Così Jacob Zuma prepara una guerra civile in Sudafrica

12 Gennaio 2022

Il sogno di Madiba è morto. Da quasi quattro anni, ormai, il sistema democratico sudafricano è vicino al collasso. La miseria, le malattie, la mancanza di istruzione, di prospettive, di lavoro e di assistenza sanitaria hanno creato, da un lato una generazione di burocrati cinici, arroganti e corrotti, e dall’altro una di disperati pronti a tutto, che vedono nel crimine e nella violenza l’unica possibilità di una vita migliore. La magistratura e la politica hanno perso ogni credibilità, e la stessa polizia, in gran parte incapace di mantenere l’ordine, è infiltrata da gruppi di interesse estranei a quelli dello Stato.

Si muore giovani, in questo nuovo Sudafrica: di Covid, di AIDS, fucilati in mezzo alla strada, bastonati durante i disordini anti-governativi, eliminati dai plotoni di esecuzione delle bande criminali, ma anche di fame e di paura. Il presidente Cyril Ramaphosa ed il suo governo non sono mai stati in grado di affrontare questi problemi, limitandosi a dichiarazioni di principio e misure improvvisate, come l’introduzione del proibizionismo per alcool e sigarette, che hanno ottenuto solo un veloce rafforzamento delle mafie locali.

In questo quadro di orrore spunta una figura di criminale che, paradossalmente, viene considerata come la possibile salvezza da centinaia di migliaia di persone: l’ex presidente Jacob Zuma, capo dell’etnia Msholozi, uomo ricco e potente, circondato da uomini ancora più ricchi ed ancora più potenti, possibile leader della monarchia Zulu ed ancora più possibile fondatore di un nuovo partito che, nell’arco di pochi anni, potrebbe sostituirsi alla ANC alla guida del paese – con le buone o con le cattive – ed instaurare un regime antidemocratico fondato sul terrore, ma anche sul consenso di ampia parte della popolazione nera, specie quella della sua provincia natale, il KwaZulu-Natal.

L’incredibile parabola di un opportunista

Metà reggia, metà fortino militare: la lussuosa villa della famiglia Zuma a Nkandla, nel KwaZulu-Natal[1]

Il 14 febbraio del 2018, un anno prima che terminasse la legislatura, il Presidente del Sudafrica, Jacob Gedleyihlekisa Zuma, viene costretto a dimettersi. La lista delle accuse contro di lui è interminabile: stupro, contrabbando d’armi, truffa, corruzione, furto, abuso d’ufficio. Nel corso degli ultimi quindici anni è stato ripetutamente arrestato, portato in Tribunale, e poi scarcerato – non importa se in seguito ad una condanna o ad un’assoluzione[2]. Tutto ciò, fino a quel febbraio del 2018, non ha mai minacciato la sua carriera politica, fatta di voti comprati, di intimidazioni, di violenze – ma anche di un carisma innegabile, della sua capacità di cooperare con la monarchia Zulu in chiave anti-Stato, riuscendo a far passare il messaggio secondo cui lui possa personificare i sogni di un intero popolo.

Per questo, la sua parabola politica non finisce con le sue dimissioni. Mancano tre anni alle prossime elezioni, e lui si sta preparando ad un clamoroso come-back, che potrebbe assumere i tratti di una sorta di secessione del KwaZulu-Natal – magari, per ora, senza una dichiarazione di indipendenza, perché Zuma ed i suoi accoliti hanno bisogno del sostegno dello Stato. Le mosse sono sotto gli occhi di tutti: dopo aver stretto un accordo di ferro con la criminalità organizzata, i suoi picciotti stanno terrorizzando la popolazione, ma anche la polizia e le grandi aziende multinazionali. Dopo la morte del Re Zwelithini, con cui ha collaborato per anni, e l’elezione dell’erede designato dalla Casa Reale, Misuzulu Sinqobile kaZwelithini, Zuma è riuscito ad aprire un contenzioso per costringere il nuovo Re ad abdicare e lasciare il posto a suo figlio Duduzane, un giovanotto che, a nemmeno 40 anni, ha sulle spalle un formidabile curriculum di omicidi, truffe, devastazioni e collaborazioni con la criminalità organizzata indiana e cinese[3].

Nessuna mela cade lontana dall’albero. Jacob Zuma ha alle spalle una storia di controversie criminali degna di un film hollywoodiano: il suo primo arresto risale al 1963, per cospirazione nel tentativo di rovesciare il governo Sudafricano, per cui viene condannato a 10 anni di prigione a Robben Island. Tornato libero, continua a battersi contro l’Apartheid, e nel 1975 fugge in esilio, dapprima in Swaziland e poi in Mozambico, per evitare l’arresto. Membro del comitato esecutivo della ANC nel 1977, nel 1990 torna e viene eletto presidente del KwaZulu-Natal. Nel dicembre 1997 è stato eletto vicepresidente della ANC e nel giugno 1999 è stato nominato vicepresidente da Thabo Mbeki[4].

Lo stesso presidente Mbeki lo allontana, nel giugno 2005[5], dopo che è stato coinvolto nella condanna di uno dei suoi intimi amici, l’uomo d’affari Schabir Shaik[6], accusato di aver sollecitato tangenti a una compagnia di armi francese per conto di Zuma[7]. L’Alta corte di Durban stabilisce che Shaik ha pagato Zuma in cambio di contratti governativi e ha richiesto una tangente dalla società di armi francese Thint Holdings come ricompensa: le somme versate da Shaik a Zuma ammonterebbero a 1,2 milioni di rand[8]. In cambio avrebbe dovuto fermare le indagini su un traffico d’armi del 1999. Nel dicembre del 2005, alle accuse di corruzione si aggiungono quelle di stupro[9].

Quest’ultima accusa viene ritirata[10], e nel settembre del 2016, in modo inspiegabile, la Corte definirà insufficienti le prove contro Zuma – le stesse per le quali ha condannato Shaik[11]. Nel dicembre 2007 viene accusato di corruzione, frode, riciclaggio di denaro ed evasione fiscale[12], ma il giudice lo assolve, accusando Mbeki di complotto contro Zuma[13]. Mbeki si dimette per protesta[14], i magistrati che indagano contro Zuma si appellano contro la decisione di assoluzione[15]. Nel gennaio del 2009 la corte d’appello ribalta la precedente sentenza, e il processo contro Zuma riparte a pochi mesi dalle elezioni generali[16]. Inesplicabilmente, il 6 aprile vengono ritirate le accuse a suo carico[17].

