Nomine Anas, dove è finita la trasparenza di Renzi?

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22 Maggio 2015

ROMA – In principio era tutto un «sarà il governo della trasparenza», un «saremo come un palazzo di vetro», d’altronde, «noi siamo diversi da quelli che ci hanno preceduto».  Una storytelling, quella dell’esecutivo del più giovane presidente del Consiglio della storia della Repubblica italiana, che  segnava un cambio di passo. Il che subito si traduceva  in un attestato di stima da parte degli italiani che portava Renzi e il Pd a superare il 40% alle elezioni europee del 2014. Percentuale da capogiro che in un cereto senso legittima una scalata a Palazzo Chigi senza il passaggio elettorale. Ma il palazzo, spesso e volentieri, isola e allontana, l’esecutivo dal mondo reale. Ed ecco la dimostrazione. Qualche giorno fa, mentre il premier Renzi occupava gli studi di Porta a Porta e Maria Elena Boschi si beccava i fischi agli Internazionali Bnl di tennis, il governo sceglieva i vertici di Anas.

Peccato che non sia stato possibile capire, come puntualmente ha scritto Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, come sia avvenuta la designazione finale. Nel sito dell’Anas non sono stati pubblicati i nomi di chi ha manifestato interesse, né i relativi curricula, e neppure i requisiti necessari. In questo quadro, poco chiaro, è stata nominata come consigliere di amministrazione di Anas, Cristiana Alicata. Giovane ingegnere, donna, democrat, e, soprattutto renzianissima. Scrive ilfattoquotidiano.it: «I due (Renzi e Alicata) si parlano e litigano quasi quotidianamente via whatsapp». Un requisito? Chissà.  A ogni modo nulla da eccepire sul curriculum di Alicata che annovera una lunga esperienza nel settore automotive visto che è “delear manager” al Fca center di Napoli. Di certo, però, avremmo preferito il palazzo di vetro al palazzo delle segrete stanze.

 

@GiuseppeFalci

TAG: anas, cristiana alicata, Matteo Renzi, Pd, Pietro Ciucci
CAT: Governo

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