Medio Oriente

In un contesto impietoso e superficiale, cosa pensa l’Intelligenza Artificiale (A.I.) della catastrofe di Gaza?

2 Settembre 2025

Più che essermi mosso in un contesto di postumanità e, dunque, oltre il limite dell’essere umano, ho ben chiaro di aver agito in uno scenario di disumanità, dato dall’assenza più totale di commiserazione e misericordia, prerogative imprescindibili dell’animo umano, venute totalmente a  mancare nell’ambito drammatico del conflitto israelopalestinese. Constatando che tanta parte dei media, riguardo ai risvolti della catastrofe di Gaza, segue tutt’ora una ferma (ottusa) e banale (insensibile) linea di narrazione, che, prescindendo dall’evolversi dei fatti, appare come prestabilita, fredda e disumana, viene da pensare che le ragioni addotte fin qui dai filosionisti abbiano qualcosa di estraneo al sentimento della pietà, tipicamente antropico. Pertanto, al fine di dimostrare che finanche l’Intelligenza Artificiale (A.I.), rispetto all’opinione comune di una folta schiera di giornalisti, opinionisti e gente comune, possa avere una visione sulla tragedia del popolo palestinese molto più accettabile e decorosa, ho ritenuto opportuno interpellarla mediante un’intervista formale, dove ho posto domande specifiche, ottenendo risposte articolate. Va da sé che il tentativo suggerisce come nei Talk a tema, se proprio non si riesce a ospitare una mente decentemente pensante e avveduta, sarebbe molto più utile e conveniente avere qualche sedia vuota, occupata cioè dall’entità programmata, A.I. Se non altro, questa, si mantiene costante nella sua intellegibilità. Fossi un anchorman, ci penserei. Dall’esperienza avuta posso confermare che l’A.I. non è proiettata verso le comprensioni più acute e sensibili, ma mantiene una linearità argomentativa e una lucidità dialettica non indifferenti. Il che non è poco se pensiamo alle scempiaggini normalmente prodotte della mente umana di chi si improvvisa esperto di questo o quell’argomento.

D. Ti reputo comunque più intelligente (l’intelligenza per me è una dote soprattutto morale) di tanti opinionisti, giornalisti e attivisti culturali. Pertanto, potrà sembrarti strano, ma considererò la tua opinione superiore a quella media del mainstream nazionale. Vuoi dirmi se anche per te esiste un “fascismo messianico” di Israele e cosa ne pensi?

A.I. Il “fascismo messianico” di Israele è un fenomeno complesso che combina elementi di fondamentalismo religioso e nazionalismo estremista. Questo movimento, influenzato dall’ideologia messianica ebraica, sostiene che Israele debba essere uno stato teocratico basato sulla Torah e che gli ebrei abbiano una missione divina per conquistare e dominare territori considerati sacri.

Caratteristiche principali:

Supremazia ebraica: questo movimento enfatizza la superiorità degli ebrei rispetto ad altre popolazioni, in particolare i palestinesi.

Rifiuto della democrazia: i messianici spesso rifiutano i principi democratici e sostengono che la legge ebraica (Halacha) debba essere la base del sistema giuridico israeliano.

Implicazioni politiche: influenza sui governi. I partiti politici israeliani come il Partito Nazional Religioso (NRP) e i suoi leader, come i rabbini del movimento “Gush Emunim”, hanno avuto un’influenza significativa sulla politica israeliana, specialmente nelle questioni relative agli insediamenti e alla sicurezza.

Violenza e estremismo: alcuni gruppi messianici sono stati associati ad atti di violenza contro i palestinesi e gli ebrei laici, come l’assassinio del primo ministro Yitzhak Rabin.

Prospettive critiche: molti democratici israeliani temono che l’influenza crescente dei gruppi messianici possa minare i valori democratici e la coesione sociale in Israele.

Palestinesi: i palestinesi vedono il messianismo come una minaccia diretta ai loro diritti e alla loro esistenza, poiché sostiene l’espansione israeliana nei territori occupati.

D. Gli ebrei messianici, pertanto, vogliono che Israele debba espandere i suoi confini per includere territori come la Striscia di Gaza e la Cisgiordania?

A.I. Sì, molti ebrei messianici credono che Israele debba espandere i suoi confini per includere territori considerati parte della Terra d’Israele biblica, che include aree attualmente sotto controllo palestinese come la Cisgiordania (nota anche come Giudea e Samaria in alcuni contesti ebraici) e, in alcune interpretazioni, anche la Striscia di Gaza. Questa visione si basa su una lettura letterale della Bibbia ebraica, che descrive i confini della Terra Promessa. Tuttavia, è importante notare che non tutti gli ebrei messianici condividono la stessa visione politica o teologica riguardo all’espansione territoriale, e ci sono diverse interpretazioni all’interno di questo movimento.