Luglio 2021: manifestazione per le strade di Durban in favore della scarcerazione di Zuma[18]

Nel febbraio 2010, oramai presidente del Sudafrica, Zuma ammette di aver avuto un figlio fuori dal matrimonio, cosa grave per la monarchia Zulu[19]. Nel marzo del 2012 la Corte Suprema d’Appello, accogliendo le richieste di Alleanza Democratica (DA), ordina il riesame della decisione del 2009 di ritirare le accuse di corruzione contro Zuma[20]. Nel maggio del 2013 viene accusato d’abuso d’ufficio, perché consente l’atterraggio di un Airbus A330-200 privato, noleggiato dalla Jet Airways indiana, che trasporta 300 invitati ad un matrimonio della famiglia mafiosa indiana dei Gupta – una famiglia con la quale Zuma ha stretti legami – nella base militare di Waterkloof senza i regolari permessi[21]. Un’indagine del governo lo scagiona[22].

Deve anche rispondere alle accuse di truffa e corruzione per le spese multimilionarie per la sua fattoria privata di Nkandla: Thuli Madonsela, difensore civico nazionale, pubblica un rapporto ufficiale nel marzo 2014 che descrive in dettaglio i risultati di due anni di indagine, e conclude che molti degli adeguamenti alla fattoria, finanziati con fondi pubblici (246 milioni di rand per una piscina, un anfiteatro ed un kraal per il bestiame[23]) non sono legati alla sicurezza[24]. Zuma viene condannato, nel marzo del 2016, a risarcire una parte dei finanziamenti[25]. Per pagare i 7,8 milioni di rand dovuti sarà costretto a chiedere un prestito alla VBS Mutual Bank[26].

Madonsela prepara una relazione sui legami affaristici tra Zuma ed i Gupta quando, nell’ottobre del 2016, viene obbligato a dimettersi[27]. Il 2 novembre però il tribunale ne obbliga l’immediata pubblicazione[28]: il rapporto descrive in dettaglio diversi casi di possibile influenza indebita e raccomandava di istituire una squadra d’inchiesta giudiziaria per indagare ulteriormente sulle accuse[29]. Nel luglio del 2017 lo scandalo. chiamato “Guptagate”, deflagra: un oceano di email presidenziali prova che la famiglia Gupta abbia usato la propria influenza per nominare ministri di gabinetto e beneficiare di contratti governativi[30].

Nell’ottobre 2017 la Corte Suprema reintegrare le 783 vecchie accuse di corruzione presentate contro Jacob Zuma[31]. Il 29 dicembre 2017 la Corte costituzionale ritiene che il parlamento abbia fallito assolvendo Zuma per lo scandalo Nkandla, ed ordina all’Assemblea Nazionale di costringere il presidente a dimettersi entro 180 giorni[32]. Nel marzo del 2018 il tribunale stabilisce che Zuma dovrà rispondere di 12 capi di imputazione per frode, uno di racket, due di corruzione e uno di riciclaggio di denaro[33]. Nell’ambito delle accuse lanciate da Madonsela, nel luglio 2019 Zuma compare davanti alla “State Capture Commission”: rigetta le accuse, parla di boicottaggio politico e si rifiuta di collaborare ulteriormente con la commissione[34]. Si dichiara innocente anche nel processo, iniziato nel maggio 2021, per le vecchie accuse del 1999[35].

Nel giugno del 2021 la Corte costituzionale condanna Zuma a 15 mesi di reclusione per oltraggio alla Corte[36]. Zuma inizia a scontare la pena a luglio, ma ad agosto è in ospedale, apparentemente per un intervento chirurgico mai chiarito[37]. Gli viene concessa la libertà vigilata e gli è stato permesso di scontare il resto della pena a casa. A luglio viene ordinata la sospensione della libertà vigilata, ma invece di rientrare in carcere si chiude nella sua villa-fortino ed aspetta i risultati dell’appello, mentre nelle strade di Durban e di altre città del KwaZulu-Natal centinaia di dimostranti inferociti chiedono a gran voce la sua assoluzione[38].

La crisi del sistema democratico

Il capo della ANC, Cyril Ramaphosa, viene dichiarato vincitore delle elezioni del maggio 2019[39]

In un paese normale, un uomo così sarebbe stato costretto a chiudere con la politica, ma il Sudafrica non è un paese normale; c’è piuttosto il rischio che, nella lotta tra Stato democratico e Zuma, sia quest’ultimo ad avere la meglio ed a destabilizzare il sistema. Nelle elezioni generali del 2019 la ANC mantiene la maggioranza assoluta dei voti (57,5%), ma perde oltre il 4,6% e 19 seggi in Parlamento[40]. La pesante sconfitta è ancora più evidente nelle elezioni per i parlamenti provinciali che, tradizionalmente, si tengono insieme alle elezioni generali: qui la rabbia contro la ANC porta voti non solo agli altri partiti storici, ma anche a piccole formazioni locali[41]. È l’ulteriore segnale della crisi di questo partito, che vive ancora dei ricordi della lotta contro l’Apartheid e dei suoi miti, da Steve Biko a Nelson Mandela, ma che oggi è simbolo di corruzione e di profonda debolezza propositiva.

Quei 19 seggi del parlamento nazionale li prende un gruppo di estremisti nato da una scissione della ANC: la EFF (Economic Freedom Fighters), che punta la propria campagna elettorale proprio sui punti deboli del potere sudafricano, e promette onestà ed aiuto per i più poveri[42]. Cresce anche la IFP, il partito della monarchia Zulu, che prende il suo mezzo milione di voti in una sola provincia, il KwaZulu-Natal[43]. Una provincia che, se si votasse domani un referendum, probabilmente voterebbe per la propria indipendenza[44].

Difficile dire cosa abbia maggiormente compromesso la situazione, ma certamente è una misura chiave, fortemente voluta da Mandela, alla base della rabbia degli Zulu: la legge sul Black Economic Empowerment (BEE), una misura che avrebbe dovuto promuovere in modo decisivo la partecipazione dei neri alla trasformazione del Sudafrica[45]. I principi del provvedimento sono contenuti nel discorso del 29 maggio 1998 del capo della ANC, Thabo Mbeki, all’Assemblea nazionale su “Riconciliazione e costruzione della nazione”[46]: la riconciliazione tra neri e bianchi è un sogno se non si superano in tempi brevi le disparità socioeconomiche dell’Apartheid[47].

Oltre a piccole e complesse misure di sostegno delle piccole e medie imprese create dai neri, la questione fondamentale è una: tutte le aziende dei bianchi, incluse le multinazionali straniere, sono obbligate a cedere una determinata percentuale delle proprie azioni alla comunità nera locale ed a scegliere piccole aziende locali per l’espletamento dei servizi connessi alla produzione[48]. Il prezzo delle azioni verrà poi rimborsato con delle detrazioni dai dividendi, regolate in modo da non mettere in difficoltà i nuovi comproprietari[49].

