Il voto che segue questo voto imminente

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23 Settembre 2022

 

Dire che mai come quest’anno la campagna elettorale nazionale sia stata deprimente è una banalità. Dopo che il Movimento 5 Stelle, in oltre dieci anni di fervore, è riuscito a distruggere la credibilità di qualunque cosa – peraltro con l’appoggio colpevole di tutte le sigle presenti in campo – questo è ciò che resta della politica: il dibattito che permeerà i prossimi anni. Un’altra banalità.

Se Sparta piange, Atene non ride. La situazione nel Regno Unito, in Germania, in Svezia, in Francia, in Olanda, in Austria e Svizzera non è diversa. Ovunque, la fine della democrazia liberale di stampo mazziniano e risorgimentale ha travolto l’istituto stesso della democrazia – che è la partecipazione personale e consapevole dei cittadini al benessere dello Stato. Nel secondo dopoguerra questa partecipazione è stata filtrata attraverso i partiti classici (democristiani, socialdemocratici, liberali e fascisti), presenti un po’ in tutti i paesi. Ma questa fase è finita. La parabola degli ecologisti è stata l’ultima grande fiamma, poi c’è stato solo il populismo.

C’è stato un periodo in cui movimenti autogenerati dal fermento sociale, come i girotondini, le sardine, gli arcobaleni ed i gilet gialli, hanno concentrato il loro focus su pochi punti, scavalcando le formazioni elettorali che chiamiamo partiti (e non lo sono più). Ma sono tutti stati sconfitti, anche quando hanno vinto – perché, diversamente dal Movimento Cinque Stelle, nato come setta religiosa e poi trasformato in un comitato affaristico per peracottari, i movimenti particolaristici non avevano una visione d’insieme della società. E nelle società complesse, come la nostra, non si possono affrontare (e tantomeno risolvere) questioni importanti se non nel contesto più generale.

La vita è lineare, ma la società è complessa e contraddittoria. L’essere umano è capace di slanci affettivi e lampi di genio, la massa è solitudine più frustrazione più invidia. Se mai è esistito un movimento hippie, questo è fallito dopo una sola estate di fronte a questa constatazione: nel prato della fattoria di Yasgur, a Woodstock, centinaia di migliaia di ragazzi sono stati disposti a vivere tre giorni in condizioni disumane, pur di dimostrare qualcosa. Pochi mesi più tardi, all’Isola di Wight, la povera Joni Mitchell è stata costretta ad insultare la folla: siete tutti dei turisti.

Questo siamo diventati. Turisti egotici nella società estranea. La realtà ci interessa solo se ha una bella colonna sonora, ha poca pubblicità e non dura più di 50 minuti. Il resto è viaggio in auto, cena per abbuffarsi, ammiccamenti al partner di turno e stimolazione di questa o quella parte del corpo. Tutto con un solo obiettivo: rinunciare, in modo esteticamente accettabile, alla consapevolezza ed alla corresponsabilità.

Ma attenzione con il moralismo, il mio prima di tutto. Non tutto ciò che c’era prima era buono, non tutto ciò che abbiamo oggi è cattivo. Oggi, per far decollare un progetto, non servono più miliardi ed appoggi inconfessabili che, un giorno, diventeranno la pietra con cui impiccare il cambiamento. A parte Putin, le forze della reazione non attaccano più a cannonate il Gianicolo, e nessuno spara più a John Fitzgerald Kennedy, purché la smetta. Al contrario, oggi sappiamo su quei fatti anche delle verità poco eroiche, e sappiamo che la capacità del potere di imporre la propria versione è quasi infinita, perché la stragrande parte della popolazione vuole solo essere lasciata in pace.

A forza di voler semplificare, oggi la differenza tra la Democrazia Cristiana di Letta ed il Movimento Sociale di Meloni è nei capi d’abbigliamento. Per il resto: pacatezza in TV, grida nei comizi, posizioni che inseguono, ogni giorno, il possibile cambio d’umore della mandria imbizzarrita. Questo apre uno spazio politico pressocché illimitato e, se avessi 30 anni di meno, sarebbe lo sprone per ricostruire il recinto da cui i buoi sono stati fatti scappare alla finta fine della Guerra Fredda. Un recinto fatto di tesi chiare, documentate, con tanto di note a fondo pagina – perché i più intelligenti, oggi, controllano, e non puoi inventare statistiche lì per lì, come facevano i politici di una volta.

In questo recinto, inizialmente, ci saranno poche persone. Nel 1815 chiunque avesse scommesso sulla nascita di una nazione italiana che, per giunta, sarebbe stata amministrata democraticamente, avrebbe fatto ridere i polli. Nel 1944 chiunque avesse scommesso sull’incrollabile amicizia di due paesi pacifisti cime Francia e Germania sarebbe stato portato d’urgenza in manicomio. Il mondo cambia goccia a goccia. Qualunque governo esca da questo voto, morirà strozzato dall’immensa crisi economica ed energetica e pandemica di quest’inverno. La partita vera non è ancora iniziata.

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CAT: Governo, Parlamento

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