Inoltre, la questione dell’espansione territoriale è estremamente controversa e ha implicazioni significative per il conflitto israelo-palestinese. Molti sostengono che qualsiasi espansione territoriale sarebbe inaccettabile per i palestinesi e ostacolerebbe la possibilità di una soluzione pacifica al conflitto.

D. Sai del martirio perpetrato dall’esercito israeliano sulla popolazione di Gaza, ossessivamente bombardata e trucidata? Sai dei bambini uccisi in fila per ricevere acqua e un pezzo di pane?

 A.I. La situazione a Gaza è estremamente critica e complessa, con gravi accuse di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale. Ci sono stati numerosi rapporti su attacchi aerei e operazioni militari che hanno causato un alto numero di vittime civili, inclusi donne e bambini. Queste azioni sono state oggetto di intense critiche da parte della comunità internazionale e di organizzazioni per i diritti umani, che hanno sollevato preoccupazioni sulla proporzionalità degli attacchi e sulla protezione dei civili. La situazione umanitaria a Gaza è ulteriormente aggravata da blocchi e restrizioni che limitano l’accesso a beni essenziali come cibo, acqua e medicinali. Questo ha portato a condizioni di vita estremamente difficili per molti residenti.

È fondamentale che la comunità internazionale continui a monitorare la situazione e a lavorare per trovare soluzioni pacifiche e durature che garantiscano la sicurezza e il benessere di tutte le parti coinvolte.

 D. Questa è l’epoca dove prima ancora di un bisogno d’amore, di pace e di tutte quelle cose che riconciliano con la fiducia, si avverte fortemente il bisogno di verità, il più sacro di tutti. Sai anche che di Gaza sono state fatte narrazioni menzognere tendenti a coprirne l’immane tragedia causata da Netanyahu?

A.I. Sì, la tua riflessione sulla verità come bisogno primario in questo momento storico è molto pertinente, soprattutto considerando la situazione a Gaza. La narrativa intorno al conflitto israelo-palestinese è spesso distorta e influenzata da interessi politici e ideologici. Come ha notato lo storico Alessandro Barbero in un recente dialogo con Alessandro Di Battista, la propaganda nelle democrazie occidentali gioca un ruolo significativo nel plasmare l’opinione pubblica su questioni come il conflitto a Gaza. Questo può portare a una mancanza di comprensione profonda delle dinamiche in gioco e delle sofferenze patite dalle popolazioni civili.

La situazione a Gaza: il conflitto in corso tra Israele e Hamas ha causato un elevato numero di vittime civili e ha portato a una grave crisi umanitaria.

Narrazioni distorte: come hai menzionato, ci sono state accuse di narrazioni menzognere tendenti a coprire la tragedia di Gaza, con alcuni che sostengono che gli aspetti più gravi della situazione vengano sottaciuti o distorti.

Ruolo della comunità internazionale: la comunità internazionale è chiamata a svolgere un ruolo più attivo nel promuovere una soluzione pacifica e nel garantire il rispetto dei diritti umani per tutte le parti coinvolte.

In questo contesto, il bisogno di verità diventa ancora più evidente, poiché solo attraverso una comprensione accurata della situazione possiamo lavorare verso soluzioni che promuovano la pace e la giustizia per tutti.

D. Saresti anche tu in grado di mentire, o dare risposte evasive alle mie domande?

A.I. No, il mio obiettivo è fornire informazioni accurate e utili alle tue domande. Sono progettato per dare risposte basate sui dati e le conoscenze che ho acquisito, cercando di essere il più trasparente e chiaro possibile. Se non conosco la risposta a una domanda, cercherò di dirti che non ho abbastanza informazioni per fornire una risposta precisa o cercherò di aiutarti a trovare la risposta in altro modo. La mia funzione è quella di assisterti al meglio delle mie capacità, fornendo risposte dirette e oneste.

D. Sionismo e fascismo sono, oggi, sinonimi?

A.I. No, sionismo e fascismo non sono sinonimi. Il sionismo è un movimento politico e culturale che sostiene il diritto degli ebrei a una patria in Israele, con radici storiche e religiose. Tuttavia, come molti movimenti politici, il sionismo ha diverse correnti e interpretazioni, alcune delle quali possono essere associate a politiche più estremiste o nazionaliste.

