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UE

Unité Republicaine (Largo ai vecchi)

di Giacomo Properzj
13 Gennaio 2015

Nella giornata dell’altro ieri la signora Le Pen avrà avuto difficoltà a sedersi da qualche parte in ragione dell’infiammazione delle sue parti posteriori. Infatti se nei giorni precedenti ogni colpo di kalashnikov li portava decine di migliaia di voti, domenica l’esclusione dalla grande manifestazione unitaria l’ha ricollocata in un lato preciso e minoritario dello schieramento politico in altre parole dopo il tête-à-tête di Sarkozy e Hollande e l’iniziativa del presidente Camerun per dar vita alla grande manifestazione, il clima politico della Francia è completamente mutato. Ancora una volta, come accade nei momenti difficili di questo Paese, prevalsa “l’Unitè Republicaine”. Cioè il patriottismo acceso, laico, democratico della borghesia francese che rappresenta il grosso della popolazione. Ancora una volta accompagnato dall’inno nazionale, unica musica ammessa alla grande manifestazione, i francesi sono scesi in piazza per affermare la discipline republicaine. Val la pena ricordare il giugno del 1940 quando i democratici francesi rispondendo all’appello di De Gaulle iniziarono la resistenza da una parte contro i fascisti di Vichy e dall’altra contro i comunisti in quel momento loro alleati.

Le cose possono sempre cambiare perché la Francia è un paese latino e quindi molto emotivo. Perché la banlieue contiene ancora cinque milioni di francesi di origine africana non, come si è visto, completamente assimilati ma, allo stato dei fatti, per lo meno nel ballottaggio la signora Le Pen è fottuta. Se Le Pen dovesse vincere, trattasi per altro di una signora ben educata e molto civile diversa da quella caricatura di parà che è suo padre, potremmo mettere una croce sopra l’unità europea e la sua prospettiva finale un po’ utopica di Stati Uniti d’Europa.

In questa materia la Francia è stata per molti anni una locomotiva che trainava, insieme la Germania un trenino sempre più scalcinato ma sempre più numeroso. Diverso ormai l’obiettivo reale della Germania e dei Paesi del Nord, scassata e incapace di esercitare un ruolo l’Italia, se la Francia si rinchiude ancora una volta nel suo mondo francofono per l’Europa non vi sono più concrete prospettive a medio termine.

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