strany ; instagram di Mikita Mikado https://www.instagram.com/tv/CEup6BjHwLO/?utm_source=ig_embed
[117] https://www.dw.com/ru/glava-pandadoc-mikita-mikado-politiki-ssha-interesujutsja-delom-nashej-firmy/a-55822197
[118] https://www.dw.com/ru/glava-pandadoc-mikita-mikado-politiki-ssha-interesujutsja-delom-nashej-firmy/a-55822197
[119] http://belarusianinstitute.org/research/belarus-u-s-trade-relations-and-investments/
[120] https://www.state.gov/reports/2020-investment-climate-statements/belarus/
[121] https://www.state.gov/reports/2019-investment-climate-statements/belarus/
[122] https://www.dw.com/ru/glava-pandadoc-mikita-mikado-politiki-ssha-interesujutsja-delom-nashej-firmy/a-55822197
[123] https://www.ebrd.com/belarus.html
[124] https://www.glistatigenerali.com/diritti-umani/come-tre-ragazze-potrebbero-salvare-la-bielorussia/
[125] https://www.dw.com/ru/ne-nado-nikogo-derzhat-kak-Alyaksandr Lukašėnka-boretsja-s-utechkoj-mozgov-iz-rb/a-55843877
[126] Il sito ufficiale di Ultimatum: https://ultimatum2020.org/
[127] https://www.dw.com/ru/ne-nado-nikogo-derzhat-kak-Alyaksandr Lukašėnka-boretsja-s-utechkoj-mozgov-iz-rb/a-55843877
[128] https://thinktanks.by/publication/2020/12/07/Alyaksandr Lukašėnka-segodnya-ne-rabotayuschiy-shatayuschiysya-chelovek-eto-buduschiy-prestupnik.html
[129] https://www.dw.com/ru/ne-nado-nikogo-derzhat-kak-Alyaksandr Lukašėnka-boretsja-s-utechkoj-mozgov-iz-rb/a-55843877
[130] https://ej.by/news/blogs/2020/12/10/10-dney-na-sbory-realnaya-prichina-zakrytiya-granits-belarusyu.html
[131] https://daily.afisha.ru/news/44878-belarus-s-20-dekabrya-zakroet-nazemnye-granicy-izza-koronavirusa/
[132] https://www.dw.com/ru/belorusam-zakryli-granicu-na-vyezd-covid-19-ili-politika/a-55895720
[133] Grigory Ioffe, “Reassessing Lukašėnka: Belarus in cultural and geopolitical context”, Palgrave MacMillan, New York 2014, pages 156-184 – see https://link.springer.com/content/pdf/10.1057%2F9781137436757.pdf
[134] https://thinktanks.by/publication/2020/12/01/dmitriy-kruk-v-belarusi-proizoshla-sotsialnaya-revolyutsiya.html
[135] https://thinktanks.by/publication/2020/12/07/vadim-mozheyko-prodolzhaetsya-simvolicheskaya-borba-za-gorod.html
[136] https://belarus-nau.org/en
[137] https://belarusfeed.com/latushko-peoples-anti-crisis-administration/
[138] https://cepa.org/an-exiled-belarusian-opposition-faces-a-credibility-test/
[139] https://www.dw.com/ru/chto-sobiraetsja-delat-belorusskaja-oppozicija-posle-smeny-vlasti/a-55827773
[140] https://ej.by/news/politics/2020/12/11/v-14-stranah-otkryty-narodnye-posolstva-belarusi.html
[141] https://meduza.io/news/2020/08/15/opublikovano-video-kak-v-minske-pogib-aleksandr-taraykovskiy-u-nego-nichego-ne-bylo-v-rukah-mvd-utverzhdalo-chto-on-brosal-bombu
[142] https://meduza.io/news/2020/12/08/uchastnik-aktsiy-protesta-v-minske-poluchil-dva-goda-kolonii-za-nadpis-ne-zabudem-na-trotuare

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CAT: diritti umani, Partiti e politici

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