Pulizie e nuove nomine di Delrio: per Musci niente Consiglio del Lavori Pubblici

17 Aprile 2015

Il repulisti al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture potrebbe essere cominciato per davvero e, come anticipato da Gli Stati Generali, la prima posizione a traballare è quella di Francesco Musci. Con una nota inviata al diretto interessato dall’Ufficio di Gabinetto del neo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, infatti, il Governo ha reso noto di aver ritirato il decreto di nomina del nuovo presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici Francesco Musci.

La nota è datata 8 aprile, tre giorni dopo l’articolo degli Stati Generali in cui si ipotizzava che la pulizia promessa da Renzi e Delrio sarebbe presumibilmente cominciata proprio dalla nomina di Musci, per il quale, circa un mese prima, la Procura di Brindisi aveva chiesto il rinvio a giudizio per lottizzazione abusiva, abusi edilizi e falso ideologico nell’ambito di un’inchiesta riguardante un terminal del porto di Brindisi. L’ex provveditore delle opere pubbliche di Puglia e Basilicata era stato nominato, su indicazione di Maurizio Lupi, nel Consiglio dei Ministri del 12 marzo, quattro giorni prima dell’arresto di Ercole Incalza, dell’esplosione mediatica dell’inchiesta sulle grandi opere e delle conseguenti dimissioni di Lupi. E dopo due anni e mezzo di interim della presidenza del Consiglio Superiore.

La nota non spiega i motivi del ritiro del decreto, parlando solo della necessità di “un ulteriore approfondimento istruttorio”, e il Ministero non ha fornito delucidazioni. È però facile immaginare che la decisione di bloccare la nomina sia legata ai guai giudiziari di Musci e alla sbandierata volontà di Renzi e Delrio di imporre un nuovo corso a un Ministero travolto da indagini e scandali.
La decisione potrebbe essere il primo masso di una valanga che rischia di travolgere la struttura del massimo organo consultivo dello Stato in materia di lavori pubblici, ma non solo. Nell’ambito di un generale riassetto dei ruoli dirigenziali del Ministero partito lo scorso agosto, Musci, dopo la nomina, ha contribuito alla composizione dello staff del Consiglio Superiore. Le sue indicazioni però rischiano di essere annullate dalla Corte dei Conti chiamata a registrarle, in quanto Musci non aveva i titoli per procedervi. Ciò comporta non solo che il Consiglio attualmente sia impossibilitato a riunirsi, ma anche che i dirigenti che avevano fatto domanda, vanamente, per farne parte abbiano la strada spianata per un ricorso contro la nomina dei colleghi.

Sulla base di questa considerazione non è affatto da escludersi che Delrio decida di anticipare un simile scenario, optando per un annullamento in autotutela dell’intera summenzionata procedura di interpello (la rotazione dei dirigenti), ancora aperta, malgrado i termini scadessero lo scorso febbraio, e gravata, come riportato da Gli Stati Generali, da diverse altre ombre. Se il fine è la “rottamazione” degli assetti del Ministero fissati dalla precedente amministrazione, quale occasione migliore?

Seppur non ufficializzato, salvo il ruolo di Luisa Gabbi come nuovo capoufficio stampa, è dato per certo l’approdo di alcuni fedelissimi di Delrio in ruoli chiave: Mauro Bonaretti come capo di Gabinetto, Mimmo Spadoni alla guida della Segreteria tecnica, Maurizio Battini al vertice di quella amministrativa ed Elisa Grande all’ufficio legislativo. A parte quest’ultima, i nominati sono tutti stretti collaboratori di Graziano Delrio fin dai tempi di Reggio Emilia.

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TAG: Francesco Musci, graziano delrio, maurizio lupi
CAT: Governo

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