Una delle prime società a muoversi è il gruppo Sanlam, che cede il 10% della sua quota in MetLife ad un consorzio guidato da Nthato Motlana, un leader della Lega giovanile dell’ANC, ex medico di Nelson Mandela e di Desmond Tutu[50]. Il consorzio, dal nome New Africa Investments Limited (NAIL), alla fine del 1998 ha un valore di mercato di quasi 6 miliardi di rand (38,4 milioni di dollari)[51]. La legge viene applicata ovunque: nel 1999 sono già 281 aziende ad averla messa in atto[52] e, nel 2004, la somma del valore trasferito ai neri supera gli 80 miliardi di rand (13,3 miliardi di dollari)[53]. Negli anni successivi, in base alle esperienze fatte, la legge verrà cambiata, fino a raggiungere l’attuale versione finale, che è in vigore dal 2003[54]. A partire dal 2007 alla legge si aggiunge un meccanismo (lo Scorecard) che premia con sgravi fiscali le imprese che applicano il BEE[55].

I legislatori hanno fatto di tutto per convincere le aziende ad aderire, ma la legge non ha funzionato. Il motivo è che, al momento di distribuire ile percentuali BEE, le aziende si affidano alla pubblica amministrazione – quindi ai partiti. Ed i partiti, invece di destinare i soldi alle comunità locali, li ripartiscono tra i componenti di una élite nera potente e corrotta, lasciando i villaggi alla fame e pieni di rabbia[56].

Il caso Richards Bay Minerals

Luglio 2021: dimostranti inferociti attaccano le vie d’entrata della miniera di Richards Bay, costringendo l’azienda, per l’ennesima volta, a sospendere l’attività[57]

L’esempio più evidente di questo fallimento è quello di RBM Richards Bay Minerals, azienda leader mondiale nell’estrazione e la raffinazione di biossido di titanio e di altre sabbie minerali pesanti, situata nel distretto di uThungulu, nel nord-est del KwaZulu-Natal, nell’area dei comuni di uMfolozi e uMhlathuze e di quattro tribù: i Dube, gli KwaMbonambi, i Sokhulu ed i mKhwanazi[58]. Con l’applicazione delle leggi sul Black Empowerment, Rio Tinto (che controlla ora il 74% delle azioni) ha ceduto il 24% alla società finanziaria Blue Horison 41 (Pty) Ltd.[59]: l’accordo, che vale circa 4,5 miliardi di rand, viene reso pubblico l’11 dicembre 2008[60]. Le quote sono ripartite tra sette principali investitori (il Consorzio Imbewu 3%; Matasis Investment Holdings 3%; Investimenti Gade 2,02%; Sambulo Investimenti 2,02%; Alleanza sudafricana della donna 1,44%; Ungoye Investments 0,86%; Consorzio Investimenti Bingela 0,85%) ed alle comunità indigene resta solo 2,7% a testa[61].

Quando il management di Rio Tinto si accorge che la suddivisione è ingiusta, dona 17,5 milioni di rand al Public Benefit Trust (PBO) delle comunità, e promette ulteriori 3 milioni di rand all’anno per ciascuna comunità[62]. Ma persino questi soldi prendono vie misteriose, cosa per cui le comunità accusano i loro nKhosi impegnati in RBM, primo fra tutti il capo degli Mbonambi, Martin Mbuyazi, nominato nel 2017 e costretto alle dimissioni nel 2021 per i sospetti sulla sua slealtà[63].

Le tribù si scatenano anche contro l’azienda: nel 2013 le devastazioni costano più di 13 milioni di dollari[64]. Nel 2016 i membri delle comunità Sokhulu e KwaMbonambi bloccano l’ingresso della miniera con alberi, rocce e pneumatici in fiamme, tanto che la società è costretta a fermare le attività[65]. L’attivista Thokozani Mbika, assieme al cugino, muore sotto i colpi di proiettili AK-47 e fucili calibro 9: gli assassini lasciano una lettera intimidatoria nei confronti di altri attivisti coinvolti nelle contestazioni, lasciando pensare che l’assassinio sia opera di sicari della compagnia mineraria[66]. Un trucco: il 2 settembre un direttore di RBM, Ronny Nzimande, viene crivellato da venti colpi delle stesse armi mentre è alla guida della sua automobile[67].

La situazione è pesantissima. La ANC se la prende con Rio Tinto perché non favorisce l’impiego di operai locali e di piccole aziende della zona, specie nei progetti educativi e sanitari[68]. Nel 2018, i minatori rivendicano un miglior trattamento salariale: scioperano, bloccano le strade, spaccano ciò che trovano, finché muore una guardia di sicurezza, Vusi Mhlenyane[69]. Rio Tinto minaccia di chiudere la miniera se lo Stato non è in grado di garantire ordine, sicurezza e svolgere indagini sugli accadimenti[70].

Nella vicina città di eMpemeni, dove RBM sta studiando nuove attività estrattive, la violenza è ancora più estrema: 38 omicidi e 14 tentati omicidi dal 2016 al 2020[71], abitanti furiosi a causa degli espropri o perché vengono costretti ad accettare compensi irrisori per vendere la loro terra[72]. Ma le violenze hanno anche un altro obiettivo: coloro che erano a conoscenza o hanno beneficiato delle licenze concesse a RBM[73]. Malgrado l’azienda abbia pagato 8 miliardi di rand in stipendi, royalties e tasse, più 1,5 miliardi di rand alle aziende locali e 540 milioni di rand per progetti delle comunità locali[74], la gran parte degli abitanti è rimasta tagliata fuori dalla redistribuzione e, al contrario, paga ora un prezzo inaccettabile: inquinamento[75], riduzione della distribuzione dell’acqua e dell’elettricità[76], espropri e caporalato, intermediato dagli Izinduna – i capi villaggio[77]. Le poche società locali che lavorano con RBM sono oggetto della stessa rabbia e dello stesso furore omicida[78].

La proposta di una nuova miniera (in giallo) sul confine meridionale del parco nazionale iSimangaliso[79]

Le cose peggiorano quando si scopre che, in tutto questo, l’Ingonyama Trust è l’autorità che ha ceduto la terra e ne ha incassato i soldi – come se si trattasse di proprietà personale del Re Zwelithini[80]. Nel 2018 RBM dona 79 milioni di rand al KwaMbonambi Development Trust per finanziare progetti locali: quei soldi scompaiono, ma i capi villaggio sfoggiano improvvisamente una sorprendente agiatezza[81]. La rabbia monta inesorabilmente.

Alla fine del 2019 Rio Tinto, a causa di una nuova ondata di violenze, decide di sospendere le attività[82]; le riprenderà nel gennaio successivo, dopo che Sihle Zikalala, premier del KwaZulu-Natal, promette di risolvere i guai delle comunità[83]. A gettare benzina sul fuoco è un progetto di espansione della RBM, chiamato Zulti South, che consentirebbe di prolungare, almeno fino al 2040, la vita della miniera: il progetto costerebbe 6,7 ​​miliardi di rand e, secondo RBM, apporterebbe circa 100 miliardi di rand all’economia locale nei prossimi 25 anni[84]. Zulti South si trova nelle vicinanze dell’iSimangaliso Wetland Park – in un’area che Re Zwelithini voleva sfruttare in proprio, insieme ad una piccola azienda della tribù Sokhulu, la Eyamakhosi Resources (Pty) Ltd., che ha segretamente ottenuto una licenza di sfruttamento per la stessa zona concessa precedentemente a RBM[85] e che, in ogni caso, è da anni oggetto di una battaglia da parte degli ambientalisti[86].

