Britaly: le dimissioni di Liz Truss e l’Italia

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20 Ottobre 2022

Liz Truss si è dimessa. Il 19 Ottobre The Economist pubblicava su Twitter la copertina del settimanale in uscita il prossimo 22 ottobre: Truss vestita come un gladiatore, una mano sullo scudo (una pizza senza una fetta condita con la Union Jack), l’altra sulla lancia (una lunga forchetta con gli immancabili spaghetti). “Il confronto con l’Italia è inevitabile. La Gran Bretagna è ostacolata dall’instabilità politica, dalla bassa crescita e dalla subordinazione ai mercati obbligazionari. Benvenuto in Gran Bretagna.”

  • Insieme a Kwasi Kwarteng, Truss era stata l’autrice dell’opuscolo “Britannia Unchained”, nel quale metteva in guardia dal rischio di diventare un paese come l’Italia. Ovvero con crescita bassa, scarsa produttività e conti in disordine. La sua ricetta, di impronta liberista e di ispirazione thatcheriana, introduceva una riduzione delle tasse (una manovra simile a quella che in Italia gli audaci chiamavano flat tax, prima fissa, poi incrementale). Il primo a farne le spese era stato il Cancelliere dello Scacchiere (Ministro dell’Economia) Kwasi Kwarteng, poi il Ministro dell’Interno Suella Braverman, “falco” del governo Tory e famosa per le posizioni anti-immigrazione. The Economist afferma che “la Gran Bretagna è più giovane e ha un’economia più competitiva. I problemi dell’Italia derivano, in parte, dall’essere dentro il club europeo; la Gran Bretagna, in parte, dall’esserne fuori. Confrontare i rendimenti obbligazionari dei due paesi è fuorviante. La Gran Bretagna ha un debito più basso, una propria valuta e una propria banca centrale; il mercato pensa di avere molte meno possibilità di insolvenza rispetto all’Italia.”. Ma la realtà ha altre sfaccettature. La fiducia nella politica con Truss è diminuita ed è aumentato il caos: se nel 2010 il 50% dei britannici si fidava del governo, ora è meno del 40%. Il divario con l’Italia si è ridotto da 17 punti percentuali a quattro, e come l’Italia, Londra è diventata il giocattolo dei mercati obbligazionari. I conservatori che negli ultimi sei anni avevano inseguito il sogno di una maggiore sovranità britannica ne hanno perso completamente il controllo. C’è un’altra copertina famosa dell’Economist, quella dedicata vent’anni fa a Silvio Berlusconi: “Unfit to lead Italy”, inadeguato a guidare l’Italia. Silvio Berlusconi fu costretto a lasciare l’incarico nel 2011, Kwarteng e Truss per le stesse ragioni: reazioni del mercato finanziario. Ed è questa attualmente la reale similitudine tra i due paesi. In Italia non è stato ancora dato l’incarico di governo, ma ci sono già problemi a non finire. Meloni non sarà ricattabile (nel frattempo il papà di sua figlia Andrea Giambruno è stato sospeso dalle conduzioni televisive Mediaset) ma la rosa dei papabili del suo esecutivo è stata già accolta da insulti, reazioni scomposte e ragionevoli dubbi sulla durata del futuro governo. In Inghilterra era stata giocata la carta Jeremy Hunt, che aveva eliminato la diminuzione delle tasse ai ricchi e proposto di rivedere il regime di garanzia del prezzo dell’energia. In buona sostanza quello che cercava di fare l’attuale Presidente del Consiglio italiano è quello che dovrà fare il prossimo (come da definizione di Marco Travaglio) “Draghi senza curriculum”.

TAG: governo, Liz Truss, politica, the economist
CAT: Governo, Partiti e politici

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