Il femminismo penale del governo Meloni: tra misure preventive e assillo ai PM

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1 Luglio 2023

Il femminismo penale di Meloni è decisamente peggiore di quello di Boldrini e Murgia, le quali hanno fatto comunque da apripista con la narrazione del maschio violento e privilegiato. Ma se le due post-comuniste si fermano ad una concezione non così diversa da quella della “donna-panda”, e il loro terreno privilegiato è quello scolastico, Meloni, invece, unisce al femminismo un linguaggio tipico della destra sociale, che vede nel codice penale e nelle manette il porto sicuro per eccellenza.

Arma di distrazione di massa

Siamo talmente abituati a parlare male del nostro Paese che, anche quando ci sono ambiti in cui siamo messi meglio degli altri (è il caso della pubblica sicurezza)*, dobbiamo necessariamente screditarci agli occhi del Mondo, anziché sottolineare gli aspetti positivi, al fine di sostenere scambi, investimenti e turismo. Per fortuna, abbiamo il governo “dei patrioti”: pensate cosa sarebbe potuto accadere se avessimo avuto un governo di traditori, disfattisti e auto-razzisti. Troppo facile, tuttavia, incolpare solo la politica: dove ci sono politici che utilizzano armi di distrazione di massa, c’è un’industria mediatica che ha bisogno di emergenze. Per giustificare l’emergenza spesso si utilizza un dato grossolano che comprende un po’ tutto, dalla psichiatra accoltellata dal suo paziente alla sorella avvelenata dal fratello per questioni ereditarie (casi in cui il sesso della vittima c’entra poco o niente con il movente).

Sebbene i numeri sugli omicidi di sesso femminile (anche quelli tra le mura domestiche o per mano del partner/ex partner) siano in linea con quelli degli ultimi anni (se non addirittura in calo)**, il governo ha comunque stabilito che il Paese sia in piena “emergenza femminicidi”, la nuova arma di distrazione di massa. La soluzione? Ça va sans dire, serve una nuova legge.

L’ennesimo DDL delega per l’ennesima emergenza***

Il Codice rosso è sbarcato praticamente ieri (Legge 69/2019), ma non è abbastanza: il governo vorrebbe applicare misure di prevenzione previste dal Codice antimafia (sorveglianza speciale e obbligo di soggiorno) anche agli indiziati di reati legati alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. Per i soggetti indagati scatterà il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente dalle vittime, con l’obbligo di mantenere una determinata distanza, non inferiore a cinquecento metri, da tali luoghi e dalle vittime. Tali divieti saranno accompagnati dall’applicazione della modalità di controllo del braccialetto elettronico, con eventuale previsione di una misura più grave qualora l’imputato neghi il proprio consenso. Manomettendo il braccialetto elettronico, si passerà direttamente al carcere. Non si può fare a meno di ricordare che queste misure si collocherebbero in un sistema in cui la violenza sessuale si è trasformata progressivamente in un vero e proprio reato di percezione.

Degno di nota è il mostro giuridico dell’arresto in (non-) flagranza differita “per chi sarà individuato, in modo inequivocabile, quale autore di una condotta (violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa; maltrattamenti in famiglia; atti persecutori), sulla base di documentazione video-fotografica o che derivi da applicazioni informatiche o telematiche (chat, condivisione di una posizione geografica…)”. Come si può parlare di flagranza quando tale ipotesi non si verifica, essendo la fattispecie determinata da altri elementi dedotti altrove? Nordio, tu quoque! Se non si rimedierà in parlamento, lo farà – prima o poi – il giudice delle leggi.

Come se non ci fosse già abbastanza discriminazione, si allargherà la platea delle fattispecie per le quali è assicurata la priorità, la quale sarà estesa anche alle ipotesi di costrizione o induzione al matrimonio, lesioni permanenti al viso, violazione dei provvedimenti di allontanamento e di divieto di avvicinamento, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, stato di incapacità procurato mediante violenza, lesione personale. In sostanza, diventerà obbligatorio ciò che con il Codice rosso resta a discrezione della magistratura.

Nel Codice di procedura penale sarà inserito un nuovo articolo in materia di misure urgenti di protezione della persona offesa, ai sensi del quale il pubblico ministero disporrà di massimo trenta giorni per valutare se richiedere l’applicazione delle misure cautelari, dopodiché il giudice per le indagini preliminari avrà ulteriori trenta giorni per la decisione sull’istanza. Infine, il procuratore della Repubblica dovrà individuare – chissà con quali risorse –  procuratori aggiunti o magistrati addetti all’ufficio in materia di violenza contro le donne e violenza domestica. Per ulteriori informazioni sul disegno di legge delega, si rinvia, per il momento, al documento diffuso da Palazzo Chigi.

Sudditanza culturale

Il femminismo penale di Meloni (femminismo di governo) è decisamente peggiore di quello di Boldrini e Murgia, le quali hanno fatto comunque da apripista con la narrazione del maschio violento e privilegiato. Le due post-comuniste, che trovano nella scuola il loro terreno privilegiato, si fermano ad una concezione non così diversa da quella della “donna-panda”: lo Stato deve intervenire a difenderla in ogni ambito perché non basta l’impostazione isonomica del costituente. Difatti, in ossequio alla loro ideologia politica, il mercato s’ha da correggere sempre e comunque (ad es. con le quote rosa). Tuttavia, per quanto riguarda il rafforzamento della tutela penale, i passi recenti più concreti sono stati percorsi da Giulia Bongiorno con la Lega (governo giallo-verde). Meloni, invece, unisce al femminismo un linguaggio tipico della destra sociale, che vede nel codice penale e nelle manette il porto sicuro per eccellenza. La destra italiana resta erede della destra post-fascista e non di una vera e propria cultura liberale/conservatrice dello Stato di diritto (appartenente più al centrodestra di età berlusconiana). Questo governo sembra avere un vero e proprio complesso di inferiorità culturale che lo spinge a misurarsi su un terreno proprio della sinistra italiana (scempiaggini comprese), per dimostrare ai cittadini di saper fare la sinistra meglio della vera sinistra.

 

* https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2023-05/la_criminalita-_tra_realta_e_percezione.pdf; https://it.wikipedia.org/wiki/Femminicidio#/media/File:Incidenza_del_femminicidio_in_Europa_(2017).svg;  https://www.openpolis.it/numeri/in-lettonia-e-lituania-in-media-4-donne-ogni-100mila-vengono-uccise/.

** https://www.istat.it/it/files/2018/04/Analisi-delle-sentenze-di-Femminicidio-Ministero-di-Giustizia.pdf;   https://femminicidioitalia.info/lista/recente.

*** https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Cdm_38_0.pdf;  https://www.altalex.com/documents/news/2023/06/16/stretta-femminicidi-disegno-legge-approvato-da-consiglio-ministri.

 

 

TAG: codice di procedura penale, Codice penale, codice rosso, ddl, femminicidi, femminicidio, giustizia, governo, Meloni, nordio, processi, Violenza sulle donne
CAT: Governo

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