L’iSimangaliso (Luogo delle Meraviglie) Wetland Park (iWP), è stato il primo sito Patrimonio dell’Umanità del Sudafrica e dal 2019 è il secondo parco del paese: è composto da 16 riserve naturali create durante l’apartheid che, grazie all’Ingonyama Trust, sono state riassegnate[87]. Nel 2018, Eyamakhosi Resources (Pty) Ltd., una società di un ex dipendente della RBM della tribù Sokhulu, Sicebi Mthethwa, presenta una richiesta per i diritti di prospezione all’interno di una parte della riserva 4 (circa 500 ettari) nell’area di KwaSokhulu[88], un’area dal preziosissimo ecosistema con particolare flora e fauna a rischio di estinzione[89] al confine dell’iSimangaliso Wetland Park. Il tentativo era già stato fatto da Rio Tinto 30 anni prima, ma senza successo[90].

Eyamakhosi Resources ci riprova in un’area leggermente più a nord-ovest, ma si scontra frontalmente con gli ambientalisti[91]. RBM prende pubblicamente le distanze da questo tentativo. La ONG iSimangaliso Action Group chiede a Eyamakhosi di rivelare chi siano i finanziatori nascosti dietro al progetto, ma non ottiene alcuna risposta[92]. Un’altra ONG, la Wild Equity Foundation di Andrew Zaloumis, in un rapporto conferma che Eyamakhosi Resorces, senza qualcuno alle spalle, non è in grado di gestire una simile concessione mineraria[93]. Circola il nome dell’Ingonyama Trust, che si è sempre detto interessato, ma il progetto ha bisogno di sponsor molto ma molto più grandi e potenti, e con il necessario know-how tecnologico.

Nel maggio del 2021, Nico Swart, direttore generale dei servizi operativi di RBM, muore sotto una pioggia di proiettili dentro la sua auto, mentre si reca al lavoro[94]. RBM chiude nuovamente i battenti[95], per protesta per l’omicidio, ma anche perché i blocchi organizzati dai sindacati, che chiedono la scarcerazione di Jacob Zuma, sorprendentemente si concentrano sull’impedire che la miniera venga rifornita di materie prime[96]. Per riaprire, RBM conclude un accordo con gli amaKhosi, e paga 130 milioni di rand ai trust comunitari, controllando che stavolta arrivino[97]. Le indagini sugli omicidi non portano alcun risultato. Una cosa è chiara: dietro tutta questa violenza non ci sono solo rabbia e disperazione, ma una regia fredda e calcolatrice.

Ingonyama Trust sotto accusa

L’ex giudice Jerome Ngwenya, presidente dell’Ingonyama Trust[98]

Dal 2007, da quando Ingonyama (ITB) inizia a chiedere ai residenti di convertire i loro certificati di autorizzazione all’occupazione (PTO), eredità dell’apartheid[99], in contratti d’affitto, inizia l’illegale occupazione di territorio da parte di ITB, che si comporta come se fosse proprietaria di una terra che, invece, ha solo ricevuto come amministratrice tutelare: contratti quarantennali, lunghi documenti in inglese burocratico, aumenti annuali del 10% dei soldi illegalmente pagati all’Ingonyama Trust che, per giunta, si auto-conferisce poteri di sfratto[100].

Ingonyama, che ha come unico fiduciario il Re Goodwill Zwelithini kaBhekuzulu, è un gorgo che inghiotte fiumi di denaro, non soltanto dai canoni di locazioni estorti ai residenti, ma anche attraverso la riscossione di royalties minerarie, o attraverso operazioni di corruzione – e si rifiuta di rispondere a domande imbarazzanti delle autorità sudafricane o di presentare i documenti auditing previsti dalla legge[101]. Semplicemente, il Re ammette l’esistenza di irregolarità, ma ritiene che sia nel suo potere monarchico commetterle[102].

La Commissione Parlamentare per lo Sviluppo Rurale apre un’inchiesta nel 2014[103] e, dopo anni di controversie, nel 2020 finalmente conclude i lavori con la richiesta di pagamenti statali al trust[104]. L’ex giudice Jerome Ngwenya, presidente di ITB, che viene accusato di essersi arricchito illegalmente[105], nega la legittimità delle inchieste sul Trust[106] ed afferma che non si sottoporrà al giudizio di un tribunale sudafricano perché non ne riconosce l’autorità, sostenendo di dover rendere conto delle proprie azioni solamente al Re Zwelithini[107]. Un tribunale lo obbliga a rinunciare al titolo di giudice[108], Ngwenya si rifiuta[109].

Nel gennaio del 2021 i dipendenti di ITB scrivono una lettera di denuncia sulla gestione brutale ed illegale anche all’interno del Trust stesso, chiedendo che Ngwenya venga sostituito[110] – ma lui si limita a sostituire i suoi più stretti collaboratori nel consiglio di fondazione[111]. Un tentativo della magistratura di arrestarlo fallisce. E dopo la morte del re, nel gennaio del 2021, Ngwenya rimane da solo ad amministrare Ingonyama Trust[112].

Il disegno diviene lentamente chiaro. Il potere segreto del KwaZulu-Natal viene gestito da Ngwenya e da coloro che lo finanziano, lo proteggono, ne dirigono i movimenti. Dall’ombra dell’illegalità emerge una serie di personaggi potenti e pericolosi, della cui influenza sono oramai tutti consapevoli, ma che lo Stato non è più in grado di combattere. Il primo tra questi è l’uomo d’affari Sandile Zungu – un uomo divenuto ricchissimo perché, negli ultimi 20 anni, è stato beneficiario di diverse cessioni di percentuali azionarie di grandi aziende attraverso la legge sul Black Empowerment[113]. Jacob Zuma lo ha messo a capo del Black Business Council e della commissione che controlla l’applicazione delle leggi sul Black Empowerment[114], quindi alla fonte che decide quali aziende delle comunità indigene percepiscano sovvenzioni ed ottengano appalti pubblici[115].

29 ottobre 2016: il presidente Zuma (secondo da sinistra) ad un gala dei suoi sostenitori, organizzato da Sandile Zungo (primo a destra)[116]

Ripetute proteste sulla gestione di questi centri di potere vengono sistematicamente ignorati dalla magistratura sudafricana[117]. In cambio, Zungu ha comprato la squadra di calcio della monarchia, il FC Amazulu, ed investe per portarla al vertice del calcio sudafricano[118], ed è diventato consulente finanziario di Jacob Zuma – sia negli anni della sua presidenza, sia dopo[119]. Nel 2010, Zungu fa in modo che Duduzane, figlio del presidente, ottenga una fetta importante di una serie di aziende straniere, tra cui il gruppo ArcelorMittal, ma soprattutto del Sahara Group della famiglia Gupta[120].

