Faccio cose, vedo gente…

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25 Giugno 2020

 

– Ho incontrato Giorgia.
– Come sta?
– Una favola.
– Vuoi dire che ha lasciato Amilcare?
– Ma va!
– Che ne so, quando hai detto che stava magnificamente ho pensato subito che fosse riuscita a scaricare quell’essere ammorbante!
– Ammorbante? Ma cosa dici? E’uno degli uomini più brillanti che conosca..
– Punti di vista. Per me è la musoneria fatta persona…Per non parlare dell’insana passione…
– Per Giorgia?
– Scherzi? Se lui ne fosse innamorato lo capirei, il problema di Amilcare è la sbandata che ha preso per se stesso…
– Ma no! E’ sempre così autoironico…
– Come ti sbagli! Quella che consideri autoironia in lui – e in quasi tutti quelli che si spacciano per autoironici – è  ipocrisia pura: fingono di chiedere un’assoluzione, ma puntano ad essere ammirati.
– Ho capito, non ti sta simpatico…
– Perchè a te sì?
– Onestamente sì. Dice sempre cose divertenti…
– Tipo?
– L’altro giorno, per esempio, ha detto che ti ammira.
– Oh, bella! E perchè?
– Dice che quando lavoravi eri un modello riproducibile
– In che senso?
– Nel senso che a fare quello che facevi tu sono capaci in molti.
– Ah…
– Mentre adesso che stai in pensione, ha detto subito dopo, sei un modello inimitabile.
– Cioè?
– Che il talento che hai tu per non fare niente dalla mattina alla sera non ce l’ha nessuno…
– Da che pulpito…Sai come lo chiamavamo tra di noi un tempo?
– Questa la so anch’io: Faccio/cose/vedo/gente.
– Esatto! Abbiamo la stessa età, ci conosciamo da sempre e lui ha passato tutta la vita a rinfacciarmi il fatto di avere un posto fisso. “Guarda me, che sono uno spirito libero e non ho padroni”, diceva sempre. Tutta invidia repressa naturalmente.
– Dici?
– Certo. E comunque adesso lui è ancora schiavo del bisogno, e quello libero sono io!
– Grazie all’Inps?
– Grazie all’Inps!

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CAT: Letteratura

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