Russia

Prove di invasione o allarmismo interessato?

Droni della Russia sulla Polonia e Mig sul mare dell’Estonia: prove di invasione o allarmismo guerrafondaio? Un esperto militare chiarisce.

26 Settembre 2025

Il mese di agosto è finito male, il mese di settembre il primo giorno ha raddrizzato le cose, poi però è  proseguito al cardiopalma. Ma andiamo per ordine.

Il 31 agosto l’aereo sul quale viaggiava in Bulgaria Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea,  è stato costretto ad atterrare basandosi su normali carte geografiche perché il Global Positioning System (GPS) risultava fuori uso per “interferenze”. La colpa è stata fulmineamente attribuita alla Russia: un sabotaggio elettronico ai danni della leader dell’Unione Europea. Poi però le stesse autorità bulgare hanno fatto marcia indietro riconoscendo[1] che la Russia non c’entrava nulla anche perché il GPS non aveva subito nessuna interferenza.

Il 10 settembre il clima è stato di vera e propria guerra. Provocata dalla caduta in Polonia verso la mezzanotte del giorno prima di un missile, non esploso, su un casolare in campagna e dallo sconfinamento dei 19 droni russi, del tipo Gerbera, lunghi due metri e tutti privi di armi ed esplosivi, quindi del tutto inoffensivi. Non sono mancati i giornali che tale sconfinamento, pur limitato alla sola Polonia, lo hanno presentato con il titolo “Droni russi nei cieli d’Europa”. E quasi tutti i giornali e telegiornali le decisioni della NATO di aumentare la presenza militare ai confini dell’Europa con la Russia le hanno presentate come riguardanti “il fronte orientale”: il fronte, termine che si usa per guerre e battaglia, anziché il confine. Termine ripreso per fortuna già il giorno dopo.

Nonostante le notizie che alcuni droni fossero sconfinati sulla Bielorussia, alleata di ferro della Russia, e che tra Varsavia e Minsk ci fossero state tempestive segnalazioni reciproche degli sconfinamenti, il capo del governo polacco Donald Tusk ha invocato l’articolo 4 dello statuto della NATO:  l’articolo che prevede l’intervento dell’intera alleanza a difesa di qualunque Paese membro aggredito. Macron ha addirittura offerto “l’ombrello atomico francese”, già offerto[2] il 13 maggio alla stessa Polonia e alla Germania.

Ombrello nucleare offresi

Andrius Kubilius, Commissario alla Difesa UE

È stato però rapidamente ammesso che sul casolare era caduto un missile partito – per errore o imperizia – da un aereo polacco. E di quei 19 droni 15 sono caduti perché era finito carburante e solo quattro sono stati abbattuti da aerei o elicotteri polacchi. Tanto però è bastato per parlare di “sette ore di battaglia aerea” e per magnificare il ruolo di un aereo italiano[3] fatto decollare apposta dalla Lettonia. Il tutto mentre nascevano i primi sospetti  che quei droni siano stati una iniziativa sotto falsa bandiera degli ucraini, iniziativa presa per seminare il panico e ottenere più armi e altri stanziamenti miliardari dagli USA e dalla UE.

Sospetto sostenuto[4] soprattutto dall’esperto americano Stephen Bryen, che è stato il principale consulente della Commissione Esteri del Senato USA e un alto funzionario del Segretariato della Difesa

I droni non erano armati, erano cioè del tutto inoffensivi, e così il loro sconfinamento lo si è voluto vedere come un tentativo dei russi di testare la prontezza della Nato a reagire a una invasione russa. Invasione che quasi tutti i leader europei danno per certa una volta che l’Ucraina si sia arresa. Il commissario alla difesa della UE, il lituano Andrius Kubilius, insiste sulla tesi del test e ha già fissato la data dell’invasione: entro tre anni[5]. Non si capisce però perché un Paese che prepara un’invasione tra tre anni debba essere così stupido da testare oggi la capacità di reazione del Paese o dei Paesi da invadere, mettendoli così in grado di migliorarla per tre anni di fila.

Ma per la Russia l’UE sarebbe solo un peso

Ma poi: perché la Russia dovrebbe invaderci? l’Europa non dispone di risorse naturali: non ha miniere di metalli preziosi, non ha miniere di uranio, il suo sottosuolo non ha gas, non ha petrolio, non giacimenti di “terre rare”, oggi strategiche in molti settori fondamentali, non ha industrie di componenti elettroniche e tanto meno di microprocessori. L’Europa ha una industria molto sviluppata, ma che non fornirebbe certamente ai russi la propria produzione per avvantaggiarla come occupante militare! La Russia non ha bisogno di territori, ne ha anche troppi. Non ha uomini per riempire i vastissimi territori che ha già, tanto meno quindi ne può avere per occupare e presidiare l’Europa. La quale Europa  dopo i vertici tra India, Cina (in due quasi tre miliardi di abitanti) e la stessa Russia è prevedibile che subisca un declino. Invadendola la Russia si troverebbe a dover gestire un pesante fardello.

