La logorante selezione dei candidati in Sardegna

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22 Gennaio 2024

I partiti hanno trovato la quadra sulle candidature per le regionali della Sardegna del 25 febbraio solo attraverso scelte laceranti. Il centrosinistra si presenta diviso, mentre il centrodestra ha trovato l’unità solo l’ultimo giorno utile, dopo un lungo braccio di ferro tra la Lega e Fratelli d’Italia. Non è detto che queste lacerazioni siano un male, perché potrebbero ridare centralità sia alla Sardegna che alla strategia politica, da anni finita nel dimenticatoio.

La Sardegna

La Sardegna è una regione media che aveva rilevanza nazionale, anche grazie a personaggi come Emilio Lussu, Antonio Gramsci, Francesco Cossiga ed Enrico Berlinguer. Inoltre, si è contraddistinta per la gloriosa storia autonomista interpretata dal partito sardo d’azione, entità politica di estrazione socialista liberale, un tempo radicata nel centrosinistra.

Questa rilevanza è pian piano venuta meno. Il partito sardo d’azione ha smarrito gli ideali socialisti per confluire prima nel centrodestra berlusconiano, e poi associarsi alla Lega di Matteo Salvini. Si è così trasformato in un partito conservatore che ha rinnegato la sua storia. Nel frattempo, la politica romana si è concentrata sul proprio ombelico, oltre che sulle regioni più ricche o più popolose, lasciando in difficoltà tutte le altre.

La Sardegna è oggi una regione bellissima quanto particolare, dotata di ricche coste, di un capoluogo culturalmente e socialmente dinamico, mentre le aree interne rimangono arretrate. Al tempo stesso, le elezioni sarde acquisiscono interesse, perché dal 2004 nessuna coalizione è riuscita a confermare il presidente uscente. Inoltre, nel 2009, Walter Veltroni si dimise da segretario del PD, proprio dopo la sconfitta del presidente regionale uscente Renato Soru.

Le elezioni del 2019 hanno visto la vittoria del centrodestra guidato da Christian Solinas, leader del partito sardo d’azione alleato della Lega. Il centrosinistra, pur nettamente sconfitto, ha ottenuto un risultato dignitoso grazie alla campagna elettorale dell’ex sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Se il centrosinistra e il M5S si fossero coalizzati, avrebbero potuto avere qualche piccola chance, visto che Solinas si è fermato al 47% dei voti.

Il centrosinistra

Quest’anno, il PD ha stretto un’alleanza con il M5S che mette in pratica il nuovo corso della segretaria Elly Schlein. Per una volta, il PD si è messo sullo stesso piano del M5S, senza dare lezioni di buongoverno, ma accettando la candidatura di Alessandra Todde. Nuorese di nascita, Todde è uno dei nomi forti all’interno del partito, perché nota manager nel settore informatico ed ex viceministro allo Sviluppo Economico.

Il PD non ha indetto le primarie, perché avrebbero creato problemi all’alleanza con il M5S. Così, l’ex presidente Renato Soru ha lanciato la sua candidatura, in nome delle primarie mancate. Il patron di Tiscali è stato un onesto e intelligente presidente di regione che è ricordato per il piano paesaggistico regionale del 2006. In una regione dove le bellissime coste hanno subìto abusi di vario genere, il piano si prefiggeva di tutelare l’ambiente contro gli interessi degli speculatori.

Renato Soru diventò quindi un simbolo della sinistra intellettuale, un po’ da salotto, che in quegli anni andava di moda. Ad esempio, ricordo che il rettore della Scuola Normale Superiore Salvatore Settis lo invitò a tenere una lezione pubblica quando ero ancora uno studente universitario a Pisa. Grazie al buon lavoro svolto in passato, la candidatura di Soru ha avuto un sostegno trasversale dalla sinistra al centro, da Rifondazione Comunista fino ad Azione e +Europa.

Il centrosinistra non sembra quindi diviso sui programmi quanto sulle dinamiche politiche. Da una parte, l’ex presidente vuole riprendere il suo lavoro dopo tanti anni, malgrado la stagione degli intellettuali di sinistra sembri finita da tempo. Dall’altro, PD e M5S si accordano su base paritaria. I due partiti potrebbero puntare su un programma che riprende la strada di Soru, ma con un approccio che parte dal basso, e non dall’alto dei salotti.

Il centrodestra

Questa sfida è interessante per comprendere l’evoluzione del centrosinistra. Però la divisione avvantaggia il centrodestra che si presenta unito, malgrado un furioso scontro di potere. Infatti, il presidente uscente Solinas ha dovuto rinunciare alla candidatura in favore del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu.

Solinas ha ceduto dopo la notizia di un’indagine per corruzione a suo carico, di cui vedremo cosa stabilirà la magistratura, malgrado sin da ora si intravedano conflitti di interesse.

L’indagine ha rappresentato solo il colpo di scena finale del lungo braccio di ferro tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La presidente del consiglio vuole infatti ridisegnare le candidature di tutte le regioni che andranno al voto nei prossimi mesi; perché il quadro politico è radicalmente diverso rispetto al 2019, quando Fratelli d’Italia era un piccolo partito.

Oggi, Fratelli d’Italia vale quasi il 30% e Giorgia Meloni chiede agli alleati un peso specifico maggiore. La Sardegna inizia le danze, ma le richieste continueranno in Basilicata, Piemonte e Umbria. Non in Abruzzo, dove il presidente Marco Marsilio è già espressione del partito di Meloni.

Matteo Salvini ha dovuto scaricare Solinas per assecondare le voglie di Meloni di candidare il fedelissimo Paolo Truzzu, fiero membro della generazione che si è formata nella rassegna Atreju. La guerra nel centrodestra avrebbe potuto rivelarsi fatale, se il centrosinistra non fosse diviso. Giorgia Meloni dovrà però ricordare che l’elettorato rimane estremamente fluido e tra cinque anni la situazione all’interno del centrodestra potrebbe cambiare ancora.

Tutti questi sono segnali di una politica viva, che cerca compromessi e strategie, per affermare la propria visione dell’amministrazione del potere e del rapporto con gli elettori. Al contrario di tante campagne passate, troppo impegnate ad assecondare la stampa o i potentati di turno. Potrebbe derivarne una sfida meno banale di quanto si creda.

 

Immagine dal profilo Facebook di Alessandra Todde

TAG: elezioni, giorgia meloni, lega, m5s, Pd, sardegna
CAT: Enti locali, Partiti e politici

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