Pamela Mastropietro: a Roma una fiaccolata per non dimenticare

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11 Aprile 2018

“E’ impossibile vivere. Si sopravvive, in attesa di giustizia”. Questo è  lo sfogo  di Alessandra Verni , la mamma di Pamela Mastropietro, la diciottenne uccisa a Macerata; la madre, si sfoga in una lunga intervista a Il Giornale: “Mi chiedo tuttora se i personaggi istituzionali, coinvolti a vario livello nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, che evidentemente ha fatto acqua, siano stati chiamati a rispondere del loro non operato. Quello di Pamela” continua “non è stato un femminicidio: è stato un atroce omicidio che rappresenta la sintesi del fallimento di certe istituzioni e di determinate politiche. Certo, tante associazioni femministe, che sono scese in campo per molto meno, questa volta hanno taciuto. Imbarazzante. Di perdono non si può parlare, si tratterebbe di perdonare Satana. Quindi, no”.  Alessandra Verni va oltre: ” Dietro quei nigeriani c’è una tratta di bianche?”.  Nel territorio italiano la criminalità nigeriana ha acquisito  una versatilità  e specializzazione conseguita in alcuni settori illegali come il  traffico di droga e la  tratta degli esseri umani  e  offre opportunità al fitto reticolato transnazionale che collega le cellule presenti in Italia a quelle diffuse nello scenario intercontinentale.  La criminalità nigeriana  in Italia, stando alle analisi del ministero dell’interno e alle fonti ad esso correlate, si sviluppa attraverso un modus operandi  prodotto dal connubio tra tradizione e modernità. Tale connubio è presente nelle  cosiddette ‘contribution’, che conferiscono uno statuto imprenditoriale attualissimo nell’ambito della prostituzione, ritenuto misoneista e chiuso alle innovazioni, tra riti ju-ju e voodoo.   Riti magici-esoterici in forza dei quali in caso inadempimento degli obblighi assunti, la giovane e i suoi familiari verrebbero colpiti da disgrazie di ogni genere. Il caso di Pamela, in una prima analisi, sfugge alla matrice ritualistica della tradizione dell’Africa occidentale che comprende una serie di rituali ed entità sovrannaturali partendo da aure, spiriti e fantasmi per arrivare alla credenza che gli oggetti possano avere proprietà magiche ma trova accoglienza in un’analisi di alcune abitudini culturali dell’assassino. L’omicidio di Pamela interroga le istituzioni non solo nel loro operato nella sicurezza ma anche nella sanità. Marco Valerio Verni, avvocato della famiglia Mastropietro a La notizia.net , spiega qual è stato il percorso che ha portato Pamela da Roma alla comunità di recupero Pars di Corridonia: “Pamela era in cura. I genitori  si sono rivolti al Sert per capire quale potesse essere il percorso migliore per fare in modo che potesse ricominciare a camminare con le sue gambe. E’ stata quella di Corridonia la struttura ritenuta più idonea in quanto a doppia diagnosi. In questo caso avrebbe dovuto trattare il disturbo della personalità borderline di Pamela, dalla quale derivava la sua tossicodipendenza, e allo stesso tempo curare il consumo di sostanze stupefacenti. Mia nipote non era infatti la classica tossicodipendente, come è stato più volte erroneamente fatto apparire”. L’avvocato Verni continua analizzando la responsabilità della struttura sanitaria che aveva in cura Pamela su quanto accaduto: “Ci auguriamo che qualcuno stia indagando. E’ dal 2014 che su quella struttura non viene svolta un’ispezione,a quanto ci risulta. Spero che la Regione Marche si muova in questo senso. Anche perché strutture come queste prendono sovvenzioni pubbliche. Si tratta di 112,06 euro al giorno al 5% per i soggetti a doppia diagnosi e circa 90 euro al giorno  per i tossicodipendenti “classici”. Considerando il fatto che la Pars di Corridonia ospita circa 20 elementi, parliamo di diverse centinaia di migliaia di euro all’anno”.  A Roma il  Coordinamento delle Associazioni a Tutela delle Vittime Dimenticate ha organizzato una  fiaccolata venerdì 13 aprile 2018 alle ore 19:00 da via Saluzzo a Piazza Re di Roma, per sensibilizzare le Istituzioni e chiedere giustizia, in tempi rapidi, per l’ assassinio di Pamela.

Ho incontrato  Barbara Cerusico Presidente dell’ Associazione Donne per La Sicurezza Onlus .

Barbara, come nasce l’ Associazione Donne per la Sicurezza Onlus ?

“La nostra associazione nasce  nel 2009  a seguito dello stupro  della Caffarella  nel quartiere Appio Latino di Roma, inizialmente eravamo un comitato di quartiere, Io Donne Donne per la sicurezza, per contrastare l’inefficacia dello Stato in materie di sicurezza e ricordando le donne vittime di violenza.”

Oggi quel comitato è diventato una grande Onlus : Associazione  donne per la sicurezza onlus ed  ha un’organizzazione capillare su tutto il territorio  nazionale

“Si, ci occupiamo della tutela delle donne  e del contrasto della violenza in tutte le sue forme: fisica, psicologica , economica. ”

La vostra associazione  non si occupa solo della tutela delle donne

“Esatto, ci occupiamo  della gestione dei minori in case famiglia, tutela degli anziani, disabili, tutti i soggetti deboli ed esposti al disagio sociale.”

Chi sono i volontari dell’Associazione Donne per la sicurezza Onlus

“Sono professionisti come psicologi, avvocati, psichiatri ma anche volontari del mondo civico sensibili alle tematiche di tutela e contrasto della violenza.”

Anche l’Associazione Donne per la sicurezza Onlus parteciperà alla fiaccolata del 13 aprile a Roma

“Non potevamo mancare. Il  nostro senso di appartenenza ad una società che soffre e partecipa al dolore delle famiglie ,come quella di Pamela, si accenderà visivamente in quelle fiaccole come a esprimere un faro a tutela della collettività. Certo, una fiaccolata non servirà a nulla se lo Stato non si fa garanzia della sicurezza dei propri cittadini. La nostra presenza alla fiaccolata è per dire basta alla violenza non solo verso le donne ma verso ogni essere umano.  Quello di Pamela è un delitto orrendo senza soluzioni ne spiegazioni ma quello che  chiediamo e per cui ci battiamo e che non ci siano più omicidi , che lo Stato si assuma le responsabilità di ogni vita sottratta con la violenza e ci dia una risposta concreta al contrasto e alla prevenzione di queste dinamiche.”

TAG: disabili, femminicida, ficcolata, mastropietro, minori, Pamela, violenza donne, violenza familiare, violenza sessuale
CAT: Giustizia, Roma

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