Predicatore salafita tedesco sotto processo
Si è aperto oggi a Düsseldorf il processo al predicatore salafita tedesco Sven Lau. Nato a Mönchengladbach da famiglia cattolica e convertito all’Islam a 18 anni col nome Abu Adam, il 35enne padre di 5 figli è considerato una figura carismatica. Era già stato indicato come uno degli organizzatori delle ronde della “Polizia della Sharia” che nell’autunno 2014 a Wuppertal miravano ad impedire che i giovani musulmani bevessero alcool od andassero in discoteca. Molto presente con propri filmati anche su You Tube, per la sua dialettica e capacità di mettersi in scena è annoverato come secondo forse solo al predicatore ed ex pugile, pure convertito, Pierre Vogel.
La Procura Generale tedesca accusa Lau di avere fornito in almeno 4 occasioni appoggio alle milizie del gruppo Jaish al-muhajirin wa-l-ansar (JAMWA) vicine allo Stato Islamico. In particolare avrebbe fatto fluire denaro, forniture di mezzi di visione notturna e coadiuvato almeno un giovane ad unirsi effettivamente ai combattenti. Lau all’apertura del processo non ha preso posizione sulle accuse, ma in passato aveva affermato di avere prestato solo aiuti umanitari nella regione siriana. Ed effettivamente ha visitato più volte la Siria ed è stato in ospedali nella regione; per gli inquirenti però si tratterebbe di attività di copertura. Fotografie che lo ritraggono su un carro armato con il mitragliatore a tracolla accluse all’atto di accusa di quasi 80 pagine darebbero ragione delle imputazioni.
Lau era da tempo nel mirino degli inquirenti ed era stato già arrestato nel 2014 con l’accusa di stare preparando un attentato; ma all’epoca rilasciato quasi subito senza rinvio a giudizio per insufficienza di prove.
Per il suo difensore, l’avvocato Mutlu Günal, le accuse contro Lau anche adesso sono infondate e basate principalmente su un solo testimone chiave, anch’egli in carcere, il quale trarrebbe vantaggio da un patto con la Procura, ma che avrebbe già variato la propria versione 37 volte. Si tratta di un ex combattente siriano che dopo il rientro a Stoccarda, per essersi unito nell’agosto 2013 agli scontri in Siria, è stato condannato a fine marzo 2015 a 4 anni e mezzo di reclusione.
Per il dibattimento contro Lau sono stati fissati inizialmente 30 giorni ed una sentenza non è attesa che per il prossimo anno. Rischia una condanna a 15 anni di prigione.
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È improbabile che le cronache del processo contro il predicatore tedesco potranno avere un influsso sulle elezioni comunali di Berlino del 18 settembre. La Afd tuona contro i rifugiati puntando a raccogliere consensi tra gli immigrati di origine russa insicuri di subire una concorrenza sul mercato del lavoro; la CSU attacca apertamente la Cancelliera chiedendo venga fissato un tetto all’immigrazione, anche se questa si è già ridotta ed Angela Merkel ha già indicato che la Germania non può ricevere ogni anno così tanti nuovi arrivati come nel 2015.
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