Gabrielli e Marino: ora Roma sperimenta il “doppio sindaco”

27 Agosto 2015

Pochi accenni a Mafia Capitale e occhi puntati esclusivamente sull’anno santo. “Perché il successo del Giubileo è il successo del Paese”. Per questo pieni poteri al prefetto Franco Gabrielli, che affiancherà il sindaco Marino nel risanamento di Roma, anche in vista dell’evento. Il comune di Roma non sarà sciolto, come era prevedibile, ma di fatto finisce sotto tutela della prefettura. Il cronoprogramma? Nessuno. “Prima si fa, meglio è” come ha detto Alfano, subito dopo aver annunciato lo scioglimento, invece, del X municipio, quello di Ostia, dove il presidente Andrea Tassone è finito agli arresti dopo essere stato portato alle dimissioni dal commissario Matteo Orfini.

Di fatto la Roma che esce dal Consiglio dei Ministri di questa mattina ha due sindaci. Uno, Ignazio Marino, eletto dai cittadini nel giugno 2013. L’altro, Franco Gabrielli, imposto dal governo con il compito di risanare la città e di coordinare l’organizzazione del Giubileo. Ma guai a parlare di Campidoglio commissariato. Nonostante “emerga una situazione amministrativa della città di Roma piena di gravi vizi di legittimità e procedurali”, come ha affermato il ministro Alfano,”la legge prevede la possibilità di un commissariamento per il quale non abbiamo ritenuto sussistere i presupposti”. Il modello di riferimento è quello di Milano,  ha precisato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti,  dove si prevede “un ruolo di raccordo operativo del prefetto di Roma come accaduto nell’esperienza dell’Expo”.

L’opera di risanamento partirà da 8 ambiti precisi. Insieme al sindaco Marino, l’ex responsabile della Protezione Civile, Franco Gabrielli dovrà subito preparare un piano di interventi per bonificare quei “settori dell’amministrazione risultati più compromessi”: ossia verde pubblico, ambiente, emergenza abitativa, rifiuti, immigrazione e campi nomadi. Inoltre, fra le misure annunciate da Alfano, oltre alla “revoca in autotutela degli affidamenti disposti in assenza di regolari procedure concorsuali”, si prevede “l’avvio dei procedimenti di verifica e revisione dei contratti, compresi quelli di servizio con l’Ama Spa per verificare le effettive condizioni e la sostenibilità tenuto conto della evoluzione normativa e contabile di tali contratti”.

I dirigenti infedeli saranno destinati ad altra mansione, in virtù dell’art.143 del Tuel, con “contestuale avvio del procedimento disciplinare” spera Alfano. Per Ostia, dove dopo le dimissioni di Tassone la gestione del municipio era passata nelle mani dell’assessore alla legalità, il magistrato Alfonso Sabella, la proposta del governo prevede una commissione formata dal prefetto Domenico Vulpiani, dal viceprefetto Rosalba Scialla e dal funzionario del Viminale Maurizio Alicandro.

Il pacchetto Roma, approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri, include anche misure ad hoc per il Giubileo per consentire “la riduzione dei tempi delle procedure di gara a evidenza pubblica”. Da oggi, in poi, la parola d’ordine in vista dell’anno santo è ottimismo.  “Il governo è convinto che Roma ce la farà”, afferma De Vincenti, o come dice Alfano le cose vanno “alla grande”. Come sul “caso Casamonica”, dove il ministro degli interni sposa pienamente l’operato del prefetto, mentre si rifiuta di esprimere un commento sulle vacanze caraibiche del sindaco Marino. Anche perché, sottolinea De Vincenti, con il vicesindaco Marco Causi “ad agosto il Comune ha funzionato pienamente”.

 

 

TAG: alfano, franco gabrielli, Ignazio Marino, mafia capitale, Matteo Renzi
CAT: Governo, Roma

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