I Gupta, una famiglia indiana immigrata in Sudafrica all’inizio degli anni 90[121], in pochi anni sono diventati una delle più grandi potenze economiche del paese, e sono alla base del finanziamento delle campagne elettorali di Jacob Zuma e dei processi subiti dall’Ingonyama Trust[122], e sono coloro che hanno finanziato la costruzione dei primi edifici della villa-fortino di Zuma a Nkandla[123]. Travolti dalla bancarotta fraudolenta delle loro aziende[124], e costretti ad abbandonare il Sudafrica non appena si è scoperto che dessero ordini al presidente[125], poco prima che Zuma è stato costretto alle dimissioni, silenziosamente si sono riavvicinati, hanno ripreso a sostenere Zuma e ora si preparano ad un clamoroso rientro in pista[126].

La famiglia Gupta è alla base di una delle decisioni più contestate della presidenza Zuma: quella del cosiddetto “Land Bill”[127] che, nel 2017, si proponeva di trasformare le assegnazioni fiduciarie delle terre amministrate da ITB in terreni di proprietà del Trust in nome del Re Zwelithini – una proposta ritirata poco prima che scoppiasse una guerra civile[128]. Nella sua qualità di consulente, Atul Gupta ha fondato quasi duecento società, la cui proprietà indiretta è nelle mani della famiglia Zuma, che tuttora percepiscono fondi dello Stato per progetti pluriennali mai realizzati[129]. In molte di queste aziende lavorano oggi i fratelli Gcaba (nipoti di Zuma[130]) che, venti anni fa, costituivano le squadre di picchiatori della famiglia Gupta ed oggi, invece, gestiscono il controllo mafioso sui taxi e gli altri mezzi di trasporto nell’area di Durban e sono sospettati di lavorare direttamente alle dipendenze di Jacob Zuma e di suo figlio Duduzane[131].

Nessuno di costoro ha mai avuto problemi con la polizia – forse perché negli anni della presidenza Zuma il capo della polizia del KwaZulu-Natal, Sbu Mpisane, oggi ricchissimo uomo d’affari e proprietario della squadra di calcio Royal Eagles di Pietermaritzburg[132], diventava uno dei beneficiari delle redistribuzioni del Black Empowerment diretto da Sandile Zungu[133]… potremmo andare avanti per pagine e pagine, ma a questo punto una cosa è chiara: esiste un disegno politico ed industriale per trasformare il KwaZulu-Natal in una provincia dominata dalla monarchia Zulu e finanziata da un gruppo di uomini d’affari corrotti, con forti legami con il crimine organizzato, che ruotano da sempre intorno a Jacob Zuma come figura politica ed Atul Gupta come punto di riferimento economico. Un disegno che, oggi, viene portato avanti con la cinica e sistematica destabilizzazione del paese, l’istigazione alla violenza e la repressione di chiunque si opponga a questo gruppo di personaggi, cui lo Stato sudafricano da anni cerca inutilmente di porre un argine. Più si avvicinano le elezioni del 2024, più questo disegno diventa evidente. Ma ora che è morto Zwelithini, questo gruppo ha bisogno di controllare la monarchia Zulu.

Zuffe reali alla conquista del potere

Il presidente Zuma ed il suo consulente personale, Atul Gupta, ad una cena ufficiale del 2012[134]

Il 12 marzo 2021 muore Re Zwelithini[135], marito di sei mogli e padre di 28 figli. Come vuole il suo testamento, viene nominata reggente Shiyiwe Mantfombi Dlamini – sua terza moglie, sposata nel 1977 – mentre si tratta sul nome del prossimo Re[136]. La battaglia tra le vedove inizia subito, ferocissima, sul corretto protocollo per le esequie[137]. La regina Sibongile Dlamini non vuole che uno dei suoi figli erediti il trono, ma il 50% delle proprietà immobiliari e terriere di Zwelithini[138] e il controllo dello Zulu Royal Family Trust, che prende soldi dal governo per la manutenzione delle proprietà reali[139]. Le altre sono contrarie, e lei commette l’affronto di ricorrere all’Alta Corte di Pietermaritzburg[140]. La sua tesi: ha sposato Zwelithini 1969, prima che venisse incoronato, e quindi il suo è l’unico matrimonio valido, visto che la legge sudafricana vieta la poligamia[141]. Chiede anche che il processo per l’elezione del nuovo Re venga bloccato[142]. Suo figlio Lethukuthula, che sarebbe stato il primo indiscusso nell’asse ereditario, è stato ammazzato da cinque killer alcuni anni fa[143].

Frenetiche riunioni tra fazioni, coordinate da Mbonisi, fratello di Zwelithini (che sull’asse ereditario viene dopo i figli del Re), aumentano la confusione[144]: torna sulla scena Buthelezi, che condanna pubblicamente il comportamento dei familiari[145]. La reggenza di Shiyiwe Mantfombi Dlamini dura solo un mese, perché muore alla fine di aprile[146] (alcuni insinuano che sia stata avvelenata[147]). Nel suo testamento, la principessa nomina suo figlio Misuzulu come prossimo Re[148]: nonostante le proteste di molti dei familiari[149], che costringono le guardie del Re a proteggere con bodyguards armati Misuzulu 24 ore al giorno, il 46enne erede viene incoronato[150].

Nel frattempo le principesse Ntandoyenkosi Zulu e Ntombizosuthu Zulu-Duma, figlie di Sibongile Dlamini, impugnano il testamento di re Zwelithini e si appellano ai tribunali[151]: secondo il grafologo Yossi Vissoker, da loro assunto, la firma sul testamento ufficiale non apparterrebbe al Re[152]. La questione rischia di trascinarsi per lungo tempo, forse anni[153]. Tra i moltissimi candidati alternativi ci sono anche persone estranee alla famiglia di Zwelithini, ma legate, per discendenza diretta o indiretta, dal re Cetshwayo, considerato il fondatore dell’attuale dinastia Zulu – uno dei quali è Duduzane, il primo figlio di Jacob Zuma: ma la sua candidatura viene ritirata dopo una riunione nella villa-fortino di Nkandla, alla fine di luglio 2021, alla presenza di Buthelezi, di Duduzane, di Misuzulu, di alcuni potenti nKhosi, di Judge Ngwenya e di Sindile Zungu[154]. Da questa riunione la posizione sul trono di Misuzulu esce estremamente rafforzata, ma degli accordi presi non si sa nulla – si sa solo che si estendono anche al futuro dell’Ingonyama Trust e dei sogni minerari di Re Zwelithini, ma anche dell’appoggio della monarchia a questo o quel personaggio politico.