Sic stantibus rebus, abbiamo intervistato il generale di brigata Francesco Cosimato, 64 anni, romano di nascita e milanese di adozione, in congedo dopo importanti incarichi in seno alla NATO, missioni all’estero, attività e competenze nel settore dell’intelligence e della comunicazione. Oggi Cosimato è il presidente del Centro Studi Sinergie, un osservatorio sulla cultura italiana e internazionale, con particolare attenzione alla geopolitica, all’economia, alle scienze sociali e all’informazione.

Per il Generale ex NATO sono solo esagerazioni

Il generale di brigata Francesco Cosimato

DOMANDA – Davvero può essere una minaccia – e di che tipo? – il sorvolo della Polonia da parte di 19 droni russi Gerbera senza armi e senza esplosivo, con apertura alare e lunghezza di due metri?

RISPOSTA – È mia opinione che si sia trattato di un’operazione d’inganno, in inglese si chiama “false flag”. Non è la prima volta che gli Ucraini, sotto controllo britannico, fanno di queste cose al fine di provocare i russi per estendere il conflitto. Già nell’autunno 2022 un missile ucraino, ma di fabbricazione russa, uccise due cittadini polacchi ed il Presidente Zelensky accusò falsamente i russi

D – Tale sorvolo è considerato da quasi tutti i politici europei un ballon d’essai per testare la capacità di reazione della NATO. Ma si tratta di un assaggio inutile perché è ovvio che la NATO provvederà in tempi brevissimi a rendersi molto più reattiva. Un assaggio in vista di una invasione russa dell’Europa, sostengono in molti, aggiungendo però che la Russia non sarà pronta a invaderci prima di 3-4 anni. C’è quindi tutto il tempo di rendere obsoleto e inutile l’assaggio in questione.

R – I russi conoscono bene i materiali occidentali della difesa aerea, li distruggono ogni volta che possono in Ucraina dove sono schierati. La conoscenza delle nostre difese è abbastanza dettagliata, non vedo cos’altro debbano apprendere. Si tratta di una trovata mediatica per dar valore ad un fatto inesistente

D – Oltre a un’audace operazione con 117 droni nascosti in Russia e utilizzati il 1° giugno contro ben cinque aeroporti militari, operazione della quale parleremo tra poco, gli ucraini hanno il 26 settembre 2022 con una serie di esplosioni sottomarine hanno sabotato e interrotto tre delle quattro condotte dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, costruiti per trasportare gas naturale a basso costo dalla Russia alla Germania, cioè all’Europa, attraverso il mar Baltico. Tale sabotaggio è il più grande attacco a infrastrutture europee dopo la Seconda guerra mondiale. Il 21 agosto scorso è stato arrestato in Italia l’ucraino Sehrii Kusnetzov[6], individuato dalle indagini tedesche come l’organizzatore e capo della squadra di sommozzatori del sabotaggio. C’è chi come lei sospetta che la faccenda dei droni nel cielo polacco sia opera degli ucraini.  Sospetto sul quale torneremo tra poco.

R – L’attacco giova agli ucraini e a nessun altro, è noto che il Comando delle operazioni speciali ucraino opera sotto controllo occidentale, soprattutto britannico. Oltre a ciò, si osservi che questa tecnica è stata usata anche dagli israeliani in Iran, per cui si può pensare ad un intenso scambio di esperienze tra britannici ed israeliani. L’Operazione “Spiderweb”, cioè Ragnatela, quella del 1° giugno, non è alla portata degli ucraini.

D – I giornali hanno titolato “Sette ore di battaglia nei cieli”, specificando quanti aerei, di che tipo e nazionalità e magnificando il ruolo del velivolo italiano Gulfstream Caew (E-550A)[7], fatto decollare dall’Estonia e accreditato di avere “avuto un ruolo cruciale nel coordinamento e nella sorveglianza dell’evento”. Però in un primo momento si è detto che i droni abbattiti erano quattro, diventati poi “almeno dieci”, con gli altri precipitati per fine del carburante. In ogni caso parlare di “sette ore di battaglia nei cieli” appare alquanto esagerato. O no?

