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UE

L’ora letale

di Davide Giacalone
1 Settembre 2018

 

Cotale galattica minchioneria può essere pepita preziosa, se solo la si osserva con attenzione (che non merita). Non è tanto questione dell’ora legale, ma del battere dell’ora letale. Tre aspetti: la sostanza; il popolo; la convivenza.

1. Nella sostanza pare che dormire o vegliare un’ora in meno una volta l’anno, per poi, sempre una volta l’anno, dormire o vegliare un’ora in più sia, per taluni, impegno troppo gravoso. Pare anche che se ne possa morire. E dal ridere no? Sicché si vorrebbe far intendere che tutti vanno a letto sempre alla stesa ora e dormono sempre lo stesso numero di ore, talché increspare tale regolarità esponga a rischi ingiusti. Se ne deduce che il capodanno genera morti per perdita di sonno? Suvvia. Più concreto l’altro aspetto: più vai verso nord meno giova il recupero delle ore di luce estiva. Ma neanche danneggia.

2. La Commissione europea, che qui ci si ostina a difendere, non per partito preso, ma per convinzione europeista, ha deciso di prendere questo fondamentale tema e metterlo in votazione. Una miscela di stupidaggine e perdizione. Dopo di che il presidente di detta Commissione, prendendo atto della schiacciante maggioranza contro lo spostamento delle lancette, ha annunciato una proposta in tal senso. Non passerà, immagino. Ma quel che conta è il voto on-line. Prendete la Finlandia: il 95% dei voti sono contro l’ora legale. Come fai a non ascoltare questo urlo popolare? Perché ha “votato”, in realtà cliccato, lo 0.96% degli elettori. Quelli che hanno votato di più sono i tedeschi: 3.79%. Quindi la notizia è una sola: non gliene frega niente a nessuno. Ma la fregola popolarista, populista, clicchista e democratestadicavolista ha spinto la Commissione a dire: abbiamo chiesto al popolo e il popolo ha risposto. No: il popolo non v’ha manco considerato.

3. Ove la cosa lievitasse, dunque, non si tratterebbe di abolire l’ora solare o l’ora legale, ma il cambio. Vale a dire che ciascun Paese sceglie quale adottare, senza cambiarla nel corso dell’anno. Ora, in Europa già esistono i fusi orari: a Londra e Lisbona viaggiano un’ora indietro rispetto a Roma e Varsavia. Quel che non esiste è la differenza d’orario sullo stesso fuso. Berlino e Milano hanno la stessa ora. Pensate cosa succederebbe se decidessero i Parlamenti o i governi, naturalmente sempre smentibili nelle legislature e dai governanti successivi. Già, perché queste cose funzionano se sottoposte a convenzioni e vincoli internazionali (lo sono i fusi, andate a vedere come sono disegnati, per apprezzarlo), mentre se si diventa sovrani dell’orologio si oscilla fra la dissociazione mentale e la cinesizzazione (in Cina esiste solo l’ora di Pechino e guardate, sulla cartina, come funzionano i fusi ai confini nord e sud).

Tutto ciò senza volersi addentrare oltre: perché l’una e l’una e non sono le tre? Chi lo ha stabilito? Chi lo ha votato? Maledette lobbies occulte e ticchettanti. Bon, la archiviamo come bubbola di fine estate? Magari, in realtà è la dimostrazione dello scoccare dell’ora letale: quella del raggiro cliccante e della demagogia politicante.

 

Davide Giacalone

www.davidegiacalone.it

@DavideGiac

 

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