Nostra esclusiva – Lettera di Renzi a Obama: «Barack, che facciamo in Libia?»

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24 Febbraio 2016

Questa è la lettera che si dice inviata da Matteo Renzi a Barack il 24 febbraio 2016 e che forse verrà resa nota da Wikileaks nel corso del 2017. Noi l’abbiamo trovata dal barbiere, dimenticata da un ambasciatore. E ovviamente, siccome dobbiamo tenere botta sia ad Assange sia a Repubblica e a L’Espresso, ve la anticipiamo. Ovviamente, per la conferma ufficiale chiedete a Filippo Sensi, il portavoce del nostro Matteino.

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Caro Barack,

scusa la colloquialità ma tra noi ci si intende, tu sei verso fine mandato e anche io, dato il mio bilancio statale e questo cavolo di 0,8% di Pil, sto facendo un pensierino a come tirarmi fuori dalle grane con un numero dei miei che so che ti piacciono tanto. Mi hanno detto che in Connecticut si pesca bene e magari l’anno prossimo porto la canna e ci potremmo fare una bella battuta insieme. Intanto però abbiamo un paio di cose di cui discutere per evitare altri casini.

Ho dovuto far chiamare il tuo ambasciatore per protestare sullo spionaggio dei tuoi della NSA sulle attività del mio amico Silvio, non solo su quelle governative, e qui in Italia si sono tutti scandalizzati che anche voi sapeste le cose che si scrivono sui nostri giornali. Io invece sono contento che i tuoi uomini ci abbiano incluso nell’elenco insieme a quel tipino a modo della Merkel che non sarà come la chiamava Silvio ma, ti assicuro, averci a che fare è un bel problema; io adesso voglio affermare che l’Italia conta e va ascoltata, magari non solo origliata, per cui ti allego direttamente il mio cellulare in modo da poter dire a breve che grazie a me non abbiamo più il cappello in mano ma siamo pari agli altri.

Le barbe finte, si sa, servono in primo luogo per spiare gli alleati e fare gli interessi dei propri paesi e proprio per questo io e te non ci stiamo dicendo tutto sulla Libia e sull’Egitto esattamente come francesi e inglesi non ci dissero nulla quando decisero di far fuori Al Ghaddafi (come lo chiamavate voi). Che qui in Italia ci si inalberi e il Centrodestra dica che le intercettazioni sono la conferma di un gombloddo (da noi si dice così) dimostra solo che il centrodestra in politica non capisce proprio più niente perché lo sappiamo bene che quelle intercettazioni sono state la nostra (e loro) fortuna e hanno convinto te e Tim Geithner a darci una mano nei momenti in cui i due furboni tedeschi e francesi, non voi che ci ascoltavate, con la copertura di Bruxelles volevano mandarci i men in black e farci fare la fine della Grecia.

Sai, noi siamo un po’ strani: se tu ci ausculti ci arrabbiamo, se noi pubblichiamo le telefonate coperte dal segreto istruttorio di Silvio alle sue Jeunes filles en fleur i maschi italiani si divertono come matti e i direttori dei grandi giornali, quando li si andava a trovare, nel momento di convivialità mentre veniva servito il caffè si dice ti facessero ascoltare con occhio ammiccante le registrazioni delle telefonate tra due ministre che parlavano delle preferenze tecniche di Silvio nel lettone di Putin. Voi siete un Grande Paese e come al solito siete stati più cauti e Hoover dei Kennedy con Maryline e le loro sveltine lo ha fatto sapere molto dopo, Nixon lo avete buttato fuori e il grande Bill (salutamelo eh!) ha avuto più casini con la moglie che con il Congresso (a proposito, se vuoi mando a Hillary i miei consulenti che mi pare che la comunicazione sia un po’ bahata, come si dice a Rignano). Io invece le mie amiche le mando tutte da Floris e da Giannini a prender nocchini, se va bene da Travaglio se no dal primo che passa, così pensano di essere brave e si occupano di altro, tanto alla fine chi porta i voti sono io.

Adesso ho un solo problema sul quale mi serve tu mi dia una mano per chiudere questa cosa ed è che financo la Boldrini si è messa a difendere Silvio capitanando quella banda di smandrappati cattocomunisti anti Usa della Sinistra e della minoranza PD che qui si aspetta sempre l’occasione di sparare su voi Yankees e sul vostro imperialismo: per cortesia, mandami una lettera (su carta intestata) nella quale mi giurate che non lo farete mai, mai più come quella che hai mandato ad Angela e ai Francesi, magari uguale uguale a quella che sto aspettando da Al Sisi sull’omicidio di Regeni.

Parlando invece della cosa seria: che facciamo in Libia? Il tuo Joint Chief of Staff Dunford vuole la quinta stella (qui da noi ce l’ha solo Grillo) e gli serve la sua guerra. Dice di avere avuto mano libera da te che non puoi dire nulla perché sei a fine mandato e ha incrementato le azioni delle Special Force in Libia in vista delle operazioni di Aprile. Non mi pare che da voi siano tutti d’accordo e quelli dei miei che sanno l’inglese mi dicono che sulle riviste e sui giornali si ripete che quella in Libia sarà una guerra vera e ciò travalica i tuoi poteri e servirebbe un passaggio in Congresso.

Capisco che per Hillary la questione Libia sia imbarazzante visto i casini che ha combinato a Tripoli e che tu sia un po’ restio nell’andare in Senato a discutere coi Repubblicani in anno elettorale e per di più con loro in maggioranza ma, insomma, qui ‘un se regge. Ti ho lasciato mettere i droni, sto usando al posto dei Tornado gli AMX che saranno anche piccoli bombardieri ma ho messo sotto le macchine fotografiche invece delle bombe (a proposito, li riuscite a far volare gli F35? Perché per me sono un problemino). I francesi riforniscono con i loro tanker i caccia egiziani volando proprio sopra le nostre teste a Lampedusa e la cosa non mi diverte. Anche i tedeschi stanno scaldando quel poco che hanno ma le barbe finte di questi paesi proprio non si parlano.

Che facciamo? Questi dell’Isis vogliono la loro quota di petrolio e l’Eni è un po’ stufa di dovere pagare tutti. Chiudiamo in fretta questa storia delle intercettazioni e fammi sapere cosa devo dire ai miei del Comsubin in zona Tripoli.

Salutami tanto Michelle che all’Expo ancora se la ricordano tutti.

Tuo Matteo

P.S. Dimenticavo, volevo ringraziarti anche per la bella mano che state dando al mio amico Mario Draghi: senza di voi a sostenerlo, nel board della BCE i tedeschi avrebbero partita facile.

TAG: Matteo Renzi
CAT: Governo

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