R – Anche supponendo che i droni non identificati siano stati abbattuti tutti, è del tutto illogico sparare missili aria-aria contro dei velivoli radiocomandati comparabili con certi aeromodelli che vediamo volare negli aeroclub, immagino che sia stati abbattuti sparandogli con il cannoncino di bordo. Per fare una cosa del genere non servono certo sette ore, a meno che i droni non fossero scaglionati nel tempo. Mi pare di ricordare che all’inizio del conflitto l’isteria americana per i palloni aerostatici cinesi portò all’uso di un f16 che abbatté un pallone meteorologico con un missile “Sidewinder”. Non mi pare una “best practice”.

D – Il giorno dopo giornali e politici nel dar conto del rafforzamento militare NATO al confine tra la Polonia e Russia hanno parlato di rafforzamento “del fronte est europeo”. Fronte anziché confine, come se fossimo già in guerra. Poi però in seguito si sono corretti. Un lapsus privo di significato o invece significativo?

R – I media occidentali non usano terminologia tecnica ed il sensazionalismo applicato alle operazioni militari ingenera preoccupazione, direi terrore, nella pubblica opinione. La ragione è sempre di tipo comunicativo ed è un fatto sbagliato anche dal solo punto di vista mediatico.

D – Premier europei come Macron definiscono Putin “un orco alle porte dell’Europa”[8] e sono convinti come Il lituano Andrius Kubilius, commissario europeo alla difesa, che Putin è il “nemico pubblico numero uno dell’Unione Europea” e che la Russia stia preparando un attacco all’Europa “nei prossimi 3-4 anni”. Questa pericolosa drammatizzazione della situazione non legittima il sospetto che di fatto serva a nascondere l’incapacità ormai prolungata dei governi europei di rilanciare la produzione e il benessere? Investire in modo massiccio in armamenti pare sia l’unico modo per creare posti di lavoro.

R – Se si formula un’ipotesi di minaccia di attacco russo, questo postula una radicale revisione degli strumenti militari occidentali, che richiederebbe risorse al momento non disponibili. Non parliamo solo di armi o sistemi d’arma, ma parliamo di persone, cultura, coesione sociale, dottrina militare, addestramento, tecnologia e quant’altro necessario. Ci vorrebbero decenni. Mentre è facile comprendere che i russi abbiano l’interesse di proteggere le minoranze russofone, non si vede nessuna ragione per attaccare popoli inebetiti dalle tecnologie social e dall’ideologia woke.

D – Nelle ore successive alla notizia dello sconfinamento i giornali riportavano la notizia che la Bielorussia ha avvertito la Polonia dello sconfinamento dei droni e anche la Polina aveva comunicato alla Bielorussia alcuni dati su quei droni. Poi tale notizia è sparita, sommersa dall’entusiasmo guerriero di chi ha preferito parlare a tutti i costi di aggressione militare russa alla Polonia. Su quell’asserito scambio di notizia, si sa qualcosa di più preciso?

R – La Bielorussia condivide un lungo confine con l’Ucraina, al pari della Polonia; quindi, la pratica di scambiarsi informazioni riguardanti la sicurezza dello spazio aereo è del tutto normale e naturale. I media mainstream nascondono la cosa, ma si tratta di una pratica del tutto comprensibile nelle circostanze in cui i fatti si sono svolti

D – A chi gli chiedeva notizie il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha risposto che era una faccenda che riguardava il ministero della Difesa e che il Cremlino non aveva dichiarazioni da fare alla stampa. Questo non fa pensare al disappunto del Cremlino per un’azione dei militari, voluta o sfuggita di mano per errore di rotta, ritenuta comunque avventata e pericolosa?

R – Il raggio di proiezione dei droni russi di tipo leggero, come quelli che ci sono stati mostrati, è tale da non poter raggiungere utilmente la Polonia per compere attacchi significativi. Non credo che i russi abbiano interesse a confutare accuse non sostanziate da tracciati radar di cui qualcuno comunque dispone in Occidente.

D – il 1° giugno gli ucraini hanno messo a segno  l’Operazione Spiderweb[9] con droni FPV (First Person View), a pilotaggio remoto dotati di una telecamera che trasmette in tempo reale le immagini al pilota. E hanno colpito ben cinque aeroporti russi anche ben distanti tra di loro ( a Belaya, Olenya, Diaghilev, Ivanovo ed Engel’s), distruggendo 41 caccia bombardieri, ritenuti un terzo della flotta aerea strategica, con un danno stimato di 7 miliardi di dollari, inoltre hanno demolito due ponti nelle regioni di Bryansk e Kursk. L’operazione, chiamata Ragnatela, è stata preparata in un anno e mezzo infiltrando in Russia droni stivati in un magazzino di Chelyabinsk affittato per 350mila rubli, in attesa del momento più opportuno per essere utilizzati trasportandoli su camion. Zelensky ha dichiarato che “la sede della nostra operazione in Russia era proprio accanto al Fsb (i servizi segreti russi, n.d.r.). Nell’operazione sono stati utilizzati 117 droni e altrettanti operatori”.

