Buon 2019 a tutti gli Italiani

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1 Gennaio 2019

Buon 2019 a tutti gli Italiani.

E sì, anche un irriducibile come me è tentato di adeguarsi alla moda del momento: “prima gli italiani”. E quindi faccio gli auguri agli italiani. Gli altri… si facciano gli auguri a casa loro!

Ovviamente, siccome non mi sono mai piaciute le parole vuote, le etichette senza significato, la prima cosa che faccio è chiedermi “ma chi sono gli italiani?”.

Domanda molto difficile… per vari motivi.

Proviamo a rispondere.

Gli italiani sono quelli che vivono oggi in Italia? No, perché oggi qui in Italia vivono tante persone che non sono italiane e non si sentono di esserlo. Ad esempio, gli ambasciatori, e i diplomatici, di altre nazioni… beh, non possiamo dire che siano italiani, anche se, ovviamente, sono persone rispettabilissime e ben accette.

Forse gli Italiani sono un concetto genetico, legato alla razza Italica, come diceva “il Duce”? No! Chiunque abbia studiato un po’ di storia, ma proprio appena appena un poco, sa benissimo che sulla nostra penisola sono passati tutti i popoli possibili: anticamente, oltre ai popoli locali (Etruschi, Sanniti, Japigi etc etc…) abbiamo avuto colonizzazioni di tutto rispetto. Lo sappiamo tutti che la parte meridionale del nostro stivale fu una colonia dell’antica Grecia, vero? Poi nel corso dei secoli abbiamo avuto altri ospiti: subito dopo la caduta dell’Impero Romano ci sono stati i “barbari” (Galli, Ostrogoti, Visigoti, Unni… cioè tutto il Nord Europa e parte delle pianure Caucasiche), poi abbiamo avuto Normanni, Arabi, Turchi, Spagnoli, Francesi, Austriaci… e finanche gli “Americani” venuti dopo la seconda guerra mondiale (il cui contributo alla popolazione è ben rappresentato nella bellissima canzone “Tammurriata nera”). Insomma, se qualcuno pensa alla “razza Italica” dovrebbe rassegnarsi: qui in Italia siamo un miscuglio che neanche quella bastardina della mia cagnolina Zoe riuscirebbe a immaginare.

Allora potremmo forse dire che Italiani sono quelli che hanno la cittadinanza Italiana? Peccato che molti nostri concittadini siano emigrati all’estero, spesso per cercare di farsi un futuro e scappare dalla fame che erano costretti a soffrire sul suolo natio. Pare, secondo dati ministeriali del 2000, che ci siano in giro per il mondo circa 60 milioni di Italiani, dei quali solo 4 milioni hanno conservato la cittadinanza Italiana. Qualcuno vorrebbe dire che gli altri 56 milioni non sono Italiani? Eh no, direi proprio di no!

Un criterio per individuare gli italiani potrebbe essere la “lingua”? No: ci sono tanti stranieri che parlano un italiano migliore di molti che invece sono nati e cresciuti in Italia. Per non parlare poi delle differenze nei dialetti tra Nord e Sud…

E’ difficile capire chi siano “gli Italiani”.

Forse la risposta può essere trovata facendo un ragionamento diverso. Anche se ha solo poco più di 150 anni, il nostro stato unitario, l’Italia, non è tenuto insieme da razza, lingua, residenza. Ciò che fa grande e riconoscibile l’Italia nel mondo sono i suoi valori, questi sì, che sono molto antichi e riconoscibili.

Ecco, forse cominciamo a capirci qualcosa, ma quali sono questi valori? Sicuramente per i grandi geni delle arti e delle scienze potremmo facilmente trovare una definizione, ma che dire degli altri Italiani, quelli sconosciuti che non hanno lasciato un grande segno nella storia?

Credo che oggi, dopo la seconda guerra mondiale, quindi nel mondo contemporaneo, la definizione dei valori che tengono insieme, e quindi identificano, un popolo, possa essere ricavata molto chiaramente da una cosa semplice semplice: il patto scritto che lega gli individui al rispetto di norme condivise e comunemente accettate.

