L’ultima sfida fra Raggi e Giachetti è l’ennesimo confronto inutile

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16 Giugno 2016

“Me sò accorciato la barba sennò le vecchiette me sbomballavano”. E’ appena finito il confronto televisivo fra gli aspiranti sindaco in piazza del Campidoglio e Roberto Giachetti discute coi suoi fan. Meglio intercettare il voto delle donne mature o cedere alle lusinghe delle più giovani che lo vorrebbero con la barba incolta e il sigaro fumante? Il tema, a pochi giorni dal voto a Roma, è delicato, ma di certo Giachetti non è più lo stesso del video con cui  5 mesi fa annunciò la sua candidatura alle primarie del Pd. Ora è più disinvolto e meno contratto e, come un Di Battista qualsiasi, cazzeggia in diretta su Facebook.

La scorza da radicale, quella rimane, come una seconda pelle, anche se spesso esce fuori nei momenti più inopportuni. Ad esempio, dichiararsi fieramente “garantista” mentre una gigantografia del boss di Mafia Capitale, Massimo Carminati, oscura il Campidoglio, non è certo uno dei punti più felici della sua strategia comunicativa. Ma per Giachetti, si sa, lo ha ripetuto in continuazione per tutta la sua campagna elettorale, “la sua storia personale” viene prima di tutto. Prima del politico, c’è l’uomo, lo stesso, che, nell’appello finale, chiede ai romani di realizzare “il suo sogno”: quello di diventare sindaco.

Intanto, a pochi metri di distanza, Virginia Raggi festeggia insieme ai suoi, che le cantano “oh Virginia sindaco di Roma”, dopo una performance televisiva meno convincente del solito. La Raggi si incespica quando deve individuare su una mappa di Roma l’XI municipio, per la gioia dei suoi detrattori “questa è una di quelle domande che non si possono improvvisare, o la sai o la sai”, così come non brilla per personalità quando propone un referendum per scegliere a chi intitolare una via di Roma, o, peggio ancora, delega ai cittadini o al blog di Grillo ogni decisione su un possibile avviso di garanzia.

Il suo punto più alto è quando inchioda Giachetti sui 150 bus che l’ex radicale promette ai romani, “sono quelli che ha comprato  Tronca”, mentre Giachetti si conquista l’applauso più sonoro quando fa il nome di Marco Pannella, a cui dedicherebbe volentieri una strada, senza fare un referendum. Entrambi concordano sulla necessità di far pagare l’Imu ai locali commerciali della Chiesa,”ma perché Giachetti non lo ha fatto quando era capo di gabinetto?” si chiede la Raggi, mentre la differenza sostanziale, fra i due, rimane una cosa che nemmeno dipende dal comune di Roma, le Olimpiadi. Imprescindibili per Giachetti, per nulla prioritarie per la Raggi, che continua a tenere nascosta la sua squadra, “molti professionisti hanno chiesto riservatezza anche per il trattamento riservato a me dalla stampa”.

Alla fine, stabilire chi sia il vincitore è impossibile, se non inutile. Anche perchè il format e le domande scelte da Sky, praticamente a risposta chiusa, garantiscono al massimo buoni propositi spesso coincidenti. Per questo mentre la piazza si svuota tutti sono soddisfatti. Quelli di Giachetti con la loro mesta speranza: “siamo in rimonta”. I 5 Stelle, invece, già pronti a festeggiare.

 

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CAT: Governo, Roma

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