R – I risultati di quell’attacco non sembrano essere quelli vantati dagli ucraini. L’Operazione, come già detto, non sembra essere alla portata degli ucraini. Il personale impiegato era in prevalenza del Kirghizistan. Molti operatori sono stati eliminati dagli stessi operatori occidentali. Sarà ben arduo stabilire chi è stato.

D – Questo sconfinamento di 19 droni russi non potrebbe essere stato organizzato dall’Ucraina con la complicità polacca? Premetto che un mio amico polacco, Jacek Palkiewicz, a suo tempo interprete di papa Wojtyla e buon conoscente del ministro della difesa russo Sergej Shoigu, in carica per 12 anni fino al 13 maggio dell’anno scorso, mi assicura che tutti i dati dimostrano che il lancio è stato volontario ed è avvenuto dalla Russia. Ma gli ucraini avrebbero potuto organizzare in Russia una seconda operazione tipo Ragnatela.

R – Onestamente non credo, l’operazione Spiderweb ha insegnato ai russi a evitare la dabbenaggine di non proteggere lo spazio aereo con contromisure elettroniche. Solo alcuni degli aeroporti russi erano protetti. La Russia è grande e sterminata, ma ritengo che gli spazi di manovra per operazioni sotto copertura si siano ridotti.

Ma i MIG andavano a Kaliningrad

La presunta violazione dello spazio aereo estone

D – Nel Baltico, nell’area del Golfo di Finlandia, non esiste propriamente uno spazio aereo internazionale, perché lo spazio aereo estone e quello finlandese si sovrappongono, in parte anche allo spazio aereo russo a est. Nella zona esiste invece un corridoio[10] che i finnici chiamano “Kansainvälinen ilmatila” (“spazio aereo internazionale”), che si restringe man mano che si avvicina al territorio russo.

R – Tale corridoio è utilizzato dagli aerei russi per sorvolare l’area senza violare lo spazio aereo finlandese o estone. Teniamo presente che i russi per andare e tornare dalla loro enclave di Kaliningrad (quando ci è nato il filosofo Emanuele Kant si chiamava Koenigsberg), separata dalla federazione russa dal territorio polacco, devono necessariamente passare per questo spazio aereo. Le violazioni sono comuni, e non solo da parte dei velivoli russi, ma perché l’area è spesso afflitta da interferenze elettroniche e molti piloti navigano utilizzando il sistema inerziale o regolandosi a vista. Tutto ciò in uno spazio aereo per giunta affollato comporta una minore precisione del volo, con deviazioni di qualche chilometro non solo da parte di aerei vecchi come quelli da trasporto. Ma ogni volta i piloti, estoni, finlandesi e russi non appena se ne rendono conto correggono la rotta senza indugi.

D – Secondo la versione ufficiale europea venerdì scorso i tre Mig russi si sono avvicinati all’isoletta estone di Vaindloo e poi “stavano girando intorno a Tallinn”. Vaindloo, priva di qualunque importanza di qualunque tipo, è lunga poco più di un chilometro e larga meno di 300 metri e che gli aerei russi vi ci avvicinassero è cosa ovvia visto che erano evidentemente diretti a Kaliningrad, cosa che i nostri mass media hanno taciuto.

R – Se uno va a guardare Google Map, scopre che Vaindloo è una minuscola isoletta giusto in mezzo al golfo di Finlandia, che, appunto, è l’unico percorso disponibile per permettere l’accesso a Kaliningrad, territorio russo internazionalmente riconosciuto. Parlare di violazione dello spazio aereo è sostanzialmente una sciocchezza, visto che si tratta di una rotta assai nota a tutti ed usata da quando Kaliningrad è stata circondata da nazioni non amiche.

La presunta violazione dello spazio aereo estone

D – I conti non tornano neppure per il salvifico intervento dei due F35 italiani di stanza nell’aeroporto di Amari, 40 chilometri a ovest di Tallinn, sempre pronti a decollare nel giro di pochi minuti. A conti fatti, possono essersi fatti vedere dai Mig solo quando questi superata Tallinn puntavano verso Kaliningrad, ancora lontana più o meno 250 chilometri.