In Italia quelle norme hanno un nome: sono scritte nella Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1° Gennaio 1948, dopo una sanguinosa guerra e una feroce dittatura (la stessa che, ad esempio, aveva varato nel 1938 le leggi razziali e mandato a morire nei forni crematori oltre 7000 persone che erano nate in Italia, da genitori nati anche loro in Italia, che studiavano e lavoravano come tutti gli altri ma che avevano la colpa di essere Ebrei).

La nostra Costituzione nasce dalle macerie del Fascismo, spicca come un fiore di libertà e civiltà, e porta dentro di sé l’essenza di quei valori e quella cultura che si sono andate definendo nel corso della Storia.

E’ il rispetto della Costituzione che ci rende DEGNI DI ESSERE CONSIDERATI ITALIANI.

Penso sia utile fare qualche esempio concreto per spiegarsi meglio:

La nostra Costituzione parla spesso del “Lavoro”.

La Repubblica è “fondata sul lavoro” (art. 1); “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro” e “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” (art. 4); “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.” (art. 36). “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.” (art. 41).
Quindi un Italiano è una persona che rispetta il valore del lavoro e ha voglia di lavorare, onestamente, liberamente e con impegno, per contribuire al suo Paese, non importa se come dipendente o come imprenditore.

Non sono degni di essere considerati italiani coloro che scelgono altre strade per arricchirsi, come i mafiosi, i grandi criminali, coloro che si arricchiscono sfruttando il lavoro altrui e trattando come schiavi, o poco meno, altri lavoratori.
Non sono degni di essere considerati italiani coloro che fanno lavorare altri esseri umani per due euro l’ora, sotto il sole a raccogliere pomodori, facendoli dormire in baracche indegne di essere chiamate abitazioni.

Al contrario, sono sicuramente degni di definirsi Italiani coloro che difendono il lavoro, così come definito dalla Costituzione.
E’ Italiano Adriano Olivetti, che cercò di creare un modello di relazioni industriali in cui il lavoro non fosse sfruttamento ma comunanza di interessi, pur nella differenza dei ruoli.
E’ Italiano Giuseppe Di Vittorio, che dedicò la vita alla difesa dei diritti dei lavoratori.
E’ Italiano Soumayla Sacko, 29 anni, sindacalista maliano, che cercava di organizzare i braccianti in un territorio, la Calabria, dominato dal caporalato e dalla “ndrangheta”, ucciso con una fucilata mentre raccoglieva delle lamiere abbandonate per aggiustare la baracca in cui viveva.

Un altro tema presente nella Costituzione è quello della bellezza, del territorio, dell’arte.

“La Repubblica (…) Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” (art. 9).
Questo articolo è chiarissimo: noi siamo il paese delle arti, della bellezza naturale, della cultura. Un italiano ha innato il gusto del bello. Lo vediamo anche nelle cose minori. Il nostro modo di vestire, che fa della moda italiana una eccellenza mondiale. Lo vediamo nei tesori che ci sono stati lasciati in eredità: le nostre città d’arte sono uniche al mondo. E che dire della nostra passione per la musica e il “bel canto”, famosa al punto che ogni straniero crede che gli italiani siano tutti bravi cantanti, anche se, ovviamente, non è sempre così. E pensiamo poi alle nostre coste, i nostri monti, i nostri paesaggi. Gli italiani amano tutto questo, lo hanno scritto nella Costituzione.

Quindi:
Non sono degni di essere considerati italiani coloro che costruiscono abusivamente e deturpano una bellezza naturale.
Non sono degni di essere considerati italiani coloro che seppelliscono i rifiuti tossici delle loro attività nelle campagne, accendono roghi tossici, scaricano veleni nei fiumi e nei mari.
Non sono degni di essere considerati italiani coloro che preferiscono costruire una grande opera inutile solo per lucrare dei soldi, senza preoccuparsi del danno che farà alla popolazione, senza preoccuparsi del dissesto idrogeologico.