E questo è il punto nel quale ci troviamo oggi. Zuma e la famiglia Gupta, nel KwaZulu-Natal, si sono dimostrati più forti della magistratura, più potenti della politica, più influenti del Re degli Zulu e, grazie al controllo che hanno sulla criminalità organizzata, sulla logistica, sulla distribuzione delle percentuali della Black Empowerment Law e del controllo di altre posizioni chiave nella vita pubblica della provincia, mostrano che potrebbero puntare alle elezioni del 2024 o, magari, persino alla secessione ed all’instaurazione di una monarchia assoluta. Come al solito, in queste situazioni di estrema debolezza di uno Stato democratico, l’intero mondo trattiene il respiro – e non fa nulla.

 

 

 

 

[1] https://www.news24.com/drum/News/da-threatens-legal-action-over-nkandla-20170728-2
[2] https://en.wikipedia.org/wiki/Jacob_Zuma
[3] https://www.timeslive.co.za/politics/2017-08-28-all-my-bank-accounts-have-been-closed-says-angry-duduzane-zuma/ ; https://www.iol.co.za/news/only-a-matter-of-time-before-duduzanes-declared-a-fugitive-sources-13348789 ;  https://www.iol.co.za/news/hawks-hunt-duduzane-in-wake-of-guptaarrests-13294922 ;  https://mg.co.za/article/2016-04-08-guptas-duduzane-zuma-step-down-from-oakbay/ ; https://www.news24.com/citypress/News/the-rise-and-fall-of-duduzane-zuma-20160409-2 ; https://ewn.co.za/2014/12/11/Court-finds-Duduzane-Zumas-negligence-lead-to-accident ; https://amp.ewn.co.za/2018/08/23/duduzane-zuma-s-culpable-homicide-case-postponed ; https://www.news24.com/Fin24/guptas-deny-trying-to-capture-r51bn-prasa-tender-20160619 ; https://www.news24.com/Fin24/state-capture-reports-taint-guptas-friendship-with-zuma-20160619 ; https://www.sabcnews.com/sabcnews/r1-million-rewards-capture-duduzane-ajay-gupta/
[4] Jeremy Gordin, “Zuma: a biography”, Jonathan Ball Publishers, Johannesburg 2008; Richard Calland, “The Zuma years”, Struik Publishers, Johannesburg 2013
[5] https://www.sahistory.org.za/dated-event/president-thabo-mbeki-sacks-deputy-president-jacob-zuma
[6] https://www.jurist.org/news/2005/06/advisor-to-south-african-deputy/
[7] https://www.theguardian.com/world/2005/jun/15/southafrica.jeevanvasagar
[8] https://www.theguardian.com/world/2005/jun/15/southafrica.jeevanvasagar
[9] https://www.aljazeera.com/news/2005/12/7/anc-suspends-zuma-pending-rape-trial
[10] https://www.jurist.org/news/2006/05/anc-reinstates-zuma-as-deputy/
[11] https://www.nytimes.com/2006/09/21/world/africa/21zuma.html
[12] https://www.theguardian.com/world/2007/dec/28/southafrica
[13] https://www.reuters.com/article/us-safrica-zuma-idUSLC54653420080912
[14] https://www.reuters.com/article/us-safrica-politics-mbeki-idUSWEA015020080920
[15] https://polity.org.za/article/npa-to-appeal-zuma-judgment-2008-09-17
[16] https://www.theafricareport.com/9446/kgalema-motlanthe-man-of-the-moment/
[17] https://www.loc.gov/item/global-legal-monitor/2009-04-08/south-africa-prosecutor-drops-corruption-charges-against-zuma/
[18] https://doingbuzz.com/les-partisans-de-jacob-zuma-ont-tente-dempecher-son-arrestation/
[19] https://www.reuters.com/article/idINIndia-45883720100203
[20] https://www.bbc.com/news/world-africa-17442486
[21] https://theworld.org/stories/2013-05-03/who-let-gupta-family-land-south-african-military-base
[22] https://www.business-standard.com/article/news-ians/zuma-s-name-cleared-from-gupta-gate-scandal-113100400019_1.html
[23] https://www.dailymaverick.co.za/article/2021-04-08-inside-cabinet-during-zumas-nkandla-scandal-by-rob-davies/
[24] https://www.bbc.com/news/world-africa-35943941
[25] https://www.dw.com/en/south-africas-zuma-ordered-to-pay-back-money-for-unlawful-home-renovations/a-17509365
[26] https://www.africanews.com/2016/09/12/zuma-used-bank-loan-to-refund-upgrade-of-his-private-residence/
[27] https://www.bbc.com/news/world-africa-37655939
[28] https://www.aljazeera.com/news/2016/11/2/south-africa-court-orders-zuma-report-to-be-released
[29] https://www.newsweek.com/south-africa-jacob-zuma-lashes-out-against-thuli-madonsela-public-attacks-520076
[30] https://www.dailymaverick.co.za/article/2017-06-05-guptaleaks-what-does-email-trove-mean-for-zuma-and-south-africa/
[31] https://www.reuters.com/article/us-safrica-politics-zuma-idUSKBN1CI1B7
[32] https://www.cnbc.com/2017/12/29/south-africas-top-court-puts-pressure-on-jacob-zuma.html
[33] https://www.washingtonpost.com/world/africa/former-south-african-president-jacob-zuma-faces-corruption-charges/2018/03/16/f3f9439c-2929-11e8-b79d-f3d931db7f68_story.html
[34] https://www.polity.org.za/article/former-president-zuma-and-the-state-capture-commission-of-inquiry-2019-07-16
[35] https://www.aljazeera.com/news/2021/5/26/s-africa-jacob-zuma-pleads-not-guilty-to-corruption-charges
[36] https://www.dailymaverick.co.za/article/2021-06-29-concourt-finds-jacob-zuma-guilty-of-unprecedented-contempt-seals-sanction-with-15-month-jail-sentence/
[37] https://www.reuters.com/world/africa/safrican-court-grants-ex-president-zuma-leave-appeal-order-return-jail-2021-12-21/
[38] https://www.reuters.com/world/africa/safrican-court-grants-ex-president-zuma-leave-appeal-order-return-jail-2021-12-21/
[39] https://www.cfr.org/blog/south-african-election-results-strengthen-ramaphosas-hand-anc
[40] https://www.elections.org.za/IECOnline/Documents/NPE_SeatCalculationGraphic.pdf
[41] https://www.nigrizia.it/notizia/sudafrica-crollo-dellanc-alle-elezioni-amministrative
[42] https://www.elections.org.za/IECOnline/Documents/NPE_SeatCalculationGraphic.pdf
[43] https://www.elections.org.za/IECOnline/Documents/NPE_SeatCalculationGraphic.pdf
[44] IL KWAZULU-NATAL, ULTIMA GRANDE MONARCHIA NERA | IBI World Italia
[45] https://www.nortonrosefulbright.com/en/knowledge/publications/fe87cd48/broad-based-black-economic-empowerment—basic-principles
