Intervista al Prefetto Francesco Tagliente: analisi della sicurezza in Italia

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5 Agosto 2017

Il 112 NUE. Interventi in ritardo e doppio filtro. Un coro trasversale di proteste.

La promozione della salute, il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla, è alla  base di una civiltà avanzata e progredita. Per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, ogni  individuo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di cambiare l’ambiente circostante o di farvi fronte. La salute è quindi vista come una risorse per la vita quotidiana, non è l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. La promozione e la tutela della salute, quindi, devono  essere responsabilità  globale e non una responsabilità esclusiva del settore sanitario sviluppo sociale, economico e personale ed è una dimensione importante della qualità della vita. Fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorire la salute, ma possono anche danneggiarla. Spesso queste aspettative vengono disattese da un sistema fallato soprattutto sul piano della sicurezza e della percezione che ogni individuo ha nel sentirsi sicuro nel proprio ambiente.  Per rispondere al diffuso senso d’insicurezza uno dei massimi esperti di sicurezza urbana, il prefetto Francesco Tagliente già questore di Roma , ritiene importante garantire ai cittadini, turisti ed operatori economici la più celere accessibilità al servizio di soccorso pubblico, la massima disponibilità e professionalità degli operatori addetti alla gestione delle segnalazioni e richieste di pronto intervento e una risposta più idonea possibile alle aspettative dell’utente che si dovesse trovare in una condizione di disagio o di pericolo.

“I cittadini chiedono di essere garantiti nel diritto alla vivibilità in sicurezza e le istituzioni hanno il dovere di promuovere tutte le iniziative possibili, sul piano legislativo, amministrativo ed operativo, per garantire il diritto ad essere e sentirsi sicuri. ”

La sicurezza personale è uno degli elementi su cui si basa il  benessere degli individui. La criminalità è una delle minacce più comuni per la sicurezza personale e quindi sullo stato di salute. La sicurezza dei cittadini, tanto nella sua componente oggettiva, comportamenti antisociali o delittuosi, quanto in quella soggettiva percezione di allarme sociale da parte degli individui, costituisce un importante indicatore di degrado della società, nonché una dimensione essenziale della convivenza civile. Le conseguenze indirette del crimine sono causa di insicurezza e aumento della preoccupazione, ansia da cui può scaturire un conseguente ostacolo per le attività quotidiane.  Qual’ è la sua analisi per quanto riguarda Roma sotto quest’ottica?

“La difficile situazione romana, sotto il profilo della vivibilità, della sicurezza e del decoro e è sotto gli occhi di tutti. Ci sono molte questioni da risolvere: criminalità diffusa, abusivismo, contraffazione, incendi, roghi tossici, emergenza rifiuti con sporcizia per strada e fetore dalla spazzatura abbandonata fuori dai cassonetti stracolmi, erba incolta e marciapiedi divelti, buche, problemi di trasporti e di parcheggi, invasione di gabbiani, topi, cinghiali anche in città.  Tutto questo rappresenta una grave ferita per la vivibilità cittadina, per il turismo e per l’economia.”

Dott. Tagliente, il  Numero Unico per le richieste di soccorso pubblico e di pronto intervento lo considera uno dei pilastri fondamentali per la sicurezza delle città oltre che termometro dei rapporti d’ integrazione sociale.

“Per far capire meglio l’importanza di questo “Servizio” mi piace paragonarlo con una immagine figurata, ad un dispositivo di regolazione del flusso, come un rubinetto che ha la funzione di alimentare o scoraggiare (con l’apertura o chiusura della valvola) le segnalazioni di reato da parte dei cittadini e, di conseguenza, permettere di attivare gli operatori di polizia deputati al pronto intervento (volanti o gazzelle) ed a seguire l’attività degli organi investigativi (Squadra mobile, Digos ed omologhi Uffici dei Carabinieri) e della stessa Magistratura.”

Risulta una forte correlazione tra una pronta accessibilità al Servizio e disponibilità degli operatori corrisponde e  una maggiore conoscenza dei reati e conseguente azione di contrasto.