Strettamente legato al precedente è anche il tema della Cultura:

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica” (art. 9), “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” (art 33), “La scuola è aperta a tutti. (…) I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. (art. 34).
La Scuola Italiana è, e spero vivamente che continui ad esserlo, uno dei pilastri della nostra società. Lo testimoniano non solo i tanti premi Nobel che abbiamo avuto in tutti i campi della cultura, ma anche tutti i nostri giovani talenti che sono ricercatissimi all’estero e ci fanno fare una gran figura per la loro preparazione, la loro cultura. E questo è vero ancora oggi, nonostante un feroce attacco che dura da anni alla scuola e al valore della cultura stessa.

Pertanto, sono pienamente degni di essere considerati italiani tutti quegli insegnanti che ogni giorno entrano in classe e cercano di dare qualcosa ai loro studenti, di accendere in loro la scintilla della conoscenza, e non solo ripetere stancamente un libro di testo. E, parimenti, sono pienamente degni di essere considerati italiani tutti quegli studenti che si impegnano con zelo e cercano di capire e migliorare sé stessi per poter poi un giorno migliorare il mondo intorno a loro. E lo sono anche quei genitori che comprano un libro ai propri figli, fanno sacrifici per farli studiare e stimolano la scuola a dare il meglio di sé.

Al contrario non sono degni di essere considerati italiani gli insegnanti che vanno in classe solamente per portarsi a casa uno stipendio, oppure gli studenti che copiano durante le verifiche o che imbrogliano per poter strappare una sufficienza e conquistare un “pezzo di carta” da appendere ad una parete. E non lo sono neanche quei genitori che aggrediscono un insegnante perché ha messo un brutto voto al figlio o che insegnano ai propri figli che studiare non serve a niente.

Ma c’è altro: non sono degni di essere considerati italiani tutti coloro che attaccano la scuola pubblica, la privano di mezzi, vogliono abolire il valore legale dei titoli di studio che essa rilascia, la vogliono trasformare in un luogo dove si deve solo imparare un mestiere, il più velocemente possibile. Costoro immaginano una società dove la scuola non sia più uno strumento di uguaglianza e di crescita fra tutti i cittadini, ma dove ci sia una scuola per chi ha i soldi, e quindi possa avere la possibilità di farsi strada nella vita, e una scuola per i disperati, i più poveri, dove si impara ad obbedire e nient’altro.

Un altro tema molto importante nella Costituzione è la tutela della Salute.

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. ” (art. 32).
Credo che queste affermazioni siano chiarissime. In Italia il sistema sanitario nazionale garantisce le cure anche ai più poveri. Invece in altre parti del mondo, ad esempio nei ricchissimi Stati Uniti d’America, ammalarsi di una malattia cronica e grave significa rovinarsi economicamente e dover vendere tutto quello che si possiede per potersi curare. Che paese è un paese dove un ricco ha più diritto di vivere di un povero?

Per questo motivo sono degni di considerarsi italiani tutti quei medici e quegli infermieri che ogni giorno lottano contro i tagli al sistema sanitario nazionale e svolgono il proprio dovere con coraggio, passione, nell’interesse dei pazienti che sono loro affidati. E come non pensare a quei medici e infermieri volontari che addirittura aprono degli ambulatori nei quartieri poveri delle nostre periferie per offrire, gratis, nel loro tempo libero, assistenza e cure ai bisognosi?

Al contrario, non sono degni di essere considerati italiani quelli che invece speculano sulla salute, tagliano i fondi alle struttura pubbliche per favorire le cliniche private. E ancora più indegni sono coloro che, pur avendo un posto in una struttura pubblica, dirottano i pazienti nei loro studi privati.

E altrettanto indegni di essere considerati italiani sono coloro che vorrebbero dividere l’Italia in tante parti, dove a seconda della ricchezza del territorio hai diritto a cure più o meno valide.