[46] https://www.iol.co.za/news/politics/full-text-of-mbekis-state-of-nation-speech-314525
[47] https://www.iol.co.za/news/politics/full-text-of-mbekis-state-of-nation-speech-314525
[48] https://www.gov.za/documents/broad-based-black-economic-empowerment-act
[49] https://www.gov.za/documents/broad-based-black-economic-empowerment-act
[50] http://www.treasury.gov.za/publications/other/growth/06-Procurement%20and%20bee/02-black%20economic%20empowerment%20and%20economic%20performance%20in%20so.pdf page 7
[51] https://repository.up.ac.za/bitstream/handle/2263/23145/dissertation.pdf?sequence=1 “Black Economic Empowerment and its Impact on Wealth Creation in the New South Africa” – Andile Caleb Makhunga – page 3
[52] https://www.westerncape.gov.za/text/2004/5/beecomreport.pdf – BEE Commission Report, 2001 – p. 24
[53] https://omalley.nelsonmandela.org/omalley/index.php/site/q/03lv03445/04lv04206/05lv04220/06lv04221/07lv04222.htm
[54] https://www.bbbeecommission.co.za/broad-based-black-economic-empowerment-act-2003/
[55] https://smesouthafrica.co.za/Brush-up-on-your-BEE-knowledge/
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[57] https://www.miningmx.com/opinion/columnists/46609-rbm-violence-another-example-of-how-poorly-resourced-police-are-failing-sas-mining-sector/
[58] https://www.riotinto.com/operations/south-africa/richards-bay-minerals
[59] RBM CONTRATTO BLACK EMPOWERMENT, pp. 1-2
[60] https://www.engineeringnews.co.za/article/richards-bay-minerals-signs-r45bn-black-empowerment-deal-2008-12-11
[61] https://www.engineeringnews.co.za/article/richards-bay-minerals-signs-r45bn-black-empowerment-deal-2008-12-11
[62] https://www.engineeringnews.co.za/article/richards-bay-minerals-signs-r45bn-black-empowerment-deal-2008-12-11
[63] https://zululandobserver.co.za/136450/premier-appoints-new-mbonambi-administrator/ ; https://www.mukurukurumedia.co.za/2019/12/17/death-stalks-mining-community-after-peacemakers-assassination/ ; https://www.news24.com/citypress/News/chiefs-widow-on-the-run-they-want-my-son-dead-20200317
[64] https://www.news24.com/Fin24/rio-tintos-sa-mine-disrupted-by-protest-20160510
[65] https://www.news24.com/citypress/business/fresh-protests-shut-rios-richards-bay-mine-20160814
[66] https://www.news24.com/citypress/business/fresh-protests-shut-rios-richards-bay-mine-20160814
[67] https://zululandobserver.co.za/122659/update-slain-in-cold-blood/
[68] https://pdfs.semanticscholar.org/9ce5/6753acb49bb9883ea920015a9d6957afd9c0.pdf
[69] https://www.pressreader.com/south-africa/the-mercury-south-africa/20180716/281526521829029
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[74] https://www.newframe.com/mining-in-richards-bay-remains-a-double-edged-sword/
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[76] https://www.newframe.com/mining-in-richards-bay-remains-a-double-edged-sword/
[77] https://www.dailymaverick.co.za/article/2021-12-31-mining-in-richards-bay-remains-a-double-edged-sword/
[78] https://www.dailymaverick.co.za/article/2021-12-31-mining-in-richards-bay-remains-a-double-edged-sword/
[79] https://www.dailymaverick.co.za/article/2018-11-08-anger-over-back-door-st-lucia-dune-mining-plan/
[80] https://www.violencemonitor.com/2018/10/01/talking-expropriation-and-restitution-ignoring-dispossession-and-deaths-what-is-the-government-and-the-ingonyama-trust-hiding-in-mpembeni/
[81] https://www.dailymaverick.co.za/article/2021-12-31-mining-in-richards-bay-remains-a-double-edged-sword/
[82] https://www.mining.com/web/violent-protests-shut-down-key-rio-tinto-mine-in-south-africa/
[83] https://www.miningreview.com/speciality-minerals/icymi-rio-tinto-resumes-operations-at-richards-bay-minerals/
[84] https://www.dailymaverick.co.za/opinionista/2021-08-29-richards-bay-minerals-the-poster-child-for-south-africas-mining-governance-mess/
[85] https://www.coastwatch.org.za/blog.php?p=32 ; https://www.violencemonitor.com/2018/10/01/talking-expropriation-and-restitution-ignoring-dispossession-and-deaths-what-is-the-government-and-the-ingonyama-trust-hiding-in-mpembeni/
[86] https://legalbrief.co.za/diary/legalbrief-environmental/story/court-blocks-coal-mine-in-protected-area-3/print/
[87] https://isimangaliso.com/
[88] https://whc.unesco.org/document/180878
[89] https://www.pressreader.com/south-africa/zululand-observer/20181026/281522227075619
[90] https://www.businesslive.co.za/bt/business-and-economy/2018-09-08-riddle-of-the-sands-is-rio-moving-on-st-lucia/ ; https://www.dailymaverick.co.za/article/2018-11-08-anger-over-back-door-st-lucia-dune-mining-plan/?fbclid=IwAR2pYdx8-mJp5QQcNvei_E1re_fONyf5UJJZ-08OOyV4bauyRoTnEC44hfk
[91] https://www.dailymaverick.co.za/article/2018-11-08-anger-over-back-door-st-lucia-dune-mining-plan/?fbclid=IwAR2pYdx8-mJp5QQcNvei_E1re_fONyf5UJJZ-08OOyV4bauyRoTnEC44hfk
[92] https://www.dailymaverick.co.za/article/2018-11-20-rio-tinto-we-have-nothing-to-do-with-world-heritage-mining-row/
[93] https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/s3.sourceafrica.net/documents/118519/Wild-Equity-Foundation-Comments.pdf
[94] https://www.mining.com/rio-tintos-richards-bay-manager-murdered-on-way-to-work/
[95] https://www.miningmx.com/news/markets/47256-rbm-denies-extortion-pressure-over-r130m-to-communities-following-murder-of-gm/
[96] https://www.argusmedia.com/en/news/2243210-south-african-unrest-highlights-longterm-risks
[97] https://www.dailymaverick.co.za/opinionista/2021-08-29-richards-bay-minerals-the-poster-child-for-south-africas-mining-governance-mess/
[98] https://mg.co.za/news/2020-10-13-ingonyama-trust-hit-with-forensic-audit/
[99] https://ibiworld.eu/2022/01/06/il-kwazulu-natal-ultima-grande-monarchia-nera/
[100] https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/02582473.2021.1909116