” Esatto, se  il cittadino sa che chiamando il numero di emergenza lo trova libero, gli operatori rispondono subito e sono professionali, al momento in cui avverte una situazione di disagio o di pericolo, non esiterà a chiamare mettendo in condizione le forze di polizia di sapere e di intervenire. Viceversa se ha avuto precedenti esperienze negative – dirette o anche per sentito dire – sarà orientato a non chiamare, alimentando così il numero oscuro dei reati e la speranza di impunità dei potenziali autori dei reati.Peraltro, tempi e qualità delle risposte al numero di soccorso pubblico e pronto intervento possono falsare o consentire una lettura distorta dell’andamento dei reati e dello stato di sicurezza delle città. Rispondendo in ritardo si ricevono meno telefonate e si conoscono meno i reati realmente accaduti con una forbice sempre più ampia tra sicurezza reale è percepita.”

Dal 1969 i cittadini italiani hanno avuto la possibilità di potersi avvalere di un numero unico nazionale per le richieste di soccorso pubblico e di pronto intervento gestito da persone dotate da un spiccato senso dello Stato, fortemente motivate, con una spiccata sensibilità e professionalità.

“L’Italia è stato il primo paese al mondo ad aver attivato il numero di telefono unico 113. Prima dell’Italia solo l’Inghilterra aveva attivato il numero unico 999 ma non a livello nazionale, perché era operativo solo a Londra.Per anni il 113 è stato ritenuto il modello di riferimento mondiale per la gestione del soccorso pubblico. Centinaia di delegazioni estere hanno fatto visita alla Sala Operativa della Questura di Roma per conoscere la funzionalità del servizio.Mentre il mondo si ispirava al modello italiano, i Governi pro tempore consentivano la proliferazione dei numeri per le richieste di pronto intervento 112, 114, 115, 117, 118, 1515, 1518, 1522, 1530, ,1525, 1544 arrivando a farsi sanzionare dai giudici dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea per le inadempienze sul corretto funzionamento del numero unico di emergenza europeo 112.”

Nel 1976 dopo 8 anni dalla operatività a livello nazionale del 113, anche l’Europa raccomanda l’uso del numero unico decidendo di istituirlo per tutta l’Unione Europea poi nel 1991. La scelta cade sul 112.

“Dopo 49 anni dalla sua istituzione il Governo e Parlamento hanno mandato in pensione lo storico 113 e con lui hanno mandato in pensione anche il 112 nazionale gestito dai carabinieri, 115 per le richieste di pronto intervento dei Vigili del Fuoco e il 118 utilizzato per la chiamata delle autoambulanze. Sperimentato a Varese, il 112 NUE è già operativo in Lombardia, a Roma città, in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Catania, Ragusa e Siracusa ed è in fase di realizzazione nel corso dell’anno nelle altre province della Sicilia e delle altre diverse da Roma-06 nel Lazio. Entro il prossimo anno sarà attivato in Emilia Romagna, Marche e Umbria e Toscana.In alcune città Italiane (Brindisi, Biella, Modena, Rimini, Salerno, Prato, etc.) è temporaneamente attivo un sistema che suddivide le chiamate a 112 e 113 al 50% tra Polizia di Stato e Carabinieri, lasciando inalterate le chiamate dirette a 115 e 118. Questo modello è in fase di superamento per concentrare tutte le chiamate verso il solo 112.”

Negli ultimi tempi stanno assumendo toni preoccupanti le proteste per la gestione del nuovo numero unico di emergenza 112 Europeo anche da parte di  molti sindacati.

“Si, i sindacati  di polizia, dei vigili del fuoco e degli infermieri che da mesi denunciano forti criticità del numero unico organizzato come un normale call center senza nessun appartenente ai corpi e alle amministrazioni coinvolte nelle emergenze. L’obiettivo di tale unione di forze delle varie sigle sindacali di categoria, è attuare una soluzione che permette di avere un unico filtro alla richiesta di aiuto, in un contesto di risposta multidisciplinare. Solo per citare alcuni casi, a Torino lo scorso 30 giugno sei sigle sindacali che il 30 giugno si sono uniti in una conferenza stampa per contestare l’istituzione del numero unico 112 in tutta Italia. Si tratta dei sindacati SAP, SIAP e SIULP per le forze dell’ordine, NurSind per gli infermieri, CONAPO e FNS Cisl per i Vigili del Fuoco. Secondo quanto ricostruito dall’annuncio, la CUR (centrale unica di risposta) è  “Un moltiplicatore di inefficienze e sprechi che con l’introduzione di un passaggio in più ha allungato i tempi di risposta, secondo una strategia scellerata che ha di fatto moltiplicato le criticità e i rischi”.