Un altro aspetto importante della Costituzione è quello relativo alla dignità della persona, alla sua libertà, alla sua integrità:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” (art. 3), “La libertà personale è inviolabile.” (art. 13), “Il domicilio è inviolabile.” (art. 14), “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.” (art. 15), “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale (…). Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi” (art. 16), “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero” (art. 21), “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia (…) Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù” (art. 31).

Questi diritti non sono limitati solo al nostro territorio: secondo la nostra Costituzione questi sono diritti di tutti gli esseri umani: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, (…) Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici” (art. 10), “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli” (art. 11),

Questo delle libertà è un tema molto delicato, perché la libertà va garantita ma anche difesa. Ecco allora che ci sono tante organizzazioni, sia pubbliche che private, che intervengono proprio per la garanzia di questi principi. E quindi un ringraziamento deve per forza andare a tutti quegli italiani che giorno per giorno difendono questi diritti. Lo fanno i volontari di tutte le ONG che difendono, a vario titolo, i più deboli: da Telefono Azzurro alla Caritas. E lo fanno le forze dell’ordine che ogni giorno ci difendono dalla criminalità, difendono proprio la legalità e i valori costituzionali di cui stiamo parlando, e quindi difendono la nostra libertà. E un grazie va anche ai vigili del fuoco, ai volontari della protezione civile. Tutti questi che fanno il loro lavoro con coscienza, impegno, credendoci, sono pienamente degni di essere considerati italiani. E sono pienamente degni di essere considerati italiani quei volontari delle ONG e quei marinai della nostra Marina Militare che soccorrono le persone in mare e le salvano dalla morte.

 

Leggendo le pagine della nostra Costituzione si possono chiaramente comprendere tutti i valori che essa contiene, e che ci consentono di vivere insieme, in una condizione di benessere e libertà che esiste in pochissime altre parti del mondo. Potrei continuare a scrivere pagine su pagine… ma devo concludere, altrimenti i pochi che sono arrivati a leggere fino a questo punto probabilmente abbandoneranno anche loro la lettura.

Allora vorrei concludere con quattro articoli, che poche volte vengono messi in relazione ma che descrivono pienamente il meccanismo su cui si regge il nostro Paese:

“La Repubblica (…) e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” (art. 2), “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” (art. 3), “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.” (art. 53), “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore” (art. 54)

Se si leggono insieme questi quattro articoli si vede, chiaramente, cosa hanno pensato i nostri Padri quando hanno scritto la Costituzione: hanno pensato ad uno Stato che interviene per spingere ciascuno a dare il meglio di sé, a realizzarsi secondo il proprio potenziale, ma per far ciò questo Stato ha bisogno, ovviamente, di risorse, e queste vengono chieste a tutti, secondo il principio, giustissimo, che chi ha di più, deve dare di più, e riceverà in cambio il vantaggio di vivere in un Paese migliore.

Per fare funzionare questo Paese è chiesto a tutti di partecipare attivamente, e di rispettare le leggi. In particolare ciò viene chiesto in misura ancora più forte a chi ricopre cariche pubbliche, i quali, proprio perché dovrebbero incarnare i valori di questo Paese, devono svolgere il proprio compito “con disciplina ed onore”.

Ecco: siamo arrivati alla fine e credo di aver chiarito chi sono gli italiani: non importa quale colore abbia la tua pelle, quale lingua parli, in quale posto sei nato. Se accetti di vivere secondo queste regole, sei degno di essere considerato Italiano anche tu. E se invece, pur essendo nato e cresciuto in questo Paese, pur avendo la cittadinanza italiana da generazioni, calpesti i valori della nostra Costituzione, allora tu non sei degno di definirti Italiano.

Buon 2019 a tutti gli Italiani, che ci sono e che arriveranno, e alla nostra Costituzione che oggi compie 71 anni.

TAG: Attuare la Costituzione
CAT: Legislazione, Politica, società
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