Renzi avrà proprio vinto con l’elezione di Mattarella?

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3 Febbraio 2015

La soddisfazione del Pd e degli amici di Renzi è venata da una leggera nebbia sul futuro perchè la biografia di Sergio Mattarella non sembra garantire in modo diretto, come faceva il precedente Presidente, la strategia di Renzi verso il Partito della Nazione. Per arrivare a questo risultato, per quanto ancora molto indefinito, Renzi deve andare a nuove elezione e rinnovare profondamente, oltre che anagraficamente, il gruppo consigliare Pd. Per arrivare non si sa quando a nuove elezioni, malgrado le ostentate dichiarazioni contrarie, ci si deve arrivare al più presto, occorre avere una legge elettorale che permette al segretario del partito ( sempre Renzi) di collocare i suoi uomini e donne nei posti dove verranno eletti. Questa legge è stata predisposta e in parte approvata al Senato deve ritornare alla Camera dove si proporranno molti problemi accentuati dalla prevista non collaborazione di Forza Italia, tra questi prevalente il caso del capolista che venga eletto senza le preferenze oppure con le stesse ( non è un dettaglio da poco perchè la scelta dei capolista spetta alla Segreteria Nazionale, cioè Renzi). La mancanza del voto di preferenza è stato però un elemento con cui la Corte Costituzionale ( vedi Mattarella) ha annullato la legge elettorale precedente il famoso porcellum. Il Presidente della Repubblica ha un visto di costituzionalità sulle leggi espresse dal parlamento.

D’altronde l’amico Renzi che cerca di riformare l’Italia valendosi delle solidarietà anagrafiche ha seminato in giro, forse proprio per questa ragione, una serie infinita di inimicizie che vanno dal Corriere della Sera ai sindacati e ai grandi burocrati: tutta gente che conta nell’opinione pubblica più di quanto si creda. La mia personale e assolutamente modesta impressione è che difficilmente riuscirà a resistere nell’attuale pastone parlamentare del Pd fino al 2018 e i suoi supporter all’interno del partito oggi galvanizzati dalle vittorie possono anche frammentarsi, com’era nel passato e, nell’intrico di gelosie e ambizioni, arrivare a risultati non prevedibili.

Finalmente Costantino Mortati, su cui abbiamo studiato, cattolico liberale ci spiegava che in una democrazia è importante la maggioranza ma più importante è la minoranza che rappresenta da una parte lo stimolo all’attuale governo e dall’altra la futura alternanza. Nel caso nostro l’elezione del Presidente Mattarella ha provocato la distruzione quasi completa della destra soprattutto di quella che potremmo definire moderata o costituzionale. L’accanimento anti-berlusconiano ha anzi rappresentato uno degli elementi di forza della candidatura proposta da Renzi ma in futuro, salvo accordi personali su specifici problemi, ci sarà bisogno ancora per le riforme del voto di Forza Italia perchè Grillo ha dimostrato di essere un guazzabuglio inutilizzabile per qualsiasi linea politica.
Fatte queste poche considerazioni che possono anche essere sbagliate se ne deduce che la conclamata vittoria di Renzi va leggermente ridimensionata e potrà essere valutata solo col tempo che per altro non lavora sempre a favore del Presidente del Consiglio.

TAG: quirinale
CAT: Governo, Partiti e politici

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