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Giustizia

Germania: riaperta la caccia a 3 ex membri della RAF

di Andrea M. Jarach
19 Gennaio 2016

Il 30 luglio 1999 a Duisburg-Rheinhausen (Nord-Reno Westfalia) 3 malviventi assalirono un furgone portavalori costringendolo a fermarsi mentre lasciava la sede di un’azienda. Con un rapido scambio di colpi di arma da fuoco e l’impiego di un lanciarazzi costrinsero gli occupanti a lasciare il mezzo, realizzando un bottino di oltre un milione di marchi. Il 6 giugno dell’anno scorso una rapina analoga ad un trasporto portavalori compiuta a Stuhr, vicino a Brema, ed un fallito nuovo assalto il 28 dicembre 2015 a Wolfsburg hanno destato la preoccupazione degli inquirenti tedeschi. Non solo per la modalità, sempre con l’impiego di Kalashnikov, ma soprattutto per le tracce di DNA lasciate dai malviventi. Riconducono a 3 esponenti dell’ultima generazione della Rote Armee Fraktion alla macchia e ricercati dall’inizio degli anni novanta: Ernst-Volker Staub, oggi 61enne, Burkhard Garweg, 47enne e Daniela Marie-Luise Klette di 57 anni.
I tre sono ricercati dal 27 marzo 1993 quando il “commando Katharina Hammerschmidt” della RAF perpetrò un attentato dinamitardo ad un cantiere nella prigione di Weiterstadt. Secondo la ricostruzione degli eventi all’ 1:15 i membri del gruppo, di cui facevano parte, scavalcarono il muro di cinta, sopraffecero ed ammanettarono il personale di guardia e lo rinchiusero in un pullmino Volkswagen. Quindi alle 5:10 innescarono diverse cariche esplosive creando danni per 123 milioni di marchi tedeschi.
La sola Daniela Marie-Luise Klette è poi ritenuta responsabile di aver preso parte già prima ad altri due attentati della RAF. Il 25 febbraio 1990 l’ ”unità di combattimento Febe Elisabeth” attorno alle 9:00 fece esplodere un ordigno contro la sede amministrativa di Eschborn della Deutsche Bank AG e lasciò una Golf Volkswagen con oltre 45 kg di esplosivo nel bagagliaio di fronte all’ingresso. L’innescò non funzionò risparmiando la vita ad almeno tre guardiani che altrimenti sarebbero stati travolti dall’onda d’urto. Il 13 febbraio 1991 attorno alle 19:00 il “commando Vincenzo Spano” sparò con armi automatiche a canna lunga dalla sponda del Reno non meno di 250 colpi alla sede diplomatica statunitense di Bad Godelsberg: 65 proiettili colpirono l’edificio nel quale si trovavano almeno dieci persone.
La RAF si è sciolta nell’aprile 1998 e dietro le rapine non ci sono evidenze di un retroscena rivoluzionario. Il mandato di cattura contro i tre li indica però come sospetti di aver formato nel 1999 una nuova cellula terroristica, oltre che per l’aver causato un’esplosione, tentato omicidio e rapina aggravata. Indagini parallele sono svolte dalla Procura Generale Federale e, per i singoli attacchi ai portavalori del 2015, da quelle di Verden e di Braunschweig.

Germania memoria terrorismo
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