La Freccia Rossa fischiando s’incaglia

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26 Novembre 2023

Il problema dell’Italia è che i treni non arrivano in orario. Quando c’era LUI tutto questo non succedeva. Lui. Ora c’è LEI e invece, puntualmente, arrivano in ritardo. Se uno volesse proprio fare del male direbbe che è colpa delle donne al potere perché il ministro cognato non possa arrivare in orario dov’è tanto atteso a fare bella presenza a Caivano, in modo da ricordare che il Governo c’è. E, siccome i treni sono in ritardo cronico, per i motivi più vari, aggiungiamo ritardi su ritardi e facciamo fermate in più. Però la Lollo del Parlamento deve scendere dalla Freccia Rossa per sfrecciare, stavolta sul serio, su un’auto blu ministeriale che l’attendeva oltre la porta chiusa. Il rosso è un colore che porta sempre male, l’avessero chiamata Freccia Nera (la freccia che crea un’atmosfera) sicuramente sarebbe stata puntualissima, anche perché la Freccia nera fischiando si scaglia, è la sporca canaglia che il saluto ti dà, come diceva la canzoncina per bambini in voga quando la Giorgia nazionale non era ancora nata.

Voi che avreste fatto? Poi si scopre che, nonostante tutto, se il capotreno è d’accordo e se il treno ha accumulato un ritardissimo, la fermata si può fare. Buono a sapersi. La prossima volta che prenderò una Freccia Rossa o a Strisce me ne ricorderò.

Il problema dei ritardi dei treni che non esisteva, secondo la leggenda, nel famoso Ventennio è una cosa che ci portiamo dietro da un bel po’ di tempo. Il traffico (il problema dell’Italia è il traffico, parafrasando Benigni in Johnny Stecchino) è veramente insostenibile oggi: tra strade ferrate sempre ingombre, treni sovraccarichi, carrozze regionali fatiscenti, coincidenze che non coincidono, molte persone che possono permetterselo preferiscono l’auto, blu o a strisce, anche quello non importa.

Qualcuno lo ricordi a Salvini di questo benedetto traffico, perché, essendo il ministro delle infrastrutture, è la persona più adatta a risolvere il problema, distogliendolo per una volta dall’ossessione per il Ponte sullo Stretto, che sembra assorbire ormai le sue ventiquattr’ore quotidiane. Forse per questo i treni sono in ritardo mentre i migranti arrivano puntuali sui barconi, accidenti. Povero ministro, che grattacapi. Tutto si risolverà col ponte.

Poi c’è chi è convinto che il treno inquini poco e quindi fa una scelta ecologista, a discapito della puntualità, ma la puntualità non è così importante, parafrasando Cocktail d’amore (quello vero, non quello finto di oggi), alla fine. D’altro canto, mi sapreste dire cosa c’è di veramente puntuale in questo paese?

La scelta ecologista è boicottata, ma non dalla società ferroviaria, bensì dal ciclo vitale del treno che ha un suo enorme peso nella considerazione totale dell’impatto ecologico. Chi non sa nulla del ciclo vitale, questo sconosciuto, vada a rileggere un articolo in cui ne parlo abbondantemente:

Le mille e un’apocalisse raccontate da Sheherazade

 

Alla fine della fiera, ad ogni modo, che il ministro dell’agricoltura fosse giunto a Caivano in ritardo a fare la bella statuina, secondo voi avrebbe cambiato le sorti della Storia?

Apriamo questo dibattito, sono curioso di sapere le vostre opinioni.

E, comunque, quando c’era LUI era tutto un orario svizzero. Coi buchi.

Buona domenica.

 

TAG: Caviano, Freccia Nera, Freccia Rossa, giorgia meloni, governo, infrastrutture, Ponte sullo stretto di Messina, quando c'era LUI, salvini, treni
CAT: infrastrutture e grandi opere, trasporti (aerei, ferrovie, navi, bus)

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