Famila di Cesena: “diversi punti vendita danneggiati, ma siamo stati fortunati”

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30 Maggio 2023

Emilia Romagna, un territorio delicato, proprio in questi giorni ricorre l’anniversario di un altro evento catastrofico che colpì la regione. Undici anni fa nel mese di maggio ci fu un terremoto di magnitudo Mw 5,8 che riportò tutto il Paese nell’incubo del sisma accaduto all’Aquila tre anni prima. Sette le vittime oltre ai gravissimi danni. Dopo nove giorni, in provincia di Modena, un successivo terremoto causò altri venti morti, oltre a 15 mila persone rimaste senza una casa agibile.

Qualche anno fa il comparto agricolo della regione è stato colpito dal problema della cimice Asiatica, che ha causato milioni di euro di danni. Continuando con le calamità dal 1963 il territorio è stato colpito da frane, allagamenti, alluvioni, nubifragi, e dal 1986 al 1990 sono morte 54 persone (fonte Il Foglio, secondo le  “memorie descrittive della carta geologica d’Italia”).

Le immagini della recentissima alluvione sono sotto gli occhi di tutti, le cronache riempiono i giornali, moltissime le testimonianze.

Abbiamo raccolto direttamente quella di Giovanni Baldacci, Presidente Arca Commerciale srl – Gruppo Unicomm, che sul territorio è attivo con più di 90 punti vendita a insegna Famila, Famila Market e D+ e 15 Cash&Carry C+C, oltre a un centro distributivo.

Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, il 18 Maggio ha affermato: “È un disastro. La maggior parte degli imprenditori non sa nemmeno in quali condizioni siano i propri stabilimenti perché non sono riusciti a raggiungerli.”

Com’era la situazione presso i vostri punti vendita in quei giorni?
Siamo riusciti a salvare alcuni punti vendita e altri no. Qualcuno si è allagato, qualcuno è rimasto senza corrente elettrica e purtroppo abbiamo dovuto buttare via molti prodotti, specialmente surgelati e freschi, quindi c’è stato un danno economico.  Per i punti vendita allagati dobbiamo ancora quantificare il danno, che sarà notevole. Adesso stiamo pulendo i locali, e togliendo tutta la merce danneggiata. I prodotti sigillati, come olio in bottiglie di vetro e detersivi con confezioni di plastica rimasti integri ma con etichette danneggiate, saranno donati in beneficienza.

Quanto tempo ci vorrà, secondo lei, per riaprire i punti vendita che hanno avuto un debito di corrente e quelli che invece sono stati più pesantemente colpiti?

Il problema corrente verrà sistemato in fretta. Dobbiamo pulire anche i frigoriferi e i freezer, perché dopo un po’ il cibo va a male, quindi bisogna fare delle pulizie generali.  Fortunatamente non abbiamo avuto allagamenti, purtroppo però oltre alla merce si è rovinata anche tutta l’attrezzatura tra banchi frigorifero, vasche frigo, vasche freezer e poi le scaffalature stesse, quindi penso che ci vorranno tra i due e i tre mesi.

Qual è stata la vostra prima urgenza e come l’avete gestita?
La nostra prima urgenza è stata quella di fare le consegne dal centro distributivo ai punti vendita sicuri. La gente aveva bisogno di andare ai supermercati, da noi o dalla concorrenza.

Immagino ci sia stata una bella rincorsa per accaparrarsi i beni di prima necessità in quei punti vendita che hanno avuto la fortuna di restare attivi.

Sì, sono stati veloci perché in quel momento non si sapeva se e come sarebbe finita questa ondata di maltempo. Fortunatamente dopo 3 giorni ha smesso di piovere e poi è arrivato il sole. (ndr. l’intervista risale a martedì 23 maggio) C’è da dire che il sole non fa troppo bene al fango perché si indurisce come un mattone. Nel dopoguerra, certe case le facevano con fango e paglia.
Perché quando si indurisce si fa fatica a rimuoverlo.
Sì, e purtroppo ho visto persone che hanno buttato il fango giù nelle fogne. Questo rischia danni irreparabili e prima o poi dovremo rifare la rete fognaria nelle zone a ridosso dei fiumi.

Immagino che i danni non siano solo diretti ma anche indiretti lungo tutta la vostra filiera. I danni ai vostri dipendenti, la logistica che si ferma, un territorio da ricostruire. Come viene affrontato tutto questo?

I primi giorni abbiamo dovuto chiudere dei supermercati anche se non avevano avuto danni, perché il 50-60% dei dipendenti erano a casa occupati a togliere l’acqua dalle cantine. Avevamo tantissimi dipendenti con problemi di allagamenti nelle proprie case e senza personale devi tenere chiuso il supermercato. Noi come azienda abbiamo deciso di pagarli come se fossero presenti al punto vendita.  È un piccolo aiuto che abbiamo voluto dare.

