La mossa del cavallo di Conte: conta il Parlamento non Facebook

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11 Agosto 2019

La nostra Carta Costituzionale all’art.1 stabilisce che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Il nostro è un regime parlamentare, ove centrale è il ruolo del Parlamento di conferire o togliere la fiducia al governo.

Dunque non è Facebook o la moltitudine a stabilire se deve o meno cadere un governo.

Non tutto è compiuto: bisogna comprendere che Conte, il Presidente del Consiglio in carica, ha infatti voluto che la crisi fosse di natura parlamentare, il che significa che si deve andare in Parlamento ed in questo contesto istituzionale verificare la sussistenza di una maggioranza possibile.

Il problema è istituzionale non politico.Infatti il Parlamento,a prescindere dai dati elettorali espressi- e quelli di riferimento non sarebbero le elezioni europee- ,potrebbe anche dar vita ad una diversa maggioranza da quella del contratto tra la Lega ed il Movimento Cinque Stelle.

È nel regno delle cose possibili  che la mozione di sfiducia della Lega al Governo in carica non ottenga i consensi sperati:si può determinare un’altra maggioranza diversa da quella del contratto.

Infatti dalle urne -non quelle europee- non è uscita una maggioranza precostituita: sono possibili diverse combinazioni: Partito democratico e Movimento Cinque Stelle; anche quella tra Forza Italia,  Partito democratico e  grillini; il tutto per fini non direttamente di attuazione di un programma politico predefinito.

Siamo alla mossa del cavallo: rendere una crisi di natura parlamentare e non extra parlamentare, significa aver riconosciuto la centralità del Parlamento, dal cui responso il Presidente della Repubblica è vincolato.Le Camere si possono e si debbono sciogliere, solo se non si rinviene un’altra maggioranza nel seno del Parlamento.

Poiché il dato elettorale da considerare è quello delle elezioni politiche del marzo dell’anno scorso e non invece quello delle europee, ne consegue che, per reazione alla risoluzione del contratto con i Cinque Stelle sostenuta da Matteo Salvini, nasce per legittima difesa da parte dei Grillini la libertà di campo: poter determinare una maggioranza alternativa a quella del contratto risoluto.

La “parlamentarizzazione” della crisi consente di ritenere che le maggioranze non sono quelle indicate da Facebook, ma dal Parlamento nel rispetto del ruolo della Costituzione.

Biagio Riccio

TAG: politica
CAT: Governo, Partiti e politici

Un commento

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  1. dionysos41 5 anni fa

    Totalmente d’accordo. E’ questo il nodo della crisi. E sono contento che Conte abbia voluto portare la crisi nella sede istituzionale dove, per la Costituzione, si affrontano e si risolvono le crisi politiche: nel Parlamento. Il “popolo” non c’entra, perché in un regime parlamentare il popolo è rappresentato dal Parlamento, dove siedono coloro che il popolo, eleggendoli, ha delegato a rappresetarli. Vediamo ora come si muoverà il Presidente della Repubblica, e, ancora prima, che cosa deciderà il Parlamento.

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