Il frontespizio del documento nel quale è sancito l'accordo USA e Israele per una campagna digitale contro “l'antisemitismo"

America

Si scrive “lotta all’antisemitismo” si legge “lobby pro-Israele”: l’asse Trump-Bibi in una campagna web

3 Ottobre 2025

Un documento di nove pagine del 18 settembre 2025 per una campagna digitale, con nomi pesanti negli USA e in Israele. L’intestazione è quella del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Le firme sono due: quella del direttore dello staff del Ministero degli Esteri israeliano Eran Shayovich e quella di Bradley Parscale, ex stratega digitale delle campagne elettorali di Donald Trump. Compenso: 6 milioni di dollari. Oggetto: “Fornitura di servizi di comunicazione strategica, pianificazione e media” per “sviluppare e realizzare una campagna nazionale negli Stati Uniti per combattere l’antisemitismo”. In soldoni: Parscale agirà per conto di Israele sul territorio degli Stati Uniti attraverso la società Clock Tower X LLC con sede legale in Ohio. Il suo compito sarà quello di creare nuovi siti web e contenuti destinati principalmente alle piattaforme più usate dalla generazione Z: Tiktok, Instagram, Youtube, oltre a podcast e canali digitali con un obiettivo di almeno 50milioni di visualizzazioni al mese. Per fare ciò, Clock Tower dovrebbe lavorare in sinergia con Salem media network, un gruppo che produce vari programmi tra cui “Right view with Lara Trump” la copresidente del Comitato nazionale repubblicano dal 2024, produttrice televisiva, sposata con Eric, figlio di Trump. Sul sito web Di Salem, alla voce “chi siamo” si legge che “è la principale azienda multimediale degli Stati Uniti specializzata in contenuti cristiani e conservatori, con proprietà mediatiche che comprendono radio, media digitali, editoria di libri e pubblicazione di newsletter […] Grazie al suo contenuto unico, Salem offre programmi audio e video coinvolgenti, testi, commenti attuali e informazioni rilevanti provenienti da alcune delle figure più rispettate nel panorama dei media cristiani e conservatori”.

E Bradley Parscale invece? Barba e capelli rossi, vive in Florida e ai tempi dei Cambridge Analytica era considerato da Trump un guru del digitale. Grazie alla sua capacità di usare Facebook ha aiutato il Presidente in due campagne elettorali. Nel 2016 ha fondato Campaign Nucleus, una piattaforma tecnologica per ottimizzare la strategia delle campagne elettorali puntando sull’integrazione dei dati. L’idea alla base di Campaign Nucleus è di centralizzare tutte le attività in una singola piattaforma, un elemento innovativo che nel 2016 è stato determinante per l’elezione di Donald Trump. Parscale ha detto che la sua Campaign Nucleus può inviare email personalizzate agli elettori e utilizzare l’analisi dei dati per prevedere i sentimenti degli elettori. La piattaforma può anche amplificare gli influencer “anti-woke” che hanno un ampio seguito sui social media, secondo i documenti e i video della sua azienda. Nel 2020 però arriva la rottura. Dopo una discussione pubblica di Parscale col presidente, i due hanno preso strade diverse. Ma solo tre anni dopo la compagnia AiAdvertising ne ha annunciato il ritorno come consulente strategico per guidare un piano volto a fornire servizi tecnologici e relazioni strategiche per le imprese “che abbracciano i valori fondamentali americani e i principi di autogoverno come libertà, fede e uguaglianza”.

Oltre a Parscale nel documento che vi mostriamo è citata la Clock Tower X LLC: un’agenzia di comunicazione politica che diffonde contenuti e organizza campagne mediatiche. Sul profilo LinkedIndell’agenzia “no profit”, proprio in questi giorni sono stati pubblicati numerosi annunci di lavoro. Si cercano “web designer” e “content creators” e questo perché – sempre stando alle informazioni apparse su LinkedIn – l’agenzia ha (per ora) solo tra i 2 e i 10 dipendenti sebbene si definisca “il motore creativo dietro alcune delle campagne politiche e culturali più potenti di oggi”. La Clock Tower, in tandem con Bradley Parscale, si occuperà di portare avanti una mega campagna contro l’antisemitismo negli Stati Uniti. Ma c’è dell’altro.

Il documento in questione è un “Exhibit A/B to Registration Statment” previsto dal Foreign Registration Act del 1938 (Fara), una legge americana che obbliga le persone o le società che agiscono negli Stati Uniti per conto dei governi stranieri, partiti politici o entità estere, a registrarsi negli elenchi del Dipartimento di Giustizia di Washington. Dunque Clock Tower e Parscaleagiscono per conto del governo israeliano ma negli Stati Uniti. A pagina 6 si legge che “registant shall provide strategic communications, planning and media services in support of Havas’ engagement by the State of Israel to develop and execute a nationwide company in the United States to camita antisemitism”. Cos’è Havas? Ce lo spiega Politico. È un’agenzia pubblicitaria e di pubbliche relazioni che lavora – tra le altre cose – anche per conto di Lapam, l’agenzia pubblicitaria del governo israeliano. Chiariamo: di per sé non c’è nulla di illegale e assolutamente nulla di male a voler combattere l’antisemitismo negli Stati Uniti, anzi. C’è un però. Stando al documento, la campagna mediatica contro l’antisemitismo rientra nella voce “attività politica” definita dalla sezione 1 e menzionata a piè di pagina come “qualsiasi attività con la quale la persona che vi prende parte possa o intenda in qualsiasi modo influenzare un’agenzia o un ufficiale governativo degli Stati Uniti o il pubblico, in relazione alla formulazione, adozione o modifica di politiche interne oppure in relazione a interessi politici o pubblici, alle politiche o ai rapporti di un governo o partito politico straniero”. Di fatto, lobbying per conto di Israele. E c’è poi anche un’altra cosa: sul magazine del think tank statunitense Quincy Institute for Responsible Statecraft che da sempre si batte per una politica estera meno interventista, si legge che Clock Tower realizzerà “siti web e contenuti per fornire risultati di inquadramento GPT derivanti da conversazioni GPT”.

Apparentemente quindi l’obiettivo finale è quello di generare nuovi dati da utilizzare per allenare i modelli di intelligenza artificiale. Tutto questo mentre tra gli elettori americani il supporto verso Israele cade a picco: un sondaggio condotto dal New York Times/Siena College e ripreso sul web dal giornale Axios mostra che dal 7 ottobre in poi, la maggioranza degli americani, sopratutto giovani, si oppone all’invio di nuovi aiuti economici e militari verso Israele. Parlando di Nucleus qualche tempo fa, Parscale ha detto che la sua azienda può utilizzare l’intelligenza artificiale per creare in pochi secondi “pagine web sorprendenti” per produrre contenuti che sembrano provenire da un’agenzia di stampa. Ora, il sospetto c’è: oltre a combattere l’antisemitismo, questa campagna mediatica da 6milioni di dollari serve per caso anche per ripulire l’immagine di Israele?

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