Roma non si salva con la classe “digerente”

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16 Ottobre 2015

Il tanto atteso “dream team” è in arrivo, la sua composizione sarà ultimata nel weekend. La prossima settimana Roma avrà la sua “bella squadra” (cit. Matteo Renzi) per la gestione della fase pre-elettorale. La notizia di oggi, però, è che la compagine miracolosa avrà in dote dal governo anche 500 milioni di euro, al fine di avviare lavori utili al Giubileo. I maligni hanno notato che l’amministrazione Marino aveva ottenuto finora solo 30 milioni e che, magicamente, ora che Marino si è dimesso, ne arriveranno molti di più. E’, appunto, una malignità? No. E’ la verità.

Una verità che ci porta dritti dritti al cuore della questione della governance di Roma. A legislazione vigente, Roma ha i poteri e le risorse degli altri Comuni italiani. Ovviamente le risorse sono parametrate sul numero degli abitanti, per cui in valore assoluto ne ha di più. Ma proprio i dati in valore assoluto generano un effetto ottico che penalizza la Capitale d’Italia, nel senso che il dibattito pubblico si concentra sulle cifre assolute e dunque l’opinione pubblica si convince che Roma sia sommersa dai trasferimenti dello Stato. E quando l’opinione pubblica si convince di una cosa…molto difficilmente la politica prende un’altra strada. Siamo nell’era della classe diretta, mica della classe dirigente. Se a ciò aggiungiamo la retorica pluriennale su “Roma ladrona” e l’indagine più mediatizzata del secolo, cioè “mafia capitale”, la frittata è fatta. Il risultato è: “Roma è piena di soldi pubblici, ma è governata sempre da ladri”. E il corollario è “basta un Sindaco onesto e tutto si risolve”. Una grande allucinazione collettiva.

Vediamo di fare chiarezza sui trasferimenti dello Stato. 

In valore assoluto, prendendo a confronto gli ultimi rendiconti pubblicati sui siti delle prime 10 città italiane per numero di abitanti, lo scenario è il seguente. 

Trasferimenti dello Stato in valore assoluto

L’effetto ottico è evidente. Anche nell’ultima puntata di Bersaglio Mobile, Enrico Mentana – che non è uno sprovveduto – ha sostenuto che “Roma è la città che ottiene più soldi dallo Stato”. Ovvio, ci mancherebbe, ha 3 milioni di abitanti. Ma non si può impostare il discorso così, questo è il problema. Vediamo di rileggere gli stessi dati “pro capite”, cioè cerchiamo di capire quanto “pesano” quelle cifre in rapporto al numero degli abitanti delle singole città analizzate.

Trasferimenti dello Stato pro capite

Questo secondo grafico ci dice due cose: 1) il criterio utilizzato per il trasferimento fondi, ossia la popolosità delle città, non è proprio perfetto. Se così fosse avremmo cifre molto simili tra questi comuni, con un eventuale incremento per le città meridionali per via della perequazione territoriale; 2) Roma non è il Comune con più risorse, ma il terzo – tra le aree metropolitane più importanti – in rapporto al numero degli abitanti.

A questo punto, però, occorrerebbe inserire un’altra variabile nel ragionamento. Quello del numero degli abitanti è parametro il più corretto per distribuire le risorse pubbliche? O forse sarebbe più corretto distribuirle in base alla vastità del territorio amministrato? Buche, trasporti, pulizia delle strade, illuminazione pubblica, ecc. dipendono dal numero dei cittadini o dai km di estensione territoriale di una città? Direi dalla seconda. Per cui ho provato a ri-parametrare i trasferimenti dello Stato sulla base della superficie delle città che ho scelto per la comparazione. Il risultato è il seguente.

Trasferimenti dello Stato per Km quadrato

 

Un km quadrato di Milano riceve dallo Stato il triplo dei fondi ricevuti da Roma. E complessivamente Roma è grande 9 volte Milano, vale a dire esattamente quanto l’intera provincia di Milano.

Questo ragionamento, in sé molto semplice, non riesce a far breccia nel Legislatore. Se Roma è piena di buche dipende senz’altro da come sono utilizzati i fondi e da eventuali ruberie, ma dipende soprattutto dal fatto che ha 6 mila km di strade: 4 volte l’Italia da nord a sud. C’è senz’altro un problema di “buona amministrazione”, ma la buona amministrazione deve essere messa in condizione di operare al meglio. La carrozzeria di una Ferrari col motore di una 500 non va a 300 all’ora…

E, dunque, torniamo alla notizia di oggi. I 500 milioni in arrivo dal governo sono solo “apparentemente” fondi extra per il Giubileo. Non servono a nessuna grande opera, servono alla manutenzione ordinaria della città. Il risultato è che ogni sindaco finisce per elemosinare fondi dal governo di turno per poter fare le cose “normali”, di ordinaria amministrazione: buche, manutenzione mezzi pubblici, caditoie, e così via. E se il Sindaco di turno non ha un grande feeling col governo? Chiedere a Marino…

Roma ha bisogno di una scelta drastica e strutturale. Ha bisogno di poteri e risorse degni di una capitale che ancora non ha, nonostante la Costituzione lo preveda.

Tuttavia, ribadisco, l’opinione pubblica è convinta che sia piena di soldi e di ladri. E questo viatico difficilmente porterà verso una vera riforma di Roma Capitale.

Servirebbe una classe dirigente e non digerente, ossia diretta dalla pancia dell’elettorato. Servirebbe un’opinione pubblica e non un’emozione pubblica. 

Chiedo troppo? Temo di si. 

 

TAG: commissari, Ignazio Marino, mafia capitale, Matteo Renzi, Pd, politica, Roma
CAT: Enti locali, Roma

Un commento

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  1. luigi-menta 9 anni fa

    Il Comune di Roma, insieme a comuni come Ciampino e Fiumicino, ossia immediatamente limitrofi e storicamente legati alla Città, tanto da averne fatto parte fino a poco tempo fa dal punto di vista amministrativo, per me andrebbero slegati dalla Regione Lazio, che dovrebbe cercarsi la sede altrove, e affidati a un ministero ad hoc con poteri sia capitolini, sia di presidenza della regione, sia di presidenza della provincia, sia prefettizi (quindi via anche il Prefetto romano) e di coordinamento dei diversi Presidenti di municipio.

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