Estrema destra: ancora tema in Germania nel 2016

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14 Gennaio 2016

L’anno solare si è concluso e sui quotidiani si sono letti i riassunti degli eventi che lo hanno caratterizzato,  ecco un breve excursus di quanto prevede il primo trimestre del 2016 nei campi, largamente intesi, della lotta al neonazismo ed al negazionismo della Shoà in Germania.

 

Mein Kampf

Con la fine del 2015 decadono i diritti d’autore detenuti dal Land Baviera sugli scritti di Adolf Hitler in forza dei quali era stata fino ad oggi vietata in Germania la riedizione del pamphlet. Alla luce di questa data l’Institut für Zeitgeschichte di Monaco ha curato una nuova edizione critica del libello in due volumi arricchita con oltre 3.500 note. Del progetto si era inizialmente fatto carico anche il Governo del Land Baviera ma il Presidente Horst Seehofer ha poi affermato che non si può contemporaneamente domandare il divieto della neonazista NPD e contribuire a ridiffondere il credo nazista.

Il volume curato dall’istituto storico monacense è stato tuttavia completato ed è in vendita dal gennaio 2016. Molti ne evidenziano la validità e chiedono che sia diffuso nelle scuole; altri ritengono che il Mein Kampf sia un libro velenoso che debba sempre restare chiuso negli armadi della storia.

Trovo personalmente che nelle scuole basterebbe ricorrere solo al mini sito interattivo del Bayerischen Rundfunk sulla nuova edizione critica del Mein Kampf. A mio modo di vedere illustra e smitizza le origini dello scritto hitleriano e contemporaneamente mette in evidenza come alcuni meccanismi, per quanto magari usati inconsapevolmente, nelle campagne del movimento Pegida contro gli immigrati siano gli stessi.

È stata poi anche avanzata la proposta di ammettere per legge la vendita in Germania solo di riedizioni critiche commentate del Mein Kampf. Una norma di questo tipo sarebbe un’arma in ogni caso spuntata alla luce di tutte i siti internet che diffondono gli scritti di Hitler ed avrebbe in ogni modo efficacia solo se tutte le ristampe fossero accompagnate da apparati critici  non solo di facciata. Il lavoro dell’Institut für Zeitgeschichte ha se non altro il merito -da quanto affermano molti commenti- di costituire uno standard.

 

NSU

Sempre in Gennaio proseguiranno le dichiarazioni dei due imputati principali nel processo per i crimini del gruppo neonazista NSU. L’unica sopravvissuta del supposto trio: Beate Zschäpe deve rispondere ad oltre 60 domande presentatele dal Presidente del Senato giudicante Manfred Götzl. Riducendo le dichiarazioni che ha fatto leggere dal suo legale Mathias Grasel ai minimi termini, finora ha escluso di essere una terrorista ma ammesso di essere una latitante, incendiaria e di aver fruito del frutto delle rapine.

Il coimputato Ralf Wohlleben con più scafata pratica da ex politico comunale ha deciso di leggere da sé una dichiarazione con cui ha a sua volta escluso ogni responsabilità ed accusato i suoi coimputati. Anche lui dovrà in gennaio rispondere alle domande dei giudici.

 

Auschwitz

Annunciata l’11 Febbraio l’apertura a Detmold di un nuovo processo nei confronti di un ex guardiano del lager nazista di Auschwitz in Polonia. Membro della 5ª e poi della 3ª compagnia delle SS-Totenkopfsturmbanns Auschwitz. Dapprima attivo solo nella sorveglianza ad Auschwitz I, avrebbe operato però poi anche nel campo di annientamento di Auschwitz II/Buchenwald con il grado di SS-Unterscharführer. L’uomo, un pensionato 93enne di Lippe, ammette di essere stato in forza nel lager ma nega di aver partecipato alle selezioni alle rampe. È accusato di concorso in 170.000 casi di omicidio tra il gennaio 1943 ed il giugno ‘44. I medici lo hanno ritenuto idoneo a sopportare il giudizio ma con udienze -ne sono state inizialmente scadenzate 12- di non più di due ore al giorno. Gran parte dei sopravvissuti sono d’altronde più malconci di lui e non potranno costituirsi parti civili al processo in cui si tornerà a parlare, come nel precedente caso Gröning, dell’annientamento di quasi tutti gli ebrei ungheresi inviati al lager con 92 trasporti tra il maggio e giugno 1944. Dei deportati italiani, in assenza di parti civili dal nostro Paese non verrà prevedibilmente fatta menzione.

 

NPD

La Corte Costituzionale ha fissato in marzo tre udienze per trattare la nuova istanza di divieto del partito neonazista NPD. La precedente presentata sia dal Bundestag che dal Bundesrat che dal Governo fu rigettata in fase preliminare per l’obbiezione che il partito era stato permeato da informatori dei servizi di sicurezza e non si potesse stabilire con certezza quanto essi non avessero agito da agenti provocatori. La nuova istanza in discorso è stata presentata solo dalla seconda camera parlamentare regionale, il Bundesrat. Il fatto che i giudici con il tocco rosso abbiano fissato le udienze significa che ora hanno ritenuto sufficienti le assicurazioni presentate dai Ministri degli Interni dei Länder che non ci sono più informatori nella dirigenza della NPD e la prima orda su cui si era arenata la vecchia richiesta è stata superata.

 

Indagini attentato di estrema destra all’Oktoberfest

Non hanno trovato per ora alcuna conferma i nuovi indizi che hanno portato a 35 anni di distanza dall’attentato di matrice neonazista all’Oktoberfest del 1980 alla riapertura delle indagini nel 2015; queste tuttavia proseguono e la Procura Generale ha indicato che una squadra investigativa sarà presumibilmente impegnata ancora per tutto il 2016 nella disamina delle migliaia di documenti raccolti.

 

Oldschool Society

Da ultimo a completare il quadro si deve aggiungere il deposito della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura Generale avanti allo Staatschutz Senat della Corte di Appello di Monaco di Baviera di quattro persone, tre uomini tra i 57 e 40 anni ed una donna di 23 anni, per costituzione di un nucleo terroristico di estrema destra. I 4 sarebbero la leadership del gruppo Oldschool society, creato nell’agosto 2014, fruendo di diversi servizi di messaggisticaA partire da incontri avvenuti dal successivo novembre 2014 avrebbero dibattuto di possibili attentati ad alloggi di richiedenti asilo ed a gruppi salafisti, fino a pianificarne effettivamente uno procurandosi illecitamente  dei grossi quantitativi di fuochi di artificio in Cechia da cui ricavare sufficiente esplosivo da arricchire con chiodi e spirito per una bomba. L’attentato ad un Fluchtlingsheim già abitato fu sventato col loro arresto il 6 maggio 2015.

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