Geopolitica
La diplomazia del tempo: Marocco e Russia, convergenze silenziose
Nel dibattito geopolitico contemporaneo, dominato da dichiarazioni roboanti e posture mediatiche, alcune diplomazie continuano ad agire secondo logiche antiche: lentezza, discrezione, accumulo paziente di piccoli vantaggi. È in questo quadro che va letta la progressiva convergenza tra Marocco e Federazione Russa, una convergenza che non si manifesta attraverso gesti spettacolari ma attraverso segnali calibrati e costanti.
L’astensione russa al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulle risoluzioni riguardanti il Sahara marocchino ne è un esempio emblematico. Formalmente neutra, essa rappresenta in realtà un voto politicamente favorevole a Rabat e, soprattutto, un allontanamento silenzioso da una posizione storicamente più vicina all’Algeria. Mosca non rompe, ma riequilibra. È una firma diplomatica tipicamente russa.
Il Marocco comprende perfettamente questo linguaggio. La sua diplomazia, tra le più antiche e sofisticate del mondo non occidentale, si fonda sulla continuità, sull’affidabilità e sulla lettura di lungo periodo dei rapporti di forza. Non è un caso che Rabat sia stato il primo Stato a riconoscere l’indipendenza degli Stati Uniti: aveva compreso che quella nascita segnava l’avvento di un nuovo ordine mondiale.
Oggi, la Russia si trova in una fase simile di ridefinizione strategica. L’Algeria, alleato necessario durante la Guerra Fredda, appare sempre più come un partner rigido, politicamente fragile e incapace di offrire una prospettiva regionale stabile. Mosca ha bisogno di un alleato vero, non di un’appendice ideologica.
In questo contesto, il Marocco offre ciò che la Russia cerca: stabilità politica, credibilità religiosa in quanto monarchia musulmana moderata, apertura verso l’Africa e funzione di ponte naturale tra Europa e Sud globale. Non a caso, la Federazione Russa è membro osservatore dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica dal 2005, riconoscendo l’Islam come componente strutturale della propria identità nazionale.
L’asse Rabat-Mosca non sarà mai proclamato. Emergerà a giochi fatti, come spesso accade con le diplomazie che privilegiano l’efficacia alla visibilità. Ed è proprio per questo che sorprenderà ancora una volta il mondo.
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