E purtroppo ci sono esempio che dimostrano il disservizio.

“Secondo i sindacati l’introduzione di un passaggio in più ha allungato i tempi di risposta mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini. Il sindacato dei vigili del fuoco (Conapo) facendo riferimento alla morte di un bambino di 10 anni annegato a Bosio denuncia che la richiesta di intervento ai vigili del fuoco per salvare Leonardo Pecetto è arrivata con 15 minuti di ritardo. “Dai dati in nostro possesso – scrive il Conapo –  i vigili del fuoco sono stati allertati ben 15 minuti dopo che la richiesta di soccorso è pervenuta al numero unico di soccorso 112”. A Roma Il messaggio di una signora, con il quale, la stessa, lamenta su Facebook di aver atteso 13 minuti per segnalare un incendio al numero di emergenza 112, ha alimentato centinaia di condivisioni con migliaia di like e commenti polemici molto pesanti sul funzionamento del nuovo 112 NUE.”

Prefetto Francesco Tagliente,  lei ha  affermando in varie occasioni pubbliche e  senza mezzi termini che prima di completare l’attivazione del 112 NUE nelle altre province è urgente capire cosa sta accadendo in quelle dove è già operativo.

“Per la gestione del numero unico emergenza europeo 112 si poteva fare di più e meglio. Il funzionamento  del servizio è determinante per la sicurezza delle nostre città. Sarebbe stato meglio far gestire questo Servizio da operatori delle Forze di Polizia sotto la responsabilità dell’Autorità di pubblica sicurezza anziché da personale dipendente delle Aziende/Enti del Sistema Regionale.”

Prefetto Tagliente, per  circa 40 anni, è stato  impegnato a potenziare le installazioni per la sicurezza dei cittadini, era riuscito a garantire una risposta, mediamente, entro 6 secondi a chi chiamava il 113 per fare una segnalazione o una richiesta di soccorso pubblico. Nel 2011, da Questore della Capitale, decise di assegnare alla Sala Operativa per le esigenze del 113 anche Funzionari del ruolo dei psicologi perché considerava i 6 secondi in media come tempi di risposta, solo una tappa e guardava oltre.

“La notte dell’emergenza neve del 5 febbraio 2012 grazie al potenziamento del Servizio gli operatori del 113 della Questura di Roma erano riusciti a gestire circa 24.000 segnalazioni e richieste di soccorso. Agli psicologi chiesi di studiare ogni ulteriore possibile intervento migliorativo e una strategia per far sentire i cittadini, che notano un reato o una situazione di pericolo, protagonisti della sicurezza.”

Il suo intervento per la sicurezza nella capitale portò a ottimi risultati. Molti cittadini con le loro segnalazioni tempestive riuscirono a salvare vite umane. Istituì albo dei cittadini virtuosi

“Per premiare i cittadini che si erano contraddistinti per responsabilità civica e senso del dovere. Li invitavo nel mio  Uffici e con una stretta di  mano gli rappresentavo la mia gratitudine per l’alleanza sociale e lo spirito di solidarietà  Repubblica e annotavo  i loro nomi in un registro chiamato  appunto albo dei cittadini virtuosi.”

Per testimoniare pubblicamente la sua gratitudine ai cittadini che grazie al loro intervento e a una telefonata al 113 erano riusciti a risolvere situazioni difficili, organizzò , la sera del 14 marzo 2012,  un Concerto con la Banda musicale della Polizia di Stato, all’ Auditorium della Conciliazione dedicato agli oltre 500 cittadini denominati “virtuosi” e rispettive famiglie.

“Vede, in un contesto pubblico sempre più diversificato culturalmente, le istituzioni hanno un un ruolo cruciale nel creare le condizioni favorevoli per l’incontro tra le diversità culturali e proporre nuove direzioni alla convivenza sociale,  riconoscendo gesti di solidarietà e altruismo civico . Si avverte sempre di più  l’esigenza di affidare alle istituzioni il compito di creare una forza orientata alla costruzione di nuovi mondi comuni in grado di ospitare le diversità, senza che queste vengano percepite come minaccia ma, al contrario, risorsa sociale e crescita democratica per il benessere dell’individuo e del gruppo.”

TAG: allarme, benessere, carabinieri, criminalità, crimini, decoro, polizia, prefetto, Salute, sicurezza, sindacati, soccorsi, società, violenza
CAT: Giustizia, Roma

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