Il veto su Conte ha senso fino a un certo punto

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24 Agosto 2019

Diciamoci la verità: il veto su Conte ha senso fino a un certo punto.

Nella narrazione sulla discontinuità, di cui il Segretario Zingaretti ha fatto un cavallo di battaglia, la caduta della testa del Presidente rimasto in carica per il disbrigo degli affari correnti è un fatto assai simbolico ma, in un discorso di politica reale, conta poco. A differenza di quanto invece pesi nel Movimento Cinque Stelle, al cui interno, la permanenza in carica del professore è il necessario punto di equilibrio tra tensioni avverse che, diversamente, deflagrerebbero in tutta la loro potenza.

In altre parole, nel perimetro della realpolitik, la “questione Conte” è assai più cruciale per i pentastellati che non per i democratici.
D’altronde, nell’ottica di un “governo politico” (esistono davvero governi non politici?), è del tutto legittimo che sia il Movimento a rivendicare la carica apicale del futuro governo; ciò considerato, tolto Conte, il Partito Democratico riuscirebbe a trovare un punto di caduta seriamente preferibile nella trattativa con i 5 Stelle?

Zingaretti, del cui acume non abbiamo ragione di dubitare, sa benissimo che digerendo il “male minore” Conte, guadagnerebbe uno spazio sostanzioso di agibilità politica nella trattativa, potendo incentrare l’interlocuzione intorno alla pretesa di discontinuità sulla questione più scottante e davvero non contrattabile per il PD ed il suo elettorato: il superamento e la neutralizzazione dei decreti sicurezza.

Nel fisiologico “do ut des” di queste ore, spazzato via il veto di cui sopra, il PD potrebbe richiedere la calendarizzazione, in tempi certi, delle discussioni intorno alle nuove politiche migratorie e di sicurezza, bilanciando così la richiesta (e già ottenuta) blindatura del taglio dei parlamentari. In questo modo Zingaretti avrebbe la forza di ottenere una de-leghizzazione effettiva della genesi del nascituro Esecutivo.

Un’ultima considerazione s’impone.
Credo che il vero ostacolo alla nascita del Governo demo-grillino sia la narrazione pubblica degli opposti inconciliabili che si è insinuata presso entrambi gli elettorati in questi anni, difficilmente resettabile d’emblée, in così poco tempo. Non è un caso che nelle ultime ore stia montando la protesta social dei simpatizzanti, specialmente grillini, contro l’innominabile intesa.
Chi d’insulto ferisce, d’insulto perisce.

TAG: #governo, #GovernoConte, crisi, Nicola Zingaretti
CAT: Governo, Partiti e politici

4 Commenti

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  1. xxnews 5 anni fa

    non sono certo di aver capito ciò che ha scritto …
    pertanto commento a MODO MIO …:
    ZINGARETTI può dire tutto ciò che gli gira resta il fatto che ZINGARETTI è POCO PIU’ DI “NESSUNO” pertanto se gli garba avere un posticino su una poltrona di “seconda o terza fila ” nel nuovo governo scelga 4 o 5 “questioni” su cui mettersi d’accordo con M5S ma soprattutto con la “MEDIAZIONE DI MATTARELLA ” e se su quei punti raggiungono l’accordo … BENE diversamente , anche se al sottoscritto l’idea non piace si andrà al voto ….:
    e quindi avremo SALVINI E LA DX AL GOVERNO , M5S MESSO MALUCCIO il PD …. IL PD ?? COSA è il PD … una nuvola che il vento disperderà NEL NULLA definitivamente nel cielo autunnale
    peccato perché a me SALVINI ILO FASCIOLEGHISTA ( con l’aggiunta di quella poca destra ancora esistente ) AL GOVERNO è un suicidio per L’ ITALIA

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  2. beniamino-tiburzio 5 anni fa

    se xxnews non è certo di aver capito ciò che ha scritto Mondini, è invece certo che nessuno avrà capito ciò che ha scritto xxnews.

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  3. dionysos41 5 anni fa

    “(esistono davvero governi non politici?)” E’ scritto tra parentesi, ma è il nodo del ragionamento. Sarebbe ora che gli italiani, elettori ed eletti, ricominciassero a pensare politicamente.

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  4. xxnews 5 anni fa

    mi domando se BENIAMINO-TIBURZIO …. abbia MAI CAPITO QUALCOSA

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