La caricatura dell’italiano medio. Fine di tutto
La parola fine, prima o poi, arriva per tutti. Anche per chi sembra immortale o ha fatto di tutto per esserlo. Beh, non c’è che dire. Grandi uomini del passato, anche recenti, hanno lasciato tracce del loro regno. Tra i più antichi mi vengono in mente gli imperatori romani, le cui tracce si vedono ancora oggi. Tra quelli più recenti, alcuni monarchi europei che hanno lasciato residenze reali e collezioni d’arte che oggi sono patrimonio degli stati e dell’umanità. Tra quelli più recenti il più evidente mi sembra François Mitterand che ha arricchito Parigi con l’arco della Défense, l’Opéra Bastille, il Grand Louvre colla sua famosissima Piramide, la Bibliothéque Nationale… Opere costosissime e ancora più costose per la manutenzione che però hanno rinnovato l’immagine di Parigi e della Francia e incrementato il turismo culturale.
Berlusconi, presidente del consiglio per ben quattro volte, noto in tutto il mondo per la sua spregiudicatezza e il suo concetto distorto di libertà, ha lasciato al paese un’eredità effimera fatta di culi (ormai flaccidi) di ballerine e di consumismo, di effimere trasmissioni televisive autocelebrative, con messaggi al suo popolo davanti a librerie piene di tomi di cui non avrà mai sfogliato una sola pagina, oltre che di pesanti arretratezze giudiziarie e fiscali di cui piangiamo le conseguenze. Ma l’operato del miliardario brianzolo è stato ben più nefasto, perché ha sdoganato Alleanza Nazionale (ossia i neofascisti) e la Lega (che poi sono dei neofascisti, misti ai neotascisti, anche loro), coi disastri conseguenti e con un ritrovato cuoricino neofascista (e neotascista) nel popolo italiano, che ci ha portato all’attuale governo di destrissima.
Nerone, nella leggenda metropolitana, fu accusato di aver incendiato Roma per renderla più bella che pria. Berlusconi ha distrutto l’Italia col suo cemento per renderla più brutta… Punti di vista.
Questa è l’eredità per il paese che ha lasciato Berlusconi. Nulla di ciò che ha fatto è stato un bene, nulla, se non per le proprie tasche – e quelle dei suoi eredi – e dei suoi amiciucci, beneficati tutti dalle sue leggi ad personam, sfuggendo a indagini e condanne grazie alla celebre prescrizione.
Poi solo cene elegantissime con mignotte che poi litigano tra loro, minorenni in fiore gettate dai genitori nelle braccia del sultano, ville tascie, bandane (atrettanto tascie), chirurgie plastiche (tascie quanto mai), igieniste dentali (tascissime) che poi diventano consiglieri regionali, stipendi rubati, e un sacco di privilegi fatti colle risorse pubbliche. Problemi mai risolti che gli italiani, ipnotizzati dalle ballerine delle sue televisioni, hanno ignorato o fatto finta di ignorare. E continuano a farlo.
Le tre “i” della scuola, su cui tante volte mi sono soffermato, è un’altra formidabile presa in giro del patrimonio migliore che possa avere un paese, ossia i giovani. Doppiamente presi in giro nelle promesse dei milioni di posti di lavoro, dei contratti cogli italiani, delle squadre di calcio, degli inni in forma di ballata tipo Meno male che Silvio c’è e altre amenità. Milioni di giovani che hanno abbandonato il paese, altro che!
L’accoglienza a Gheddafi colle 500 hostess a cui il dittatore libico poteva regalare il Corano, la sua tenda piantata nel mezzo di Villa Doria Pamphili, l’amicizia con Putin, ostentata ovunque, come se fosse l’uomo del futuro con cui fare affari per sempre e tante altre amicizie imbarazzanti e orripilanti che hanno costellato la sua vita.
La culona inchiavabile della Merkel, poco simpatica, certo, ma un capo di stato non può essere vilipeso e snobbato, soprattutto nel corso di una riunione internazionale, per di più in casa sua. E “Lei è più bella che intelligente” dedicato in diretta tv a Rosi Bindi, lì presemte. Per dire la classe.
Lo spregio di tutto, l’apoteosi del narcisismo, le donne, esibite come trofei, il “meglio essere appassionati di belle ragazze che gay”, l’Obama abbronzato, la farsa dell’attentato colla statuetta del duomo di Milano in faccia, tutto diventato mediatico, nutrimento per i suoi fan, giovani e anziani, probabilmente sinceramente convinti del suo essere l’Uomo del futuro. L’uomo del futuro legato al passato oscuro della Propaganda 2 e a Licio Gelli, col suo orrendo programma di rieducazione dell’Italia. Un vero schifo e schifo non rende bene l’idea della cloaca.
Guzzanti e Luttazzi vittime illustri della sua censura, il costante fantasma di inesistenti comunisti (magari ce ne fossero stati) che tramavano contro la libertà (la sua)… Il richiamo alla famiglia (chissà quale delle tante sue), ma è una costante degli uomini di destra che devono ricordare agli elettori, rassicurandoli, che c’è sempre una mamma e un papà che li difendono dai cattivi (e dai comunisti, che invece, come ognuno sa, mangiano i bambini).
Questo è ciò che mi viene in mente e questo è ciò che rimarrà di questo imbonitore porta a porta. Il partito, creato a sua immagine e somiglianza, si disfarà domani stesso, probabilmente dopodomani, perché non c’è più un interesse personale da difendere. I suoi soldi saranno divisi tra figli, nipoti, conviventi, giardinieri e guardiani delle sue ville.
Una storia italiana, il ridicolo libercolo autobiografico mandato a milioni di famiglie italiane come il postal market, finisce qui. Così vicino all’italiano medio, dove medio sta per mediocre. Meglio “Una preistoria italiana”.
Tutti gli ipocriti a piangerlo, a com’era buono, a quanto bene ha fatto, le prefiche del caso. Mi è sembrato di sentire che anche nelle altissime sfere qualcuno abbia detto che se n’è andato un grande statista… Mah! Di certo qualcuno ne proporrà la beatificazione al prossimo papa, che, anche qui, non tarderà. L’unica cosa che non gli è riuscita. Diventare papa.
Mi hanno detto che una fan è andata a strappargli coi denti dal cranio del cadavere i capelli asfaltati, fingendo un bacio di commiato. Forse inizierà un commercio di reliquie.
Io stappo lo spumante.
2 Commenti
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Non sono mai stato fan sfegatato di Berlusconi (del suo Milan invece sì), ma almeno una cosa è indubbio che ce la ha lasciata: nel 1994 ha evitato che l’Italia diventasse come il Venezuela di Maduro. E a me basta! Punto e chiuso.
Nel 1994 io c’ero. Non so dove fosse lei. Non ricordo di alcun politico assimilabile a Maduro né un paese come il Venezuela, in Italia. Potrebbe indicare a me e ai lettori a chi si riferisce, per favore?