È una cosa che perdura l’assenza del personale per le strade bloccate o è un pericolo rientrato? 

Abbiamo ancora delle strade bloccate ma il problema era togliere l’acqua dalle cantine. Risolti questi due problemi le persone sono rientrate al lavoro. Ora siamo a forza completa nei punti vendita aperti. Ci hanno ringraziato per il supporto che abbiamo dato.

I punti vendita che hanno subito danni ormai li sapete, siete stati in grado di fare una stima dei danni? 

È ancora presto, oggi non siamo ancora in grado di fornire dei numeri.

È una tragedia che poteva essere evitata visto che l’anno scorso è successa la stessa cosa nelle Marche? 

Dare delle colpe è facile, però credo che una cosa del genere non sia mai successa, io ho una certa età e una pioggia così violenta non l’avevo mai vista. Certo se si fossero fatte maggiori vasche di laminazione e se i letti dei fiumi fossero stati maggiormente puliti si potevano limitare i danni. Purtroppo anche con certi interventi una cosa del genere sarebbe stata difficile da fermare, ma i danni sarebbero stati inferiori.

Che prospettive future ci possono essere per il vostro territorio? 

Il problema è l’agricoltura che ha subito un danno grande. Non so cosa riusciremo a salvare. Per il turismo so che sulle spiagge stanno lavorando per pulire ciò che è venuto fuori dal mare e sono già pronti per accogliere i turisti. In Romagna siamo già pronti. Mi auguro che la stagione vada bene e che la gente venga e non sia impaurita. Secondo me avremo un’annata buona come turismo. I borghi in alto sulle colline hanno un po’ di frane e delle strade interrotte. Staremo a vedere. Riusciremo a venirne fuori, siamo romagnoli.

È vero, lo state già dimostrando e l’attenzione mediatica sulla volontà e la forza che ci state mettendo è forte. Le spiagge vanno ripulite però ci può essere un lido da ricostruire o pulire. È più difficile ricostruire un immobile con le attrezzature, un’azienda, e forse la ripresa del turismo sarà accelerata e vi darà un bel contributo.

Siamo stati molto aiutati dai ragazzi, li chiamano “gli angeli del fango”. Ci sono delle brave persone. Io ho avuto modo di conoscerli, perché mia figlia abitando vicino al fiume ha avuto dei danni al garage. Doveva vedere questi ragazzi, si divertivano, aiutavano. Qui c’è il problema anche degli anziani, non è facile  portarli via dalle loro case, dalle loro cose, i loro ricordi. Questi ragazzi li sollevavano anche fisicamente e portano un po’ di allegria. Altri invece che vanno ad imbrattare i monumenti e che si sdraiano davanti alle macchine dovevano venire da noi ad aiutarci.

Sono d’accordo, magari il momento non era opportuno per protestare, bisognava andare a rimboccarsi le maniche. Mi ha incuriosito quando mi ha raccontato la storia delle fogne che dovranno essere rifatte per il fango indurito. Bisogna procedere subito. 

Non so se ci fosse così tanta acqua da aver fatto scorrere il fango che è una brutta bestia. Se si indurisce bisogna spaccare le fogne. Spero di esagerare ma la verità è un po’ quella. Mia figlia ci ha dato dei panni dei bambini da lavare ma mia moglie pur avendoli sciacquati dal fango non è riuscita ad evitare il blocco  della pompa ad immersione della lavatrice. Adesso dobbiamo cambiarla. Questo per rendere l’idea.

Sono cose che la maggior parte delle persone non sanno. Ci sono conseguenze nel sottosuolo che non si vedono. I volontari continuano ad esserci? 

Sì, perché abbiamo delle zone ancora con tanto fango. Se va nelle zone di Ravenna e Forlì ci sono ancora dei laghi di acqua e fango.

Vuole aggiungere qualcosa? 

Adesso ci stiamo dando da fare. Con i danni che abbiamo avuto possiamo ancora ritenerci fortunati ma ci stiamo adoperando. Le varie associazioni e la Protezione Civile di Cesena, Forlì, Ravenna e Faenza possono venire a prendere ciò che vogliono per gli sfollati che hanno trovato riparo in locali pubblici e che hanno bisogno di lavarsi e mangiare. Possono prendere la merce ai Cash and Carry gratuitamente. Ci sono poi associazioni che danno €250 di buono ad ogni famiglia per venire a fare la spesa al Famila e facciamo pagare i prodotti al 60%. Inoltre se i clienti donano un Euro, noi ne mettiamo un altro. Cerchiamo di collaborare e aiutare le persone a venirne fuori.

 

TAG: #ambiente, alluvione, Regione Emilia Romagna
CAT: Grandi imprese, tutela del territorio

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