Germania
Olimpiadi, democrazia e il caso Monaco: perché l’Italia non chiede il parere ai cittadini?
Monaco di Baviera ha approvato la candidatura ai Giochi Olimipici, dimostrando una maturità democratica che in Italia sembra mancare. Analisi di un divario tra coinvolgimento popolare e decisioni calate dall’alto.
Si è concluso ieri lo spoglio del referendum tenutosi a Monaco di Baviera, dedicato alla candidatura della città per le future Olimpiadi del 2036, 2040 o del 2044. Non è la prima volta che la capitale bavarese ricorre alle urne per una decisione di questa portata.
Già nel 2013, infatti, si era svolto un referendum sulla candidatura ai Giochi Olimpici Invernali. All’epoca, Monaco e le tre città montane coinvolte (Garmisch-Partenkirchen, Traunstein e Berchtesgaden) dissero No con il 52% dei voti. La politica locale, in quell’occasione, accettò senza esitazioni il verdetto democratico e la candidatura non fu presentata al Comitato Olimpico (CIO).
La storia si è ripetuta in questi giorni: prima di presentare la candidatura ai Giochi, la politica bavarese ha scelto ancora una volta di coinvolgere i cittadini tramite un referendum (con voto per posta e ai seggi). Un gesto che sottolinea una profonda differenza di approccio alla democrazia rispetto ad altri Paesi. L’affluenza alle urne è stata del 40% e la maggioranza dei cittadini (66,4%) ha votato a favore della candidatura.
Italia vs. Germania: Due Pesi, Due Misure
Mentre la Germania decide democraticamente, cosa accade in Italia?
La situazione è un pochino diversa – per usare un eufemismo. Per le candidature olimpiche italiane (come le recenti per i Giochi Invernali) non è stato indetto alcun referendum. Nonostante i tentativi, come quello di un gruppo di cittadini di Cortina d’Ampezzo, le richieste di consultazione popolare sono state liquidate dalla politica, che ha proceduto per conto proprio fino alla decisione del CIO.
Il caso di Monaco non è isolato. Per quanto riguarda per esempio la candidatura dei Giochi Invernali del 2026, il principio di consultazione popolare ha prevalso anche altrove, con risultati significativi:
- In Svizzera, nel Canton Vallese, i residenti hanno bocciato la candidatura di Sion alle Olimpiadi Invernali del 2026 con il 53,9% di voti contrari.
- Analogamente, a Calgary in Canada, il No ha trionfato con il 56,4%.
La Questione Centrale: Chi Deve Decidere?
La prima, fondamentale osservazione è: la popolazione residente deve essere coinvolta nella decisione della candidatura tramite un referendum popolare, oppure è la politica che deve decidere?
A mio avviso, è un dovere. Un evento di tali dimensioni comporta impatti enormi – economici, ambientali e sociali – che ricadono direttamente sulla vita dei residenti per anni. È giusto che siano loro a decidere se abbia senso affrontare una sfida del genere.
La politica, anziché puntare al proprio Ego e alla grande visibilità che i Giochi Olimpici offrono ai singoli leader, dovrebbe concentrarsi sul convincere l’elettorato della bontà della proposta.
❓ Perché questa differenza tra politica italiana e quella di altri Paesi?
All’estero, o almeno questa volta in Germania, un evento di tale genere viene sottoposto al giudizio popolare, mentre in Italia sono i politici a fare tutto. A prescindere che sia giusto o meno candidarsi, il coinvolgimento dei cittadini è un atto dovuto di maturità democratica e trasparenza. Se la decisione viene presa dai politici o Comitati di esperti, talvolta in pieno conflitto di interesse, fa venire a meno l’analisi degli impatti, la discussione con la cittadinanza e il voto elettorale.
Il Rischio Economico e Ambientale: L’Eredità dei Giochi
Coinvolgere i cittadini è cruciale anche perché i costi e gli impatti delle Olimpiadi sono spesso spaventosi.
Quali sono gli impatti reali in termini di costi, ricavi, ambientali e per la quotidianità della città ospitante?
Salvo rare eccezioni, come il parco olimpico di Monaco del 1972 che è ancora utilizzato, la storia dei Giochi è costellata di strutture smantellate o, peggio, “cattedrali nel deserto” che generano costi di gestione post-evento.
- Costi: Le Olimpiadi di Parigi 2024, ad esempio, sono costate ben 8,8 miliardi di euro, superando di oltre due miliardi la previsione iniziale.
- Ricavi: Sebbene un grande evento generi un notevole flusso turistico, spesso non copre i costi complessivi. Gli economisti avvertono che per una vera stima dell’impatto sui ricavi, occorre attendere almeno dieci anni dopo la chiusura dei Giochi.
Impatti Ambientali: Un Pedaggio Salato 🌍
Gli impatti ambientali sono, se possibile, ancora più drammatici. Non si tratta solo della costruzione di nuovi impianti e immobili. L’organizzazione di un evento globale implica una produzione di CO2 alle stelle, dovuta soprattutto al trasporto aereo di atleti e pubblico e agli spostamenti interni in città il cui servizio pubblico è spesso già al limite.
La lezione di Monaco, dunque, non riguarda solo le Olimpiadi, ma la salute della democrazia stessa: i cittadini hanno il diritto di decidere sul proprio futuro. E la politica ha il dovere di ascoltare.
(Immagine di copertina Digital-News, creative commons)
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