Old School Society: iniziate le arringhe dei difensori
Nel processo in corso a Monaco di Baviera contro il gruppo di estrema destra Old School Society sono iniziate già da una settimana le requisitorie conclusionali. La Procura Federale ha lasciato cadere l’accusa contro i 4 imputati di avere preparato un attentato concreto, per concentrarsi esclusivamente su quella di costituzione di gruppo terroristico. Per il Procuratore Jörn Hauschild anche se ci sono indizi che il gruppo fosse sul punto di effettuare un attacco dinamitardo contro un rifugio per richiedenti asilo nel maggio 2015, probabilmente a Borna, le prove non erano abbastanza stringenti. In fase di revisione la sentenza avrebbe corso il rischio di cadere investendo anche una condanna per associazione terroristica. Per quest’ultima invece, per la Procura, esistono tutti gli estremi. Gli imputati si conoscevano tra loro ed avevano presentato agli adepti uno statuto, costituendo poi un consiglio segreto entro il quale si erano distribuiti degli incarichi e comunicando in segreto con il sistema criptato Messenger. Tutto questo integra le caratteristiche di una struttura organizzata e stabile, composta da almeno 3 persone, necessaria e sufficiente per il reato di costituzione di associazione terroristica, individuato nell’articolo 129a del codice penale tedesco.
Come ha scritto Sebastian Lipp su Junge Welt la Procura Generale ha richiesto per il Presidente della Old School Society Andreas H. 6 anni e mezzo di reclusione e per il suo sostituto Markus W. 7 anni; sei mesi in più perché ha materialmente procurato dell’esplosivo in Cechia ed è già pregiudicato. Entrambi avrebbero avuto un ruolo promotore nel gruppo. Per il portavoce stampa Olaf O. e la segretaria Denise Vanessa G. invece rispettivamente 4 anni e mezzo e 5 anni e mezzo. L’energia criminale del gruppo non è da paragonare con lo NSU o le RAF ha dichiarato il Procuratore Generale nella sua requisitoria, riporta sempre Lipp, ma questo non toglie che dall’organizzazione derivasse un rischio concreto di atti terroristici.
Martedì 21 febbraio hanno iniziato invece a presentare le loro istanze conclusionali i difensori. L’avv Michael Rosenthal ha negato che Andrea H., il principale accusato, possa essere considerato fondatore e membro di un gruppo terroristico. Alla Old School Society sarebbe mancata una struttura organizzativa, non sarebbero sufficienti uno statuto scopiazzato da quello di un club motociclistico e la distribuzione di incarichi sulla carta, per simularne l’esistenza. Si trattava di singoli individui privi di una volontà comune. I giudici dovrebbero considerare anche che non c’è mai stato alcun attentato, od atto comunque idoneo a danneggiare la Repubblica Tedesca. Non si intravede, ha perorato la difesa del pittore 58enne di Augsburg, una qualsivoglia volontà ad uccidere. <Gli imputati non saranno un modello di saggezza>, ma non hanno semplicemente <saputo elaborare tutte le informazioni in un mondo troppo complesso che faceva loro paura>, senza però andare oltre alle chiacchiere. Se poi si dovesse ipotizzare un’associazione criminale, come i gruppi di hooligan negli stadi, il reato sfuggirebbe dalla competenza della Procura Federale, ha ancora detto ai giudici il secondo difensore dell’imputato. La difesa di Andreas H. non ha però ancora voluto dare indicazioni sulla pena, riservandosi di indicarle alla prossima udienza.
Anche i legali del vice Markus W. hanno sostenuto che più che <sciocche chiacchiere> al loro assistito non si possono ascrivere. Per l’avvocato Reinhard Baehr una pena di 7 anni è troppo alta stante che non è successo nulla. Ha chiesto una dichiarazione di innocenza. La norma sull’associazione terroristica deve essere interpretata in modo stretto, ha indicato il legale, e se si volesse ritenere la chat su Messenger come una struttura continuata a partire dal 2015, pure ne sarebbero esulati contenuti terroristici. L’avvocato Jan Pinkes, secondo difensore di W., ha poi posto l’accento sul fatto che un collaboratore dei servizi segreti del Verfassungschutz -nome in codice Rudi- ha ascoltato il gruppo per almeno 9 mesi prima che gli inquirenti siano intervenuti, presentando un’istanza probatoria. Questo, ha sottolineato, dev’essere considerato nella comminazione di una pena, così come che delle sanzioni anteriori al 41enne di Borna solo una ha avuto per oggetto un reato, la presentazione di simboli vietati dalla Costituzione, congruente con le attuali accuse. L’avvocato Jan Pinkes ha perciò concluso che se mai la Corte dovesse pronunciare una condanna, la pena non dovrebbe essere comunque superiore a 3 anni e mezzo.
I difensori degli altri imputati, la 24enne Denise Vanessa G. di Striegistal ed il 48enne Olaf O. di Bochum esporranno le loro conclusioni tra il 22 febbraio ed il 9 marzo. La sentenza sarà probabilmente pronunciata il 15 marzo. Si consideri comunque che la lettura delle intercettazioni in aula nel corso del dibattimento può avere fornito elementi sufficienti ai giudici per esprimere una condanna; altrimenti dopo la riduzione dei capi d’accusa richiesta dalla Procura, la Corte avrebbe verosimilmente stralciato l’intero procedimento.
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