Un gatto arrostito, un sindaco di provincia e gli hacker russi #iosonoqui

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4 Luglio 2020

La mattina di martedì 30 giugno il mio paese ha acquisito la notorietà nazionale per un video in diretta Facebook, in cui è rappresentato un extracomunitario che arrostisce un gatto su un falò, davanti alla stazione di Campiglia Marittima. Il video è stato immediatamente postato su Facebook da Susanna Ceccardi, candidata leghista di rito salviniano alla presidenza della Regione Toscana. La vicenda è però andata oltre i tradizionali attacchi degli haters, prendendo una piega grottesca e inquietante.

In passato, la stazione di Campiglia Marittima era nota per la storia di Lampo, il cane viaggiatore che negli anni ’50 amava girovagare in treno. Il libro del suo padrone Elvio Barlettani è tradotto in numerose lingue per allietare i bambini di tutto il mondo. Col passare degli anni, la stazione di Campiglia ha sofferto più di altre l’utilizzo dell’automobile, perché lontana un paio di chilometri dal centro abitato di Venturina Terme. L’isolamento non è stato arrestato né dalla riqualificazione urbanistica che ha portato Lampo di fronte all’ingresso, né dal potenziamento infrastrutturale.

L’impegno urbanistico dell’amministrazione comunale non è stato affiancato dallo sforzo di mantenere alcuni servizi essenziali. Trenitalia ha reso le biglietterie prevalentemente automatiche, l’edicola è chiusa e nel 2017 è stato smantellato anche il presidio della Polfer. L’intervento statale si è fatto sentire solo nel 2015, quando decise di parcheggiare un cospicuo gruppo di richiedenti asilo nell’albergo di fronte alla stazione, tra le proteste dei pochi residenti. Un gruppo di extracomunitari vasto, eterogeneo ed isolato che non poteva essere integrato dalla comunità.

Dal punto di vista politico, le elezioni comunali del 2019 hanno cambiato lo scenario politico della val di Cornia. In particolare, Piombino, città operaia tradizionalmente comunista, è stata conquistata da un sindaco di Fratelli d’Italia. Il borgo di Suvereto continua ad essere amministrato da una lista civica e la cittadina marinara di San Vincenzo da un centrosinistra da sempre poco ideologico e molto pragmatico. Le primarie PD a Campiglia Marittima hanno rappresentato una linea di demarcazione tracciata da due giovani donne, la renziana Viola Ferroni e la zingarettiana Alberta Ticciati.

Ticciati si è imposta sia alle primarie che alle comunali, affermandosi come l’ultima paladina della storia di sinistra della Val di Cornia. Un sindaco popolare grazie all’attenzione ai temi sociali e alla gestione accorta della pandemia, che nel comune di quasi 15.000 abitanti ha riportato appena 7 casi, tutti guariti.

Alberta Ticciati reagisce prontamente al video dove si afferma che un migrante uccide un gatto per cucinarlo per strada e mangiarlo. Sulla sua pagina Facebook dichiara che il reato non deve restare impunito e che opererà perché non si verifichino più fatti del genere.

Ma, a quel punto, la macchina dell’odio è già scattata. Il video circola sui social network accompagnato da improperi di ogni genere contro i migranti e la sinistra buonista, rappresentata dal sindaco e dalla sempreverde Laura Boldrini. Discussioni interminabili sul fallimento dell’integrazione e sulle differenze culturali, come se ogni giorno centinaia di extracomunitari arrostissero gatti nelle nostre stazioni. Il deputato leghista Manfredi Potenti, dalla vicina Cecina, porta il caso in Parlamento. Fortunatamente, esiste ancora uno stato di diritto e il tribunale di Facebook non ha potere giuridico. Perché, dagli accertamenti successivi, sembra che il gatto fosse già morto e il gesto dettato da problemi psichici.

Alcuni colleghi telefonano ad Alberta Ticciati per esprimere la loro vicinanza. Al contrario, il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari posta su Facebook un video di venti secondi, accompagnato dal suo gatto di nome Topo, dove invita adulti e bambini all’amore per gli animali. Altro filmato grottesco con cui il primo cittadino piombinese sembra far la morale ai campigliesi, comunisti indefessi che rimangono incivili, sebbene abbiano smesso di mangiare i bambini.

Martedì sera Alberta Ticciati pubblica un post dove critica il collega piombinese e si mostra fiaccata da una giornata delirante. Non accetta l’immagine del suo paese come fulcro di illegalità diffusa e rimarca che il migrante in questione non è mai stato accolto a Campiglia ma è proprio fuggito da un centro di accoglienza di Piombino.

Dopo aver ricevuto l’apprezzamento di molti concittadini e l’abituale attacco degli haters, il suo post viene invaso da decine di signore di mezza età che scrivono in cirillico. Il traduttore automatico di Facebook delinea attacchi dai toni messianici. Affermano che la sindaca è una manipolatrice, usa doppi criteri, non si adopera per il rispetto della legge. Ritengono che la situazione incontrollata darà luogo a pogrom e instabilità sociale. Come se attempate signore di Minsk, Odessa, Mosca, Omsk, Perm, fino a Vladivostok abbiano un interesse viscerale per la salute dei gatti campigliesi.

Attacchi arrivati da chissà quale compagnia di hacker, al soldo non si sa bene di chi. Politicamente non suscitano alcuna reazione. Al contrario, pochi giorni prima, Susanna Ceccardi ha scatenato un polverone quando il suo avversario Eugenio Giani aveva affermato che la candidata leghista “è al guinzaglio di Salvini”. Gli attacchi dall’inquietante provenienza suscitano solo indifferenza tra politici e giornalisti, urtati invece da una frase infelice.

Reagiscono i miei compaesani. Inizialmente, la buttano sul ridere rispondendo alle signore slave con “Traduci: Adda venì baffone” o con “Come se fosse antani” e altri commenti satirici. Poi si sono stretti intorno al sindaco lanciando l’hashtag a sua difesa #iosonoqui. I miei concittadini si sono rivelati quindi ben più civili dell’immagine fornita dalla bolla social e rappresentano una piccola speranza in questo momento buio. Segnato da una destra inquietante, capace di far mettere il mio paese di provincia al centro di una battaglia internazionale. Battaglia scatenata da un filmato che resta dubbio, perché avvenuto in uno dei luoghi dove più facilmente poteva iniziare un’operazione di speculazione politica e arrivato in tempi record alla persona più interessata a diffonderlo.

TAG: alberta ticciati, campiglia marittima, Francesco Ferrari, gatto, immigrazione, susanna ceccardi, val di cornia
CAT: Enti locali, Partiti e politici

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