Grandezza di Čechov – La signora col cagnolino

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4 Settembre 2017

Mi capita di rileggere, a molti anni di distanza della prima volta che lo avevo fatto, quello che forse e’ il piu’ bel racconto  di Anton Čechov“La signora col cagnolino”.

La storia e’ presto raccontata.
Un funzionario di banca, Dimitri Gurov, quarantenne, sposato con figli, si trova a Jalta da solo per un periodo di villeggiatura e conosce per caso una signora molto piu’ giovane di lui, Anna Sergeevna, che vede in giro a passeggio con il suo cagnolino.

La corteggia con successo ed inizia con lei una relazione molto romantica, fatta di passeggiate sul lungomare, di gite in carrozza, di abbracci furtivi nei giardini pubblici.

Quando la donna lascia Jalta, richiamata a casa da una improvvisa malattia del marito, Dimitri pensa : “Ecco una delle tante storie che finiscono, non la vedro’ mai piú”.

Dimitri e’ infatti un adultero impenitente e incorreggibile, e Anna gli sembra in quel momento una delle tante.
Qualche giorno dopo rientra a Mosca e la vita riprende come prima: la moglie, i figli, l’ufficio, le partite e le chiacchiere al circolo, le scorpacciate di minestra di cavolo.

Ma Anna e’ rimasta in lui come un tarlo segreto. Non riesce a smettere di pensare a lei.

Ossessionato dal ricordo dell’amore balneare, la va a trovare nella cittadina di provincia in cui vive. Riesce ad incontrarla e a farsi promettere che sara’ lei ogni tanto ad andare a Mosca per incontrarsi con lui.

Inizia così una relazione. Ogni due o tre mesi lei racconta al marito di avere necessita’ di farsi visitare da un eminente ginecologo moscovita, parte per Mosca e ci rimane per qualche giorno.

Ecco come Čechov ci descrive il capovolgimento di prospettiva che questa relazione segreta introduce nella vita di Dimitri:

Viveva due esistenze: una palese, che vedevano e conoscevano tutti quelli che vi avevano un qualche interesse, un’esistenza piena di verità convenzionali e di inganni convenzionali, del tutto simile a quella dei suoi conoscenti e amici; ed un’altra che scorreva segreta.

E, per una strana coincidenza di circostanze, forse casuale, tutto ciò che per lui era importante, attraente, necessario, ciò in cui era sincero e non ingannava se stesso e che costituiva il nocciolo della sua vita, si svolgeva all’insaputa degli altri.

Tutto ciò invece che era la sua menzogna, il suo involucro, nel quale si celava per occultare la verità, e cioè la sua attività alla banca, le discussioni al circolo, quel suo parlare della “razza inferiore”, le visite che faceva con la moglie in occasione di qualche anniversario, tutto questo era palese.

Nell’ultima scena del racconto, Dimitri va a trovarla nel suo albergo e abbracciandola, non può fare a meno di guardarsi allo specchio. Si trova invecchiato e imbruttito e non può fare a meno di stupirsi del fatto che lei lo ami ancora.

Perché lo amava tanto? Egli era sempre apparso alle donne diverso da com’era in realtà; esse avevano amato non lui, ma l’uomo che la loro immaginazione creava e che nella loro vita avevano cercato avidamente; e poi, quando si accorgevano dell’errore, continuavano tuttavia ad amarlo. E neppure una era stata felice con lui.

Il tempo scorreva, egli faceva nuove conoscenze, si legava per un po’, si separava, ma non una sola volta aveva amato veramente: c’era stato tutto quel che si vuole, ma amore no.

Dimitri per la prima volta in vita sua prova un sentimento forte ed autentico per una donna.
Talmente forte ed autentico da apparirgli come l’unica cosa vera della sua vita. Ed è disperato perché non sa trovare un modo per uscire allo scoperto.

Il racconto si chiude quasi con un fermo immagine. I due sono abbracciati in quella stanza d’albergo, felici di essersi ritrovati, ma estenuati dalla situazione di clandestinità alla quale sono condannati.

Poi a lungo discutevano, si consigliavano, sul modo di liberarsi dalla necessità di nascondersi, di ingannare, di vivere in due città diverse, separati per lunghi periodi. Come fare a liberarsi da tali legami insopportabili?

– Come? come?- egli si chiedeva prendendosi la testa fra le mani. – Come?

E pareva che sarebbe trascorso ancora poco tempo, e si sarebbe trovata una soluzione, e sarebbe cominciata allora una vita nuova, meravigliosa; ed erano convinti tutti e due che la fine era ancora lontana lontana e che il difficile, il più complicato, era appena cominciato.

Molti gli spunti di riflessione che ci arrivano da questo racconto scritto alla fine dell’800 eppure così attuale: l’amore che si scopre tardi, quasi fuori tempo massimo, la clandestinità delle relazioni segrete che prima è gioco, poi diventa prigione, gli amori balneari che prima si sottovalutano poi ci ritornano ossessivamente in mente.

 

TAG: Anton Cechov, La signora col cagnolino
CAT: Letteratura

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