UE
Stato dell’Unione 2025: l’Europa deve puntare su indipendenza e unità
Parola d’ordine: autosufficienza – dalla difesa all’energia, dalla ricerca alla sicurezza digitale, secondo Von der Leyen è questa la direzione che l’UE deve seguire per restare unita e protagonista nello scenario globale.
Strasburgo, 10 settembre – Si è svolto questa mattina l’abituale discorso sullo Stato dell’Unione 2025, pronunciato dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen davanti al Parlamento riunito in plenaria. A introdurre la sessione è stata, come di consueto, la Presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, che ha richiamato la necessità per l’Europa di assumersi la piena responsabilità della propria sicurezza in un contesto globale segnato da tensioni internazionali: dall’Ucraina a Gaza, fino alla ridefinizione dei rapporti con gli Stati Uniti.
“L’Europa è in lotta per il suo futuro”
Così ha iniziato Von der Leyen. Sebbene l’UE sia nata come progetto di pace e i suoi membri non siano abituati a vedersi come in lotta, le sfide odierne impongono pragmatismo e un obiettivo chiaro: essere indipendenti, specie in fatto di difesa e sicurezza. Questo filo rosso ha attraversato l’intero discorso, accompagnato da un appello all’unità a superamento delle frammentazioni interne, che non hanno tuttavia mancato di farsi notare nei fischi provenienti dai banchi dell’opposizione euroscettica.
Il sostegno all’Ucraina in apertura
La Presidente ha ribadito che l’Europa rimane saldamente al fianco di Kiev, ricordando i quasi 170 miliardi di euro già stanziati. Ha poi annunciato una nuova alleanza industriale sui droni e, a sostegno immediato, la Commissione propone di usare gli asset russi congelati come garanzia per prestiti destinati a rafforzare le forze armate ucraine.
Bruxelles sta lavorando al diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, con l’obiettivo di colpire più duramente le fonti di finanziamento del Cremlino. Il tema ucraino si è poi legato a una visione più ampia di “riunificazione europea”, con l’invito a tenere aperta la porta all’ingresso di Moldavia e Balcani occidentali, come garanzia di stabilità e sicurezza per l’intero continente.
Gaza e la soluzione dei due Stati
La crisi mediorientale ha rappresentato uno dei passaggi più dolorosi, con la condanna netta all’uso della fame come arma di guerra. La Commissione ha proposto la sospensione di parte dei finanziamenti Horizon a Israele, l’introduzione di sanzioni contro ministri israeliani estremisti e coloni violenti, e l’istituzione di un fondo internazionale per la ricostruzione di Gaza. Allo stesso tempo, la Presidente ha riaffermato l’impegno contro Hamas e ribadito che l’unica prospettiva di pace resta la soluzione dei due Stati.
Il richiamo all’autosufficienza economica
L’autosufficienza economica e industriale è tornata spesso come un leitmotiv, affermando sulla necessità di ridurre le dipendenze strategiche dell’Europa dall’energia russa, dalle catene di fornitura globali e dai giganti tecnologici extraeuropei. Per farlo, la Commissione lancerà un Clean Industrial Deal a sostegno della transizione verde e dell’economia circolare, con l’obiettivo di rafforzare le filiere interne. In parallelo, nasceranno gigafactory dedicate allo sviluppo di una intelligenza artificiale europea e un fondo per sostenere le startup innovative.
Sul fronte commerciale, la Presidente ha difeso l’accordo con gli Stati Uniti come inevitabile per il mantenimento di relazioni stabili, descrivendolo come la più favorevole tra le intese tariffarie introdotte dall’amministrazione Trump. Ha poi rilanciato la necessità di ampliare la rete di accordi bilaterali con partner globali, dall’India all’America Latina, per rafforzare la resilienza europea.
Lavoro, casa e bollette preoccupano i cittadini
Tra i nodi più concreti per i 449 milioni di cittadini comunitari, è in arrivo un Jobs Act europeo per migliorare la qualità dell’occupazione, una strategia contro la povertà entro il 2050 e un piano per la casa accessibile, accompagnato da un vertice dedicato.
La presidente ha insistito sull’impatto del crescente costo della vita: giovani che rinunciano a mettere su famiglia, famiglie schiacciate dal caro bollette, studenti costretti ad abbandonano gli studi per affitti insostenibili.
Le nuove tutele per ricercatori, giovani e media
Il momento forse più controverso ha riguardato la difesa della libertà e della democrazia, accolto in aula da applausi ma anche da urla a tentativi di interruzione.
“La scienza non ha passaporto” ha dichiarato la speaker, annunciando un piano da 500 milioni di euro per attrarre scienziati e ricercatori in Europa, mentre altrove i finanziamenti vengono ridotti. Ha poi rilanciato la proposta di un Centro europeo per la resilienza democratica, incaricato di monitorare la disinformazione e proteggere dalle interferenze straniere. A questo si affianca un programma di sostegno ai media indipendenti, per rafforzare il pluralismo e la libertà di stampa.
Infine, un tema destinato a far discutere riguarda la possibilità di introdurre limiti di età all’accesso ai social media, seguendo l’esempio australiano, per tutelare i più giovani dall’esposizione a contenuti dannosi e che inducono dipendenza.
Poco spazio all’ambiente, ma un appello finale all’unità
In chiusura, Von der Leyen ha reso omaggio agli “eroi europei” – pompieri e volontari che hanno affrontato gli incendi estivi. Al cambiamento climatico ha riservato solo un cenno, ma comunque collegato all’urgenza di rafforzare le capacità civili e la cooperazione nelle emergenze.
Il discorso si è concluso con un forte appello alla coesione interna nell’affrontare le sfide del futuro. Richiamando le lotte del Novecento, ha ribadito l’importanza di preservare l’Unione come comunità fondata sulla libertà e sulla dignità.
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