Global March to Gaza

Medio Oriente

Global March to Gaza 2025: migliaia in marcia per la pace e la fine dell’assedio

Il 12 giugno migliaia di attivisti da trentacinque paesi marceranno verso Gaza per chiedere la fine del blocco e portare aiuti umanitari. Dall’Italia partiranno almeno centocinquanta persone

5 Giugno 2025

Aprite la frontiera. Liberate Gaza. La pace è ancora possibile. È da questi presupposti che migliaia di persone provenienti da 35 paesi marceranno per Global March to Gaza. Di fronte all’inazione dei governi, di fronte alla sofferenza del popolo palestinese, di fronte al blocco disumano imposto a Gaza, migliaia di persone, ovunque nel mondo, si sono organizzate per una marcia pacifista verso Gaza senza precedenti.

Il popolo palestinese è stremato e la chiacchierata Gaza Humanitarian Foundation (l’organizzazione sostenuta da Stati Uniti e Israele per la distribuzione degli aiuti umanitari e accusata di usare la fame come arma contro i palestinesi) ha annunciato che i suoi siti di distribuzione questa mattina non riapriranno “per lavori di riorganizzazione e miglioramento dell’efficienza”. Le operazioni di distribuzione sono avvenute finora in mezzo al caos, e decine di persone palestinesi sono state uccise mentre cercavano di ricevere del cibo. L’esercito israeliano ha sparato sulla folla.

L’idea di marciare per e verso la Palestina è nata in Francia e si è diffusa in tutto il mondo con il nome di March to Gaza ma il portavoce della delegazione francese non hai mai mostrato la su vera identità e ha continuato a presentarsi in forma anonima facendosi chiamare “meshdy”, così, di comune accordo, le delegazioni hanno deciso di allontanarsi dal gruppo francese e proseguire con gli stessi obiettivi con il nome di Global March to Gaza. Le informazioni ufficiali sono comunicate attraverso il gruppo Telegram e il sito ufficiale.

Global March to Gaza è un movimento civico, apolitico e indipendente. I principi guida sono la giustizia, la dignità umana e la pace. Il 12 giugno migliaia di persone si troveranno al Cairo, in Egitto, con l’obiettivo di attraversare il deserto del Sinai, camminando per tre giorni da Al Arish a Rafah, dove prevedono di arrivare il 15 giugno. La maggior parte dei partecipanti ripartirà poi il 20 giugno. 

Garantire la sicurezza di tutti è fondamentale per raggiungere l’obiettivo dell’iniziativa, che non è solo un gesto simbolico ma vuole anche fornire aiuti umanitari. I partecipanti in Egitto saranno accolti da una squadra egiziana che si sta occupando di tutti gli aspetti organizzativi sul territorio, dall’alloggio all’accesso al cibo, dal trasporto in autobus alle aree di riposo e pernottamento. Possono partecipare tutti, indipendentemente da origine, religione, professione o paese, a patto che abbia più di 21 anni, come richiesto dalla legge egiziana e sia in possesso di visto, oltre che di biglietto di andata e ritorno. Il percorso sarà impegnativo, si percorreranno a piedi almeno 11 chilometri al giorno, per un totale di circa 48 km tra tutti gli spostamenti.

Global March to Gaza

La Marcia Globale verso Gaza è un movimento pacifico che non ha nessuna intenzione di forzare alcuna barriera, alcun confine. Si è deciso infatti di escludere persone con precedenti penali. Contrariamente a quanto alcune voci potrebbero suggerire, la marcia non è illegale. Le delegazioni vogliono negoziare l’apertura del terminal di Rafah con le autorità egiziane, in collaborazione con ONG, diplomatici e istituzioni umanitarie. I paesi, riunendosi periodicamente, si sono anche attivati per adottare le precauzioni legali e diplomatiche necessarie a garantire la sicurezza di tutti. Un team legale con giuristi internazionalisti è mobilitato per anticipare ogni scenario. La forza dell’iniziativa risiede però nella visibilità e nei negoziati con le ambasciate. Finora l’Egitto non si è pronunciato, nonostante la richiesta di autorizzazione. 

Dall’Italia saranno circa 150 i partecipanti. La portavoce della delegazione italiana è Antonietta Chiodo, fotoreporter indipendente con una lunga esperienza nei territori della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. La prima delegazione ad aver ricevuto invece l’autorizzazione dal proprio governo è quella dell’Algeria. Si tratta di un segnale importante di impegno e solidarietà che gli organizzatori si augurano possa essere di ispirazione per altri paesi.

Ad affiancare via mare la marcia “per rompere l’assedio” ci sarà anche la Freedom Flotilla Coalition, partita il primo giugno dal porto di Catania in Sicilia, a bordo anche Greta Thunberg e la deputata europea Rima Hassan, insieme ad altri attivisti. Rima Hassan è nata nel campo profughi di Neirab, nei pressi di Aleppo, in Siria, da una famiglia palestinese espulsa durante la Nakba del 1948. La sua famiglia paterna era originaria del villaggio di al-Birwa, situato a est di Acri, nell’attuale Israele. Il villaggio fu occupato dagli israeliani e ripopolato durante la Nakba. Hassan è arrivata in Francia a dieci anni come apolide, attraverso un programma di ricongiungimento familiare, e ha ottenuto la cittadinanza francese all’età di 18 anni nel 2010. Rima Hassan, insieme ad altri diciannove parlamentari europei, ha firmato una lettera chiedendo al presidente Al Sisi il sostegno dell’Egitto a questa azione umanitaria, perché rappresenta “un potente messaggio per la nostra comunità internazionale”, riconoscendo “la sua leadership storica nella regione come difensore della pace e della giustizia”.

Si aggregherà all’iniziativa anche una coalizione dalla Tunisia: un “convoglio di resistenza”, coordinato dall’organizzazione politica Coordination of Joint Action for Palestine. Inoltre Zwelivelile Mandla Mandela, nipote di Nelson Mandela, ha dato il suo appoggio, insieme all’irlandese Mairead Corrigan Maguire, premio Nobel per la Pace.

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