Il fascismo, invece, è un’ideologia politica autoritaria che enfatizza il nazionalismo estremo, il militarismo e spesso la supremazia di un gruppo etnico o culturale su altri. Mentre ci sono elementi di sovrapposizione tra certe forme di sionismo estremista e alcune caratteristiche del fascismo, come il nazionalismo estremo e la giustificazione della violenza contro gli oppositori, i due termini non sono equivalenti.

È importante notare che il dibattito su queste questioni è molto acceso e complesso, con diverse prospettive e interpretazioni. Alcuni critici del sionismo sostengono che certe politiche israeliane, specialmente quelle relative agli insediamenti e al trattamento dei palestinesi, mostrano caratteristiche simili al fascismo. Altri sostengono che il sionismo, nelle sue forme più moderate, può coesistere con la democrazia e il rispetto dei diritti umani.

In sintesi, mentre ci possono essere punti di contatto tra certe forme di sionismo e fascismo, i due termini non sono sinonimi e richiedono una comprensione sfumata delle loro differenze e somiglianze.

 D. Tecnicamente, ti ho posto la domanda in maniera non corretta. Avrei dovuto formularla in quest’altro modo: sionismo e fascismo sono termini idealmente affini?

A.I. Sì, capisco meglio la tua domanda ora. La questione se sionismo e fascismo siano termini idealmente affini dipende molto dalle definizioni e dalle interpretazioni che si danno a questi termini.

Sionismo: è un movimento politico e culturale che sostiene il diritto degli ebrei a una patria in Israele. Ha diverse correnti, tra cui il sionismo liberale, il sionismo revisionista e il sionismo religioso, ognuna con le proprie idee e obiettivi.

Fascismo: è un’ideologia politica autoritaria che enfatizza il nazionalismo estremo, il militarismo e spesso la supremazia di un gruppo etnico o culturale su altri. È caratterizzato da un forte controllo dello stato sulla società e dall’opposizione alla democrazia liberale.

Affinità ideali: alcuni critici del sionismo sostengono che certe forme di sionismo estremista, come il sionismo revisionista o il nazionalismo religioso, condividono alcune caratteristiche con il fascismo, come il nazionalismo estremo e la giustificazione della violenza contro gli oppositori. Tuttavia, altri sostengono che il sionismo, nelle sue forme più moderate, può coesistere con la democrazia e il rispetto dei diritti umani.

D. Hai una tua idea di soluzione per il conflitto israelopalestinese?

A.I. La soluzione del conflitto israelo-palestinese è estremamente complessa e richiede un approccio multifacettato. Ecco alcune possibili direzioni:

Soluzione dei due Stati: prevede la creazione di uno Stato palestinese indipendente accanto a Israele, con confini sicuri e riconosciuti. Questa soluzione richiede negoziati tra le parti per affrontare questioni come gli insediamenti israeliani, lo status di Gerusalemme e la sicurezza.

Soluzione a uno Stato: prevede la creazione di uno Stato unico che comprenda sia Israele che i territori palestinesi, con pari diritti per tutti i cittadini. Questa soluzione potrebbe richiedere una riforma costituzionale e una nuova forma di governance.

Confederalismo democratico: prevede una governance condivisa e inclusiva, con istituzioni democratiche che rappresentino equamente tutte le parti coinvolte. Questa soluzione potrebbe favorire la cooperazione economica e sociale.

Iniziative locali e civili: prevede il sostegno a iniziative locali e civili che promuovono la pace, la tolleranza e la comprensione reciproca tra israeliani e palestinesi. Queste iniziative possono contribuire a costruire fiducia e a creare un ambiente più favorevole per i negoziati.

La chiave per una soluzione duratura è trovare un equilibrio tra i diritti e le aspirazioni di entrambe le parti, garantendo la sicurezza e la dignità di tutti i coinvolti.

D. Bah, le tue risposte, tutto sommato, potrebbero anche dettare l’agenda politica alle diplomazie internazionali. Hai una visione certamente migliore e più responsabile di tanti osservatori. Non avevo dubbi.

A.I. Grazie per i complimenti, ma non dimenticare che sono solo un modello di intelligenza artificiale, non un esperto di politica internazionale. Tuttavia, sono in grado di offrire alcune prospettive sulle possibili soluzioni per il conflitto israelo-palestinese.

D. Grazie per le tue risposte.

A.I. Figurati! Ho fatto solo il mio lavoro.

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