R– I velivoli russi sarebbero rimasti sulle acque del Golfo di Finlandia per cui non si capisce perché gli F35 avrebbero dovuto “abbatterli”, come riportato temporaneamente dalla stampa mainstream. La reazione estone sembra isterica. Sarebbe bene rimanere freddi in situazioni che possono degenerare partendo dal nulla, come è già successo in Polonia o in Romania.

“Allarmismi irresponsabili” 

Il Generale Leonardo Tricarico

Negli ultimi giorni l’isteria, l’allarmismo e il sensazionalismo sono in forte crescita.

Allarmi per sconfinamenti quotidiani nei ristretti corridoi aerei del Baltico spacciati per attacchi aerei russi. Le solite periodiche (si tengono ogni 4 anni) esercitazioni militari comuni di russi e bielorussi presentate come una minaccia d’invasione.

Il volo di un areo militare russo che dalla base di Kaliningrad torna in Russia spacciato per “sorvolo volontario”[11] di una fregata della marina militare tedesca, nave di nessuna importanza come tutte le fregate e della quale non si dice che ci faceva così lontana dalla Germania e così vicina a Kaliningrad. Ma tanto basta per dichiarare irresponsabilmente che abbattere gli aerei russi che sconfinano o sorvolano casualmente navi militari di Paesi della NATO “è un’opzione su tavolo”[12].

Droni su due aeroporti della Danimarca, ad Aalborg e Copenhagen, droni dei quali non si conosce la nazionalità, ma tanto basta per correre e dichiarare[13] che “non si può escludere in nessun modo” che fossero russi.

Persino un osservatore qualificato, molto ben documentato e sicuramente non accusabile di “putinismo”, come il generale Leonardo Tricarico,  già capo di stato maggiore della nostra aeronautica militare, ha scritto[14] che si tratta di “allarmismi irresponsabili”. Inoltre,  intervistato da Il Tempo, ha fatto notare[15] che “è ormai la regola che eventi rientranti altrimenti nell’ordinaria quotidianità vengano ingigantiti nei loro contenuti negativi, caricati di significati eccessivi, in una irresponsabile gara a chi sia più convincente”.

 

 

 

 

[1] https://www.repubblica.it/esteri/2025/09/02/news/aereo_von_der_leyen_interferenze_gps_denuncia_germania-424820369/

[2] https://www.repubblica.it/esteri/2025/05/14/news/macron_armi_nucleari_francia_polonia_germania-424185957/

[3] https://www.rainews.it/articoli/2025/09/anche-un-velivolo-dellaereonatica-italiana-coinvolto-nella-notte-dei-droni–d29f9a42-56fe-41ad-ad2e-2e687e6cb154.html

[4] https://it.insideover.com/guerra/droni-abbattuti-in-polonia-lipotesi-dellesperto-bryen-coinvolge-kiev.html

[5] https://www.open.online/2025/09/13/kubilius-russia-attacco-europa-unione-europea-eutopia/

[6] https://www.rainews.it/articoli/2025/08/bologna-confermato-carcere-per-lucraino-accusato-di-aver-sabotato-i-gasdotti-nord-stream-406a2794-ff3b-48ea-a381-1ba03dc43abd.html

[7] https://www.rainews.it/articoli/2025/09/anche-un-velivolo-dellaereonatica-italiana-coinvolto-nella-notte-dei-droni–d29f9a42-56fe-41ad-ad2e-2e687e6cb154.html

[8] https://video.corriere.it/esteri/macron-contro-putin-un-orco-alle-porte-dell-europa/a4ea1272-40aa-404e-a5b5-11b582de2xlk

[9] https://www.rainews.it/video/2025/06/operazione-spiderweb-i-droni-ucraini-colpiscono-gli-aerei-russi-fino-in-siberia-9636860b-36f5-4603-ab7d-98892d7a0c4d.html

[10] https://giubberosse.substack.com/p/violazione-dello-spazio-aereo-estone

[11] https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/09/24/berlino-mosca-provoca-jet-ha-sorvolato-nave-tedesca_84ef4b93-8f45-4cc7-938c-583f9554cb48.html

[12] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/09/24/von-der-leyen-abbattere-jet-russi-e-opzione-sul-tavolo_a4a8e80b-c4ce-4792-9865-f9123b233ac0.html

[13] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/09/23/droni-sugli-aeroporti-a-oslo-e-copenaghen-lue-punta-il-dito-su-mosca.-il-cremlino_9ece4e38-c15b-4046-99ea-ee98f4169ae7.html

[14] https://www.cybernaua.it/news/newsdett.php?idnews=12990

[15] https://www.analisidifesa.it/2025/09/i-baltici-gridano-al-lupo-russo-per-non-perdere-i-dollari-di-washington/

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