[101] https://landportal.org/news/2021/11/south-africa-kwazulu-natal-forensic-audit-call-ingonyama-trust-board ; https://www.iol.co.za/news/politics/ingonyama-trust-board-delays-submitting-audit-report-to-parliament-says-minister-thoko-didiza-30f1e88f-873a-4542-a3d0-b67f18084168
[102] https://www.news24.com/news24/southafrica/news/ingonyama-trust-admits-constant-perennial-irregular-expenditure-20200605
[103] https://pmg.org.za/committee-meeting/17629/
[104] https://www.parliament.gov.za/press-releases/agriculture-land-reform-and-rural-development-committee-calls-suspension-funds-ingonyama-trust ; https://www.dispatchlive.co.za/news/2020-10-22-didiza-gets-mandla-mandelas-support-on-ingonyama-trust-probe/
[105] https://www.dailymaverick.co.za/opinionista/2020-12-08-time-for-the-ingonyama-trust-board-to-explain-how-it-manages-its-land/
[106] https://www.iol.co.za/news/politics/judge-ngwenya-says-there-is-no-probe-into-ingonyama-trust-board-b2943d26-34ad-4ef6-9313-1f2cc05c6aa8
[107] https://mg.co.za/news/2020-10-13-ingonyama-trust-hit-with-forensic-audit/?utm_source=headtopics&utm_medium=news&utm_campaign=2020-10-13
[108] https://www.timeslive.co.za/news/south-africa/2020-09-09-stop-calling-yourself-judge-mogoeng-warns-ingonyama-trusts-jerome-ngwenya/ ; https://allafrica.com/stories/200205230741.html
[109] https://www.news24.com/witness/news/ingonyama-trust-board-chair-will-not-drop-title-judge-20200908
[110] https://www.iol.co.za/sundayindependent/news/ingonyama-trust-run-like-a-spaza-shop-b9ad3509-da62-4ff3-a1cf-5dbf1916aaa5
[111] https://www.salabournews.co.za/56980-ingonyama-trust-board-gets-a-new-chief-executive
[112] http://www.ingonyamatrust.org.za/the-board/
[113] https://sa411.co.za/what-you-did-not-know-about-businessman-sandile-zungu/
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[116] https://www.flickr.com/photos/governmentza/30646116566
[117] http://www.702.co.za/articles/339482/i-was-never-zuma-s-advisor-and-have-no-dealings-with-duduzane-sandile-zungu
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[120] https://www.itweb.co.za/content/KPNG878XnPW74mwD
[121] https://economictimes.indiatimes.com/news/company/corporate-trends/how-the-guptas-of-saharanpur-came-to-be-known-as-the-zuptas-of-south-africa/articleshow/60101573.cms ; https://www.bbc.com/news/world-africa-22513410
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[124] https://en.wikipedia.org/wiki/Gupta_family
[125] https://www.timeslive.co.za/politics/2016-03-18-zuma-said-its-ok-ntombazana-says-former-anc-mp-vytjie-mentor/ ;  https://web.archive.org/web/20170528133921/http://www.timeslive.co.za/sundaytimes/stnews/2017/05/28/Here-they-are-The-emails-that-prove-the-Guptas-run-South-Africa
[126] https://www.iol.co.za/news/politics/solving-the-sordid-gupta-saga-1511330 ; https://www.timeslive.co.za/sunday-times/news/2015-12-17-gupta-family-seen-as-symbol-of-zumas-failing-rule/
[127] https://www.gov.za/sites/default/files/gcis_document/201703/40697gen229.pdf
[128] https://www.biznews.com/thought-leaders/2017/04/20/land-bill-zuma-zulu-king
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[130] http://www.praatnet.co.za/ZUMA+Inc.+ZUMA+FAMILY+NEPOTISM&p=nuus&a=wysstorie&sid=2019
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[136] https://www.timeslive.co.za/news/south-africa/2021-03-24-queen-mantfombi-appointed-regent-of-zulu-nation-3-months-of-mourning-declared/
[137] https://www.iol.co.za/news/politics/king-goodwill-zwelithinis-burial-a-divisive-issue-for-zulu-royals-56899c33-894a-4ddd-b32c-5c58e5737d1b
[138] https://www.timeslive.co.za/sunday-times-daily/opinion-and-analysis/2021-12-16-game-of-thrones-a-battle-for-zulu-riches/
[139] https://www.timeslive.co.za/sunday-times-daily/opinion-and-analysis/2021-12-16-game-of-thrones-a-battle-for-zulu-riches/
[140] https://www.iol.co.za/news/politics/5-startling-claims-and-demands-zulu-kings-wife-makes-in-court-papers-as-she-fights-for-throne-441decb5-c22f-4118-a3b3-534f7e58c6f7
[141] https://www.dailymaverick.co.za/article/2021-05-04-goodwill-zwelithinis-eldest-wife-says-hers-was-the-only-legitimate-marriage-to-late-king-and-demands-half-of-his-estate/
[142] https://sundayworld.co.za/breaking-news/battle-for-the-amazulu-kingship-to-be-fought-fiercely-in-the-courts/
[143] https://www.bbc.com/news/world-africa-56993215
[144] https://www.iol.co.za/news/politics/5-startling-claims-and-demands-zulu-kings-wife-makes-in-court-papers-as-she-fights-for-throne-441decb5-c22f-4118-a3b3-534f7e58c6f7
[145] https://www.timeslive.co.za/news/south-africa/2021-04-22-buthelezi-accuses-zulu-kings-siblings-of-attempts-to-torpedo-his-wishes-and-arrangements/
[146] https://www.theguardian.com/world/2021/apr/30/zulu-nation-ruler-queen-mantfombi-dlamini-dies-aged-65
[147] https://foreverblack.org/2021/05/06/sa-some-suspect-foul-play-in-zulu-queen-death/ ; https://www.sabcnews.com/sabcnews/prince-buthelezi-reveals-claims-of-queen-mantfombi-madlamini-zulus-poisoning/
[148] https://www.bbc.com/news/world-africa-57035157
[149] https://www.timeslive.co.za/news/south-africa/2021-05-07-prince-misuzulu-zulu-named-new-zulu-king/?utm_medium=Social&utm_source=Twitter#Echobox=1620407932
[150] https://sundayworld.co.za/breaking-news/eswatini-to-the-rescue-of-zulu-heir/
[151] https://ewn.co.za/2021/05/02/report-zulu-royals-embroiled-in-alleged-fraudulent-will-dispute
[152] https://www.iol.co.za/news/politics/pics-here-is-the-disputed-signature-of-king-goodwill-zwelithini-that-a-handwriting-expert-claimed-was-forged-b9adca31-edbc-430e-bc7d-cb33585761f9
[153] https://sundayworld.co.za/news/no-end-to-royal-discord-over-amazulu-vhavenda-thrones/
[154] https://www.iol.co.za/mercury/news/royal-row-over-regiments-at-zumas-nkandla-home-expert-says-amazulus-have-a-king-c71d98d9-f710-4987-875c-4bf7a4528272

TAG: KwaZulu-Natal, Sudafrica, Zuma
CAT: Geopolitica

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